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Autore: Grifondor    18/08/2008    5 recensioni
Il corridoio principale era molto affollato; Ginny camminava a fianco a Hermione parlando delle prime ore di lezione, lei aveva trasfigurazione con la McGranitt e mentre Herm aveva pozioni con Piton. Le due stavano appunto parlando del caro professor Piton, quando Ginny vide un biondino e due scimmioni alle sue calcagna venire incontro loro, Malfoy e quei due “intelligentoni” di Tiger e Goyle. Come sempre, il nome Malfoy era sinonimo di guai e litigi....
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inizio con lo scusarmi ampiamente per l’enorme ritardoooo

Inizio con lo scusarmi ampiamente per l’enorme ritardoooo..in teoria dovevamo pubblicare questo capitlo prima che finisse la scuola..-.-

Però per vari motivi non l’abbiamo postato..scusate ancora da parte sia mia che di Maricuccia.

 

Comunque, dopo tante attese e pressioni varie (ogni riferimento è puramente casuale vero Alessà?? Eheheheh...=P) ecco qua il 13esimo e ultimo capitolo.

Già..ultimo capitolo..per adesso..

Vi anticipo che abbiamo già in mente un sequel..però se ne riparlerà a ottobre…

 

Ringrazio tutti coloro che ci hanno seguito e hanno pazientemente aspettato che aggiornassimo (spesso davvero in ritardo!!), grazie a tutti coloro che hanno recensito e che ci hanno aiutato a migliorare..

UN GRAZIE DAVVERO SINCERO…=D

 

Bene..ora vi lascio leggere in santa pace..e vi auguro buone vacanze..(anche se sono quasi finite..meglio tardi che mai!XD)

 

Grifondor & Maricuccia

 

 

 

 

 

 

Capitolo 13

 

 

 

 

Draco?!? Draco!! Ma mi ascolti?”

“Mm? Cosa? Sì, certo che ti ascolto. Continua” disse soprapensiero Draco tornando a guardare il lago. Ginny al suo fianco sbuffò sonoramente.

Ma mi dici che hai? Sai, è un po’ di tempo che sei molto strano”.

Nessuna risposta.

Draco!!!

“Oh, sì, scusa. È che… sai lo studio, gli esami… sono un po’ stanco.

“Dovresti riposarti, altrimenti arriverai alla fine dell’anno stremato”.

“Sì, forse hai ragione” rispose Draco con lo stesso tono inespressivo di prima, chiudendo così il discorso.

Vabhè, io vado da Hermione. Mi devo incontrare con lei”.

“Ok.” Rispose semplicemente Draco.

Ginny alzò gli occhi al cielo.

*Ma che ha?!?*

Lo salutò con un bacio veloce e si diresse verso il castello. A metà strada si voltò a guardarlo: era ancora nella stessa posizione in cui l’aveva lasciato, con lo sguardo fisso e perso verso l’orizzonte.

*Dovrò provare a farlo parlare in qualche modo.*

 

                       

 

^°^°^°^°^°^°^°^

 

 

Non ce la faceva più.

Non riusciva a starle vicino e mentirle al tempo stesso.

Lei aveva tutto il diritto di sapere; doveva essere messa al corrente.

Ma lui non voleva.

Temeva il giorno in cui gliel’avrebbe detto.

Temeva di vedere i suoi occhi cambiare alle sue parole, vederli riempirsi di lacrime, di odio, di disgusto nei suoi confronti.

Temeva di vederla soffrire per causa sua.

Cercava di allontanare in ogni modo quel giorno; cercava di passare più tempo possibile con lei.

Ma quando finalmente l’aveva vicina non sapeva come comportarsi. Avrebbe dovuto godere di quei momenti, assaporarli fino in fondo fin che poteva.

Ma non ci riusciva.

Il vederla così vulnerabile, ignara della verità che lui le nascondeva, lo faceva stare male; lo faceva sentire un verme.

Era meglio dirle tutto, ma rischiare che andasse via da lui, o tenerla ancora all’oscuro dei fatti, ma poter ancora stare con lei qualche giorno in più?

Lei stava iniziando a preoccuparsi, l’aveva capito poco prima dal suo sguardo.

Non avrebbe mai voluto recarle tutto quel dolore che sapeva le avrebbe inflitto.

Dio se non voleva!

Ma non sapeva più cosa fare per cambiare il futuro degli eventi.

Aveva provato di tutto ormai.

E tutto si era dimostrato inutile.

Aveva persino provato a parlare con suo padre…

 

 

 

*****

27 Aprile, due settimane prima, Malfoy Manoor

 

Dal camino del salotto partirono diverse lingue di fuoco verde.

Subito dopo Draco si ritrovò a fissare il volto inespressivo di suo padre.

“Figlio mio.” Disse Lucius andandogli incontro a braccia aperte.

“Padre” lo salutò Draco.

Un abbraccio senza affetto.

Due sorrisi falsi.

Due uomini uguali ma diversi.

Si sedettero sulle comode e lussuosissime poltrone nere della stanza.

Un elfo comparse dal nulla, portando un vassoio d’argento una bottiglia di Whisky Incendiario e due bicchierini di cristallo e se ne andò così come era venuto.

“Il vecchio Silente ha creduto alla storia che ho raccontato per farti venire qui?” domandò Lucius, versando da bere.

Si, nessun problema. Ci ha creduto.”

“Bene” disse servendo un bicchiere a suo figlio.

Draco bevve tutto d’un sorso. Gli bruciò la gola. Non sapeva bene se fosse per il whisky.

“Allora Draco. Dimmi. Ciò che devi dirmi deve essere importante, se mi hai fatto raccontare una menzogna al Preside per farti venire a casa.”

Draco posò delicatamente il bicchiere al tavolino.

Guardò il padre.

“Riguarda la mia iniziazione.” Disse senza scomporsi.

“Lo immaginavo.” rispose semplicemente Lucius continuando a sorseggiare la sua bevanda.

“Non devi preoccuparti di nulla, se è questo che ti preme Draco. Il tuo unico pensiero ora deve essere lo studio. Preparerò tutto io per la tua cerimonia. Quel giorno seguirai le mie istruzioni e tutto andrà per il meglio, vedrai. Spiegò versandosi di nuovo da bere.

“Non mi riferivo a questo quando ho detto che riguardava la mia iniziazione.” Continuò Draco.

Draco sentiva la gola bruciare. Stavolta non c’entrava niente il whisky incendiario.

Lucius lo guardò interrogativamente.

“Io non voglio ricevere il marchio. Non voglio diventare un mangiamorte.”

Draco continuò a fissare il padre con fermezza.

Due anime, due vite, due storie.

“Scusa, Draco. Credo di non aver capito molto bene. Vorresti ripetere, per favore?” Chiese con molta calma il signor Malfoy, con una leggera vibrazione nella voce, tuttavia, che lo tradì un poco.

“Ho detto che non voglio diventare un mangiamorte, padre.” Ripeté Draco, calando l’accento sull’ultima parola.

Lucius chiuse gli occhi e respirò profondamente.

Draco, -disse riposando lo sguardo su di lui- tu diverrai un fedele dell’Oscuro, un grande mangiamorte, proseguirai la mia strada e porterai onore al nome della tua famiglia. Questo è quanto e non accetto repliche.”

“Non intendo proseguire la tua strada. Non è ciò che voglio.”

Ma è ciò che è meglio per te, ciò che devi essere.” Controbatté Lucius.

“Io non devo essere nulla che non voglia. Ed io non voglio essere un mangiamorte.”

“Sai già qual è la mia risposta, Draco, ed immagino che…”

“Mi dispiace interromperti, padre, ma io non ti ho posto alcuna domanda tale che tu debba darmi una risposta. La mia era solamente un’affermazione, non stavo chiedendoti la tua comprensione.”

Draco sentì il cuore battere a mille nel petto. Non aveva mai parlato così a suo padre.

“Non osare rispondermi, Draco.” Questa volta il tono della voce di Lucius era profondo e fermo.

“Tu farai esattamente ciò che io riterrò migliore per te…

“Io non voglio che tu ti intrometta nella mia vita, padre. So come gestirla e che scelte prendere.” Disse alzandosi in piedi ed interrompendo il padre. Stava perdendo la pazienza.

“Ti ripeto che tu farai ciò che io ti dirò di fare -replicò Lucius alzandosi anche lui- o ti devo forse rammentare che, in caso contrario, una dolce ragazza dai capelli rossi ne pagherà le conseguenze?”

A quelle parole Draco perse un colpo.

Serrò la mascella e sfidò il padre con lo sguardo.

“Non oserai farlo.” Gli sussurrò.

La stanza risuonò del ghigno beffardo di Lucius.

“Credi che non ne sarei capace?” Lo provocò Lucius.

“Tu non le farai nulla.”

“Non le torcerò un capello se tu farai ciò che voglio per te.”  

*Per me…* pensò sprezzante Draco *certo, come no…per me.

Draco stette in silenzio per qualche secondo.

Lucius sapeva di aver colpito nel segno.

Aveva tentato ed aveva perso. Non poteva vincere con il padre, lo sapeva. Ed anche questa volta non c’era riuscito. Aveva colpito Draco nel suo punto debole. Ed aveva vinto.

“Promettimelo.”

“Te lo prometto, figlio mio.”

*figlio mio…*

Draco non poté fare e meno di pensare che quelle ultime parole dette da suo padre erano come un “non ti preoccupare” detto da un boia alla sua vittima.

False.

Ecco com’erano.

Draco si voltò verso il camino.

Vi entrò e prese della polvere volante.

“Io non sono tuo figlio. Non più, Lucius.”

E dopo aver pronunciato il luogo di ritorno sparì tre le fiamme verdi

 

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

 

 

“Ciao Herm!” la salutò Ginny venendole incontro

“Ciao Ginny!Tutto bene?” chiese la riccia.

“Sì, tutto bene.” Rispose mentre prendevano a camminare per i corridoi di Hogwarts.

*In realtà non va proprio bene, però…*

Si diressero verso la loro Sala Comune che erano sicure essere vuota. Con quella bella giornata di inizio Maggio erano pochi gli studenti che rimanevano nel castello. Ma per chi cercava un po’ di pace era il momento ideale.

Arrivarono davanti il ritratto della Signora Grassa.

“Brioche di zucca” scandì Hermione con tono fermo.

La donna la guardò truce per avere interrotto la sua fittissima chiaccherata con la dama del dipinto a fianco del suo.

A malavoglia le lasciò passare, sperando che nessun’altro venisse a interrompere di nuovo la sua importantissima conversazione.

“Ti dicevo, mia cara, che tra i quadri del corridoio del secondo piano si dice che…” ma la voce altisonante della Signora Grassa scemò col chiudersi del ritratto alle loro spalle.

“Ammasso adiposo di ciccia” sussurrò Ginny all’indirizzo della donna.

“Visto?! che ti dicevo? Non c’è nessuno in Sala Comune a quest’ora” le disse Hermione prendendo posto su una poltrona rosso-oro di fianco alla finestra.

“Luogo adatto per parlare” disse Ginny sedendosi di fronte alla riccia.

“Di cosa?” domando curiosa Hermione.

Draco” rispose semplicemente Ginevra sospirando.

“Qualcosa non va? C’è qualche problema?” chiese Hermione, ora più preoccupata.

“No, cioè sì… non lo so! È strano! È sempre con la testa da un’altra parte, ha mille pensieri, lo trovo spesso a non ascoltare quello che dico… preme sempre perché passi più tempo con lui e poi quando siamo insieme si comporta così. Non so cosa pensare.” Disse tutto d’un fiato.

“Beh, forse è per gli esami. D'altronde ora è un periodo molto impegnativo, c’è molto da studiare. Provò a ipotizzare l’amica.

“Sì, ed è anche quello che mi ha detto lui stesso, però…

Però?”

“So che se fosse veramente questo il motivo, in ogni caso non si comporterebbe in questo modo. È una reazione troppo strana per il problema “studio”. È vero, potrebbe essere preoccupato per gli esami, non lo nego, ma il suo atteggiamento è troppo… come dire… singolare, misterioso. Almeno quando è in mia compagnia dovrebbe cercare di arginare la faccenda, invece sembra che la mia presenza sortisca l’effetto contrario” spiegò Ginny.

Mmm. Ho capito cosa intendi. Beh, in questo caso dovresti parlargli. Credo sia la soluzione migliore per sapere cosa gli passa per la testa. Le consigliò Hermione.

“Sì, hai ragione gli parlerò” assentì “ comunque -riprese- cosa mi dici di te e Ron?”

“Oh, beh, tutto bene, va alla grande”

“Spero che non sia assillante! Conosco Ron e quando ci si mette diventa davvero insopportabile”

“No, non ti preoccupare. Sa essere molto comprensivo e non mi sta assolutamente con il fiato sul collo. Che ti devo dire?! Stiamo bene insieme!” la rassicurò raggiante.

“Beh, sono contenta. Una cosa: hai saputo di Pansy Prkinson? E sai con chi esce Calì?” le domandò Ginevra elettrizzata.

“No!! Raccontami, forza”

“Allora, devi sapere che….”

 

 

^°^°^°^°^°^°^

 

 

 

Aveva deciso. Gliel’avrebbe detto quel giorno stesso.

*Prima che io cambi idea* aveva pensato.

Si alzò dal prato. Ormai iniziava ad essere tardi. Era stato lì per quasi tre ore da solo, da dopo che Ginny se n’era andata. Aveva pensato e ripensato prima di prendere una decisione, ma alla fine aveva mandato tutto al diavolo e aveva deciso che le avrebbe detto la tutta la verità.

*Tutta…beh, non tutta*

Le avrebbe detto che sarebbe diventato un mangiamorte, ma non avrebbe accennato al fatto che lo faceva per mettere lei al sicuro. Sapeva già come avrebbe reagito altrimenti: non avrebbe accettato che lui rischiasse per lei, avrebbe fatto di tutto per fargli cambiare idea, avrebbe detto che lei poteva benissimo difendersi da sola.

*Perché non sa quello che sono capaci di farle…* pensò amaramente Draco.

E poi avrebbe cercato di rintracciarlo, di riprendere i contatti. Non doveva succedere. Avrebbe rischiato ancora di più.

Doveva fare in modo che una volta saputa la notizia lei si dimenticasse di lui, cessasse di pensarlo, non ricordasse ciò che avevano passato insieme. Solo così non avrebbe cercato di rintracciarlo.

Ma per ottenere ciò sapeva che avrebbe dovuto essere duro con lei, avrebbe dovuto darle dispiacere, l’avrebbe dovuta far soffrire. Avrebbe dovuto far in modo che lei finisse con l’odiarlo. E l’unico modo che gli veniva in mente era quello di mettere fine alla loro storia.

*Odiandomi soffrirai di meno, vedrai…*

Meglio che credesse che lui era uno stronzo e smettesse di cercarlo, piuttosto che sapesse la verità ma rischiasse la vita per vederlo.

Voleva vederla quella notte.

Voleva che fosse sua almeno un’altra volta.

Un’ultima volta.

 

*§*§*§*§*§*

 

 

Ginny aveva ricevuto il biglietto di Draco quel pomeriggio. Le chiedeva di farsi trovare davanti la Stanza delle Necessità quella sera stessa.

Aveva alcune cose da chiedergli in merito al suo strano comportamento in quelle ultime settimane. Camminava per i corridoi bui e deserti di Hogwarts; i personaggi dei dipinti sonnecchiavano tranquilli. Non si faceva luce con la sua bacchetta per non svegliarli, altrimenti i loro lamenti avrebbero attirato l’attenzione di qualche prefetto; fortunatamente quella sera la luna piena illuminava l’interno del castello con i suoi bianchi raggi.

Mentre raggiungeva il luogo dell’incontro pensava a come iniziare il discorso.

*Potrei chiederglielo direttamente…no, non è una buona idea: cambierebbe discorso e mi darebbe le solite risposte evasive…potrei fare qualche insinuazione…ma come!?! Penso sia abbastanza intelligente da capirlo al volo…ok, vada per la schiettezza…e poi si vedrà al momento…e c’è anche un altro argomento da affrontare…*

Ma il suo flusso di pensieri cessò quando arrivò al luogo prefissato.

Draco la stava aspettando lì avanti e appena la vide le andò subito incontro, salutandola con un bacio e regalandole uno dei suoi sorrisi più belli.

“Vieni, entriamo” le disse prendendola per mano.

La stanza era molto bella: era arredata con un mobilio raffinato e dall’aspetto antico; a destra c’era un letto a baldacchino dai tendaggi blu rifiniti con cordicelle color oro, in fondo, avanti ad un camino scoppiettante, era posizionato un divano blu cobalto in pelle.

Draco la prese per mano e la guidò verso il letto. Nessuno dei due parlò; volevano entrambi vivere quel momento in silenzio, perché nessuna parola sarebbe stata quella giusta, perché nessuna frase avrebbe reso ancora più magico quell’istante.

Draco spogliò la ragazza con un’estrema lentezza che per Ginny era a dir poco frustante.

Voleva imprimersi nella memoria ogni suo centimetro di pelle, ogni suo difetto, ogni suo particolare per non dimenticarlo mai più, nemmeno durante le notti sole e malinconiche quando avrebbe ripensato a lei, ripescando i ricordi che gli avrebbero per sempre attanagliato le viscere.

E lei ora era nuda di fronte a lui, e lo attendeva con impazienza.

Anche Draco si spogliò, in fretta, e delicatamente, quasi avesse paura di rompere l’atmosfera che si era creata, si adagiò al suo fianco. Percorse il suo corpo con infinite carezze e si meravigliò scoprendo che le sue mani si adattavano perfettamente alla sua pelle lentigginosa. Non ci aveva mai fatto caso, prima d’ora. Solo adesso che stava per lasciarla scoprì quante cose di lei gli sarebbero mancate. Troppo bramosi ognuno dell’altro, iniziarono la turbolenta danza dell’amore.

Si amarono finché non esaurirono i sospiri ed i gemiti da donare all’altro, e quando tutto finì un’immensa inquietudine si impossessò di Ginny, come se avesse già capito che quella era stata la loro ultima volta.

 

 

°^°^°^°^°^°^°^°

 

 

 

Rimasero uno di fianco all’altra per diverso tempo, entrambi col fiatone. Draco non smetteva di accarezzare i capelli di Ginny con gesti meccanici, mentre fissava le fiamme del camino.

Si alzò, scostando Ginny gentilmente, e cominciò a rivestirsi.

Per Draco era ora di iniziare a recitare il copione.

“Non rimaniamo qui, questa notte?” gli domandò Ginny, alzandosi a sedere.

“Perché dovremmo?” disse senza alzare gli occhi su di lei.

Ginny era sorpresa dalla risposta di Draco. Ed ora perché le parlava in questo modo?

“Beh, per stare un po’ insieme…” rispose lei titubante.

“Senti Weasley, non voglio passare con te più tempo del dovuto. Mi sei bastata per delle scopate, ma non ho l'intenzione di passare altro tempo con te

Neanche la guardò mentre parlava. Ginny si sentì mancare l’aria. Quello non era il suo Draco.

Ma che vai dicendo?”

“Non userò mezzi termini, Weasley: ti ringrazio per le scopate che mi hai concesso, ma ora è finita. Mi hai stufato. La nostra parvenza di rapporto termina qui.” disse finendo di allacciarsi i bottoni dei pantaloni. Quando alzò lo sguardo su di lei, Ginny lo fissava senza aver compreso fino in fondo le sue parole. O almeno cercava di convincersi di questo.

“Cosa?” mormorò.

Sul bel viso del serpeverde Ginny rivide stampato il solito ghigno, quello del ragazzo bastardo e presuntuoso di qualche mese prima, quello che le indirizzava quando ancora si odiavano e non si conoscevano. Ma lei lo conosceva veramente? E lui era vero che non la odiava? Non ne era più sicura.

“Vorresti dirmi che tu hai sempre pensato che io stessi con te perché mi piacevi? Ah, Weasley, sapevo che eri stupida ma non pensavo fino a questo punto.” la beffeggiò il biondo, mentre si infilava la maglietta, vedendo lo stato di smarrimento della rossa.

La ragazza si alzò dal letto, avvolgendosi il lenzuolo intorno al busto, e con fermezza si arrestò davanti al ragazzo, costringendolo a guardarla negli occhi.

“Mi hai preso in giro per tutto questo tempo?” gli domandò in un sussurro.

“Se con prendere in giro tu intendi scoparsi una ragazza e infonderle false speranze… beh, allora sì

Ginny iniziava ad avere gli occhi lucidi, ma non avrebbe pianto di fronte a lui.

“Non è vero, non ti credo.”

“Smettila Weasley. Le cose stanno così. Punto.” Draco iniziava a perdere la pazienza: ma perché non capiva? Voleva finire il prima possibile quella farsa.

“Non è vero. Non puoi dire di non provare niente per me, mentiresti a te stesso.

“Ascoltami bene Weasley: non so cosa tu abbia potuto pensare, ma io non ho mai provato niente e mai proverò qualcosa per te. Quindi smettila di assillarmi e fattene una ragione!

Si voltò per avviarsi verso la porta ma Ginny lo bloccò per un braccio.

“Aspetta…” la voce era rotta, le lacrime premevano per uscire ma le ricacciò indietro, imponendosi un’altra volta di non piangere davanti a lui.

“Finiscila!” le urlò contro Draco, mettendola a tacere.

“Devi smetterla, hai capito? Sia ben chiaro che una volta uscito da qui non vorrò più vederti. Sparisci dalla mia vista, vattene dalla mia vita!”

Si scrollò di dosso la mano di Ginny con poca delicatezza e a grandi passi lasciò la stanza, chiudendosi la porta alle spalle con un tonfo sordo.

Ginny era lì avanti la porta, aspettandosi di veder Draco entrare e dirle che era tutto uno scherzo.

Ma Draco non entrò.

Crollò a terra ed iniziò a piangere senza ritegno.

Pianse.

Pianse.

E pianse.

 

^°^°^°^°^°^°^

 

 

 

Arrivò il giorno delle partenze.

Stava aspettando il treno di ritorno insieme a delle sue amiche. Loro chiacchieravano animatamente sulle imminenti vacanze, ma lei era con la testa da un’altra parte.

Ripensava ai momenti che aveva passato insieme a Draco, e più ci pensava più si convinceva che o Draco era stato un bravo attore tanto da farle credere che fosse tutto vero, o lei era stata estremamente stupida ed ingenua. In entrambi i casi l’unica cosa certa era che Draco non l’aveva mai amata. Gliel’aveva detto solo in un’occasione, dopo la loro prima volta. Sembrava così sincero, così veramente innamorato… invece no.

Arrivò il treno che la riportò alla realtà. Caricò i bagagli in fretta ed iniziò a cercare uno scompartimento vuoto per lei e le sue amiche. Cominciò a prendere parte alla conversazione, ma ben presto si estraniò, poiché troppi ricordi le occupavano la mente.

Gli ultimi giorni erano stati difficili. Non lo incontrava mai se non in Sala Grande, e solo questo era già un bene. A suo fratello aveva riferito che si erano lasciati per delle incongruenze incolmabili ’; non aveva raccontato la verità: già che Ron ogni due minuti cercava di avvicinare Malfoy per spaccargli la faccia, se poi avesse saputo come stavano le cose… Cercava di non mostrarsi ferita e giù di morale, perché non avrebbe sopportato che gli altri si preoccupassero per lei. Si era cacciata in questo guaio ed ora avrebbe dovuto pagarne da sola le conseguenze. A poco servivano i ‘ vedrai che passerà ’, ‘ sta sicura che presto starai meglio ’, eccetera, eccetera. Lei non sarebbe mai stata meglio.

Era stato uno stronzo, un bastardo, una testa di cazzo… lo era sempre stato… come diavolo aveva fatto a credere che fosse veramente cambiato almeno per lei?? D'altronde, il lupo cambia il pelo ma non il vizio, diceva un detto babbano… anche se i suoi sentimenti fossero stati veri, Draco non avrebbe potuto mai cambiare radicalmente in ogni caso.

Avrebbe gelosamente tenuto rinchiusi i suoi ricordi nella parte più remota del cuore e recondita della mente, ma sapeva che non avrebbe mai potuto cancellarli definitivamente. Erano ormai indelebili.

Sarebbe andata avanti. Doveva andare avanti.

Il paesaggio scorreva veloce avanti a lei, mentre le voci delle sue amiche le giungevano distanti anni luce.

Teneva con l’indice destro il segno del libro che aveva svogliatamente iniziato a leggere, mentre la mano sinistra era scivolata sul suo addome.

*Cosa ne sarà di noi due?*

Anche se sapeva che i suoi genitori, i suoi fratelli ed i suoi amici non l’avrebbero mai lasciata sola, doveva comunque essere forte, perché non avrebbe potuto contare sempre sul loro aiuto.

*Ce la farò… posso farcela*

Tornò a concentrarsi sul testo che aveva in mano, distogliendo lo sguardo dalla campagna.

Da quel momento iniziava una nuova vita per Ginny Weasley.

 

 

 

 

The End ………?

 

  
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