Inizio con lo scusarmi ampiamente per l’enorme ritardoooo..in teoria dovevamo
pubblicare questo capitlo prima che finisse la
scuola..-.-
Però per vari motivi non l’abbiamo postato..scusate ancora da parte sia mia che di Maricuccia.
Comunque, dopo tante attese e pressioni varie (ogni
riferimento è puramente casuale vero Alessà?? Eheheheh...=P)
ecco qua il 13esimo e ultimo capitolo.
Già..ultimo capitolo..per
adesso..
Vi anticipo che abbiamo già in mente un sequel..però se ne riparlerà a ottobre…
Ringrazio tutti coloro che ci
hanno seguito e hanno pazientemente aspettato che aggiornassimo (spesso davvero
in ritardo!!), grazie a tutti coloro che hanno recensito e che ci hanno aiutato
a migliorare..
UN GRAZIE DAVVERO SINCERO…=D
Bene..ora vi lascio leggere in santa
pace..e vi auguro buone vacanze..(anche se sono quasi finite..meglio tardi che
mai!XD)
Grifondor & Maricuccia
Capitolo 13
“Draco?!? Draco!! Ma mi
ascolti?”
“Mm? Cosa? Sì, certo che ti
ascolto. Continua” disse soprapensiero Draco tornando a guardare il lago. Ginny al suo fianco sbuffò sonoramente.
“Ma mi dici che hai? Sai, è un po’ di tempo che sei molto strano”.
Nessuna risposta.
“Draco!!!”
“Oh, sì, scusa. È che… sai lo
studio, gli esami… sono un po’ stanco.”
“Dovresti riposarti, altrimenti arriverai alla fine
dell’anno stremato”.
“Sì, forse hai ragione” rispose Draco con lo stesso tono inespressivo di prima, chiudendo
così il discorso.
“Vabhè, io vado da Hermione. Mi devo incontrare con
lei”.
“Ok.” Rispose semplicemente Draco.
Ginny alzò gli occhi al cielo.
*Ma che ha?!?*
Lo salutò con un bacio veloce e si diresse verso il
castello. A metà strada si voltò a guardarlo: era ancora nella
stessa posizione in cui l’aveva lasciato, con lo sguardo fisso e perso
verso l’orizzonte.
*Dovrò provare a farlo parlare in qualche modo.*
^°^°^°^°^°^°^°^
Non ce la faceva più.
Non riusciva a starle vicino e mentirle al tempo stesso.
Lei aveva tutto il diritto di sapere; doveva essere messa al corrente.
Ma lui non voleva.
Temeva il giorno in cui gliel’avrebbe detto.
Temeva di vedere i suoi occhi cambiare alle sue parole,
vederli riempirsi di lacrime, di odio, di disgusto nei suoi confronti.
Temeva di vederla soffrire per causa sua.
Cercava di allontanare in ogni modo quel giorno; cercava
di passare più tempo possibile con lei.
Ma quando finalmente l’aveva vicina
non sapeva come comportarsi. Avrebbe dovuto godere di
quei momenti, assaporarli fino in fondo fin che poteva.
Ma non ci riusciva.
Il vederla così vulnerabile, ignara della
verità che lui le nascondeva, lo faceva stare male; lo faceva sentire un verme.
Era meglio dirle tutto, ma rischiare che andasse via da
lui, o tenerla ancora all’oscuro dei fatti, ma poter ancora stare con lei
qualche giorno in più?
Lei stava iniziando a preoccuparsi, l’aveva capito
poco prima dal suo sguardo.
Non avrebbe mai voluto recarle tutto quel dolore che sapeva le avrebbe inflitto.
Dio se non voleva!
Ma non sapeva più cosa fare
per cambiare il futuro degli eventi.
Aveva provato di tutto ormai.
E tutto si era dimostrato inutile.
Aveva persino provato a parlare con suo padre…
*****
27 Aprile, due settimane prima, Malfoy
Manoor
Dal camino del salotto partirono diverse lingue di fuoco
verde.
Subito dopo Draco si
ritrovò a fissare il volto inespressivo di suo padre.
“Figlio mio.” Disse Lucius
andandogli incontro a braccia aperte.
“Padre” lo salutò Draco.
Un abbraccio senza affetto.
Due sorrisi falsi.
Due uomini uguali ma diversi.
Si sedettero sulle comode e lussuosissime poltrone nere
della stanza.
Un elfo comparse dal nulla, portando un vassoio
d’argento una bottiglia di Whisky Incendiario e due bicchierini di
cristallo e se ne andò così come era
venuto.
“Il vecchio Silente ha creduto alla storia che ho
raccontato per farti venire qui?” domandò
Lucius, versando da bere.
“Si, nessun problema. Ci ha creduto.”
“Bene” disse servendo un bicchiere a suo
figlio.
Draco bevve tutto d’un
sorso. Gli bruciò la gola. Non sapeva bene se fosse per il whisky.
“Allora Draco. Dimmi. Ciò che devi dirmi
deve essere importante, se mi hai fatto raccontare una menzogna al Preside per farti venire a casa.”
Draco posò delicatamente il
bicchiere al tavolino.
Guardò il padre.
“Riguarda la mia iniziazione.” Disse senza
scomporsi.
“Lo immaginavo.” rispose semplicemente Lucius continuando a sorseggiare la sua bevanda.
“Non devi preoccuparti di
nulla, se è questo che ti preme Draco. Il tuo unico pensiero ora deve
essere lo studio. Preparerò tutto io per la tua cerimonia. Quel giorno
seguirai le mie istruzioni e tutto andrà per il meglio, vedrai.” Spiegò versandosi di nuovo da bere.
“Non mi riferivo a questo quando ho detto che
riguardava la mia iniziazione.” Continuò Draco.
Draco sentiva la gola bruciare.
Stavolta non c’entrava niente il whisky incendiario.
Lucius lo guardò
interrogativamente.
“Io non voglio ricevere il marchio. Non voglio diventare un mangiamorte.”
Draco continuò a fissare il
padre con fermezza.
Due anime, due vite, due storie.
“Scusa, Draco. Credo di non aver capito molto
bene. Vorresti ripetere, per favore?” Chiese con molta
calma il signor Malfoy, con una leggera vibrazione
nella voce, tuttavia, che lo tradì un poco.
“Ho detto che non voglio diventare un mangiamorte, padre.” Ripeté Draco, calando l’accento sull’ultima parola.
Lucius chiuse gli occhi e respirò
profondamente.
“Draco, -disse riposando
lo sguardo su di lui- tu diverrai un fedele dell’Oscuro, un grande mangiamorte, proseguirai la mia strada e porterai onore al
nome della tua famiglia. Questo è quanto e non accetto
repliche.”
“Non intendo proseguire la tua strada. Non è ciò che voglio.”
“Ma è ciò che
è meglio per te, ciò che devi essere.” Controbatté Lucius.
“Io non devo essere nulla che non voglia. Ed io non
voglio essere un mangiamorte.”
“Sai già qual è la mia risposta, Draco, ed immagino
che…”
“Mi dispiace interromperti, padre, ma io non ti ho
posto alcuna domanda tale che tu debba darmi una risposta. La mia era solamente
un’affermazione, non stavo chiedendoti la tua
comprensione.”
Draco sentì il cuore battere a
mille nel petto. Non aveva mai parlato così a suo padre.
“Non osare rispondermi, Draco.” Questa volta il tono della voce di Lucius era profondo e fermo.
“Tu farai esattamente ciò che io
riterrò migliore per te…”
“Io non voglio che tu ti intrometta
nella mia vita, padre. So come gestirla e che scelte prendere.” Disse alzandosi
in piedi ed interrompendo il padre. Stava perdendo la
pazienza.
“Ti ripeto che tu farai ciò che io ti
dirò di fare -replicò Lucius alzandosi
anche lui- o ti devo forse rammentare che, in caso contrario, una dolce ragazza
dai capelli rossi ne pagherà le conseguenze?”
A quelle parole Draco perse un
colpo.
Serrò la mascella e sfidò il padre con lo
sguardo.
“Non oserai farlo.” Gli sussurrò.
La stanza risuonò del ghigno beffardo di Lucius.
“Credi che non ne sarei capace?” Lo
provocò Lucius.
“Tu non le farai nulla.”
“Non le torcerò un capello se tu farai
ciò che voglio per te.”
*Per me…* pensò sprezzante Draco *certo, come no…per me.
Draco stette in silenzio per qualche
secondo.
Lucius sapeva di aver colpito nel segno.
Aveva tentato ed aveva perso. Non
poteva vincere con il padre, lo sapeva. Ed anche questa volta non c’era
riuscito. Aveva colpito Draco nel suo punto debole. Ed aveva vinto.
“Promettimelo.”
“Te lo prometto, figlio
mio.”
*figlio mio…*
Draco non poté fare e meno di
pensare che quelle ultime parole dette da suo padre erano
come un “non ti preoccupare” detto da un boia alla sua vittima.
False.
Ecco com’erano.
Draco si voltò verso il camino.
Vi entrò e prese della polvere volante.
“Io non sono tuo figlio. Non
più, Lucius.”
E dopo aver pronunciato il luogo di ritorno
sparì tre le fiamme verdi
*°*°*°*°*°*°*°*°*
“Ciao Herm!” la
salutò Ginny venendole incontro
“Ciao Ginny!Tutto
bene?” chiese la riccia.
“Sì, tutto bene.” Rispose mentre
prendevano a camminare per i corridoi di Hogwarts.
*In realtà non va proprio bene,
però…*
Si diressero verso la loro Sala Comune che erano sicure essere vuota. Con quella bella giornata di inizio Maggio erano pochi gli studenti che rimanevano nel
castello. Ma per chi cercava un po’ di pace era
il momento ideale.
Arrivarono davanti il ritratto
della Signora Grassa.
“Brioche di zucca” scandì Hermione con tono fermo.
La donna la guardò truce per avere interrotto la
sua fittissima chiaccherata con la dama del dipinto a
fianco del suo.
A malavoglia le lasciò passare, sperando che nessun’altro venisse a interrompere di nuovo la sua
importantissima conversazione.
“Ti dicevo, mia cara, che tra i quadri del corridoio
del secondo piano si dice che…” ma la voce altisonante della
Signora Grassa scemò col chiudersi del ritratto alle loro spalle.
“Ammasso adiposo di ciccia” sussurrò Ginny all’indirizzo della donna.
“Visto?! che
ti dicevo? Non c’è nessuno in Sala Comune a quest’ora”
le disse Hermione prendendo
posto su una poltrona rosso-oro di fianco alla finestra.
“Luogo adatto per parlare” disse Ginny sedendosi di fronte alla riccia.
“Di cosa?” domando curiosa Hermione.
“Draco” rispose
semplicemente Ginevra sospirando.
“Qualcosa non va? C’è
qualche problema?” chiese Hermione, ora
più preoccupata.
“No, cioè
sì… non lo so! È strano! È sempre con la testa da
un’altra parte, ha mille pensieri, lo trovo spesso a non ascoltare quello
che dico… preme sempre perché passi più tempo con lui e poi
quando siamo insieme si comporta così. Non so
cosa pensare.” Disse tutto d’un fiato.
“Beh, forse è per gli
esami.
D'altronde ora è un periodo molto impegnativo, c’è molto da
studiare.” Provò a ipotizzare
l’amica.
“Sì, ed è anche quello che mi ha detto
lui stesso, però…”
“Però?”
“So che se fosse veramente
questo il motivo, in ogni caso non si comporterebbe in questo modo. È una reazione troppo
strana per il problema “studio”. È vero, potrebbe essere
preoccupato per gli esami, non lo nego, ma il suo atteggiamento è
troppo… come dire… singolare, misterioso. Almeno quando è in
mia compagnia dovrebbe cercare di arginare la
faccenda, invece sembra che la mia presenza sortisca l’effetto
contrario” spiegò Ginny.
“Mmm. Ho capito cosa intendi. Beh, in
questo caso dovresti parlargli. Credo sia la soluzione migliore per sapere cosa
gli passa per la testa.” Le consigliò Hermione.
“Sì, hai ragione gli parlerò”
assentì “ comunque -riprese- cosa mi dici
di te e Ron?”
“Oh, beh, tutto bene, va alla grande”
“Spero che non sia assillante! Conosco Ron e quando
ci si mette diventa davvero insopportabile”
“No, non ti preoccupare. Sa essere molto comprensivo e
non mi sta assolutamente con il fiato sul collo. Che ti devo dire?! Stiamo bene insieme!” la
rassicurò raggiante.
“Beh, sono contenta. Una cosa: hai saputo di Pansy Prkinson? E sai con chi
esce Calì?” le domandò
Ginevra elettrizzata.
“No!! Raccontami,
forza”
“Allora, devi sapere che….”
^°^°^°^°^°^°^
Aveva deciso. Gliel’avrebbe detto quel giorno
stesso.
*Prima che io cambi idea* aveva pensato.
Si alzò dal prato. Ormai iniziava ad essere tardi. Era stato lì per quasi tre ore da
solo, da dopo che Ginny se n’era andata. Aveva
pensato e ripensato prima di prendere una decisione, ma alla fine aveva mandato
tutto al diavolo e aveva deciso che le avrebbe detto la tutta la verità.
*Tutta…beh, non tutta*
Le avrebbe detto che sarebbe diventato un mangiamorte, ma non avrebbe accennato al fatto che lo
faceva per mettere lei al sicuro. Sapeva già come avrebbe reagito
altrimenti: non avrebbe accettato che lui rischiasse per lei, avrebbe fatto di
tutto per fargli cambiare idea, avrebbe detto che lei
poteva benissimo difendersi da sola.
*Perché non sa quello che sono capaci di
farle…* pensò amaramente Draco.
E poi avrebbe cercato di rintracciarlo, di riprendere i
contatti. Non doveva succedere. Avrebbe rischiato ancora di più.
Doveva fare in modo che una volta saputa
la notizia lei si dimenticasse di lui, cessasse di pensarlo, non
ricordasse ciò che avevano passato insieme. Solo così non avrebbe
cercato di rintracciarlo.
Ma per ottenere ciò sapeva
che avrebbe dovuto essere duro con lei, avrebbe dovuto darle dispiacere,
l’avrebbe dovuta far soffrire. Avrebbe dovuto far in modo che lei finisse
con l’odiarlo. E l’unico modo che gli veniva in mente era quello di mettere fine alla loro storia.
*Odiandomi soffrirai di meno, vedrai…*
Meglio che credesse che lui era uno
stronzo e smettesse di cercarlo, piuttosto che sapesse la verità
ma rischiasse la vita per vederlo.
Voleva vederla quella notte.
Voleva che fosse sua almeno un’altra volta.
Un’ultima volta.
*§*§*§*§*§*
Ginny aveva ricevuto il biglietto di Draco quel pomeriggio. Le chiedeva di farsi trovare davanti
Aveva alcune cose da chiedergli in merito al suo strano
comportamento in quelle ultime settimane. Camminava per i corridoi bui e
deserti di Hogwarts; i personaggi dei dipinti
sonnecchiavano tranquilli. Non si faceva luce con la sua bacchetta per non
svegliarli, altrimenti i loro lamenti avrebbero attirato l’attenzione di
qualche prefetto; fortunatamente quella sera la luna piena illuminava l’interno
del castello con i suoi bianchi raggi.
Mentre raggiungeva il luogo dell’incontro
pensava a come iniziare il discorso.
*Potrei chiederglielo direttamente…no, non
è una buona idea: cambierebbe discorso e mi darebbe le solite risposte
evasive…potrei fare qualche insinuazione…ma come!?!
Penso sia abbastanza intelligente da capirlo al volo…ok, vada per la
schiettezza…e poi si vedrà al momento…e c’è
anche un altro argomento da affrontare…*
Ma il suo flusso di pensieri
cessò quando arrivò al luogo prefissato.
Draco la stava aspettando lì
avanti e appena la vide le andò subito incontro, salutandola con un
bacio e regalandole uno dei suoi sorrisi più belli.
“Vieni, entriamo” le disse prendendola
per mano.
La stanza era molto bella: era arredata con un mobilio
raffinato e dall’aspetto antico; a destra c’era un letto a
baldacchino dai tendaggi blu rifiniti con cordicelle color oro, in fondo,
avanti ad un camino scoppiettante, era posizionato un
divano blu cobalto in pelle.
Draco la prese
per mano e la guidò verso il letto. Nessuno dei due parlò;
volevano entrambi vivere quel momento in silenzio, perché nessuna parola
sarebbe stata quella giusta, perché nessuna frase avrebbe reso ancora
più magico quell’istante.
Draco spogliò la ragazza con
un’estrema lentezza che per Ginny era a dir
poco frustante.
Voleva imprimersi nella memoria ogni suo centimetro di
pelle, ogni suo difetto, ogni suo particolare per non dimenticarlo mai
più, nemmeno durante le notti sole e malinconiche quando avrebbe
ripensato a lei, ripescando i ricordi che gli avrebbero per sempre attanagliato
le viscere.
E lei ora era nuda di fronte a lui, e lo attendeva con
impazienza.
Anche Draco si spogliò,
in fretta, e delicatamente, quasi avesse paura di rompere l’atmosfera che
si era creata, si adagiò al suo fianco. Percorse il suo corpo con
infinite carezze e si meravigliò scoprendo che le sue mani si adattavano
perfettamente alla sua pelle lentigginosa. Non ci aveva mai fatto caso, prima
d’ora. Solo adesso che stava per lasciarla scoprì quante cose di
lei gli sarebbero mancate. Troppo bramosi ognuno dell’altro, iniziarono
la turbolenta danza dell’amore.
Si amarono finché non esaurirono i sospiri ed i gemiti da donare all’altro, e quando tutto
finì un’immensa inquietudine si impossessò di Ginny, come se avesse già capito che quella era
stata la loro ultima volta.
°^°^°^°^°^°^°^°
Rimasero uno di fianco all’altra per diverso tempo,
entrambi col fiatone. Draco non smetteva di
accarezzare i capelli di Ginny con gesti meccanici,
mentre fissava le fiamme del camino.
Si alzò, scostando Ginny
gentilmente, e cominciò a rivestirsi.
Per Draco era ora di iniziare a
recitare il copione.
“Non rimaniamo qui, questa notte?” gli
domandò Ginny, alzandosi a sedere.
“Perché dovremmo?” disse senza alzare
gli occhi su di lei.
Ginny era sorpresa dalla risposta di Draco. Ed ora perché le
parlava in questo modo?
“Beh, per stare un po’ insieme…”
rispose lei titubante.
“Senti Weasley, non voglio
passare con te più tempo del dovuto. Mi sei bastata per delle scopate,
ma non ho l'intenzione di passare altro tempo con te”
Neanche la guardò mentre parlava. Ginny si sentì mancare l’aria. Quello non era
il suo Draco.
“Ma che vai dicendo?”
“Non userò mezzi
termini, Weasley: ti ringrazio per le scopate che mi
hai concesso, ma ora è finita. Mi hai stufato. La nostra parvenza di
rapporto termina qui.” disse finendo di allacciarsi i bottoni dei
pantaloni. Quando alzò lo sguardo su di lei, Ginny
lo fissava senza aver compreso fino in fondo le sue parole. O almeno cercava di
convincersi di questo.
“Cosa?” mormorò.
Sul bel viso del serpeverde Ginny rivide stampato il solito ghigno, quello del ragazzo
bastardo e presuntuoso di qualche mese prima, quello che le indirizzava quando
ancora si odiavano e non si conoscevano. Ma lei lo
conosceva veramente? E lui era vero che non la odiava? Non ne era più
sicura.
“Vorresti dirmi che tu hai
sempre pensato che io stessi con te perché mi piacevi? Ah, Weasley,
sapevo che eri stupida ma non pensavo fino a questo punto.” la
beffeggiò il biondo, mentre si infilava la
maglietta, vedendo lo stato di smarrimento della rossa.
La ragazza si alzò dal letto, avvolgendosi il
lenzuolo intorno al busto, e con fermezza si arrestò davanti al ragazzo,
costringendolo a guardarla negli occhi.
“Mi hai preso in giro per tutto questo tempo?”
gli domandò in un sussurro.
“Se con prendere in giro tu intendi scoparsi una
ragazza e infonderle false speranze… beh, allora sì”
Ginny iniziava ad avere gli occhi
lucidi, ma non avrebbe pianto di fronte a lui.
“Non è vero, non ti credo.”
“Smettila Weasley. Le cose stanno così. Punto.”
Draco iniziava a perdere la pazienza: ma
perché non capiva? Voleva finire il prima
possibile quella farsa.
“Non è vero. Non puoi dire di non provare
niente per me, mentiresti a te stesso.”
“Ascoltami bene Weasley:
non so cosa tu abbia potuto pensare, ma io non ho mai provato niente e mai proverò qualcosa per te. Quindi smettila di
assillarmi e fattene una ragione!”
Si voltò per avviarsi verso la porta ma Ginny lo bloccò per un braccio.
“Aspetta…” la voce era rotta, le lacrime
premevano per uscire ma le ricacciò indietro, imponendosi un’altra
volta di non piangere davanti a lui.
“Finiscila!” le urlò contro Draco, mettendola a tacere.
“Devi smetterla, hai capito? Sia ben chiaro che una
volta uscito da qui non vorrò più vederti. Sparisci
dalla mia vista, vattene dalla mia vita!”
Si scrollò di dosso la mano di Ginny
con poca delicatezza e a grandi passi lasciò la stanza, chiudendosi la
porta alle spalle con un tonfo sordo.
Ginny era lì avanti la porta,
aspettandosi di veder Draco entrare e dirle che era
tutto uno scherzo.
Ma Draco
non entrò.
Crollò a terra ed
iniziò a piangere senza ritegno.
Pianse.
Pianse.
E pianse.
^°^°^°^°^°^°^
Arrivò il giorno delle partenze.
Stava aspettando il treno di ritorno insieme a delle sue
amiche. Loro chiacchieravano animatamente sulle imminenti vacanze, ma lei era
con la testa da un’altra parte.
Ripensava ai momenti che aveva passato insieme a Draco, e più ci pensava più si convinceva che
o Draco era stato un bravo attore tanto da farle
credere che fosse tutto vero, o lei era stata estremamente
stupida ed ingenua. In entrambi i casi l’unica
cosa certa era che Draco non l’aveva mai amata.
Gliel’aveva detto solo in un’occasione, dopo la loro prima volta.
Sembrava così sincero, così veramente innamorato… invece
no.
Arrivò il treno che la riportò alla
realtà. Caricò i bagagli in fretta ed
iniziò a cercare uno scompartimento vuoto per lei e le sue amiche.
Cominciò a prendere parte alla conversazione, ma ben presto si
estraniò, poiché troppi ricordi le occupavano la mente.
Gli ultimi giorni erano stati difficili. Non lo incontrava
mai se non in Sala Grande, e solo questo era già un bene. A suo fratello
aveva riferito che si erano lasciati per ‘ delle
incongruenze incolmabili ’; non aveva raccontato la verità:
già che Ron ogni due minuti cercava di avvicinare Malfoy
per spaccargli la faccia, se poi avesse saputo come stavano le cose…
Cercava di non mostrarsi ferita e giù di morale, perché non
avrebbe sopportato che gli altri si preoccupassero per lei. Si era cacciata in
questo guaio ed ora avrebbe dovuto pagarne da sola le
conseguenze. A poco servivano i ‘ vedrai che
passerà ’, ‘ sta sicura che presto starai meglio ’,
eccetera, eccetera. Lei non sarebbe mai stata meglio.
Era stato uno stronzo, un bastardo, una testa di
cazzo… lo era sempre stato… come diavolo aveva fatto a credere che
fosse veramente cambiato almeno per lei?? D'altronde,
il lupo cambia il pelo ma non il vizio, diceva un
detto babbano… anche se i suoi sentimenti
fossero stati veri, Draco non avrebbe potuto mai
cambiare radicalmente in ogni caso.
Avrebbe gelosamente tenuto rinchiusi i suoi ricordi nella
parte più remota del cuore e recondita della mente, ma sapeva che non
avrebbe mai potuto cancellarli definitivamente. Erano ormai indelebili.
Sarebbe andata avanti. Doveva andare avanti.
Il paesaggio scorreva veloce avanti a lei, mentre le voci
delle sue amiche le giungevano distanti anni luce.
Teneva con l’indice destro il segno del libro che
aveva svogliatamente iniziato a leggere, mentre la mano sinistra era scivolata
sul suo addome.
*Cosa ne sarà di noi
due?*
Anche se sapeva che i suoi genitori, i suoi fratelli ed i suoi amici non l’avrebbero mai lasciata sola,
doveva comunque essere forte, perché non avrebbe potuto contare sempre
sul loro aiuto.
*Ce la farò… posso farcela…*
Tornò a concentrarsi sul testo che aveva in mano,
distogliendo lo sguardo dalla campagna.
Da quel momento iniziava una nuova vita per Ginny Weasley.
The End
………?