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Autore: Ornyl    22/06/2014    1 recensioni
Per il giovane Martin Stevens è ormai giunto il tempo di sistemarsi,e la grande casa in campagna dei Prynne sembra un ottimo posto per farlo. La villa si trova tra la città e la campagna,perfetta per la vita mondana e per un ritiro intellettuale,e il piccolo paradiso viene venduto ad un prezzo decisamente basso. Stevens coglie l'occasione e si innamora di quella casa,con ottimo personale e stanze ricche,ma ciò che lo colpisce già da subito è il ritratto della giovane e defunta primogenita Prynne,Ophelia,un quadro talmente ben fatto da sembrare quasi vivo,quasi piangere. Ecco,nemmeno la tela ne è esente: i morti sanno tutto e,chi muore triste e nel dolore,si fa sentire anche dopo tanto tempo,anche dopo tanto sangue,e al sangue si mescolano le lacrime.
Forse Villa Prynne non è un paradiso di tranquillità come vuole mostrarsi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La notte del giorno in cui conobbi Anne Hughes dormii a lungo e sognai poco,molto poco: c'era di nuovo Ophelia,viva e rosea come non mai,affacciata al balcone; vestiva in maniera molto semplice,quasi sciatta      -un abito vecchio stile,risalente almeno a dieci anni prima,beige chiaro senza alcun fronzolo e sulla testa un cappello di paglia a tesa larga,decorato da un fiocco bianco-e respirava a pieni polmoni l'aria profumata che la circondava. Ella guardava in basso e vedeva una vettura di casa sfrecciare via sul viale d'ingresso,poi rientrava in casa e spariva dietro una tenda. Ricordavo ancora quel sogno perchè quella mattina,appena scesi a far colazione,trovai un biglietto accanto al mio piatto:
"Mio caro amico e benefattore
Starò lontano per qualche giorno o forse più. Lady Hughes,mia più cara amica di cui avete già fatto conoscenza,ha invitato me e i miei fratelli nella sua residenza di campagna poco lontana da qui-e accanto ne aveva segnato l'indirizzo -. Son partito stamane,alle prime luci dell'alba,e ho voluto avvertirvi; spero che in questi giorni anche voi potrete unirvi alla nostra compagnia(chiederò ad Anne al riguardo e vi farò certamente sapere)
A. M. A"
I giorni che seguirono la sua partenza passarono con lentezza e tranquillità e la sua assenza sembrava aver effetti benefici sulla casa intera:tutta la servitù lavorava con più perizia e impegno,tranquilla nel vedermi e assolutamente ossequiosa nel salutarmi,un forte profumo floreale s'era misteriosamente espanso in ogni stanza della villa e le giornate erano più belle e splendide che mai;quanto a me,addirittura smisi di sognare Ophelia e dal ritratto della mia dama bianca era sparita la presunta ira che avevo precedentemente notato. Alexander non era tornato ancora quattro giorni dopo e feci spedire un biglietto d'invito ad alcuni miei amici del liceo ginnasio,Charles MacKenzie e Marcel Davis,uno il contrario dell'altro: il primo alto e massiccio,chiuso come un orso ma buono come il pane,e l'altro era un secco e pallido amante della vita mondana. I miei compagni vennero due giorni dopo che il biglietto venne consegnato,a bordo di un calesse,biondi e splendidi di giovinezza e forza come non li ebbi mai visti.
-Vecchio riccastro,caspita che casa vi siete arraffato!-urlava Davis dal calesse,alzando e muovendo il braccio il braccio per salutarmi.
MacKenzie ridacchiava del comportamento del compagno ed io,insieme a Farrah,corsi a riceverli. Nei giorni precedenti al loro arrivo feci portare dalla casa paterna due altri uomini del personale,due gemelli mingherlini dal naso aquilino che sarebbero stati i nuovi lacchè della casa: questi li aiutarono a scendere e insieme alla mia domestica portarono sopra i loro pochi bagagli.
Appena mi videro mi corsero incontro e mi abbracciarono con vigore,proprio come ai vecchi tempi,ma appena videro Farrah notai un'improvvisa smorfia di terrore nei loro visi. Ci fissammo per un attimo e si fecero avanti appena Farrah fu sopra lo scalone,ormai lontana.
-Da dove spunta quella donna? Mio Dio!-
-Cos'ha di strano,perchè?-
-Il volto,avete visto? Sembra scampata ad un incendio-
 
La prima giornata trascorse lieta e piacevole:prima mostrai ogni singola stanza di quel mio piccolo castello,felice finalmente d'essere il vero padrone della villa senza baroni squattrinati e sbruffoni a farmi da sostituiti; Davis e MacKenzie rimasero affascinati da ogni stanza che gli feci visitare(soprattutto quelle da letto,anche se mi confessarono d'aver sentito odori strani in quelle stanze a detta loro)e alla fine del giro li portai davanti all'altare. Eppure,appena furono lì davanti,li vidi improvvisamente impallidire e sudare.
-Chi ha dipinto questo quadro?-mi chiese MacKenzie
-Non so,l'ho trovato appena sono arrivato. Non lo trovate meraviglioso?-
-Realistico,amico mio. Terribilmente realistico,e per giunta di una defunta:è come guardare un fantasma in uno specchio,perbacco!-
Bella mi trova,di' che bella mi trova
-Martin,avete sentito?-
-Cosa,Marcel?-
-Come una voce femminile,un sussurro. Sembrava una cantilena-
-No,assolutamente no .. Oppure forse sarà Farrah,canta spesso mentre fa le pulizie-
In realtà non c'era nessuna Farrah,lo sapevo bene. Avrei riconosciuto quella voce tra mille e tuttavia rimproverai il mio cervello d'avermela ricordata,e ricordata tanto forte che persino i miei amici riuscirono a sentirla.
Subito dopo ci spostammo nel salone:mostrai loro le scacchiere e a turno mi sfidarono; dopo le mie due vittorie-giocare con il terribile Alexander m'aveva allenato parecchio- uscimmo insieme a Farrah a vedere la cantina. Giurai di non aver mai visto una vecchia serva di così dignitoso aspetto,ma i miei due compagni continuavano ad asserire di trovarla spaventosa.
-Miei onorevoli signori-disse Farrah d'un tratto,e il tono triste della sua voce mi spinse quasi a rimproverare i miei irrispettosi ospiti-La vecchiaia è gran male,voi siete giovani e ancora il giorno è lontano. E se la vecchiaia è serena,i segni su viso e corpo si notano;se la vecchiaia è dolorosa,contrassegnata da lutti,sia lo stesso. Ma voi siete giovani e giustamente la temete,come io la temevo alla vostra età ..-
Dopo le sue parole smisero di commentare la figura della vecchia domestica per concentrarsi sulla cantina, della quale ognuno sottolineò i pregi come avevo anch'io fatto a mio tempo. Dopo la cantina visitammo il giardino sul retro,posto nel quale ero stato rare volte,a cui si accedeva procedendo oltre la piccola porta che mandava alla cantina. Ben curato,con le aiuole volte a formare piccoli strani vortici,splendeva di verde come il giardinetto d'ingresso e altri colori predominanti erano il bianco dei cespugli di rose e l'ocra di alcuni narcisi;le aiuole erano talvolta interrotte da piccole statue annerite,ormai quasi divorate da alcune rampicanti,raffiguranti puttini e soggetti mitologici;più in là poi il giardino sembrava immettersi nel boschetto di pioppi,dal quale lo separava solo una piccola balconata e quattro panchine,divise in due gruppi da due separati da una singolare statua,diversa dalle altre:era alta e maestosa,ben tenuta rispetto alle altre, e non raffigurava un soggetto mitologico bensì un grande,pallido angelo accasciato su ciò che sembrava una lapide;l'angelo aveva lunghi capelli ondulati con cui copriva il viso,con un braccio copriva gli occhi e con l'altro abbracciava il suo alto letto marmoreo. Non avevo dubbi sul possibile utilizzo di quella singolare scultura e l'incisione confermò la mia idea:
GIACE IL CORPO DI OPHELIA CECILIA ALLEYN,NATA PRYNNE
23 AGOSTO 17** - 4 GIUGNO 18**
LA FAMIGLIA E LO SPOSO DEPOSERO ADDOLORATI
Nessuno me l'aveva mai mostrata.
I nostri piedi camminavano sopra quel corpo,quella povera morta,e feci segno ai miei compagni di allontanarsi.
-Perdonatemi se non ve l'ho mai mostrata,mio giovane padrone-
Farrah apparve alle nostre spalle improvvisamente. Pensavamo si fosse allontanata dopo aver lasciato la cantina.
-Molto probabilmente abitare in un mausoleo non vi avrebbe permesso di comprare questa casa che ora tanto amate .. V'ho mentito,signore,a fin di bene. Mi spiace e me ne assumerò le conseguenze-
-Ma che dite,Farrah .. Coraggio,non preoccupatevi ..-
Mi inginocchiai davanti a quell'angelo caduto,su quel suolo,probabilmente a pochi metri o centimetri da quel corpo,quella reliquia,quella dama bianca addormentata per sempre. Non mi ebbi la più pallida idea di quanto tempo passai fermo in quella posizione e nel frattempo dal cielo cominciò a cadere una tiepida,sottile pioggia.
 
MacKenzie e Davis lasciarono la casa dopo due giorni. Furono due giorni lieti,passati a cantare e a giocare e a parlare di cose più o meno serie e tutte interessanti:la vita in città,i prossimi spettacoli e balli,l'economia e la religione e la vita e la morte e Ophelia.
-Com'è morta?-
-Parto,così mi ha detto Farrah-
-Povera donna. Che possa riposare in pace-
Sì,ebbene,riposava in pace.
Riposava senza sosta nella bellicosa e tremenda pace dei miei sogni,in quella dimensione mia e sua contemporaneamente,in quella terra di mezzo tra il mio sonno effimero e il suo sonno eterno che aveva permesso ad un vivo di incontrare una morta ma non viceversa,ad un vivo di innamorarsi di un'immagine,di un ritratto,di un riflesso di defunta e non viceversa.
Alleyn tornò il giorno dopo la partenza dei miei compagni. Era brillo e arrossato,felice come un bambino dopo una scorpacciata fatta di nascosto,con gli occhi ancora brillanti di felicità e il viso stanco di chi non ha dormito se non per poche ore.
-Vi siete divertito,amico mio? Vi sono mancato? E' tempo di organizzare una festa in questo vecchio mausoleo!-
Ed ecco che insieme a lui tornarono i fantasmi.
   
 
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