Fumetti/Cartoni europei > Martin Mystère
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Autore: EvelynJaneWolfman    20/06/2014    4 recensioni
"Fenrir? Chi è?" Chiese Martin.
"Uno dei tre figli che Loki ebbe con una gigantessa. E' stasto legato con la Gleipnir ed esiliato sul lago Ámsvartnir. Solo al Ragnarörk, Fenrir si libererà dalla catena che lo tiene imprigionato, uccidendo tutti gli Dei. Si dice che spalancherà le fauci con tanta ferocia, che la mascella inferiore toccherà il suolo e quella superiore il cielo. Divorerà Odino e verrà sconfitto da Víðarr, con un colpo di spada al cuore."
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Diana Lombard, Martin Mystère
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gudrun ed Helsa
 
"E' tornata ... è lei" Due bizzarre e piccole figure, si aggiravano per la casetta. Saltellando, per poter riuscire a scorgere dalla finestra, cosa si nascondeva dentro quelle quattro mura in pietra.
"Gudrun! Gudrun è tornata!" Un'ometto basso e grassottello, gironzola su se stesso. Gioioso.
"Shh! Zitto, la sveglierai!" Un'altro ometto, basso e magrolino. Si rivolge infastidito al compagno.
"Scusa Rorik."L'ometto grassottello abbassa il capo, dispiaciuto.
"Sei sempre il solito Rorric!" Lo rimprovera ancora l'altro.
Intanto, nella casetta, Martin era stato svegliato dai rumori che provenivano dall'esterno. Alzandosi dalla sedia e strofinandosi gli occhi assonnati, si avvicinò alla porta, per scoprire cosa o chi lo aveva disturbato nel sonno. Reprimendo un sonoro sbadiglio, strinse la piccola maniglia arrugginita della porta, abbassandola e tirando la porta verso di se. A piccoli passi, uscì di casa, trovandosi di fronte una scena alquanto bizzarra: due nani, uno grassottello ed uno magrolino, stavano litigando. O meglio, il magrolino stava rimproverando il grassottelo, che aveva il capo chino ed un'espressione dispiaciuta. Le due figure indossavano un pantalone verde, delle bretelle nere, una camicia una volta bianca, delle scarpette di pelle marrone e un cappellino a punta, anch'esso verde. Era come trovarsi davanti uno di quei nani di ceramica che si trovavano nei giardini.
Le piccole figure non lo avevano ancora notato, avvicinandosi piano, arrivo alle loro spalle.
"E voi chi siete?" Chiese, con voce alta, ma calma. I due nanetti gridarono dallo spavento, e si nascosero dietro ad un albero.
"Allora? Devo costringervi a parlare con un'ascia?" Il tono minaccioso di Martin fece deglutire i due. Il nano più magro spinse fuori dal "nascondiglio" il nano più grassottello. Il poveretto fissò Martin, terrorizzato  e tremante.
Martin si avvicino a lui ed addolcendo lo sguardo, si inginocchiò di fronte al nano.
"Mi dispiace averti messo paura, allora mi dici il tuo nome?" La sua voce era più calma, voleva tranquillizzare il povero esserino.
"I-io sono Rorric." Il piccoletto era ancora tremante per la paura.
"Piacere Rorric, io sono Martin. E stai tranquillo, non mordo mica." Martin si lasciò scappare una piccola risatina, e Rorric sorrise.
"Lui è mio fratello Rorik." Disse, puntando l'altro esserino nascosto dietro l'albero. "Rorik! Vieni! Lui è buono."
A passi incerti, Rorik si avvicinò ai due. "G-Gudrun è tornata?" Chiese con timore.
"Gudrun?" Martin guardò i due fratelli. "Chi è Gudrun?" Chiese ai due.
"Gudrun è una delle völve del villaggio." Spiegò Rorric. "Lei e sua sorella erano sempre buone con noi. Poi ... Helsa e Gudrun ..." Il piccolo ometto iniziò a singhiozzare.
"E' successo qualcosa di brutto?" Chiese Martin e Rorric annuì. Prese posto su un masso li vicino, e Martin fece lo stesso, seguito da Rorik.
Prendendo un bel respirco, il piccolo Rorric iniziò a raccontare. "Una volta in questo villaggio vivevano due sorella: Helsa e Gudrun. Helsa era la più grande, avevi i capelli biondi, chiari come la neve e due occhi color ghiaccio. Mentre Gudrun, la più piccola, aveva i capelli castani e due occhi color del bosco. Entrambe erano dolci e gentili, ed entrambe avevano un dono speciale; potevano vedere il passato ed il futuro delle persone. Non avevano molti amici, si isolavano da tutti. Helsa diceva sempre che era orribile vedere la fine di una persona che ami, così preferivano restare sole. Un giorno io e mio fratello eravamo inseguiti da un cinghiale ed Helsa e Gudrun ci salvarono. Da allora le seguimmo ovunque, ed alla fine diventammo i loro aiutanti. Gli anni passavano ed i poteri di Helsa e Gudrun crescevano sempre di più. Helsa divenne la völva più potente dell'intero paese, venivano da ogni dove per farsi predirre il futuro. Tutto andava bene, ma poi ... un giorno Odino, il padre degli dei, si presentò qui e chiese ad Helsa di predirgli il futuro. Lei non voleva, aveva visto cose terribili, ma Odino la minacciò e lei cedette. Gli predisse la fine del mondo e di tutti gli dei, lui compreso. Pieno di paura e di rabbia, Odino accusò Helsa di essere una bugiarda e la esiliò in un limbo, mentre Gudrun ... la trasformò in un amuleto portafortuna, per scampare alla sorte di cui gli aveva parlato Helsa. Si dice che un giorno, durante una battaglia, Odino perse il suo amuleto e si rinchiuse nel suo palazzo, mandando migliaia di soldati a perlustrare tutto il paese, ma l'amuleto non fu mai trovato." Finito il racconto, Rorric guardò Martin. "Ma ora è tornata, vero? Si è liberata della maledizione." I suoi occhi erano pieni di speranza, gli dispiaceva dirgli che Gudrun non era tornata.
"Vedi Rorric..." Sospirò, come poteva dirglielo? Stava per riaprire bocca, ma una voce dolce ed assonata, attirò l'attenzione dei tre.
"Che succede?" Una Diana assonnata, si strofinava gli occhi, cercando di svegliarsi. Il suo sguardo si posò su Martin, e poi sui due nani. Non ebbe tempo di chiedergli chi fossero perché Rorric le saltò addosso.
"Gudrun!" Gridò il piccolo uomo, abbracciando le gambe della ragazza. "Sei tornata!"
"Chi è Gudrun?" Chiese lei, molto confusa.
"Forse è meglio se entriamo dentro." Sospirando, Martin si alzò ed entrò in casa, facendo segno ai tre di seguirlo. Diana ed i due fratelli entrarono in casa, prendendo posto sul letto.
"Martin, chi è questa Gudrun?" Diana guardava Martin, in attesa di una risposta.
Prendendo posto davanti a loro, Martin raccontò la storia, raccontatagli prima da Rorric.
 
Diana non riusciva a crederci, quella storia era così triste. Che Gudrun fosse la völva dentro la sua collana?
Non finì di pensarlo, che la völva parlò: "Si, sono io Gudrun."
Stringendosi il medaglione al petto, non potè che provare tristezza per quella giovane donna e sua sorella.
"Ma ora sei tornata!" Rorric, fermò il corso dei suoi pensieri. "Sei anche più carina di quanto ricordassi." Disse allegramente l'ometto paffuto, facendo arrossire Diana. "Mi dispiace piccolo, ma io non sono Gudrun. Lei è ancora rinchiusa qui." Puntò lo sguardo sul medaglione.
"Oh ... " Sospirò tristemente Rorric.
"Ehi, non preoccuparti, la tireremo fuori e troveremo Helsa. Vero Di?" Martin sorrise e Diana annuì.
"Grazie!" Urlò Rorric, abbracciando i due, seguito dal fratello.
 
 
 
 
-Angolo pazzoide-
Salve! Ecco il terzo capitolo, spero che vi piaccia e che non ci siano troppi errori. Se notate qualcosa di sbagliato, ditemelo pure. Anzi, vi obbligo! Ahahaha.
Ringrazio tutti quelli che leggono e che mi lasciano una piccola recensione.
Alla prossima. Evy! ♥
  
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