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Autore: MetalheadLikeYou    21/06/2014    1 recensioni
Chi mai avrebbe voluto una bambina di nome "Inferno"?
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Con il passare del tempo io, Ville e Alexi diventammo dei buonissimi amici, tanto che ci soprannominarono il Trio.
Allu era più chiacchierone, ti scaldava il cuore e ti trascinava con se in tutto e per tutto, mentre Ville era quello più riflessivo e solitario.
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Per quanto mi sforzassi di mostrare ed ostentare una forza e un menefreghismo che non possedevo, dentro di me soffrivo.
Stranamente, era come se Ville mi avesse portato via una parte del mio cuore.
***
In questa storia ci saranno anche altri personaggi di altre band finlandesi.
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4




Nonostante con Alexi avessimo deciso di vederci con calma, di non bruciare tutte le tappe e comunque di procedere un passo alla volta, restare lontani e separati ci intristiva così tanto che alla fine ci ritrovavamo a vederci ogni due giorni.
Lui usava la solita scusa della casa discografica per venirmi a prendere la sera e portarmi a casa, rimanendo con me.
Era bellissimo parlare fino a tardi, scambiandoci di tanto in tanto qualche tenero e ancora imbarazzato bacio, addormentarsi tra le sue braccia e risvegliarsi con il suo profumo addosso.

Era disarmante vederlo dormire tranquillo.
Sembrava un bambino, rilassato e sorridente anche nel mondo dei sogni.
Ogni tanto mugugnava qualche parola senza senzo, facendomi sorridere.
Poi apriva i suoi occhi e mi investiva con quelle sue iridi chiare, rendendomi incapace di ragionare e dire un semplice "buongiorno".
Sorrisi per l'ennesima volta.

"Mi ascolti?" - urlò Tony, sventolandomi una mano davanti agli occhi e facendomi arrossire.
"Scusami".
"Alexi, da quando stai con lui..ti sei rincitrullita".
"Non è vero!" - mi lamentai fingendomi offesa.
"Oh si, sbavi come un cane".
"Non sbavo assolutamente...e poi scusa non eri tu quello: "oddio i musicisti no!"?" - domandai, porgendo ad un cliente il suo boccale di birra e fissando negli occhi il mio amico.
"Io personalemente preferisco i modelli..".
"Non mi hai risposto!" - gli feci notare sorridendo poi al secondo cliente.
Quella sera il locale non era molto affollato, per fortuna.
"Ok diciamo che tifo per loro..." - rispose alzando le spalle e tornando a lavare un bicchiere.
"Loro?".
"Tifavo di più per il Valo" - ammise ridendo.

"Ville" - pensai, schiaffandomi una mano sulla fronte.

Non gli avevo ancora detto di me ed Alexi.
Erano ormai due mesi che mi frequentavo con il biondino e non avevo ancora parlato con il nostro amico.
"Che c'è?" - domandò il mio amico, notando forse la mia espressione o sentendomi sbuffare.
"Non gliel'ho ancora detto".
"Da quanto non parlate?" - mi chiese attento.
"Dalla nostra discussione al parco...".
"Due mesi..complimenti".

Sospirai e mi girai verso l'entrata del locale, incrociando le iridi azzurre del mio ragazzo, che rideva insieme a Janne mentre si avvicinavano al bancone.
Arrossii.

"Ciao!" - mi salutò allegro il tastierista.
"Janne...ciao Allu" - risposi, trovando quelle labbra ad aspettare pazienti le mie.
"Ciao mia dolce ragazza".
"Come sei teatrale" - commentai, strizzando un occhio in direzione del suo migliore amico che si mise a ridere per qualche secondo.
"Perchè Tuomas può essere teatrale ed io no?" - si lamentò con tono acido e quasi geloso il mio biondo cantante.
"Ti adoro quando fai così".
"Sei una piccola....piccola...".
"Piccola?" - incalzai avvicinando di nuovo il mio viso al suo, inarcando un sopracciglio curiosa.
Lui sbuffò e mi baciò di nuovo.
"Tra quanto stacchi?".
"Un'oretta, ammeno che non entrano tutti insieme mille clienti" - risposi fissando subito la porta.

Era bellissimo.
Mi riempiva di gioia sapere che lui era disposto ad aspettare la fine della mia giornata lavorativa, per stare con me.
Era qualcosa che mi rendeva tremendamente felice.
Così anche quella sera, una volta finito il mio turno, mi strinsi nel suo abbraccio e camminammo insieme fino alla macchina, andando poi a casa mia.

"Devo dirlo a Ville" - ammisi mentre gli accarezzavo i capelli, stesa sotto il mio pesante piumone e fissando il ragazzo al mio fianco.
"Hai ragione..." - commentò lui con tono seccato e  girando il viso verso la finestra.


Dire a Ville che io e Alexi ci eravamo fidanzati non fu per niente semplice, anzi.
Avevo l'impressione di fargli del male, di tagliarlo inevitabilmente fuori, come se il nostro trio    si stesse rompendo a causa mia, nostra.
Lasciai correre i miei stupidi ed insensati dubbi e mi sedetti al suo fianco, su una panchina del solito parco.
"Io e Allu stiamo insieme" gli dissi senza fissarlo, mentre lui restava in silenzio, chiuso forse nel suo solito ed imbarazzante mutismo.
Mi fissò per qualche secondo poi si alzò e se ne andò.
Provai a corrergli dietro ma mi bloccò dicendomi, con tono decisamente deluso e sofferente, che era felice e che dovevo lasciarlo in pace.
Rimasi a fissare la sua schiena che dondolando da destra a sinistra, si allontanava da me, mettendo non solo della distanza fisica, ma soprattutto quella mentale.
Ville aveva deciso, senza darmi nemmeno una spiegazione, di far finta che non ci fossimo mai conosciuti.
Capitava di uscire insieme la sera e mi rivolgeva solamente, qualche volta, un Ciao di circostanza.
Nulla più.
Se provavo a parlargli mi rispondeva male e con frecciatine, che non comprendevo.
Non riuscivo proprio a capire il perchè di tutto quel rancore che portava nei miei confronti.
Provai anche a parlarne con Allu, ma lui liquindò il discrorso con un "sarà nervoso per il cd" o "avrà qualche problema con qualche donna".

Per quanto mi sforzassi di mostrare ed ostentare una forza e un menefreghismo che non possedevo, dentro di me soffrivo.
Stranamente, era come se Ville mi avesse portato via una parte del mio cuore.
Provai per qualche giorno ad andare alla torre, fermarmi li e suonare, chiamarlo ad alta voce.
Ma l'unica risposta che ricevetti fu il silenzio quasi innaturale della sua casa, dell'ambiente che mi circondava.
L'Heartagram sul polso bruciava, faceva male anche solo guardarlo.
Avevo perfino nascosto i cd, perchè da pazza masochista, mi ritrovavo a piangere in silenzio con la sua voce come sottofondo.
Per me che mai avevo avuto amici, perderne uno senza capirne il motivo, era difficile da  digerire e in qualche modo superare.
Se poi questo amico era il caro Valo, era ancora peggio.

Ero piuttosto felice della mia vita.
Avevo una bella casa.
Un bel lavoro e dei bei amici.
Avevo un ragazzo fantastico che, anche se spesso doveva partire per qualche giorno, era sempre pronto a fare i salti mortali per me.
Le ore con Allu si trasformarono, come se nulla fosse, in giorni, poi mesi.
E mi gonfiava il cuore di gioia.
Le ore senza Ville invece facevano male.
Le sue continue occhiatacce erano davvero brutte e ferivano sempre.
Ville sapeva essere sia il tuo migliore amico, ma anche il tuo peggiorn nemico.
L'inuico che capì che qualcosa era cambiato fu Tuomas che da bravo osservatore notò il suo evitarmi e il mio sguardo spento.








*****
Buona sera a tutti.
Eccomi qui di nuovo, con un nuovo capitolo e con delle novità.
Mi scuso per gli eventuali errori.
Un grazie speciale a Lea_love_Valo: ragazza mia ti adoro sappilo.
Un bacione a tutti e alla prossima.

P.S. lasciatemi qualche commento così mi fate felici.
  
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