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Autore: Heart_ShapedBox    23/06/2014    0 recensioni
" Sapete com'è, si dice che il primo amore ti cambia la vita. Questo però non è il solito racconto del - vissero per sempre felici e contenti -, al contrario, è la storia di una bambina che è partita dall'essere una di quelle che si esaltano per lo sguardo di un ragazzino, che fanno amicizia con chiunque, che non dicono mai parolacce; una di quelle sveglie, dolci, coraggiose e intraprendenti.. arrivata a svegliarsi una mattina e ritrovarsi incazzata col mondo, una col motto fondato di spezzare il cuore ai ragazzi e che per principio è convinta che l'amore non esista; una che ci ride sopra a tutte le disgrazie delle proprie compagne. Una di quelle che non si fiderebbe mai più di nessuno manco a pagarle oro. Staccata, fredda, insensibile, menefreghista e sadica. Incredibilmente sadica.
Questa è la mia storia, e parla di come sono diventata così. Me. "
Molte persone mi hanno detto che sono riuscite a capire meglio i loro sentimenti, a capire loro stesse, grazie a questo racconto. Io spero soltanto che qualcuno resti colpito dalla presentazione e si fermi a leggere, anche solo per 5 minuti.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Lunedì 05/03/2012
Ieri ero in giro con Greta quando abbiamo deciso che  oggi all’uscita da scuola avremmo aspettato Andrea; e così è stato. Peccato che questa mia unica decisione si sia poi rivelata un fatale errore, perché Matteo, Giulio, Alessio e Karin, tutti amici del Rossi, vedendomi hanno iniziato a gridare:
<< Ehi Ginevra, c'è il Rossi! Ginevra! Ginevra! >>. E il bello è stato che hanno anche chiesto a Greta se io, Ginevra, fossi davvero io, e lei cos’ha risposto? Ovviamente “si”. Ma ci può essere una persona più stupida di lei in alcuni momenti?
Durante il pomeriggio ho chiamato Chiara, una delle mie migliori amiche e compagne di classe, e lei, oltre ad aver visto tutta la scena, ha detto di essersi voltata e di aver visto Andrea che quasi cascava in terra dal ridere. Sono furiosa.. no, di più! Così ho subito telefonato a Greta per farle la parte dopodiché lei mi ha dato qualche dritta su come comportarmi da ora in poi: << Non girarti urlano il tuo nome, cerca di non farti vedere e, soprattutto, non provare a guardarlo. Ah, e domani resta in classe a chiacchierare con qualcuno, non importa chi sia, basta che non ti avvicini alla porta o spunto io con un’ascia in mano e ti sbarro la strada. Chiaro? >>
<< Chiarissimo. >> ho risposto <<  Si può sapere che diavolo è successo oggi a scuola? >>
<< Non ne ho la più pallida idea, può darsi che forse il Rossi abbia raccontato della lettera a tutti gli altri ragazzi della classe, durante il weekend. >>
<< Buono a sapersi. Anche se io intendevo perché solo oggi quei quattro scellerati ce l'avevano con me! >>
<< E cosa ne so io! Loro prendono in giro chiunque abbia una cotta per qualcuno! >>
<< Simpatici a quanto vedo. >>
<< Lo so… ve li regalo >>
<< Puoi tenerteli, grazie lo stesso. >>
<< Peccato. >>
<< Ma ti rendi conto? Sono morta! Il martedì non potrò più guardare il Rossi dalla finestra o all’uscita passando inosservata; il mercoledì durante la lezione di ping pong ci sono anche Giulio e Alessio e non voglio immaginare cosa faranno; il giovedì.. il giovedì niente! E il venerdì in palestra preferisco morire piuttosto di fare lezione con voi. >>
<< Tu ignorali, fai finta di nulla. >>
<< Tu la fai tanto facile. Beh, sappi che non lo è quando senti dire il tuo nome a destra e a manca, specialmente se a farlo è anche Andrea. >>
<< Ascolta, ci sono riuscita io, devi riuscirci anche te. >>
<< Ehi ehi ehi, frena un attimo. Con chi? >>
<< Lo scorso anno. Con un mio compagno di classe. >>
<< Con Giulio Salvi? >>
<< Si, infatti adesso mi lasciano stare. Però se devi scriverci un libro su questa storia, censura questa parte perché non voglio che mezzo mondo sappia i fatti miei.. e poi come facevi a sapere che lui mi piaceva? >>
<< Ehm.. diciamo che come passatempo “raccolgo informazioni”, quindi meglio che tu non lo sappia. D’accordo? >>
 
Gita sulla neve: primo giorno (14/03/2012)
Finalmente, dopo ben 7 mesi di scuola, ci siamo potuti rilassare facendo una pausa e andando in montagna con la scuola, per imparare a sciare e divertirci. Peccato che neanche nell’autobus per l’andata sono riuscita a salire nello stesso autobus di Greta, Andrea e Rebecca. Possibile?
Il viaggio è stato abbastanza noioso, la mia unica distrazione sono state un paio di cuffie e la solita musica commerciale. Livia se ne stava accanto a me, con un libro in mano, facendo l’asociale; quindi non avevo modo di parlare con nessuno (se provavo a spostarmi anche solo di un centimetro i professori mi avrebbero uccisa, perciò ho preferito non tentare).
Ad un certo punto, altro non mi restava da fare che prendere il cellulare e mandare un messaggio a Greta perché, purtroppo, scoppiavo di curiosità dal sapere che cosa stesse combinando il Rossi.
<< Ciao Gre’! Come va sull’autobus? Da noi qui è una noia mortale, non riesco nemmeno a spiccicare due parole con Livia che si è seduta vicino a me. Uffa! Non siamo né sullo stesso veicolo, né nello stesso hotel.. proprio non vogliono accontentarci, ho già capito. Raccontami tutto quello che succede da voi ma stai attenta, potrebbe prendermi un attacco di “Rossite Cronica Stressivante” (come la chiami tu, la malattia del Rossi). Soprattutto, non far leggere a nessun maschio della tua classe questo messaggio, altrimenti guai a te che finisce male! A dopo. >>
Dopo un’altra serie di domande e risposte, in cui lei descriveva nei minimi dettagli ogni singola cosa che stavano facendo o dicendo i suoi compagni, ho ricevuto un sms particolarmente allarmante:
<< Aiutoooooo, codice rosso! Io e Laura abbiamo fatto uno scambio di cellulari e lei, frugando nelle cartelle, ha trovato il primo messaggio che mi hai mandato e lo ha letto ad alta voce ad Andrea! Mi dispiace, non l’ho fatto apposta! >>. Ecco, lo sapevo. Tanto una disgrazia deve pur sempre succedere, no?
Il pomeriggio eravamo sulla neve e dopo aver fatto una discesa stavamo risalendo dal tapirulan, quando Matteo ha gridato: << Guardate chi c’è! Ginevra >> e si è rivolto al suo amico Rossi << Ehi, c’è la tua ragazza! >>. In quel momento penso di aver lanciato un’imprecazione a bassa voce, prima per la vergogna, poi per il modo in cui ero stata definita. Sentii però qualcuno chiedere di persona ad Andrea chi fosse veramente la sua ragazza e lui rispondere << Ginevra, naturalmente! >>. Aspettate un attimo: naturalmente? Naturalmente! Si, certo, come se io fossi di proprietà sua. Da quando in qua sono fidanzata senza saperlo? Va bene, lo ammetto, è stato carino stavolta.
Durante la cena, invece, ho mandato un altro messaggio a Greta chiedendole come mai non fosse venuta poco prima a fare un giro nel paesello lì accanto per comprare qualche regalo. Non avevo parlato di Andrea, per fortuna, perché a soli venti secondi dal mio invio ricevetti già una risposta.
<< Non sono venuta perché non ne avevo voglia, probabilmente ci andrò domani. Ah, e come mi hai ordinato di fare mentre rientravate in hotel, ho perseguitato Matteo fino a farlo scusare tre o quattro volte per le urla di oggi; bastano? Il Rossi dice che ti saluta. >> Ero letteralmente in fibrillazione quando risposi “ringrazialo da parte mia”, peccato che poi seppi anche che quel disgraziato del mio innamorato aveva rubato il telefono a Greta e le aveva letto i messaggi. Insomma, cos’è questa mania del rovistare tra gli affari altrui?
 
Gita sulla neve: secondo giorno (15/03/2012)
Questa mattina, quando tutte le classi si sono riunite sulla pista da sci, Greta mi ha dato una cattiva notizia: ha chiesto al Rossi se gli piaccio e lui ha detto di no. Dire che non ci sono rimasta male sarebbe una bugia, però dopo tutte le volte in cui me lo sono sentito dire da Elia a questo punto dovrei esserci abituata. Come se non bastasse, mentre parlavo a telefono con Rebecca sotto sua richiesta, lei mi ha fatto uno scherzo dicendo che Laura ed Andrea stavano di nuovo insieme. Non ho idea di come, ma la notizia si è diffusa a macchia d’olio accompagnata dal piccolo dettaglio che per quella ragione avevo pianto per tutto l’intero pomeriggio. Cosa non va ad inventarsi la gente pur di fare un po’ di pettegolezzi..
La stessa sera siamo usciti in paese, di nuovo, ed io ero con Chiara e Rebecca in un negozio quando mi sono sentita chiamare e ho trovato Laura dietro alle mie spalle che sussurrava << Ginevra, io non sto con lui >>. In realtà ho realizzato soltanto dopo cosa mi ha detto, ero più concentrata sul rimanere paralizzata dal fatto che avevo la ex di Andrea che era venuta apposta per parlare con me. Giuro che non mi sarei mai sognata che un giorno mi avrebbe rivolto la parola, la immaginavo più come una nemica che come un’alleata.. non che per una frase possa definitivamente considerarla alleata, ma insomma potrei.
Più tardi i professori ci hanno portati, per la prima volta, in discoteca. E’ stato bello, anche se all’inizio non facevo altro che sfuggire alle braccia delle mie amiche che tentavano di alzarmi dalla sedia che mi ero auto-riservata; ero convinta che tutti stessero a guardare me e come ballavo, specialmente il Rossi, e non volevo fare figuracce. Quando invece ho capito che lui si faceva i fatti suoi, beveva continuamente lattine di Coca Cola e usciva a prendere aria, senza mai tuffarsi nella pista, mi sono scatenata. Eh si, la timidezza fa brutti scherzi a me. Speriamo che Andrea da grande non diventi un alcolizzato, perché ovviamente io non glielo permetterò!
 
Gita sulla neve: terzo giorno (16/03/2012)
Eccoci qua, al terzo e ultimo giorno della nostra vacanza dallo studio. Oggi avremmo dovuto fare una gara di velocità, scendendo da una discesa, e mentre tutti eravamo in fila ad aspettare il nostro turno un cagnolino sembrava volerci fare compagnia zigzagando tra gambe, bastoni e sci. Dietro di me c’era Laura in quel momento, e non so a dire il vero se lo abbia detto a lei, a me, o se stesse riflettendo, ma il Rossi ha bisbigliato improvvisamente un “questo cagnolino è sempre nel mezzo”, o una specie. La sua ex mi è parso non si sia accorta di nulla e ciò significa che all’80% stava dicendo a me, così, per sicurezza, ho sfoderato un sorriso enorme in segno di gratitudine.
All’ora di pranzo eravamo tutti quanti davvero stanchissimi, e Andrea lo era talmente stanco che, per scherzare, si era completamente sdraiato sul tavolo riservato alla sua classe, poi si è avvicinato anche Alessio che ha provato ad imitarlo ma ha ricevuto come risposta: << Non ci provare, questo è il mio territorio! >>. Avrebbero dovuto trasmettere la scena su uno schermo gigante davanti all’intera città, o magari registrarla e mandarla in qualche cinema, perché quei due sono stati troppo divertenti! Soprattutto il Rossi.. lo adoro!
Al ritorno i nostri genitori ci aspettavano in una piccola piazza vicino alla scuola ma, anche stavolta, non sono riuscita ad incrociare la classe di Greta se non fosse stato per un minuscolo particolare: ero ancora sul bus e spiavo dal finestrino Matteo, Giulio ed Andrea che salutavano i propri familiari, quando mi sono resa conto che quest’ultimo non guardava affatto sua madre.. ma più in alto, verso qualcosa che se ne stava sull’autobus dalla mia parte, o forse, quel “qualcosa” ero io.
  
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