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Autore: ChrisAndreini    22/06/2014    1 recensioni
[Big Four][The Big Four][Le cinque leggende]Fanfiction sui Big Four: Hiccup, Merida, Rapunzel e Jack Frost si ritroveranno catapultati in un mondo tutto nuovo per loro, il nostro, senza avere ricordi sul loro passato e sulle loro avventure, mandati dall'uomo nero, ma dovranno intervenire per salvare tutti i mondi dalla paura.
***
"-Non parlarmi così, ragazzino platinato- dice Merida con rabbia al ragazzo dagli occhi di ghiaccio.
-Parla la ragazza con un nido di chiurli in testa, devo chiamare i pompieri per domare quella chioma?- risponde il ragazzo punzecchiandola.
-Calma, ragazzi, non prendetevi a botte nel museo!- li interrompe Hiccup, ricomparendo all’ingresso, in mano tiene una pesante ascia vichinga, e decidono di star zitti per non rischiare la vita.
-E poi, senza offesa, eh, ma Rapunzel vi batte tutti, avrà una chioma lunga venti metri- continua ammirando quella strana cosa.
-Lo prendo come un complimento- risponde la bionda."
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Niente si sposa meglio con il freddo, dell’oscurità 

 

Passano quattro giorni, Hiccup si sente molto meglio, ma le sue ricerche non portano a niente, se non per i troll, ma ha paura di chiedere alle due sorelle informazioni al riguardo, perché si sentirebbe un po’ stupido.

Dopotutto i troll, dalle sue parti, rubano i calzini sinistri, non guariscono le persone, perciò gli sembra davvero difficile da credere che possano essere veri.

Chiude di scatto il libro che stava consultando.

Mancano solo due giorni alla partenza, e non ha capito ancora cosa deve fare.

Inoltre ci sono gli incubi che lo perseguitano, e non ne può più.

Non è riuscito ad andare a trovare Sdentato, ma Anna gli ha assicurato che è al sicuro.

Lui si fida di Anna, non è affatto come la sorella, e ci ha stretto amicizia.

Certo, non può stare a lungo con lei, ma ogni tanto lei lo ha aiutato con le ricerche in biblioteca, passando un po’ di tempo insieme.

La principessa dai capelli rossi sembra davvero felice.

A pranzo lei, Merida e Jack, si divertono un mondo a giocare un po’ con il cibo, suscitando le risate di Rapunzel, ma ogni volta che fanno così, la regina ghiaccia qualcosa per sbaglio.

Nessuno se ne accorge, dato che sono troppo presi dalle risate, ma Hiccup lo nota ugualmente, e crede che la regina abbia paura di perdere la sorella, prova pena per lei, per quanto sia fredda e inospitale come un ghiacciaio.

Gli vengono in mente i suoi incubi, ma cerca di non pensarci, è troppo scoraggiante.

E’ da quando è arrivato, infatti, che sogna la sua città distrutta e annientata.

Non riesce a capire se è peggio non ricordare niente e sentire costante mancanza di qualcosa o ricordare tutto e non averlo a portata di mano, esserne privati.

“Al diavolo! Vado a chiedere alla regina” decide poi, probabilmente sarà in riunione, ma dato che Anna non gli vuole parlare di quell’argomento si vede costretto a chiederlo a miss Iceberg.

Appena esce dalla biblioteca la guardia lo blocca.

-Dove vai?- gli chiede, ma non c’è particolare veemenza o minaccia nella sua voce, ormai sono diventati amici, a furia di girare sempre insieme.

-Devo andare a chiedere una cosa alla regina- risponde Hiccup, lisciandosi i pantaloni.

Anna ha insistito tanto per regalare loro dei vestiti nuovi. Persino Elsa ha dovuto concordare che se dovevano restare ad Arendelle per un po’ non potevano certo rimanere con maglioni e felpe pesanti.

Merida e Rapunzel hanno ricevuto un vestito lungo, rispettivamente verde e violetto.

Jack dei pantaloni marrone chiaro e una maglia blu.

A Hiccup è toccato un paio di pantaloni marroni, una camicia bianca e una casacca elegante verde.

Ci si sente poco a proprio agio, forse perché lui non è di quel posto, ed è abituato ad abiti tutt’altro che eleganti.

-Scusa se te lo dico, Hiccup, ma… SEI IMPAZZITO?- esclama la guardia.

Hiccup capisce la sua preoccupazione, ma spiega le sue ragioni.

-Devo parlarle, potrebbe aiutarmi a farmi tornare a casa presto- la guardia non sembra convinta.

-Dovete proprio andarvene?- chiede, quasi in un sussurro.

-Si, perché?- Hiccup teme di conoscere la risposta.

-Insomma, qui vi vogliono tutti bene, sopratutto la principessa Anna, e temo che con la vostra partenza tutto il castello ne risentirà- ammette la guardia, stando attento che a regina non si nei paraggi.

-Ma la regina non ci permetterà di restare- ribatte Hiccup, con un sorriso amaro.

-Al castello, ma in città forse potreste restare- propone la guardia.

-Non credo che la regina lo permetterà ugualmente, e poi io devo tornare a casa, dalla mia famiglia, dai miei amici, saranno preoccupatissimi. Ma sei molto gentile- gli sorride.

-Più che altro penso ad Anna, è una ragazza davvero speciale, e la sorella la limita tantissimo- la voce della guardia è così bassa che Hiccup deve chinarsi per sentirla.

Un minuscolo pensiero sfiora Hiccup, ma se lo leva dalla mente prima ancora che si formi.

-Allora, mi devi portare al patibolo, no?- chiede alla guardia, che a malincuore lo scorta nella sala del trono.

La regina è lì da sola, seduta sul trono con le mani sulle tempie, come per scacciare brutti pensieri.

-Salve, regina. Posso disturbarla?- chiede Hiccup inchinandosi.

La regina si riscuote, lancia un’occhiata a Hiccup, poi acconsente.

-Certo, Hiccup. Le tue ricerche sono a buon punto?- gli chiede, sperando con tutto il cuore che sia un si.

-In effetti ho un blocco. Ho letto molti libri, è l’unica soluzione che ho trovato finora è basata su una leggenda, i troll- spiega Hiccup, la regina si irrigidisce.

-Quindi… mi chiedevo, dato che lei è la regina di questo meraviglioso paese, forse conosce qualcosa su questa leggenda, se è fondata o infondata- gli chiede Hiccup.

C’è un attimo di silenzio.

L’esistenza dei troll sono uno dei segreti più importanti del regno, l’unica mappa per raggiungerli si trova al sicuro in camera di Elsa, e non può permettere che uno straniero ne scopra l’effettiva esistenza, tuttavia magari potrebbe farli andare via prima.

Preferirebbe aspettare il ritorno di Kristoff, ma ormai dovrebbe essere già tornato, e non capisce cosa lo abbia fatto ritardare.

-Odd, lasciaci soli- la regina indica alla guardia la porta, e la guardia esce, lanciando un’occhiata preoccupata a Hiccup, prima di richiudersi la porta alle spalle.

-Sai che se la leggenda fosse vera mi chiederesti di rivelare un grande segreto?- gli chiede Elsa.

-Regina Elsa- Hiccup decide di giocarsi tutto, il desiderio di tornare a casa è troppo forte.

-Senta, regina, noi non le piacciamo- “Lei non ci piace” pensa, ma non ha il coraggio di dirlo -ma noi vogliamo solo tornare a casa, e se ci aiuta, noi leviamo le ancore- spiega.

La regina ci pensa un po’ su, non può negare che vuole che se ne vadano, così decide di collaborare.

-I troll esistono, Kristoff è andato a parlare con loro per controllare che la vostra storia sia fattibile. Ti vieto nella maniera più assoluta di parlarne agli altri finché non sarà tornato, specialmente a Frost- gli ordina, Hiccup soffoca una lamentela, è già tanto che glielo abbia confessato.

-D’accordo, regina, aspetteremo. Grazie- e con un inchino esce dalla stanza.

Elsa si rende conto che tutti i suoi sforzi per non farsi piacere gli ospiti si sono rivelati vani, almeno per quanto riguarda Hiccup e Rapunzel.

Rapunzel, certo, è un discorso a parte. 

Elsa, dopo quattro giorni di attenta osservazione, è certa al cento per cento che la ragazza che stanno ospitando è la principessa di Corona, solo più giovane e con i capelli originali.

Non può buttarla fuori da palazzo, non può proprio, sopratutto dopo quello che le ha fatto, o meglio, che le farà quando sarà cresciuta, alla sua incoronazione.

Rapunzel, infatti, ha parlato ai paesani per convincerli ad accettarla, a darle una seconda possibilità, e non vuole  che stia male lì.

Hiccup è un ragazzo così gentile e disponibile. Si vede che Elsa non gli sta simpatica, eppure cerca in tutti i modi di capirla, e la regina gli è così grata per questo.

Merida è tremenda, con un carattere forte e sempre imbronciata con la regina.

Eppure Olaf continua a dire in giro che è la sua seconda migliore amica dopo Anna.

Poi c’è Jack.

Se Jack Frost non facesse parte della compagnia li ospiterebbe per molto più tempo, e li aiuterebbe di più.

Ma il caso vuole che Jack ci sia, e lei non si fida affatto di lui.

Sente che c’è qualcosa in Jack, qualcosa che non le hanno detto, e i suoi incubi sul fatto che deve prenderlo e portarlo a quell’uomo nero non fanno che peggiorare ogni giorno che passa.

Inoltre le è venuto un mal di testa atroce, e non riesce più a concentrarsi.

La paura per la sua terra, per sua sorella, per tutto ciò che ha diventa più forte ogni notte.

Si prende la testa tra le mani per cercare di placare il dolore.

“Se solo non ci fosse Jack Frost” pensa irritata.

 

-Ecco, un altro po’ di colore qui, e credo di avere quasi finito- Rapunzel è con Anna nella sala dei quadri dove sta facendo un dipinto per conto della principessa, che la osserva affascinata e sorridente.

-Wow, è splendido!- commenta ammirata.

Ne ha già fatti un paio, ma questo per ora è il più bello in assoluto.

Rappresenta Sdentato, semplicemente Sdentato.

Avrebbe potuto metterci qualcuno in groppa, ma Anna vuole solo lui, libero e impresso a vita nel quadro.

Sente che è importante.

-Hey, ancora lì?- Merida entra seguita da Olaf e Jack.

Sono stati nel giardino sul retro a lanciarsi palle di neve, create con la nuvoletta di Olaf e qualche aiuto di Jack, che è riuscito a creare un po’ di neve senza farsi beccare dalle guardie.

-Stavo ritoccando un po’ la coda, volevo farla normale, ma Anna ha insistito per far vedere che ha una parte montata da Hiccup- spiega Rapunzel, ritoccando la coda con pittura marrone chiara.

-Meglio che ti sbrighi, è quasi ora di cena, e io sto morendo di fame- l’avverte Merida, chinandosi a osservare il dipinto.

-Wow, è proprio uguale a lui- commenta, lasciando soddisfatta Rapunzel.

-Badate che Elsa non lo trovi, altrimenti potrebbe chiedersi da dove hai preso l’idea, Rapunzel- l’avverte Jack, con una nota cupa nella voce.

-Faremo attenzione- risponde Anna al suo posto -Su, andiamo a cena-

 

L’ora di cena è più rigida del solito, la regina sta raggiungendo il punto di rottura e Anna se ne sta accorgendo con tristezza.

Prova a fare conversazione, ma la regina non parla con nessuno, e si limita a mangiare in fretta, per ritirarsi il prima possibile nella sua stanza.

-Allora, Hic, trovato qualche informazione utile per tornare a casa?- gli chiede Anna.

Hiccup lancia una rapida occhiata alla regina, ma nessuno sembra notarlo.

-No, ancora niente- risponde, in tono cupo.

-Oh, meno male, cioè, volevo dire, mi dispiace- commenta Anna, arrossendo.

Hiccup sorride.

-E… Elsa, hai notizie di Kristoff?- chiede alla sorella, che si limita a scuotere la testa.

-Oh!- Anna abbassa lo sguardo, e continua a mangiare.

-Hey, sono certa che sta bene, e che tornerà presto da… da quello che sta facendo, a proposito, cosa sta facendo?- chiede Rapunzel a Elsa, che ignora la domanda.

E’ Anna a rispondere.

-Una commissione per conto di Elsa, doveva tornare due giorni fa- la sua voce esprime molta preoccupazione.

-Beh, su con la vita, magari ha avuto qualche piccolo contrattempo, sono sicuro che è tutto a posto, non stiamo qui a crucciarci- cerca di risollevarle il morale Jack.

-Prendi la faccenda come se non fosse importante- è la prima frase che Elsa pronuncia a cena, e lascia sconvolti tutti i presenti, sopratutto perché è pronunciata con un tono accusatorio che sembra appartenere a qualcun altro.

Jack si sente colpito nel profondo.

Un conto è squadrarlo con disapprovazione ogni volta che muove un muscolo, guardarlo come figlio di satana e essere incaricata di catturarlo o ucciderlo, ma un conto è insinuare che a lui non importi della gente, che lui liquidi faccende del genere come se non fossero niente.

-Perché infatti, maestà, lei è molto preoccupata per lui, non è così?- chiede sarcastico Jack, la regina si irrigidisce, ma non alza gli occhi dal piatto, e finge indifferenza.

-Jack- lo mette in allerta Hiccup, ma il ragazzo ha superato il limite.

-A lei sta molto a cuore il benessere del regno e delle persone bisognose, vero?- continua Jack, dai suoi palmi inizia a crearsi una sottilissima lastra di ghiaccio, e lui solleva le mani dal tavolo prima che la regina possa accorgersene.

-Jack, adesso basta- prova a frenarlo Rapunzel, mettendogli una mano sul braccio, ma ritirandola subito per il freddo.

-E, naturalmente, vostra altezza non è in contatto con un uomo nero che le ha ordinato di catturarmi, non è così?- ha esagerato, ne è consapevole.

La regina si alza di scatto dalla sedia, e quando Jack crede che diventerà un ghiacciolo vivente, si dirige velocemente fuori dalla stanza, diretta nella propria stanza.

Anna si alza a sua volta e si avvia dietro di lei.

Nella sala da cena restano solo i quattro ospiti.

-Jack, che ti è saltato in mente?!- lo aggredisce Merida.

-Non ho retto, va bene?- tenta di giustificarsi lui -Non la sopportavo più, sono quattro giorni che fa così, non è una brava regina, non è neanche una brava persona- Jack si alza e si mette a girare per la stanza, per sfogare la frustrazione.

-Si, ma non è un buon motivo per trattarla così, magari ha i suoi buoni motivi- prova a farlo ragionare Hiccup, in tono mite

-Lo so, ma…- Jack non sa che argomenti trovare in sua discolpa, e si limita a tirare un pugno contro il muro, ghiacciandolo all’istante -Oh, accidenti!- 

-Che intendevi dire con “in contatto con un uomo nero che le ha ordinato di catturarmi”?- chiede Rapunzel, avvicinandosi a Jack e azionando i capelli per scongelare il muro.

-Ho detto questo?- chiede Jack, allontanandosi precipitosamente dai capelli magici e rimettendosi a sedere.

-Si hai detto proprio questo, che significa?- chiede Merida guardandolo con sospetto.

-Significa che…- Jack non vuole rivelare ai suoi amici gli incubi che lo perseguitano da giorni, trova che siano un po’ stupidi.

-Si, Jack, cosa significa?- ci si mette anche Hiccup.

-Uff, niente, significa che da quando sono qui sogno i sogni della regina, credo- Jack si aspetta che scoppino a ridere, invece si fanno solo più corrucciati.

-In che senso? Tipo, vedi gli incubi di Elsa e c’è questo uomo nero che le ordina di catturarci?- chiede Hiccup, prendendosi il mento con fare pensieroso.

-Si, una cosa così, solo che lui vuole solo me, non tutti e quattro- specifica Jack.

-Perché non ce l’hai detto prima?- chiede Merida incrociando le braccia indispettita.

-Non credevo fosse vero, dalla reazione di Elsa direi che il piano di cattura è fondato- commenta Jack.

-Ma su, non crederete mica che Elsa sia capace di questo, avete sentito la sua storia, è rimasta chiusa nella sua stanza per anni, è normale che non si fidi della gente, inoltre, se davvero avesse voluto catturare Jack l’avrebbe già fatto, no?- cerca di farli riflettere Rapunzel, sedendosi di nuovo al suo posto.

-Forse Punzie ha ragione- Jack alza le spalle -ma forse è meglio se…- la sua proposta è interrotta da Anna, che rientra nella stanza in lacrime.

-Anna, cosa è successo?- Rapunzel si precipita da lei, abbracciandola forte.

-Non ce la faccio più, Elsa non vuole dirmi niente, si è chiusa in camera e ha sigillato la porta con il ghiaccio. Per mandarmi via ha… ha… mi ha quasi colpito- confessa Anna, sedendosi su una sedia e prendendosi la testa fra le mani.

Rapunzel le mette una mano sulla spalla per confortarla, lanciando un’occhiataccia a Jack.

-Vedrai, tutto si risolverà, Elsa è solo un po’…- prova a risollevarle il morale, ma Anna la interrompe.

-Posso venire con voi?- chiede, alzando la testa e guardando Hiccup.

-Cosa?- il ragazzo spera vivamente di aver capito male.

-Tutti continuano a ripetermi che Elsa è solo un po’ stressata, che le passerà eccetera, io posso venire con voi, visitare Berk e tornare quando magari le sarà passato?- chiede Anna con sicurezza, asciugandosi le lacrime.

-Ehm… senti, io credo che questo non sia possibile- prova a dire Hiccup.

-Perché no? Non mi volete neanche voi, vero? Nessuno mi vuole a questo mondo, sono solo la ruota di scorta, non è così?- la sua voce è ferita, come se ci fosse già passata su questo argomento.

-Non dire assurdità!- esclama Rapunzel.

-E allora perché?- chiede nuovamente Anna, rivolgendosi specialmente a Hiccup.

-Perché… non potresti più tornare indietro- ammette finalmente lui, abbassando lo sguardo.

-Aspetta, che? Che significa, insomma, verreste a trovarci, no? Non l’avevamo detto ma mi sembrava ovvio- Anna è molto confusa, Hiccup sperava davvero di non doverglielo dire.

-Anna, il fatto è che… noi siamo arrivati qui per sbaglio, e se anche riuscissimo a tornare a casa, da casa mia non riusciremmo a tornare qui, poco ma sicuro, la magia non è molto utilizzata dai vichinghi. E credo davvero che quando sarà il momento anche con Rapunzel, Jack e Merida ci sarà un addio… per sempre- le ultime parole le pronuncia in un sussurro, come se non volesse crederci neanche lui.

-Ma… non… non…- Anna non riesce a formulare una frase di senso compiuto, non si sente così agghiacciata da, beh, da quando Elsa le ha gelato il cuore.

-Io, credo sia il caso che… che vada in camera- scappa via, singhiozzando.

-Ma bravi, voi due, siete riusciti a far scappare in camera due persone nella stessa cena- si complimenta Rapunzel, facendo un applauso, e andando a sua volta in camera, sbattendosi la porta alle spalle.

-Tre?- chiede Jack con un sorriso tirato a Hiccup, cercando di risollevare l’atmosfera.

Prima che Hiccup possa rispondere, Merida sbotta.

-Ma non dici mai qualcosa che non sia una battuta o una cattiveria?- e va via a sua volta.

-Quattro- sussurra Hiccup, rivolto a Jack.

Lui sorride, poi si alza.

-Lo facciamo diventare cinque e sei?- chiede, avviandosi alla porta.

-Gia che ci siamo, e poi non ho più fame- si alza a sua volta, ed entrambi si dirigono in camera.

-Sai, Hiccup, ciò che hai detto è vero, e volevo dirti che, nonostante tutto, siete davvero dei grandi amici- le guardie li seguono un po’ distanti.

-Jack, che vuoi dire?- chiede Hiccup, che intuisce le intenzioni dell’amico, e non ne è affatto contento.

-Niente, solo, insomma, prima o poi dovremmo salutarci, e mi hai fatto riflettere. Perciò, ecco, siete fantastici, ragazzi, ve lo volevo dire- arrivano alle porte delle proprie stanze.

-Jack, non fare gesti avventati, ok?- gli chiede Hiccup, prima di entrare.

Jack si sente sgamato.

-Chi, io? Lo sai che non faccio mai gesti avventati- risponde, entrando a sua volta.

 

Pitch è davanti a lei, come al solito, ma stavolta è proprio arrabbiato.

-Elsa, se non me lo porti entro domani, non hai idea di cosa succederà- la minaccia.

-Non mi fai paura, le tue minacce non attecchiscono- Elsa si allontana, il mal di testa è atroce.

-Ah, si?- chiede lui, avvicinandosi.

Elsa ormai ha le spalle al muro, non può andare da nessuna parte, e Pitch lo sa, infatti cammina tranquillamente, con un sorriso malvagio, come se avesse tutto il tempo del mondo.

“svegliati, ti prego, svegliati” il pensiero di Elsa sembra tre voci diverse: la sua e due maschili, una conosciuta un’altra sconosciuta.

-No, non ti sveglierai, non hai la forza mentale necessaria- l’uomo nero è sempre più vicino, non le si è mai avvicinato tanto, ed Elsa inizia ad essere ancora più spaventata del solito.

-Sta lontano!- gli intima, provando a usare il ghiaccio per allontanarlo.

Il getto che gli lancia contro viene assorbito dal lungo bastone che porta con se.

-Grazie, in effetti mi serviva un po’ di ricarica- ormai è a una ventina i centimetri da lei.

-Non puoi farmi niente, è solo un sogno, tu non sei reale, non ti porterò Jack e tu non prenderai Anna- la sua voce trema, ma cerca di concentrarsi su cose positive.

-Anna non è abbastanza importante? Va bene, una piccola ritoccatina al piano originale può solo fare bene, ciò che non capisci, Elsa, e che tu mi porterai Jack, con le buone o con le cattive- punta il bastone verso il cuore di Elsa, che ingoia un groppo in gola.

-E’ l’ultima volta che te lo chiedo, me lo porterai o no?- Elsa vorrebbe cedere.

“Svegliati, svegliati” non è la sua voce nella testa, una voce maschile sconosciuta.

“Elsa, ti prego, non farlo” dietro di lei le sembra di vedere un’immagine tremolante di Jack.

-Io…- non sa che rispondere, vedendo Jack la rabbia represa torna a galla.

“Ti prego, dimostra che io mi sbaglio” dice l’immagine di Jack.

-NO! Non prenderò Jack per te- decide infine Elsa, con tutto il coraggio e la bontà che ha in corpo.

Pitch si gira, ma Jack è sparito, e lui non lo vede.

-Mi dispiace, Elsa, saresti potuta essere una potente alleata- il tono sembra leggermente dispiaciuto, ma ha il solito sorriso malvagio.

-Oh, beh, passiamo alle cattive- spinge il bastone verso il suo cuore, ma dalla sua sommità non esce solo ghiaccio, ma anche oscurità, pura e semplice oscurità.

Elsa si sente svenire, o morire, non sa quale delle due sia esatta, la testa sembra esploderle, il cuore si fa più pesante nel petto.

Poi tutto diventa ancora più oscuro.

 

Jack si sveglia di scatto, sudato e spaventato.

Si alza dal letto e si veste in tutta fretta.

Poi si precipita fuori dalla stanza, senza neanche curarsi di svegliare la guardia alla porta.

Mentre si precipita a fare colazione nota che sono appena le sei del mattino, l’orario di colazione della regina a quanto sa, e spera vivamente che Elsa stia bene.

Certo, hanno alti e bassi, ma non vuole che le succeda qualcosa di male, e l’incubo della notte appena passata è il peggiore di tutti.

Sta per aprire le porte della sala da pranzo quando sente delle voci, e si interrompe.

-Non mi interessa, Anna, Jack Frost è un pericolo pubblico, e devo prenderlo e portarlo dove non darà fastidio a nessuno- si blocca, congelato. In un primo momento pensa che sia stata Elsa e congelarlo, poi capisce che è lui che è rimasto agghiacciato da quella voce, non è la solita voce di Elsa, sembra anche qualcos’altro, qualcosa di familiare.

-Aspetta, che? Jack non è un pericolo pubblico, non lo porterai da nessuna parte, è mio amico. Si può sapere che cos’hai?- dalla voce di Anna Jack capisce che sta piangendo, e se ne rammarica tantissimo.

-Non mi interessa Anna, Jack è a palazzo, e finché resterà qui e mi è possibile catturarlo tenterò di catturarlo con ogni mezzo- ribatte Elsa, Jack sente un strano sfrigolio, e capisce con assoluta certezza che ha ghiacciato qualcosa, è un rumore così familiare e amato, eppure sembra recare anche tracce di oscurità.

“Finché resterò qui, eh?” pensa tra se e se.

“Finché resterò qui Elsa sarà minacciata, ma se vado via forse la lascerà andare” e velocemente, cercando di fare meno rumore possibile, si avvia alle pesanti porte, deciso ad andare via, e non tornare mai più.

Ma non ha fatto i conti con Merida, che lo avvista dalla finestra della sua camera, mentre avanza furtivo verso la città.

“Ma che diavolo crede di fare? Dov’è la sua guardia?” senza far rumore esce dalla finestra, decisa a scoprirne di più, e lo segue.

 

Kristoff, nel frattempo, si sta avvicinando alla reggia il più lentamente possibile, con notizie così strane e spaventose che ci sono voluti giorni per convincere i troll a rivelargliele, più un giorno per fargliele accettare.

Ha scoperto che Arendelle, tutto il suo mondo, non è altro che l’invenzione di qualche persona, così come ogni altro mondo.

Ogni persona che inventa un paese e dei personaggi lo crea in una diversa dimensione, e lui è solo una delle creazioni di una delle dimensioni più grandi: La Disney.

Appena Granpapà gli ha dato la notizia gli è venuta la nausea, com’è possibile questo, tutto quello in cui crede, tutto quello che pensa di conoscere, in realtà non è reale, è solo la fantasia di qualcuno.

Ed è un segreto che solo i membri più saggi o anziani di una determinata opera conoscono, che siano secondari o solo comparse.

Avrebbe preferito non saperlo, non capirlo, preferiva vivere nell’ignoranza, ma Granpapà, dopo aver ascoltato la storia dei ragazzi, ha detto che è in gioco la sicurezza di tutte le dimensioni se non vi si pone rimedio, e gli ha anche riferito che in tutti i regni delle varie dimensioni ci sono dei portali per accedere ad altri regni, solo per le emergenze, e che può rispedire a casa alcuni dei ragazzi, se fanno parte dell’universo Disney.

Dopo aver assorbito tutte quelle informazioni, Kristoff non ce l’ha fatta più ed è svenuto.

Pensava che Sven l’avrebbe ripreso, ma è svenuto a sua volta, e Bulda si è arrabbiata con Granpapà per averglielo detto.

Dopo essersi ripreso si è messo in viaggio per tornare, ma ancora non sa come affrontare l’argomento con la regina.

-Sa, regina Elsa, noi non siamo vere persone, siamo esserini creati da gente in un mondo diverso dal nostro, e prodotti dalla Disney, c’è da dire che però siamo piaciuti molto alla gente, abbiamo stabilito un record d’incassi- fa le prova, Sven scuote la testa.

-Non va bene, non la convincerai così- gli fa la voce.

-E credi che non lo sappia, magari potrei parlarne prima con Anna, cavolo, quanto mi è mancata- ormai è in città, poco distante dalle porte, quando vede de ragazzi correre verso il ponte che da sul bosco.

E’ troppo distante per capire chi sono, ma ha un brutto presentimento, perché sembrano venire dal palazzo, che ha infatti le porte aperte.

“Oh oh” pensa preoccupato, se due degli ospiti sono scappati Elsa sarà di cattivo umore, e se Elsa è di cattivo umore altre notizie brutte di certo non le fanno bene.

-Forse dovrei evitare, magari torno più tardi, per sicurezza- fa dietro front, ma Sven lo blocca.

-Devi andare, fa l’uomo, chissà da quanto tempo ti aspettano- gli dice Sven, più o meno.

-Ve bene, hai ragione, un bel respiro, e entriamo-

bussa alla porta.

 

-Cosa significa “Non è in camera”?- la voce della regina è calma, ma la guardia se la sta facendo sotto dall’ansia.

-E’… è uscito, io stavo dormendo e… non mi ha svegliato- la sua voce trema, gli occhi azzurri di Elsa hanno striature bianche.

-Oh, davvero? Lo sai che quando uno dice “seguilo ovunque”, intende di SEGUIRLO OVUNQUE?- la guardia cade a terra dalla sorpresa, le altre, che sorvegliano le porte degli altri, si svegliano di scatto.

-Io… io…- balbetta la guardia, incapace di giustificarsi.

-Bene, dato che non hai fatto il tuo dovere, sarà il caso di punirti affinché non succeda più- continua, il tono torna calmo.

-V_Vostra maestà?- ma la regina ha già sollevato la mano, e la guardia si trasforma in ghiaccio massiccio.

-ELSA!- Anna arriva in quel momento, la sorella l’aveva lasciata chiusa in sala da pranzo, e ci ha messo un po’ a liberarsi dal ghiaccio che ostruiva al porta.

Sperava con tutto il cuore che si trattasse di uno spiacevole incidente, ma guardando la guardia inizia davvero a spaventarsi, Elsa non è così, lei non è malvagia.

-Allora, svegliate i prigionieri, devo sottoporli a un intenso interrogatorio, poi tutte la guardie cerchino Jack Frost, ad eccezione di voi tre, che verrete con me nel padiglione del ghiaccio per uccidere quel fastidioso drago- Anna impallidisce, Elsa gli lancia un’occhiata malvagia.

-Credevi davvero di poter nascondere un drago, Anna? Quanto sei ingenua, e comunque tu resterai chiusa nella tua stanza a tempo indeterminato: da un anno all’eternità- Anna indietreggia di qualche passo, non si è mai arresa con Elsa, ma la sorella la sta davvero spaventando.

-E_Elsa, che stai dicendo?- prova a chiederle.

-Cosa ho detto, guardie? Svegliate i prigionieri- li incoraggia Elsa, ignorando la richiesta di Anna, vorrebbe trasformare anche lei in una statua di ghiaccio, ma è bloccata.

A quel punto si sente bussare alla porta, ed è Elsa in persona ad aprire a Kristoff.

-Kristoff, ben arrivato- lo accoglie con un sorriso, che gli fa capire che qualcosa non va.

-Regina, sono venuto per informarla di…- comincia lui, un po’ incerto.

-Si si, lo so, portali, mondi, universi, ne sono informato, ehm, informata- nei suoi occhi passa un lampo rabbioso, e guarda per un attimo in cielo.

-Piuttosto, ha per caso visto Jack Frost in giro?- gli chiede.

Kristoff sta per dire di si, ma poi ci ripensa, e preferisce mentire -No, mia regina, non l’ho visto- la regina sembra cascarci.

-Bene, è il momento di…- comincia lei, chiudendo la porta seccata.

-Ehm, regina, la signorina Dumbroch, ecco, non è in camera-  

-Oh, bene- commenta la regina, con un gesto della mano la guardia si trasforma a sua volta in ghiaccio.

Kristoff indietreggia, scioccato.

-Elsa, fermati- Anna si precipita dalla sorella, con le lacrime agli occhi, lei la manda indietro con del ghiaccio.

Hiccup e Rapunzel osservano le due statue con gli occhi sgranati.

-Regina, cosa è successo?- chiede Rapunzel, confusa e spaventata.

-Oh, niente, i vostri complici sono scomparsi, e immagino che voi non sappiate dove sono andati, vero?- chiede con sguardo eloquente.

-In che senso “sono scappati”?- chiede Rapunzel, Hiccup ha paura di capire l’assenza di Jack, ma non riesce a capire perché sia scappata anche Merida.

-Ok, vi credo. Mandateli nelle prigioni. GUARDIE!- subito altre guardie le vanno accanto, pronte ad eseguire i suoi ordini, troppo spaventate per ribattere -Bene, mentre Odd e Ed portano i nostri ospiti nelle prigioni, voi due con me a uccidere il drago- impartisce gli ordini Elsa.

-COSA!? NO!! NON PUO’ FARLO!!!- Hiccup si scaglia contro la regina, ma lei senza neanche guardarlo lo blocca con un raggio di ghiaccio nello stomaco.

Avrebbe voluto che fosse mortale, ma non riesce a farlo, sente, nel più profondo del suo cuore, che non è giusto.

-HICCUP!- Rapunzel e Anna si precipitano da lui, Kristoff è un po’ infastidito dal comportamento preoccupato di Anna nei confronti di quel vichingo magro e insignificante, insomma, è dall’inizio che gli lancia occhiate un po’ troppo ammirate o preoccupate.

-Tu, invece, scorta Anna in camera sua, e non farla uscire per nessun motivo al mondo- ordina a un’altra guardia.

-Mi permetta, regina, posso scortarla io?- chiede Kristoff.

La regina gli lancia un’occhiata scettica.

-Tu? Per ritrovarmela poi in giro a rompere le scatole?- la regina scoppia a ridere, una risata fredda e dura come il ghiaccio, che fa rabbrividire i presenti, tutti tranne Kristoff.

-Voi mi sottovalutate, regina- dopo un sorrido malvagio a Elsa prende Anna e se la carica come un sacco di ghiaccio in spalla.

-Kristoff, ma cosa?- Anna ha un tono ferito, Kristoff alza gli occhi al cielo, come a dire “Che seccatura questa?” 

-Anna, tu proprio non sai sceglierti le persone di cui fidarti- il tono di Kristoff è freddo quasi quanto quello di Elsa, e lei si convince.

-D’accordo, feriscila a fondo anche da parte mia, mi raccomando- e gli indica con un cenno il corridoio che conduce alla stanza di Anna, ma prima di essere fuori dalla portata di voce, Anna urla alle guardie, singhiozzando.

-Ribellatevi, fate ciò che è giusto, non lasciatevi comandare!!!- ma Kristoff le tappa la bocca e non può continuare.

Elsa ha un attimo di indecisione, sul suo viso compare un’espressione confusa e sofferta, che non sfugge a Rapunzel, ancora china sul corpo svenuto di Hiccup, ma poi la regina si riprende.

-Tutti gli altri vadano in giro per la città a cercare Jack e Merida- finisce di ordinare, le guardie si guardano un attimo, poi Ed parla a nome di tutte.

-No- risponde, prendendo la spada, e mettendosi tra la regina e gli ospiti.

-Come, prego?- chiede Elsa, come se non avesse capito.

-No- risponde Odd, mettendosi a sua volta davanti a Rapunzel e Hiccup.

-Ah, le parole di Anna vi hanno fatto mettere contro di me? Oh, che cosa dolce, e sfortunata per me, dopotutto siamo una decina contro una sola e indifesa regina- mette una mano sul mento, come per riflettere un attimo -Oh, dimenticavo, io ho il potere del ghiaccio- e con questa ultima parola, solleva la mano, e tutte le guardie si tramutano in ghiaccio.

-E’ così facile far fuori le comparse- commenta tra se Elsa.

Rapunzel si alza di scatto, e prende i capelli per sciogliere il ghiaccio delle statue, ma Elsa la ferma.

La ragazza si sente impotente, accanto a Hiccup svenuto, si rivede con Madrina, quando ha dissolto il suo fidato compagno di sventure, e non sa cosa fare.

Da una parte vorrebbe avvolgere Elsa nei suoi capelli e cantare, magari potrebbe farle male, dopotutto a Jack è successo così.

Però non riesce a odiare Elsa, dopo tutto quello che ha fatto.

Quella non è lei, Rapunzel l’ha capito, è solo qualcun’altro che ha preso il suo corpo, e Rapunzel si sente responsabile, perché crede che quel qualcuno sia lo stesso che ha rubato le vite a loro quattro, che li sta perseguitando, che ha tolto i loro ricordi e li ha spediti prima a Terranova, poi ad Arendelle.

La regina muove la mano, e le statue di ghiaccio si muovono controllate da lei.

-Fate quanto ho ordinato- le statue-guardie fanno un cenno di assenso.

L’ex-Ed e l’ex-Odd prendono Rapunzel e Hiccup di peso, dritti verso le prigioni.

-Fiore dammi ascolto, se risplenderai…- prova a cantare Rapunzel, ma i capelli non hanno effetto sulle statue.

Elsa, però, la guarda un attimo, con un sorrisetto di chi ha ricevuto un regalo di natale in anticipo.

-Bene bene bene- commenta tra se, mentre con tre guardie si avvia verso il padiglione del drago.

 

Giunti di fronte alla camera di Anna, che non ha fatto altro che scalciare e dimenarsi, Kristoff si guarda intorno per capire se c’è qualcuno nei paraggi, poi mette giù Anna, che per tutta risposta si mette a tirargli calci e pugni.

-Anna, no… aspetta… io… la pianti… Ouch!- dopo aver ricevuto un po’ di brutti colpi, riesce a bloccare la sua fidanzata.

-Hey, furia scatenata, ma che ti è preso?- le chiede.

Anna lo guarda con occhi sgranati.

-Che mi è preso a me? CHE TI E’ PRESO A TE, SEMMAI?- gli urla contro, lui le tappa la bocca con la mano, guardandosi intorno per paura che qualcuno li abbia sentiti.

-Hai mai sentito parlare di doppio gioco?- chiede ad Anna.

-Lo trovo un modo spregevole di vincere- risponde lei, liberandosi dalla mano di Kristoff.

-A volte è necessario, allora, che si fa?- chiede ad Anna, a bassa voce.

-In che senso?- chiede lei confusa.

Ha parlato di draghi, e prigioni, chi salviamo prima?- chiede sorridendo.

-Mi vuoi… mi vuoi aiutare?- Anna è incredula.

-Certo, ma dobbiamo sbrigarci, dimmi il piano- Kristoff prende Anna per mano e inizia ad avviarsi verso le cucine, nell’uscita sul retro.

-No, no, aspetta, andiamo nell’ufficio di Elsa- Anna lo strattona nella direzione opposta.

-Cosa, nell’ufficio di Elsa, ma sei impazzita?- prova a ribattere Kristoff.

-E’ la via più veloce per il padiglione del ghiaccio, è lì che ho nascosto Sdentato, il drago- spiega Anna, correndo in quella direzione.

-Hai nascosto un drago nel mio padiglione?!- esclama Kristoff con una nota isterica nella voce.

Anna gli lancia un’occhiataccia, e Kristoff decide di non lamentarsi, anche se pensa a tutto il ghiaccio che potrebbe essersi sciolto.

-Olaf, dov’è?- chiede poi -Di solito dorme nel padiglione, perciò…- ma Anna non gli lascia finire la frase.

-Dormi lì, con Sdentato, sono molto amici- risponde, continuando a correre al massimo delle sue forze, senza far rumore.

“Un drago sputafuoco e un pupazzo di neve?” Kristoff decide di non porsi domande, dopo la rivelazione dei troll ha deciso che non ne vuole sapere più niente di queste cose strane.

Arrivano finalmente all’ufficio di Elsa, e Anna entra, di getto, senza curarsi di controllare se la stanza è vuota o piena.

Per sua fortuna è vuota, e non si vedono persone all’orizzonte.

Prova ad aprire la finestra, ma è bloccata, e Kristoff le da man forte.

Alla fine riescono ad uscire.

Anna si dirige subito dentro il padiglione, mentre Kristoff fa di guardia fuori.

Appena la ragazza entra, Sdentato si mette sull’attenti, Olaf si rivolge ad Anna, un po’ preoccupato.

-Sdentato è irrequieto, cosa sta succedendo, Anna?- le chiede, cercando di tenere a bada il drago, che ha capito che c’è qualcosa che non va.

-Elsa è uscita di se, Hiccup e Rapunzel sono in gabbia, Sdentato, devi portarci via di qui, alla svelta- spiega Anna.

 

Intanto, nel bosco, Merida continua a seguire Jack, senza riuscire a raggiungerlo.

-Jack!- prova a chiamarlo con rabbia, ma lui non la sente, o forse la ignora.

Sembra volare via.

-JACK!!!!- lo chiama a pieni polmoni.

Lui si volta.

-La vuoi piantare di seguirmi, Merry?- le chiede infastidito.

-Solo se tu la pianti di scappare, Jacky- risponde Merida, raggiungendolo, con tutto questo correre sono finiti in una radura piena zeppa di massi.

Jack sbuffa, ma non riparte, così Merida ne approfitta per sedersi.

-Avremmo fatto una decina di chilometri- si lamenta, lei resiste di solito a corse di quel genere, ma con Jack era difficile da tenere il passo.

Si siede sfiancata su una roccia.

-Allora, perché sei scappato?- chiede, guardandolo con sguardo indagatore.

-Ho incasinato la vita di Elsa e Anna, pensavo che se fossi andato via, loro sarebbero tornate tranquille- spiega Jack, ama creare scompiglio, ma non così tanto.

-E a noi non pensi?- il tono di Merida è accusatorio.

Jack alza gli occhi al cielo, poi si volta per non guardarla.

-Hiccup l’ha detto chiaro e tondo, tanto prima o poi dovremo dirci addio per sempre, tanto vale prima, invece che poi- si spiega meglio lui.

Merida sta per ribattere quando la roccia dove è seduta di muove, e lei cade a terra.

-Ma che co…?- si lamenta, osservando la roccia con attenzione e spavento. Jack si volta di scatto, attirato dal tonfo della riccia.

-La roccia si muove?- sembra più pensieroso che sorpreso, come se fosse quasi abituato a stranezze del genere.

-La roccia è un troll, signorino- si lamenta la roccia, cioè, il troll o quello che è.

-Ma… non…- Merida sta per svenire.

-Merida, che ci fai qui?- la voce di un uomo roccia anziano si rivolge con un tono confuso, non stupito, felice.

-Ci… ci conosciamo?- chiede Merida, non sente niente, perciò crede di no, ma meglio non rischiare.

-Conosco la tua storia- risponde enigmatico il troll -Quindi sei tu una degli…- lancia uno sguardo indagatore a Jack -… ospiti- conclude, con un tono che non fa presagire niente di buono.

-Si, scusateci, noi ora dovremmo tornare al castello- Merida si alza, si spazzola l’abito verde, e fa un cenno a Jack per invitarlo a seguirla.

-Non vuoi tornare a casa?- chiede però il troll, non con tono di sfida o altro, con semplice curiosità.

Merida si blocca un attimo, poi si gira lentamente.

-Hai detto… casa?- chiede, con avidità nella voce e uno scintillio negli occhi.

-Certo, noi possiamo aprire un portale per un qualsiasi mondo Disney o Pixar- spiega il troll, prendendo uno dei suoi cristalli.

-E… io? Potete portare a casa anche me?- chiede Jack, speranzoso.

Il troll lo squadra un po’ sospettoso, come se fosse un criminale ricercato

-Mi dispiace, giovanotto, non ho idea del luogo da dove provieni, ma se sei un Dreamworks- pronuncia quella parola come fosse una parolaccia -allora dalla pixar potresti trovare un modo, la Disney non è collegata alla Dreamworks direttamente, sono nemiche di vecchia data- spiega il troll.

I due ragazzi non hanno capito niente, ma a Merida interessa solo una cosa.

“Casa” quella parola continua a risuonarle nella mente.

“Casa” non ricorda dove sia, ma si sente così vicina a scoprirlo, e decide di accettare.

-Portami a casa- dice al troll, con le lacrime di commozione agli occhi.

Il troll si pensa un po’, poi indica Jack con un dito

-Se ti porti il Dreamworks con te, va bene- acconsente, poi lancia un cristallo a terra.

-Scozia, Pixar The Brave- urla, e dalla terra spunta un vortice violetto.

Due troll si portano dietro ai ragazzi, e li spingono dentro.

-Buona fortuna, Merida e ragazzo Dreamworks- li salutano, e i due ragazzi precipitano.

 

Nel frattempo, Anna è salita in groppa a Sdentato, che non ha opposto resistenza, troppo in ansia per Hiccup.

-Forza, Olaf, apri la porta, poi recupera Kristoff e in groppa a Sven scappate nella foresta, io andrò a liberare Rapunzel e Hiccup- al suono di quel nome Sdentato spruzza fumo dalle narici, come a sottolineare che è il suo obbiettivo primario.

-Bene, al tre…- sente dei suoni ovattati provenire dalla porta -… TRE!!- Olaf apre le porta, e Anna da un colpo al drago per  farlo decollare.

Il problema è che non ha pensato al fatto che il drago non può decollare, dato che solo Hiccup riesce a muovere la coda.

-Aspetta, che?- Anna si trova un attimo in difficoltà, poi cambia piano.

-Sdentato, Corri più veloce che puoi- dice al drago, che non se lo fa ripetere due volte.

Sotto lo sguardo furente di Elsa, appena arrivata con un esercito di guardie di ghiaccio, Sdentato si dirige a tutta velocità verso le prigioni, cosa alquanto straordinaria, visto che Anna non gli ha spiegato dove sono.

Olaf, invece, prende la mano di Kristoff, e si mette a correre verso Sven.

-Non così in fretta, Olaf- lo richiama Elsa, il pupazzo di neve sente la necessità di obbedire, e si ferma, Kristoff si libera dalla sua stretta, ma viene catturato dalle guardie.

-Olaf, mia piccola creatura- il pupazzo di neve, come in trance, si avvicina alla regina.

-Vai, da Anna, prendila e portala da me, senza farle sospettare niente- gli ordina, Olaf muove qualche passo incerto verso la direzione dove è fuggita Anna, poi si ferma, come se cercasse di opporsi.

-No- dice incerto.

-Te lo ordino-

-NO- ribatte con più forza, facendo marcia indietro e tappandosi le orecchie (inesistenti) con le mani.

La regina non riesce a credere di non riuscire a controllare la sua creatura, ed è meglio eliminarla.

Solleva la mano verso la nuvoletta del pupazzo.

Kristoff sgrana gli occhi, cerca di liberarsi, ma le guardie hanno una presa d’acciaio.

-No, Olaf, scappa!- prova a suggerirgli.

La regina esita, Olaf comincia a muovere qualche passo incerto verso il padiglione, ma Elsa si riprende, e con un solo semplice gesto della mano, la nuvoletta salvavita di Olaf scompare, lasciandolo in balia del sole cocente dell’estate.

Un minuto, è il tempo che Elsa spende a guardare la sua creatura, il suo ricordo d’infanzia, l’unica creazione positiva della sua vita, ridursi in una pozza di acqua, tre pietre, due legnetti e una grande carota.

-Ora tocca a te, doppiogiochista- si volta verso Kristoff, senza un briciolo di rimorso.

 

Hiccup si è finalmente svegliato, e tira calci e pugni alla porta con tutta la (poca) forza che ha in corpo, ma non sta ottenendo alcun risultato.

Rapunzel è seduta e si tortura i capelli, delusa dal fatto che non abbiano funzionato.

-Hiccup, è inutile, non riuscirai a sfondare la cella, è fatta di pietra- prova a farlo ragionare, ma ha un tono di voce così basso che lui neanche la sente, e continua imperterrito a dare pugni su pugni alla porta.

-Ci deve essere un modo, SDENTATO!!!- chiama, come se lui potesse sentirlo.

Rapunzel si prende la testa tra le mani.

-Chi può averle fatto questo?- si chiede.

-Hem, sbaglio o stai difendendo la regina?- chiede, incredulo.

-Certo che la sto difendendo, non era lei, ne sono sicura- risponde Rapunzel.

Hiccup le lancia un’occhiata scettica, poi continua il suo operato inutile.

-Io lo so che non è lei la cattiva, e qualcun altro, l’uomo che le ha chiesto di portarle Jack- spiega.

-Jack non poteva farsi catturare? Ora sarebbe tutto molto meglio- commenta Hiccup, non lo pensa veramente, ma non vuole che al suo drago venga fatto del male, nessuno deve provarci.

-Non dirai sul serio, spero. Anteponi il benessere di un drago a quello di una persona?- chiede incredula Rapunzel, alzandosi in piedi.

-Sdentato non è solo un drago, lui vale come Jack- risponde Hiccup, ma prima che possa scoppiare una lite con i fiocchi, il muro viene sfondato, e i due ragazzi si ritrovano davanti un enorme drago nero con un cavaliere piuttosto angosciato e spettinato.

-Sdentato!-

-Anna!-

-Ragazzi!-

-Roar!- 

Hiccup e Rapunzel si precipitano verso Sdentato, e Hiccup prende il posto di guida.

-E’ arrivato il momento di volare- e tirando le redini, i tre spiccano il volo.

 

Elsa viene interrotta da una enorme ombra nera che incombe su di loro.

Anna si accorge che Kristoff è stato catturato e caccia un urlo.

-Scendi, scendi subito, dobbiamo aiutarlo- urla a Hiccup.

Rapunzel è confusa.

-Ma lui non ha…- ma Anna liquida i suoi sospetti con un gesto della mano.

-Era una finta, scendi, ti prego- Hiccup si vede costretto a fare come dice.

-Anna, ben arrivata- l’accoglie Elsa con un sorrisetto che non promette nulla di buono.

Solo in quel momento Anna scorge la chiazza bagnata sul terreno, che pian piano inizia ad asciugarsi.

Si porta una mano alla bocca, gli occhi le si riempiono di lacrime.

-Hai… hai ucciso Olaf- commenta con un singhiozzo.

Sugli occhi di Elsa passa un lampo di shock, come se si fosse appena resa conto di quanto è terribile quello che ha fatto, ma si riprende subito.

-Anna, scappa- la incita, ma lei non si muove.

Per la prima volta da quando è nata, Anna guarda Elsa con una traccia di disgusto.

-Tu non sei mia sorella, tu non sei umana, tu sei un mostro!!- le urla, tra le lacrime, Sdentato si avvicina lentamente a Kristoff, per liberarlo.

-Io ti ho difesa per tutta la vita, sono stata tutta la vita a pensare che tu fossi una brava persona, pensavo fossi la ragazza perfetta, pensavo di essere io quella che doveva imparare da te, che ero il la ragazza sbagliata. Ed invece mi sono sbagliata- Elsa è ghiacciata, Anna cade in ginocchio, incapace di reggersi in piedi, soffocando il viso tra le mani.

“Persino tua sorella ti ha catalogata come cattiva, perché non punire anche lei. Dopotutto, è così che ti vedono tutti. Elsa la cattiva, Elsa il mostro, perché celare, perché domare, diventa il mostro che tutti temono, e comincia colpendo Anna, colpendo la sorella che ti ha ripudiata” gli occhi di Elsa di fanno quasi totalmente bianchi e vuoti, solleva la mano, pronta a trasformare di nuovo sua sorella in una statua di ghiaccio.

Quello che accade dopo è un attimo di assoluta confusione.

In un istante Sdentato si precipita verso Anna, in un istante Kristoff si libera e si mette tra lei ed Elsa, in un istante il colpo parte dalla mano della regina.

Sdentato non arriva in tempo, ma il colpo si abbatte su Kristoff, che cade inerme come statua di ghiaccio ai piedi di Anna, sconvolta.

Sdentato, però, riesce a prendere Anna prima che un altro colpo si abbatta su di lei, e Hiccup vola via, alla massima velocità, verso il bosco, ignorando i paesani che scappano spaventati alla vista del drago.

-Allora, bello, trova i troll- gli ordina, sa che il suo fidato amico ce la farà -Alla svelta-

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Santo cielo che capitolo lungo e scoppiettante, vero?

Elsa è cattiva cattiva o Pitch le ha fatto qualcosa, Sven ora che farà, e Olaf, Kristoff, si possono ancora salvare?

Non lo so, forse la regina tornerà in se e farà ciò che serve per mettere tutto in ordine, dopotutto il ghiaccio lo controlla bene.

E Jack e Merida? Saranno riusciti ad arrivare in Scozia? O Pitch ha messo il suo zampino anche qui?

Nel prossimo capitolo arriverà un’ospite a sorpresa e un mondo… pieno di porte da aprire, Anna lo adorerà.

Non vi dico altro, al prossimo capitolo.

P.s. Spero davvero che vi sia piaciuto, io ho avuto un blocco all’inizio, ma poi l’ho superato e, non ci crederete mai, ho scritto quattro quinti del capitolo stasera.

P.p.s Se volete sapere cosa hanno fatto Rapunzel e Eugene all'incoronazione (Si collega molto con questa long fic) questo è il link della mia one shot http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2418511&i=1

 

 

   
 
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