Ti prego ti prego.
Erano ormai due ore che nessuno ci dava sue notizie.
La testa stava per scoppiarmi, le lacrime non erano intenzionate a lasciare i miei occhi, il mio viso.
Ti prego.
Pregavo e speravo da più di due ore.
I ragazzi e le ragazze aspettavano anche loro.
Chi piangeva, chi parlava a vanvera per non scoppiare in lacrime, chi camminava avanti e indietro, e poi c’ero io, su una di quelle sedie blu a fissare il muro bianco.
Abbiamo affrontato tante cose, ma mai come questa e avevo davvero tanta paura di perderlo.
Paura che se ne vada via, via da me e che non torni più.
Il dottore uscì e tutti si alzarono di scatto, io no, ero ancora lì immobile a fissare quel muro bianco.
Volevo alzarmi da lì ma non ci riuscivo, non avevo più il controllo del mio corpo.
Ascoltavo tutto quello che il dottore diceva.
Mi alzai di scatto quando capii cosa disse il dottore.
Non sapevano se c’e l’avrebbe fatta, poteva morire, oppure no.
“Voglio vederlo” dissi catturando l’attenzione di tutti i presenti.
Il dottore annuì “Uno alla volta” ci avvertì, ringraziai i ragazzi che mi avevano concesso di andare per prima.
Entrai piano nella stanza, quasi con la paura di svegliarlo pur sapendo che non fosse possibile.
Era lì immobile, al centro della stanza.
Aveva diversi lividi sulle braccia, le labbra rotte e screpolate, i capelli alzati in un ciuffo sempre perfetto adesso schiacciati sulla fronte.
Mi avvicinai a lui prendendo la sua mano e accarezzandogli delicatamente i capelli per poi scendere sulla guancia e sulle labbra secche.
“Ehi Justin” iniziai con voce tremante e non sapendo se potesse sentirmi o no perché non mi importava.
“Mi manchi, tanto. Ti prego resisti, fallo per me, non lasciarmi proprio adesso, abbiamo affrontato tanti di quei guai, non puoi lasciarmi proprio adesso che le cose si sono aggiustate e andavano bene. Ti amo più di me stessa, non penso che potrei vivere senza di te, tu sei il mio tutto, la mia vita. Resisti amore mio, resisti, io sono con te, ti amo.”
Iniziai a piangere, non riuscivo a smettere, solo l’idea di perderlo mi faceva morire dentro, sentivo un dolore al petto quella sensazione che arriva quando sai che ti manca qualcosa, una parte di te, e Justin era la mia vita, una parte di me, il mio tutto, il mio mondo.
Non sarei riuscita a vivere se lui fosse morto.
Rabbrividii ai miei stessi pensieri.
Lui non poteva lasciarmi non poteva “NON PUOI!” urali piangendo ancora di più.
***
Dove è finito quel ‘per sempre’
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