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Autore: Achille88    18/08/2008    1 recensioni
Sono passati ormai quattro anni da quando Lamù è arrivata sulla Terra sconvolgendo la vita di Ataru e di tutti gli abitanti di Tomobiki. Ora che si è finalmente diplomato, al giovane Moroboshi occorrerà conquistare definitivamente la fiducia della sua "forzata" consorte e per farlo dovrà cominciare chiedendo un favore al suo acerrimo rivale...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Atarù Moroboshi, Lamù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA RESA DI MEGANE

"Sbrigati, Ten!", ordinò la vigilessa del fuoco più zelante dell'universo al figlio mentre lo aspettava all'ingresso dell'astronave messa gentilmente a disposizione dai genitori di Lamù.

"Arrivo subito!", disse il piccolo Oni mentre si apprestava a salutare la cugina prima di partire con la madre per un periodo di vacanza. "Io vado, ma ricorda; se Ataru dovesse combinare un'altra delle sue, chiamami e lo sistemerò io!".

"Pensa a divertirti, piuttosto!", rispose Lamù.

A quel punto, i due si salutarono e dopo che Ten raggiunse la madre, l'astronave decollò per perdersi dopo pochi istanti nell'infinità dell'universo.

"E ora di corsa a casa dal mio tesoruccio!", disse Lamù mentre volava sopra le case di Tomobiki.

Proprio mentre si apprestava a raggiungere la casa di Ataru, la principessa degli Oni notò Megane che usciva da un negozio di articoli fotografici e ne approfittò per salutarlo.

"Ciao, Megane", disse Lamù con la sua consueta allegria. "Che cosa fai da queste parti?".

"Ciao, Lamù!", rispose il ragazzo cercando di mantenersi il più naturale possibile. "Ho da poco comprato questa macchina fotografica e ho appena ritirato le foto che ho scattato questa mattina", concluse Megane mentre mostrava con orgoglio l'oggetto che gli era costato tutti i suoi sudati risparmi.

"Posso vederle?", domandò Lamù spinta dalla sua incredibile curiosità.

"Ma certo!", rispose Megane riuscendo malapena a nascondere un sorriso di compiacimento; il ragazzo consegnò immediatamente le fotografie alla bella aliena e non appena questa le vide una ad una, digrignò i denti per la rabbia ed assunse uno sguardo così carico di odio che Megane stesso temette di rimanere fulminato da una delle sue terribili scariche elettriche.

Senza degnare di un saluto il ragazzo, Lamù spiccò il volo stringendo fra le dita quelle fotografie che ritraevano Ataru in compagnia di Shinobu.

"Il piano ha funzionato alla perfezione", pensò Megane mentre osservava soddisfatto l'oggetto dei suoi desideri che si allontanava da lui. "Ataru, questa volta non sfuggirai alla punizione che meriti!".

 

"Perché ci sta mettendo così tanto?", domandò preoccupato Ataru mentre osservava l'orologio da salotto posto all'angolo della sala da pranzo.

"Rilassati, Ataru", consigliò tranquilla sua madre. "Arriverà a momenti".

Pochi minuti più tardi, i due sentirono la porta aprirsi e Ataru si diresse verso l'ingresso, ma non appena vide Lamù con quegli occhi pieni di astio, il ragazzo si fermò.

"Che cosa c'è?", domandò il giovane Moroboshi.

Non appena Ataru pronunciò quelle parole, Lamù scagliò contro di lui una scarica elettrica ad altissimo voltaggio che lo investì in pieno.

"Come hai potuto farmi questo?", urlò la ragazza in preda ad una folle gelosia. "Ho aspettato con ansia il tuo ritorno per due settimane e non appena ho abbassato la guardia, tu ne hai subito approfittato! Sono stanca di essere presa in giro da te! STANCA!!", gridò la bella aliena mentre le lacrime cominciarono a sgorgare abbondanti dagli occhi.

"Che sta succedendo qui?!?", domandò la signora Moroboshi chiedendosi il perché di quella confusione.

A quel punto Lamù mostrò alla donna le foto. "Ecco cosa è successo!", disse la bella aliena con la voce strozzata dalle lacrime.

"Che cosa ho fatto di male per meritarmi un figlio del genere?", sospirò la donna esasperata dopo aver visto le fotografie.

Ataru, ripresosi dalla scossa ricevuta, si sentì vittima di una vera e propria congiura e decise di prendere in mano la situazione.

"Adesso basta!", disse il ragazzo riuscendo a zittire le due donne. "In questi vent'anni non sono di certo stato un ragazzo modello, ma questa volta non ho fatto niente di male; perciò vi prego di tacere e di ascoltare ciò che ho da dirvi!", concluse Ataru mostrando un'autorità che in quella casa era sempre stata saldamente nelle mani della signora Moroboshi.

La donna non sapeva cosa pensare; da un lato avrebbe voluto punire il figlio per quella che a prima vista sembrava una semplice dimostrazione di arroganza giovanile, mentre dall'altro era orgogliosa per la dimostrazione di carattere mostrata dal ragazzo.

Dopo aver ottenuto una seppur fragile tregua, Ataru cominciò a narrare per filo e per segno tutto ciò che aveva fatto quella mattina con Shinobu fino ad arrivare al momento del ritorno a casa.

"E ora vi dimostrerò che ciò che ho appena detto corrisponde al vero", concluse Ataru sicuro di sé prima di andare in camera sua per poi tornare con un grosso pacco.

"Questo è per te", disse il ragazzo mentre posava l'oggetto ai piedi di Lamù.

Dopo essersi asciugata le lacrime, la ragazza stracciò la carta che avvolgeva il pacco e rimase senza parole alla vista dell'abito da sera.

"Ma è bellissimo!", commentò sbalordita la signora Moroboshi.

"Tesoruccio...", mormorò Lamù a metà strada fra la gioia e il rimorso; senza aggiungere altre parole, ripose l'abito nella confezione e si diresse verso la porta.

"Dove stai andando?", domandò Ataru.

"Da Shinobu", si limitò a dire la principessa degli Oni.

"Ora è tutto chiaro!", pensò Lamù mentre si dirigeva verso la casa di Shinobu. "Megane ha voluto ingannare me e il mio tesoruccio; ma non la passerà liscia!".

Dopo aver raggiunto l'abitazione, Lamù bussò violentemente alla porta. "Shinobu, sono Lamù", disse la bella aliena.

"Che cosa desideri?", domandò Shinobu dopo aver aperto la porta.

"Vieni con me!", disse Lamù prendendo per mano l'amica. "Ti spiegherò tutto strada facendo!".

 

"Forse ho esagerato questa volta", pensò Megane mentre cercava in tutti i modi di non ascoltare la propria coscienza. "Ma non importa; in amore, come in guerra, tutto è lecito!", concluse il ragazzo.

Megane stava camminando per i vicoli di Tomobiki e non appena girò l'angolo, vide uno spettacolo che non gli piacque affatto: alla fine della strada c'erano Lamù e Shinobu e vedendo i loro sguardi truci, il ragazzo intuì immediatamente che il suo piano era fallito.

"Forza e coraggio, Megane!", pensò il ragazzo con gli occhiali cercando di non apparire in preda al panico. "Prendi esempio dai trecento spartani di Leonida alle Termopili".

Ricordando quel gesto estremo di coraggio, Megane si avvicinò alle due ragazze e senza neppure rivolgersi la parola, Shinobu gli strappò la macchina fotografica con un rapido gesto della mano.

"Questo è per avermi fotografata di nascosto senza il mio permesso!", disse la forzuta ragazza dopo aver sbriciolato la macchina fotografica come se fosse un biscotto secco.

"Questo è per aver osato tramare alle spalle del mio tesoruccio!", affermò Lamù investendo il ragazzo con una scarica elettrica ad alto voltaggio che lasciò Megane a terra.

"E questo è per insegnarti l'educazione!", concluse Shinobu dopo aver colpito Megane con un pesante bidone della spazzatura situato fino a pochi minuti prima all'angolo della strada.

Soddisfatte per la lezione impartita, le due ragazze si allontanarono lasciando il povero ragazzo a terra.

"Anche il più ostinato dei guerrieri sa quando è il momento di arrendersi", affermò Megane dopo essere riuscito a rialzarsi tra mille difficoltà. "Ataru, hai vinto; Lamù non sarà mai mia!", concluse mestamente il ragazzo mentre si dirigeva verso casa con le ossa doloranti e i vestiti impregnati da un terribile fetore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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