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Autore: Daruda    22/06/2014    0 recensioni
Salve a tutti i lettori, io sono Il Narratore ed ho l'onore di scrivere le cronache dei due mondi, perché dei due mondi?
Semplicissimo, oltre al nostro mondo che così ci è familiare esiste un secondo mondo, Digiworld, mondo di guerra, dove vittoria e sconfitta non sono mai troppo lontani.
Scoprirete gli intrighi di questo mondo e gli artefici del suo destino.
Cosa succederà al folle Brave catapultato in questo mondo?
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap.7//Le ombre di Opal
 

 

Un bagliore viola offuscava gli occhi di Cleft; si trovava in una stanza all'interno del castello centrale di Scorchin' Opal, capitale del suo territorio.

Aveva percorso numerosi corridoi e porte, dopo aver lasciato il gruppo al suo riposo. La stanchezza si era fatta pesante, ma ancora di più lo era la sua coscienza: aveva ricevuto un messaggio, che più che un messaggio era un presagio, e un'inquietante prospettiva gli si presentava davanti.

Sapeva benissimo chi doveva incontrare e si era sbrigato nel farlo, lasciando Devimon a controllare i suoi "ospiti": le cose potevano andare molto bene o molto male, perciò sperò nella sua buona stella. Di solito, la fortuna non lo deludeva.

Trovandosi davanti alla stanza, aveva posato le mani sul muro ed esso come un'onda si era infranto; quando ebbe esercitato più forza ed iniziato ad usare le sue abilità di manipolazione dei dati, le sue mani lentamente erano penetrate nel solido muro e con un certo furore lui lo aveva strappato via, come se fosse argilla. Esso si infranse e si disfò come sciolto per far passare il Digiprescelto, che si addentrò in quel luogo violaceo prima che il muro si ricomponesse.

L'ambiente era spartano, scuro, senza decorazioni; la stanza stessa era un cubo perfetto incastonato nei meandri della fortezza. Una sola cosa la caratterizzava, una capsula viola: essa torreggiava al centro della stanza, e numerosi cavi si diramavano da essa verso gli angoli. Emanava un bagliore purpureo, che imbrattava quel cupo ambiente di un'increspatura di violetto; in mezzo alla luce un essere galleggiava sottosopra dentro a del liquido abissale. Aveva fattezze umane, ma non si capiva se fosse maschio o femmina, dato che i lunghi capelli chiari coprivano buona parte della figura.

La capsula gorgogliava e delle bollicine vorticavano lentamente al suo interno, circondando l'essere, che non si muoveva. Le palpebre incorniciate nella carnagione bianca erano chiuse, ma Cleft sapeva benissimo che era vivo ed attivo: aspettava, come un coccodrillo con le fauci spalancate, pronto ad azzannare.

Ogni base aveva un governatore nel forte sistema gerarchico di Digiworld; lui era il capo della sicurezza interna e in alcuni casi esterna, ma Opal stessa era governata da altri. Costui, suo superiore, gli era davanti; figura singolare, ma non da sottovalutare. Cleft agì di conseguenza, fece un inchino e salutò il suo sovrapposto.

«Eccomi signore, di cosa voleva conferire?»

L'essere non si mosse neppure, aspettò qualche secondo e poi, con movimenti lenti, aprì le dita della mano e le mosse.

Un monitor olografico comparve davanti al suo palmo. Senza neanche guardare premette un paio di tasti e delle figure olografiche comparvero attorno a Cleft: erano repliche rossicce e leggermente poligonali dei suoi ospiti a grandezza naturale. Accanto a loro degli ologrammi piatti facevano vedere delle registrazioni.

Le registrazioni provenivano dalla base da cui Reckon e Brave erano scappati e ritraevano perfettamente il suo crollo, ma facevano anche vedere l'avversario di Reckon: Cleft immaginava già dove sarebbe andato a parare.

«Interessante, nevvero? Sembra che ora il Despota sia in grado di fare nuovi giochetti... Avevi già saputo tutto questo, no? Sempre a mostrare meno di quel che sai, eh? Inoltre, curioso come tu non abbia ritenuto di dovermi avvisare...» Disse il governatore, con voce sinuosa.

«Sembra che faccia male a fidarmi di te», affermò infine con una punta di divertimento.

Cleft rispose molto tranquillamente, aggiustandosi i capelli.

«Fiducia, da quando ci fidiamo ad Opal? E poi, aveva bisogno di essere avvisato? Niente le sfugge.»

Le sue parole erano serie, quasi come se stesse facendo un sermone.

«Già, hai ragione!» Esclamò il governatore divertito, mostrando finalmente i suoi occhi neri, ed i suoi denti affilati.

«Ebbene, ti ho chiamato qui per darti questo», continuò, tornando serio.

Dal pavimento si formò un buco, e da esso un Digivice dall'aspetto sospetto volò davanti a lui. Cleft lo guardò un attimo: era una sfera grigia con una fascia nera intorno. Lo afferrò e lo soppesò iniziando immediatamente ad analizzarlo, mentre il governatore galleggiava nel liquido aspettando il responso. Cleft, che in pochi attimi aveva finito, si girò e guardando il governatore gli disse sorpreso: «Ma è un Digivice... corrotto!? E inattivo!»

Il governatore rispose immediatamente, con un sorriso diabolico.

«Bingo! Sai, quei tre Generali che combatterono contro i nostri ospiti non furono sconfitti in quella fortezza, ma qui vicino... e dico sconfitti perché non sono morti.»

Cleft rimase un attimo tentennante. Non comprendeva bene il significato delle ultime affermazioni.

«Cosa vuole dire? Una volta che il Generale, Digiprescelto o no, viene separato dal Digivice o ucciso, entrambi scompaiono cancellandosi.»

Il governatore rimase un attimo in silenzio, poi rispose.

«Li hai in mano.»

Cleft non capì, o meglio, non credeva di avere capito, e il governatore lo incalzò ancora.

«I Generali, li hai in mano.»

Per un attimo calò il silenzio più cupo.

«Ricorderai certamente che, anche se puoi usufruire del laboratorio, appartiene a me. Lì stavo facendo un mio piccolo progetto; quando quei tre Digimon si sono presentati qui intorno sono stati così gentili da farsi utilizzare come volontari... Quel Digivice è formato da loro tre e dai dati degli umani che li possedevano, ed ora lo dò a te.

E ho già deciso come dovrai utilizzarlo: dovrai darlo a Brave, quel ragazzo appena arrivato, e dovrai insegnargli come usarlo. Le uova che ha portato sono tutte molto interessanti, ma quello che ha cercato di nascondere, oh, se è speciale... sembra un concentrato di energia e non appena si schiuderà avrà bisogno di un Digivice per sfruttarlo, ma uno in grado di farlo.»

Cleft rimase sbigottito, gli occhi affilati.

«Sembra tutto troppo bello per il ragazzo per essere vero...»

Il governatore sorrise ancora. «Per questo te lo affido: ricordagli a chi essere debitore, ricordagli di Scorchin' Opal! In futuro, il ragazzo potrebbe essere più importante di quel che è ora...» Quindi richiuse gli occhi e tornò al suo stato di torpore.

«Ora va', insegnagli quello che sai, ma tienilo sotto controllo. Inoltre, che ne dici di fargli vedere cosa succede in giro per il mondo? Lo convincerà che Opal è nel giusto e soprattutto di quale dei tre vale la pena servire.»

Cleft si girò, la porta dietro di lui si era aperta con uno scricchiolìo. Senza dir nulla si allontanò nel buio, lontano da quella luce fastidiosa.

Per un po' camminò senza far trasparire emozione alcuna, evitando come al solito più fonti di luce che poteva; ma quando raggiunse un punto particolarmente cupo, un ghigno guizzò sul suo viso: tutto era andato come aveva desiderato. Così si dileguò nella notte con le tasche un po' più pesanti di un Digivice e la possibilità di svanire per un po'.

 

 

 

  
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