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Autore: Pendincibacco    22/06/2014    6 recensioni
"..mi sembrava che l’osservare Sasuke svolgere le sue attività quotidiane fosse l’unica cosa in grado di calmarmi, l’unico rimedio alla paura soffocante che mi attanagliava lo stomaco e mi riempiva di un senso di nausea impossibile da ignorare; una sensazione di angoscia e smarrimento che nelle prime settimane dopo il “ritorno alla normalità” mi aveva impedito di dormire la notte e mi faceva sentire come se fossi diventato improvvisamente incapace di respirare."
Breve fic su come Naruto tenta di affrontare l'ansia da stress post-traumatico lasciatagli dalla quarta Grande Guerra Ninja, conclusasi da pochi mesi con la vittoria di Naruto su Madara e con il ritorno di Sasuke a Konoha. [Sasu/Naru]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Konoha, dopo la tempesta.'
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Note dell'Autrice: *si avvicina quatta quatta sperando di non essere riconosciuta* Ehm, ehm...rieccomi qui! Lo so, è passato un mese e mezzo e meriterei la fustigazione pubblica, però a mia discolpa devo dire che tra una vacanza a Londre (yuppy), la fine dei corsi (ma proprio fine fine eh, mai più corsi all'universitààà!) e l'inizio della sessione d'esami il tempo per scrivere e rivedere è stato praticamente 0! Finalmente, comunque, ecco la seconda metà del primo extra di "Respirare"! Ho fatto una fatica immane a scriverlo, non so bene perchè, e il risultato mi convince ma non tanto quanto gli scorsi capitoli...ma stare a rimuginarci mille anni non sarebbe servito, perciò ve lo propongo comunque. Come al solito tremendamente pieno di melassa e smancerie, ma che volete farci, sono fatta così! Ecco a voi, dunque, la seconda parte della giornata del Memoriale, ci vediamo a fine capitolo!
 

[Extra 1.2]
...dimenticare è impossibile.
 

Sono pieno come un uovo, sensazione alquanto strana per me, e non siamo nemmeno al dolce.  Indirizzo a Sasuke, seduto composto al mio fianco, uno sguardo disperato a cui lui risponde con una smorfia che significa qualcosa di simile a “non lamentarti, sei tu che hai insistito per venire qui, fosse stato per me avremmo potuto pure fare a meno”. Lui non è mai stato un tipo da feste ma questa volta, su mia esplicita richiesta, ha accettato di partecipare a tutte le attività della Giornata del Memoriale, compresi un pranzo ed una cena da capogiro. Mi starei esaltando per i miracoli dell’amore se non fosse che, per Sasuke, l’accompagnarmi durante la giornata si sta rivelando più un tormento che un motivo di svago.
 
Dopo la mattinata al cimitero, già di per sé abbastanza deprimente, abbiamo raggiunto i nostri amici nel ristorante preferito di Choji per pranzare con abbondante carne grigliata e ricordare eventi più e meno felici degli anni trascorsi insieme. Sasuke non lo ammetterebbe mai ma io so che si è sentito molto a disagio, perché per quanto io e Sakura provassimo a coinvolgerlo nelle conversazioni era evidente che il suo assenteismo durato più di quattro anni ha fatto sì che si perdesse un sacco di cose che invece noi tutti abbiamo condiviso: la morte del maestro Asuma e di Jiraja, le sfide tra il maestro Kakashi e il maestro Gai, i progressi di Sakura in campo medico, la distruzione del villaggio e la sua successiva ricostruzione…banalmente, anche le nostre feste di compleanno. Tutte queste cose ci hanno resi quello che siamo, ci hanno permesso di diventare un gruppo affiatato e compatto e Sasuke ne risulta escluso, perché non era al nostro fianco in quei momenti. Inoltre, c’è anche un altro fattore da considerare.
Nonostante il fatto che al termine del processo avvenuto a seguito della Guerra Sasuke sia stato assolto da tutte le accuse e reinserito in una squadra ninja, la gente…beh, diciamo che le persone tendono a tenerlo a distanza. Secondo me è una sorta di circolo vizioso: la gente è diffidente, lui si chiude in sé stesso e si allontana, la gente diventa ancora più diffidente e via di questo passo. Mi dispiace dirlo, ma anche tra i nostri vecchi amici la situazione è così: tranne Kakashi e Sakura, che almeno ogni tanto cercano di ristabilire un rapporto normale, gli altri non fanno molti sforzi in questo senso. Non è che lo trattino male, semplicemente lo ignorano o, comunque, si limitano a qualche frase di circostanza e, considerate le azioni passate di Sasuke non riesco nemmeno ad arrabbiarmi con loro: dimenticare non è semplice per nessuno…come ho detto questa mattina, io ho perdonato subito Sasuke per averci lasciati, ma ciò non significa che la ferita non faccia ancora male, a volte.
 
Sul fronte “disagio del mio ragazzo”, comunque, la situazione non è migliorata con l’andare delle ore. Nel tardo pomeriggio, usciti finalmente dal ristorante, ci siamo diretti alla piazza principale per presenziare all’arrivo dei Kage degli altri quattro villaggi e alla Cerimonia della Pace, un rituale che Tsunade si è battuta per introdurre che dovrebbe servire a rinnovare gli accordi di non belligeranza e amicizia tra i cinque grandi villaggi ninja. Dopo lo scambio dei convenevoli e lo svolgimento della cerimonia, noi “Eroi di Guerra” ci siamo uniti ai Kage per un tè in attesa che venissero ultimati i preparativi per la grande cena collettiva che si sarebbe svolta di lì a poco in piazza e…diciamo che non tutti sono stati esattamente “cortesi” nei confronti di Sasuke. La Mizukage e lo Tsuchikage non erano apertamente ostili, pur trattandolo con una certa freddezza, quindi i tentativi di Gaara di intavolare una conversazione avrebbero anche potuto funzionare, se non fosse stato per il Raikage. Non credo che Ai “detesti” Sasuke nel vero e proprio senso del termine; del resto, se così fosse, non avrebbe approvato la caduta di tutte le accuse che pendevano su di lui al termine della guerra…però di certo non gli va del tutto a genio, diciamo. Credo che sia ancora arrabbiato per via della perdita del braccio e che, soprattutto, non ami l’aria di arroganza che Sasuke ostenta spesso: forse, sotto certi aspetti, sono troppo simili per andare d’accordo.
Fatto sta che durante tutta la durata del tè pomeridiano non ha smesso un minuto di stuzzicarlo, facendo “blande” insinuazioni sulla sua natura di traditore o battute sul proprio arto mancante, punzecchiandolo di continuo tentando di provocare una reazione. Sasuke però, grazie al cielo, ha deciso di non stare al gioco e ha finto di ignorare completamente la cosa; tuttavia nei suoi occhi non ho avuto difficoltà a scorgere gli scintillii del rancore che tratteneva a stento. Io e Gaara abbiamo preferito non intervenire, in parte per evitare scontri tra i diplomatici in una giornata del genere, in parte anche perché pensiamo che Sasuke si meriti, almeno in parte, questo tipo di trattamento per quello che ha fatto alla conferenza dei cinque Kage: uno non può combinare un casino del genere e sperare di passarla del tutto liscia, nemmeno un Uchiha!
 
Fortunatamente, dopo circa un’ora, siamo usciti dal palazzo per dirigerci verso la piazza dove ci troviamo tutt’ora, accomodandoci ai posti assegnati per la cena.
Chi si è occupato delle decorazioni ha fatto un ottimo lavoro: ci sono centinaia di lanterne gialle e rosse sospese sopra ai tavoli grazie a dei cavi tesi tra un edificio e l’altro, moltissimi fiori ad abbellire le tavole e decine e decine di fiaccole piantate nel terreno tutto intorno alla piazza e lungo i passaggi tra le varie tavolate. E’ una festa enorme e stupenda e, nonostante le proteste del mio stomaco, mi sono servito di un po’ di tutto, per essere sicuro di non perdermi niente di buono.
L’atmosfera è rilassata e piacevole, tanto che persino Gaara, seduto di fronte a me nella tavolata riservata a noi e ai giovani dignitari stranieri, sembra aver abbandonato almeno in parte la sua aura di serietà e ride sommessamente alle mie battute, sereno come mi sembra di non averlo mai visto. Sasuke, neanche a dirlo, è l’unico che sembra non divertirsi: con lo sguardo scuro e la testa bassa sembra ignorare chiunque gli stia attorno. Come ho già detto, Sasuke non ama molto le feste e, se consideriamo come è andata la giornata fino ad ora, effettivamente non gli stiamo fornendo molti motivi per iniziare ad amarle.
 
- Sai una cosa Naruto? Se penso a come stavano le cose la prima volta che ci siamo incontrati, questa situazione mi appare davvero incredibile. – commenta Gaara interrompendo il flusso dei miei pensieri.
- Puoi dirlo forte! Eri davvero insopportabile una volta, lasciatelo dire! – commento ridendo di gusto.
- Non posso darti torto…ma tu sei esperto nel trattare con le persone insopportabili, e l’hai ampiamente dimostrato direi! – risponde lui sfoggiando un mezzo sorriso all’indirizzo di Sasuke, che si limita ad uno dei suoi soliti sbuffi. Ridacchio senza potermi trattenere.
- Hai proprio ragione! Ma sai, dicono che io abbia un talento nel far cambiare idea alle persone! Sarà che sono testardo! – esclamo.
Gaara sorride, poi però il suo sguardo diventa vagamente malinconico.
- E’ vero, Naruto. Il tuo passaggio nelle vite delle persone le lascia sempre cambiate in un modo o nell’altro; e io non potrò mai ringraziarti abbastanza per aver attraversato la mia esistenza… - pare riflettere un  momento prima di continuare - …oltre che per avermi salvato la vita, pensandoci bene! –
Mi gratto la testa imbarazzato; come sempre Gaara riesce a mettermi a disagio a furia di ringraziarmi con quell’espressione seria.
- Oh, ma dai, non c’è bisogno che tu mi ringrazi ancora! Tra l’altro, se non ricordo male, quando sono riuscito a liberarti eri già morto, quindi non si può dire che io abbia fatto un ottimo lavoro! – affermo ridacchiando. Sasuke al mio fianco rischia di strozzarsi con quello che sta bevendo e ci guarda con gli occhi fuori dalle orbite, esclamando affannato: - Che hai detto? Gaara è morto?? –
- Oh Sas’ke, non te l’ho mai raccontato? E’ successo quando l’Akatsuki l’ha rapito e gli ha estratto Shukaku dal corpo. Noi della foglia siamo accorsi in suo aiuto, ma quando siamo arrivati era troppo tardi. Poi però la vecchia Chiyo si è sacrificata per riportarlo in vita grazie ad una tecnica proibita e…Sas’ke, mi stai ascoltando? – Sasuke sta di nuovo guardando in basso, con uno sguardo che sembra quasi ferito. La sensazione di esclusione che deve aver provato fin dal pranzo con gli altri si sta probabilmente acuendo ad ogni minuto che passa.
Gli rivolgo uno sguardo sconsolato come per scusarmi del fatto che la conversazione non sia stata adatta a lui per tutto il giorno, ma Sasuke si è limita ad uno sbuffo e a scrollare le spalle in un modo particolare che interpreto come “lascia stare, è colpa mia quindi non mi lamento”.
 
Ecco, sono queste le cose che davvero mi hanno sconvolto di lui negli ultimi mesi: gesti piccolissimi, che però fanno capire quanto sia cambiato da quando è tornato al villaggio. All’apparenza Sasuke può sembrare lo stesso di un tempo e, in un certo senso, lo è: scontroso, solitario, pungente ma intelligente, affascinante ma a tratti apatico. Però chi, come me, lo conosce davvero bene è in grado di scorgere la serie di segnali rivelatori della nuova consapevolezza che ha raggiunto, di cui i fatti di questa mattina sono un chiaro esempio: Sasuke, fondamentalmente, sa di aver sbagliato. E non solamente per quanto riguarda Itachi, ma su tutto: l’abbandono del villaggio, la permanenza da Orochimaru, la sete di vendetta nei confronti del villaggio che l’ha portato a voltare le spalle persino ai membri del team 7. Lui è troppo orgoglioso per ammetterlo ma per me è evidente, traspare dal modo in cui si impegna strenuamente nelle missioni per proteggere il Villaggio, dal suo essere molto più mansueto rispetto ad un tempo nelle discussioni pur mantenendo il suo rigido contegno, dall’aver sostituito i suoi vestiti recanti il ventaglio degli Uchiha con la divisa regolamentare degli ANBU, dal rapporto che abbiamo io e lui…dall’inconsueta “gentilezza” che riserva alle persone, per quanto uno come Sasuke possa essere gentile.
 
Anche con Sakura ha un atteggiamento completamente diverso rispetto ad un tempo; mantiene un certo distacco ma le risposte acide e cattive che le riservava anni fa sono ormai un vecchio ricordo e, in certe situazioni ha quasi un occhio di riguardo nei suoi confronti. Certo, probabilmente il fatto che Sakura abbia smesso di rincorrerlo come un grosso barboncino rosa sbavandogli sui sandali ha contribuito a questo cambio di atteggiamento, immagino. Penso che la “vecchia Sakura”, per quanto le volessi bene, un po’ mi infastidisse, probabilmente perché già all’epoca ero “geloso” di Sasuke e l’avrei voluto solo per me; il me stesso di un tempo non se n’era reso conto, ma adesso la cosa mi sembra dannatamente chiara.
 
Mi accorgo di aver cominciato a divagare con la mente, quindi riporto la mia attenzione su Sasuke e, sperando che la gente non ci faccia troppo caso, gli prendo la mano: è vero che non nascondiamo la nostra relazione, ma oggi sono presenti molte più persone del solito e non so prevedere come potrebbero reagire: ricordo ancora bene le facce di Kiba e Rock Lee quando hanno capito che tipo di rapporto abbiamo!
- Sasuke, non prendertela troppo, vedrai che ci sarà tempo per… - comincio, ma vengo bruscamente interrotto.
- Heilà, come procede la festa in questa tavolata? – tuona il Raikage alle nostre spalle, dandomi una pacca spaccaossa sulla schiena.
- Oh, bene, vedo che non ci sono state diserzioni! Incredibile ma vero il piccolo Uchiha è ancora qui! Come mai non sei ancora scappato? Mi aspettavo che lo facessi al calare del sole, come ogni buon fuggitivo che si rispetti! – aggiunge ghignando e rivolgendogli uno sguardo fintamente sorpreso. Sasuke ha lo sguardo di uno che si sta masticando la lingua per evitare di scoppiare, ma continua a guardare il suo piatto e a fingere di non ascoltare.
-Ai, io non credo che questo sia il momento adatto per… - tenta Gaara, ma viene interrotto anche lui. – Ma che problema c’è, scusa? Sto solo scambiando due parole con un personaggio di spicco di Konoha! A proposito, perché non dici nulla, hai perso la lingua? –
- Ehm, signor Reikage, davvero, sarebbe meglio se lei… - cerco di bloccarlo, senza successo.
- Non dirmi che avete qualche strano problema anche con le corde vocali? Ma come, non erano gli occhi il punto debole degli Uchiha? Ah, giusto…forse non mi vedi e non sai da che parte girarti per rispondere! Allora Uchiha, è così? Hai un problema con i tuoi strambi occhi? – infierisce.
Sasuke scatta in piedi così velocemente da farmi sobbalzare e, fissando il Reikage negli occhi, sibila: - Non osi mai più parlare in quel modo degli occhi di mio fratello. – Poi, alzando la voce, continua: - Si può sapere cosa diamine volete da me? Cosa devo fare perché la smettiate di tormentarmi? Non basta quello che ho fatto nell’ultimo anno? Mi risponda! – quasi grida, ma Ai sembra allibito dall’improvviso scoppio di rabbia di Sasuke ed è ammutolito di colpo.
Anche io non so bene come reagire: pare che Sasuke sia esploso e che sia in procinto di buttare fuori tutto il rancore accumulato durante la giornata…al diavolo la giornata, diciamo pure nel corso di un intero anno.
Sasuke continua, con uno sguardo a metà tra il ferito e l’esasperato – Io non so più che cosa fare. Vuole sentirmi dire che ho sbagliato? Che mi dispiace per quello che ho fatto? La accontento subito: MI DISPIACE. Ok? E’ chiaro che mi dispiace. Nell’ultimo anno non ho fatto altro che sentirmi in colpa e auto-flagellarmi per le mie scelte sbagliate. Ho ucciso mio fratello, ha presente? Un fratello che si è rivelato essere innocente, vittima degli eventi come molti altri prima e dopo di lui. Non è una cosa che si possa dimenticare in fretta! E mi sono fatto manipolare come uno stupido burattino dall’Akatsuki, sfogando la mia rabbia su tutti voi, solo perché non avevo la forza di accettare le mie colpe! Ma adesso lo so, va bene? LO SO CHE E’ COLPA MIA! – Sasuke ora sta parlando decisamente forte e sembra davvero disperato. Credevo che questa mattina fosse riuscito a venire del tutto a patti con se stesso, ma evidentemente problemi di questo tipo non si risolvono in una giornata, specialmente se c’è chi continua a rigirare il coltello nella piaga. Sasuke riprende di scatto a parlare, mentre intorno a noi si è ormai radunata una piccola folla.
- Io non pretendo di essere perdonato da tutti, so che non è possibile. E in particolare, lei e suo fratello non avete alcun motivo di farlo. Ma, per favore, credetemi quando vi dico che non c’è giorno in cui io non mi penta delle mie azioni e non tenti di espiare i miei peccati. E non basterà la mia intera vita per farlo, credo. Quindi, per favore…lasciatemi in pace. Mi sento uno schifo ogni giorno della mia vita senza bisogno che arrivi lei o chiunque altro a ricordarmi i miei tormenti. –
Sasuke conclude il suo discordo, con gli occhi vagamente lucidi ma infiammati e le mani chiuse a pugno che tremano, tornando a fissare il terreno come a voler dimostrare il suo costante sentirsi a terra. Ha il viso arrossato, o meglio, ha una parvenza di colore sulle guance normalmente esangui e, nonostante il momento non sia dei più adatti, non posso non pensare per un momento a quanto sia terribilmente bello persino in queste condizioni. Mi riscuoto di colpo e penso che questo è il momento di intervenire, così mi alzo e appoggio un braccio sulle sue spalle dolcemente. – Sas’ke, non credo che Ai avesse intenzione di.. – inizio, ma per l’ennesima volta vengo interrotto.
 
- Non c’è che dire, ragazzino, hai fatto davvero una scenata con i fiocchi! – tuona l’Hokage, che si è fatta largo tra la folla fino a piazzarsi di fronte a noi. Punta gli occhi in quelli di Sasuke, che ha alzato la testa e ora la sta fissando a sua volta con lo sguardo di uno che si sta vergognando abbastanza di aver attirato tutta quell’attenzione.
- Direi che questa occasione casca proprio a fagiolo! Era un po’ di tempo che volevo farti un bel discorsetto e la tua sfuriata mi ha dato giusto l’occasione che cercavo! – Tsunade si avvicina pericolosamente a Sasuke e io penso che devo prepararmi al peggio, avverto Kurama di stare in guardia e di prepararsi a cedermi il suo chakra per fermare uno dei fenomenali pugni della Nonnetta. Credo che tutti stiano pensando la stessa cosa, perché intorno a noi la gente è tesa e sta fissando la scena in assoluto silenzio; perciò siamo tutti molto concentrati sull’Hokage nel momento in cui lei abbraccia il mio ragazzo dolcemente, appoggiando il mento sulla sua spalla, e gli mormora all’orecchio: - Bentornato a casa, Sasuke –
 
Dire che io e lui rimaniamo di sasso è un eufemismo, immagino. Io fisso la Nonnetta con tanto d’occhi ed è evidente che anche Sasuke non si aspettava nulla del genere e che il gesto di Tsunade l’ha spiazzato. Infatti, balbettando leggermente, esordisce: - Che? I-io non capisco.. –
- Che c’è da capire? La guerra è finita da un anno e nessuno aveva ancora trovato il tempo di riaccoglierti al villaggio come si deve, quindi ho colto la palla al balzo e l’ho fatto io! – afferma la Nonnina con sicurezza, lasciandoci ancora più perplessi. Lei deve cogliere i nostri sguardi straniti, perciò sospira e, facendo un passo indietro, continua: - Ero convinta di aver visto giusto nei tuoi confronti, ragazzino. Per questo mi sono battuta perché fossi assolto da tutte le accuse durante il processo sulla Guerra, perché sapevo che sei un bravo ragazzo, dopotutto. Me lo sentivo. Però era innegabile che tu avessi creato non pochi casini al mondo, quindi ti ho rimesso in squadra con Naruto nella speranza che ti aiutasse a calmarti e a lasciarti il passato alle spalle…e pare che abbia funzionato, almeno in parte! – afferma con un sorrisetto che mi fa salire tutto il sangue al viso.
- Comunque, in questi mesi siamo stati lo stesso duri con te, Sasuke, ne sono consapevole. C’era chi ancora non si fidava del tutto di te, chi si sentiva ancora ferito dal tuo comportamento passato e chi, come me, voleva riuscire a capirti fino in fondo. Ti sei impegnato al massimo nelle missioni, te lo concedo, ma non mi avevi ancora dato la prova che in te il cambiamento definitivo fosse avvenuto: avevi sempre addosso quella stupida faccia da schiaffi, un’espressione di sufficienza e scherno che non si addice ad una persona davvero consapevole dei propri errori. D’altro canto, però, il tuo disagio nell’essere sempre ai margini è diventato evidente negli ultimi mesi e, quindi, mi ero quasi convinta a parlarti…ma il dubbio che non fossi cambiato del tutto mi tormentava. Grazie per averlo sciolto, Sasuke. – conclude l’Hokage con un sorriso. Sasuke la guarda basito, apparentemente incapace di commentare in modo sensato, una sensazione che comprendo perfettamente al momento.
- Hai commesso degli errori, lo sai tu e lo sappiamo noi. Ma resta il fatto che sei solo un ragazzino, che insieme a Naruto hai salvato il mondo e, beh…che ti penti di aver sbagliato. Con premesse di questo tipo non si può non perdonarti, non trovi? – aggiunge Tsunade.
 
Intorno a noi la gente sorride e i nostri amici si avvicinano, le voci che si alzano sopra al brusio generale.
- Ho sempre saputo che avevi la forza della giovinezza in te, Sasuke! – afferma sicuro Lee.
- Per stavolta sei perdonato, scemo! – esclama Kiba facendo l’occhiolino.
- Sei una seccatura, ma sei la nostra seccatura. – aggiunge Shikamaru con un ghigno.
- Bentornato Sasuke! – dice Hinata, entusiasta.
- Sasuke, da ora in poi ti offrirò sempre una delle mie patatine! – aggiunge Choji.
- Ai miei insetti non dispiace il tuo odore. – commenta enigmatico Shino inquietando tutti come al solito.
- Ti vogliamo bene Sasuke!!! – gridano Ino e Ten Ten, saltellando.
- Sono felice che anche tu ti sia liberato dell’odio, finalmente – aggiunge Gaara al nostro fianco.
Sakura si avvicina trascinando con se Sai, che si limita a sorridere cordiale mentre Sakura abbraccia il nostro migliore amico. - Sei sempre stato nostro compagno Sasuke. Non abbiamo mai perso la speranza, perché abbiamo fiducia in te! – esclama con le lacrime agli occhi. – Vogliamo che tu sia felice! –
Il maestro Kakashi ci si affianca come se fosse comparso dal nulla e posa una mano sulla spalla di Sasuke, parlando con la calma che lo contraddistingue: - Eravamo tutti un po’ distaccati perché non sapevamo come prenderti, Sasuke. Te ne stavi sempre per conto tuo e, beh…non sapevamo bene che fare. Ma ti abbiamo perdonato tutti, da tempo ormai. – afferma strizzando l’occhio visibile.
Tsunade riprende la parola dopo questa serie di incoraggiamenti: - Come vedi, qui è pieno di persone che tengono a te. E per quanto riguarda Ai… – lancia uno sguardo al Raikage, che sembra vagamente in imbarazzo – …non prendertela così a male. E’ il suo modo di fare, attacca briga con tutti continuamente. Certo, ci vorrà un po’ perché tu possa piacergli dopo quella faccenda del braccio e l’attacco a suo fratello, ma non ce l’ha con te. Non più che con il resto del mondo, almeno! – conclude scatenando una risata nella folla, Raikage compreso.
L’Hokage guarda Sasuke negli occhi e gli prende le mani nelle sue. - Mettiamo una pietra sopra a tutto, ok? Sei perdonato. Perdonati anche tu, d’accordo? –
Sasuke sembra ancora davvero spaesato, ma riesce in qualche modo a riprendere parte del controllo di sé e, alzando gli occhi, risponde – Ok. – con le labbra stirate in un mezzo sorriso. La folla esplode: pur senza eclatanti dimostrazioni di affetto con il suo commento Sasuke ha appena segnato l’inizio del resto della sua vita.
Tsunade prende in mano un bicchiere e tutti la imitano. – Propongo un brindisi: Alla fine della guerra e alla speranza che non accada mai più qualcosa di simile, alla nostra alleanza e alla pace che speriamo garantirà in futuro…e a Sasuke, naturalmente! – conclude alzando il bicchiere. Tutti levano il loro drink al cielo e poi bevono ripetendo – A Sasuke! -
 
Io sono sinceramente allibito. Sembra quasi che la cosa fosse stata organizzata e, probabilmente, almeno in parte è così. Probabilmente avevano programmato questo “Bentornato” per Sasuke per la fine della festa e la sua sfuriata li ha costretti ad anticiparlo. Mi sento come se una bolla di felicità mi si fosse gonfiata nello stomaco e sia scoppiata improvvisamente, rendendomi euforico. A quanto pare non ero il solo ad aver notato la depressione e il rimorso di Sasuke, e questo mi rende davvero felice: per due come noi, avere degli amici così, è quasi come riottenere parte della nostra famiglia.
Avvolgo un braccio intorno alla vita del mio ragazzo, che ha abbandonato (involontariamente) ormai da tempo la sua maschera di impassibilità e indossa la sua miglior espressione di imbarazzo, e gli lascio un bacio leggiero sulla tempia incurante della folla.
- Che ti avevo detto? – gli sussurro all’orecchio. – Il mondo ti ha già dato una seconda possibilità. –
 
***
 
Sasuke sta guardando dritto davanti a sé, con le gambe distese in avanti e la luce colorata dei fuochi d’artificio che gli bagna il viso ad intermittenza, donandogli ogni volta aspetto diverso: il verde rende il suo profilo più spigoloso, in rosa invece i suoi lineamenti appaiono decisamente morbidi e il suo viso sereno, in rosso è quasi spaventoso e fa pensare ad un inquietante creatura guerriera, il giallo gli dona un’aria quasi allegra e il blu…beh, in blu è tremendamente bello, e basta.
Siamo seduti sul tetto di un palazzo da circa un quarto d’ora: a Konoha, i fuochi artificiali si guardano rigorosamente in questo modo, credo da sempre. I tetti delle case che circondano la piazza sono gremiti di persone ma io ho trascinato Sasuke un po’ più indietro, sopra all’edificio in cui abito; dopo tutta la baraonda delle ultime ore ho pensato che avesse bisogno di un po’ di pace per metabolizzare gli avvenimenti. Ad essere sincero, un po’ di pace serviva anche a me! La festa, dopo il “momento sotto ai riflettori” del mio migliore amico, è continuata nel migliore dei modi: musica, balli, canti, risate e bevute che sono andati avanti per un paio d’ore buone. Sasuke ha tentato di mettere il muso come al solito ma nessuno di noi era intenzionato a permetterlo e alla fine, seppur con riluttanza, si è persino lasciato strappare un ballo…credo che la serata vada segnata sul calendario!
- Devo chiederti una cosa. – mormora Sasuke all’improvviso, spezzando il silenzio denso che si è creato.
- Dimmi! – rispondo, attento.
- Hai chiesto tu agli altri di dirmi…insomma, quelle cose? – chiede imbarazzato.
- Eh?? No, neanche per idea! Ero stupito quanto te...ok, forse non quanto te ma comunque tantissimo! –
- Mmmmmh… - mugugna tornando a fissare lo sguardo sul cielo.
Sono perplesso, così do il via a ciò che so bene diventerà uno dei nostri soliti battibecchi. - Perché me l’hai chiesto? –
- Lascia stare. –
- No che non lascio stare Sas’ke! –
- Sei un testone, come al solito. –
- Non riuscirai a cambiare argomento facendomi arrabbiare! Insomma, che ti frulla in quella testolina piumata? – esclamo arruffandogli i capelli sulla nuca. Lui mi da uno schiaffo sulla mano e mi si avventa addosso; ma io so benissimo che è solo una scusa per starmi addosso. Ci accapigliamo per un po’, poi io salgo a cavalcioni sul suo bacino e gli stampo a tradimento un bacio sulla bocca e lui si ferma, interdetto. Rotolo nuovamente disteso al suo fianco, ma questa volta siamo davvero molto vicini e ho il mento poggiato sulla sua spalla.
- Allora? Ti decidi a parlare? – lo incalzo, e lui prende un respiro prima di cedere.
- Mmm…volevo solo sapere se quelle cose le pensano davvero. Pensavo gliele avessi dette tu ma se dici che non è così…sono sinceri. – conclude titubante con una punta di stupore nella voce.
- Certo che sono sinceri, ti vogliono bene, da sempre! –
- A te vogliono bene da sempre, scemo. Di certo non a me. –
- Sei davvero una testa dura Sas’ke. Intanto non è vero che tutti mi hanno sempre voluto bene, lo sai benissimo che l’affetto me lo sono guadagnato negli anni ma questo, adesso, non c’entra. Tornando alla questione centrale, non è che un papà smette di volere bene al suo bambino se scappa di casa o ne combina una delle sue. Si arrabbia, probabilmente si sente deluso e a volte la speranza di sistemare le cose può vacillare…ma quando i figli tornano a casa i genitori li accolgono sempre a braccia aperte e sono pronti ad ascoltare, capire e perdonare! –
- Ma cosa ne sai tu di queste cose? E poi io sto parlando della gente del villaggio, mica di un parente. –
- Primo: Kakashi, Iruka e persino quel pervertito di Jiraja sono stati come dei padri per me, e quella Nonnetta dell’Hokage si comporta ancora come una mamma apprensiva, quindi nonostante tutto qualcosa ne so di queste faccende. Secondo, Kakashi è stato un papà anche per te…o forse un fratello maggiore, ma comunque è lo stesso. Terzo: questa cosa funziona anche per gli amici, non solo per i parenti. Le persone che ci vogliono davvero bene sono sempre pronte a perdonarci se dimostriamo di essere cambiati…e questo vale anche per i musoni come te! E poi dai, vuoi dirmi che non ti sei mai accorto che il maestro Kakashi e Sakura ti vogliono un bene dell’anima? -
Sasuke non risponde nulla e si limita a stare in silenzio per un po’, con la testa appoggiata alle tegole del tetto e lo sguardo rivolto al cielo.
 
Parlando di Sakura, mi torna in mente che in questo periodo è parecchio strana. Mi sembra che abbia la testa tra le nuvole in un modo che cozza terribilmente con il suo solito spirito pragmatico e si è allontanata un po’ da noi negli ultimi tempi. All’inizio pensavo che fosse una reazione a scoppio ritardato dovuta al nuovo rapporto tra me e Sasuke, ma vedendola interagire con gli altri, oggi, mi sono accorto che si comporta allo stesso modo con tutti e che si è animata solo nel momento del “Bentornato” e solo per poco tempo. Vorrei parlarle, ma negli ultimi giorni sono stato sempre occupato per l’organizzazione della festa e lei ha fatto il turno di sera in ospedale, quindi non ci siamo mai potuti vedere per più di cinque o dieci minuti, e stasera c’è stata decisamente troppa confusione. Le parlerò domani, dato che è stato stabilito che il giorno dopo il Memoriale sia comunque festivo.
 
Sasuke mi riscuote nuovamente dai miei pensieri girandosi verso di me e parlando piano.
- Io voglio davvero metterci una pietra sopra, come ha detto l’Hokage. Voglio essere felice davvero, sempre che per me sia possibile, ma non riesco a dimenticare. Proprio non ci riesco. Non ci sarà giorno della mia vita in cui non penserò a mio fratello e a quello che gli è stato fatto…a quello che io ho fatto. Se dimenticare per me è impossibile come farò ad andare avanti? – conclude con un tono che sembra indicare un groppo in gola.
Vedere Sasuke così vulnerabile durante tutto il corso della giornata per me è davvero strano ma, in un certo senso, è anche confortante: è la prova lampante del fatto che, in fondo, anche l’erede dello sharingan è un essere umano come tutti.
 
Gli passo un braccio dietro alla schiena, invitandolo a fare altrettanto. – Sasuke, tu non devi dimenticare. E’ vero, dimenticare è impossibile…ma questo non vuol dire che tu non possa accettare il passato. Te l’ho detto questa mattina: la vita va avanti e l’unica cosa che puoi fare è raccogliere tutti gli insegnamenti che puoi da quello che è successo e ricordare con affetto le persone perdute. – gli stringo la mano libera con la mia e lo guardo negli occhi.
- Sai Sasuke, c’è una cosa che non ti ho mai detto. Quella volta in cui ho incontrato Itachi e Nagato, dopo che erano stati risvegliati dall’Edo Tensei si Kabuto, Itachi…mi ha praticamente detto che ti lasciava nelle mie mani e di prendermi cura di te. Mi ha dato l’idea di essere sicuro che io sarei riuscito a farti ragionare…ti conosceva davvero bene! – affermo sorridendogli. – Credo proprio che dovrei onorare la memoria di tuo fratello prendendomi cura di te per il resto della mia vita, che ne dici Sas’ke? Vuoi essere felice con me, qui al villaggio, fino alla fine dei nostri giorni? –
Sasuke ricambia il mio sguardo e, finalmente, sembra sciogliersi l’espressione malinconica che i suoi occhi hanno avuto per tutto il giorno; e lui mi sorride: - Sì. – risponde, appoggiando la sua testa alla mia delicatamente. Il suo respiro sui miei capelli è una di quelle cose a cui penso non riuscirò mai ad abituarmi del tutto; rimarrà sempre una sensazione incredibile, una di quelle cose che mi fa sentire davvero a bene. Avvicino il viso all’angolo della sua bocca e ci lascio un piccolo bacio a cui Sasuke risponde girando un po’ la testa per far coincidere perfettamente le sue labbra con le mie, dando il via ad uno di quei tanti momenti che, negli ultimi mesi, mi hanno fatto sentire come se tutti i pezzi fossero finalmente andati al loro posto e che mi hanno permesso di tornare a respirare nel periodo in cui avevo dimenticato come farlo.
- Ti amo, lo sai vero? – gli dico tra un bacio e l’altro.
- Sì. – risponde cercando di baciarmi ancora.
- E tu? Mi ami? – chiedo schivando il suo bacio.
- Sì. – dice impaziente, tentando nuovamente di raggiungere la mia bocca, ma io lo fermo con una mano sul petto. - Ti si è inceppato il disco? Sai dire solo sì e nient’altro? –
- Sì. – Pare vagamente esasperato dal mio “rifiuto”.
- Ah si? Beh…è vero che mi trovi tremendamente Sexy? –
- No. – risponde ghignando.
- Maledetto, così non vale! – esclamo dandogli un morso sul labbro inferiore.
Lui ride e mi bacia di nuovo, come se nulla fosse successo: è davvero uno scemo a volte.
 
Ripensandoci ora, mentre ce ne stiamo uno tra le braccia dell’altro godendo della brezza notturna e dello spettacolo pirotecnico, mi sembra quasi che le parole incise sulla lapide di Itachi siano più adatte a Sasuke piuttosto che a lui. Io ho sempre creduto che la nostra casa sia il luogo in cui ci sentiamo più sicuri e felici, dove la nostra anima può "volare" senza paura; e penso che la mia casa, più che il villaggio, sia accanto alle persone che mi amano...e accanto a Sasuke, naturalmente. Per molti anni il mio migliore amico ha pensato di non appartenere a questi luoghi, di non avere più una casa… ma adesso, mentre mi bacia con una tenerezza e una passione così vibranti da farmi tremare e le sue dita mi sfiorano piano il fianco al di sotto dell’orlo della felpa, credo proprio che anche lui, finalmente, si senta a casa.




Note Finali: Beh, che dire? Ora la storia, come l'avevo pensata qualche mese fa, è davvero conclusa! Aggiungerò probabilmente (non so quandoooo) solo un paio di missing moments divertenti che mi sono venuti in mente quando, a suo tempo, ho scritto il finale!
L'unica cosa che mi rimane da dire è: lo so, nell'extra sembra che a Sasuke abbiano strappato la spina dorsale, ma è stata una scelta calcolata; ho pensato che in una giornata del genere il peso del dolore, del rimorso e dell'orrore sperimentato durante la guerra sarebbe stato troppo da sopportare persino per un ghiacciolo come lui! Insomma, nemmeno gli Uchiha sono perfetti! :D
Detto questo...come al solito spero che il capitolo non vi dispiaccia e, se vi fa piacere, ditemi pure cosa ne pensate!
Alla prossima!

Penda

P.S.: E' possibile che troviate qualche errore in più del solito perchè ho rimesso mano al capitolo mille volte e fatto centinaia di taglia e incolla prima di essere anche solo vagamente soddisfatta, quindi di sicuro ho combinato qualche danno di cui non mi sono accorta. Se vedete qualche obrobrio e avete tempo da perdere magari segnalatemelo :D Grazie! P.P.S.: Dato che mi sono affezionata alla storia, anche se l'arco narrativo incentrato sul "respirare" è finito, credo che scriverò qualche oneshot o altre cosine brevi inerenti agli stessi personaggi di questa "versione"; raccogliendole tutte in una raccolta insieme a Respirare...se vorrete, dateci un occhiata! :)
  
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