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Autore: DarkSimon Lecter    23/06/2014    0 recensioni
Questi sono racconti di terre lontane collegate tra loro da pochi elementi, spesso sono scritti sotto forma di diario in prima persona con stile molto basso, altre volte con stile più elevato dipende dalla situazione e dal personaggio protagonista! Buona lettura
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Violenza
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Agoroth: la nascita del Leone Bianco.


Era in ginocchio davanti a sua madre, la strega. Un silenzio regnava per tutta la sala del trono, solo il respiro affannato della Bestia rompeva il silenzio. “Figlio mio,” disse con voce vellutata e pacata la strega “ è ora che tu compia il tuo dovere verso la tua famiglia, verso tua madre che ti ha tanto amato ed allevato con estremi sacrifici..” si interruppe per una breve risata schizofrenica, si sistemo un ciuffo di capelli e riprese “ ho bisogno della tua forza, ti ho fatto combattere contro molti miei servi qui eppure sembra che la tua forza non basti a riempire le clessidre.”  Indicò una delle due enormi clessidre ancora completamente vuota. L’enorme animale albino alzo lo sguardo e fece un grande balzo verso la donna ma prima che potesse infilzare i propri artigli su di lei fu sbalzato all'indietro come se una barriera l’avesse respinto. La strega scosse la testa e mormorò:” Agoroth, Agoroth.. quando imparerai a stare al tuo posto? Pensavi davvero che con questa tua misera carica, TU avresti potuto ferirmi?” rise di gusto e poi torno improvvisamente serie e la sua voce si fece profonda e potente: “ TU STUPIDO LEONIDE NON PUOI NEMMENO TOCCARMI! NON SEI NEMMENO IN GRADO DI DARMI QUELLO CHE MI SPETTA!” mosse le mani e due enormi catene incantate legarono il leone alle clessidre e due chiodi nei polpacci lo bloccarono al pavimento. Agoroth lanciò un ruggito di dolore che echeggiò in tutto il palazzo. La clessidra non era ancora riempita e la strega era ormai spazientita, fu allora che la sua malvagità raggiunse il culmine e camminò verso suo figlio con passi lenti ed eleganti, gli fece una carezza sul viso e subito dopo gli fece un sottile graffio, poche gocce di sangue caddero. La strega sorrise e disse: “ so che hai una famiglia, una moglie ed un figlia, sangue del tuo sangue giusto?” Agoroth con un filo di voce rispose: “ lascia fuori la mia famiglia lurida put..” La strega lo blocco un'altra catena al collo ed una museruola e riprese: “ Non interrompermi figliuolo adorato, stavo dicendo che tu hai una famiglia e sembra che tu ci tenga molto a loro, vero? Prova a pensare a tutto il dolore che proveresti se ti fosse strappate.. Oooh povero micione mio senza la sua famiglia chissà quanta rabbia e quanta forza mi daresti, quindi perché farmi attendere oltre?” tocco il poco sangue di Agoroth a terra ed in pochi istanti due figure femminili apparvero incatenate. Agoroth fece per vincolarsi ma non riuscì a fare nulla, la clessidra si riempì di poco.  La strega osservò la clessidra e disse:” Allora proprio non ti basta mai, vero? Va bene facciamo a modo tuo allora.” Prese la più giovane delle due ragazze, la figlia di Agoroth, le mise un coltellaccio arrugginito sotto la gola e sussurrò piano piano: “ forza vieni a liberare la tua bambina, fatti avanti..” Agoroth si divincolò e fece per alzarsi, i chiodi lo bloccarono facendogli zampillare il sangue in abbondanza e la clessidra si riempi un altro po’. “Non mi basta!” Strillò la strega e taglio di netto la gola alla piccola. La moglie di Agoroth lanciò un grido di dolore e si alzò per lanciarsi sulla strega, la quale si sposto e la fece cadere sulle rovinosamente sulla scale, poi balzò su di lei e prese la leonessa per la testa e le fece indirizzare lo sguardo verso Agoroth. “Sai non ho mai capito cosa ci trovassi in questa puttana, non vale nemmeno la metà di me. Dammi la tua forza e io le risparmio la vita, forza prova a liberarti, ne ho bisogno! Ho bisogno della tua forza per un altro figlio!” Agoroth provò a racimolare le forze ma non ne aveva più, era completamente privo di forze, privo di vitalità. Era la sua fine, non riusciva a credere che la sua amata figlia era morta, sua moglie imprigionata e sua madre chiedeva altra forza per avere un figlio. La Strega evocò dei servi e ordino di picchiare la moglie di Agoroth fino alla morte poi voltandosi verso Agoroth disse: “Credo che andrò via per un po’ finché tu non mi darai quel che voglio o tua moglie dovrà dare qualcosa a loro”  Agoroth fece per urlare ma non un suono usci dalla bocca, la clessidra si riempì di poco ancora. I due sgherri iniziarono a prendere  a pungi e calci la povera donna indifesa, lei urlò: “Agoroth ti prego, ferma tua Madre! Uccidila! Non darle un figlio, usa la tua forza!” . Il leone bianco si rinsavì a sentire quelle parole, la vista della moglie, le immagini della morte della figlia, senti scorrere il sangue più velocemente dentro di lui, le pupille si allargarono, i muscoli ritrovarono il vigore ed una nuova forza gli scorreva dentro, un fuoco di nuova vita. Impugno le catene le tirò con tutta la nuova forza che possedeva, ruggì per il dolore rompendo la museruola e tento di mettersi in piedi. I chiodi si sfilarono lentamente dai polpacci insanguinati, la clessidra si stava ormai riempendo. Continuò a ruggire ed a tirare le catene stringendole sempre di più, uno dei sue servi della strega si avvicino e tento di colpirlo con un pugno ma con un morso, Agoroth, strappò il braccio al suo aggressore facendo spruzzare sangue ovunque. Era il momento della Ira di Agoroth, un momento in cui la ragione veniva meno per far spazio alla forza primitiva e bruta.  La clessidra era ormai piena ma Agoroth non smetteva di usare la sua forza, ormai la sua forza era scatenata. Usava talmente tanta forza che le clessidre stavano tremando per tener dentro tutta quella energia, riapparve improvvisamente la strega con aria spaventata. Agoroth gridò con tutta la voce che aveva in corpo: “Madre eccoti tutta la mia forza!” le due clessidre esplosero contemporaneamente facendo schizzare grosse ondate di energia per tutto il castello, la moglie di Agoroth con un sorriso guardò il marito e si fece lasciare andare nel gelido abbraccio della morte. La strega parlo veloce agitando le mani, il Leone su scaraventato contro una colonna e perse i sensi. La madre di Agoroth sposto con un calcio il corpo morto della leonessa e chiamo a se una strana figura  che indossava abiti molto particolari, ricchi di meccanismi e strane forme e disse con reverenza: “Professore siamo riusciti ad ottenere il risultato nonostante le clessidre siano esplose?”  la minuta figura rispose con voce squillante: “ Certo mia regina, nonostante egli crede di aver vinto io sono riuscito ad ottenere molta energia anche durante l’esplosione.” Disse mostrando una sorta di contenitore che indicava il livello massimo, “molto bene, ora prima di andarmene facciamo un ultimo regalo a mio figlio. Lo voglio crocifisso come monito per quel idiota di suo padre, Primus.” Agoroth fu messo in croce e posto davanti all'entrata del castello, dopo poche ore fu deposto da suo padre Primus, primo generale del reame, che prese una dura decisione: “ Spediamolo lontano da qui, in un mondo in cui sia lontano da lei. Non dategli i ricordi della famiglia, non voglio mandare un mostro in giro per i mondi. Marcatelo con un simbolo per monitorarlo, dategli il mio martello e fatelo partire appena sarà in forze”. Dall'altra parte del piano La Strega era  in ansia mentre il sui servi combinavano magia con scienza per creare un clone di Agoroth, un clone che avrebbe servito sua madre. Un figlio nato da un incesto d’odio.  
  
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