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Autore: JudeNera    23/06/2014    0 recensioni
«Ragazzi» esordì Zack «Vi ho portato il pubblico!». Da dietro la porta spuntò una ragazzina «Salve a tutti» disse massacrandosi le mani. I ragazzi fecero un grosso sorriso tranne Jimmy che sembrava preoccupato «Come hai conosciuto questa testa di cazzo?» riferendosi al moro. «Hey! Testa di cazzo a chi?» Zack si tuffò su di lui che prontamente lo scansò facendolo quasi finire per terra. Ridendo Sam rispose «Ci siamo conosciuti in punizione... Avevo dato della "prostituta", per dirlo gentilmente, alla figlia della preside». Un vocione spezzò le risate soffocate dei presenti «E tu Zacky, che avevi combinato per stare lì in punizione?» Matt salvò quella ragazza che ormai era diventata color porpora per l'imbarazzo. «Secondo te, Shads? Ho picchiato Morrison, aveva insultato me e la mia amante» rispose velocemente il ragazzo guardando con occhi sognanti la sua chitarra.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 16:

My Second Heartbeat




Val p.o.v.
«Bambini attenti, non correte!» disse preoccupata la mia amica mentre quelle due piccole pesti giravano intorno alla piscina. Io mi riposizionai gli occhiali da sole e mi girai verso mio marito, il quale aveva preso i due bambini in braccio come se fossero piume e li aveva posizionati sul gradino più alto della piscina, curandosi di mettergli i braccioli.
Guardai River e poi guardai Matt. La somiglianza era spaventosa, chiunque li avesse visti insieme avrebbe detto che erano padre e figlio. Il piccolo River aveva solamente i capelli più chiari, biondi, quasi dorati, ma gli occhi, le labbra e le fossette ai lati della bocca erano quelli del padre. Ogni volta che li guardavo giocare mi si stringeva lo stomaco e cominciavo a fare quel sorriso da ebete che mi ricordava quanto ero innamorata dei miei due uomini.
Non appena il padre gli mise i braccioli lui si buttò di petto in acqua. Io, apprensiva com’ero, feci un balzo in avanti ma mi calmai subito quando vidi che Matt aveva la situazione sotto controllo e si era già lanciato in acqua insieme al figlio. I miei occhi si spostarono quindi verso l’altro esserino che era rimasto invece seduto su quei gradini con due grandi braccioli rosa a contornarle il piccolo corpo. Alzò lo sguardo che prima era fisso sui suoi piedini che si muovevano veloci schizzando l’acqua ed incastonò quei suoi due occhioni azzurri nei miei.
«Vieni piccola, ti lego i capelli» la chiamò la madre che era posizionata sulla sdraio di fianco alla mia.
La bambina si alzò facendo ondeggiare i suoi lunghi capelli castani, dirigendosi verso Sam. Cominciò ad intrecciarle i capelli in una grande treccia ma non appena arrivò a metà la bambina si mosse, inquieta
«Papà! Papà!» corse verso il cancello che separava la casa dalla strada, lasciando che i suoi capelli si sciogliessero. Il padre si inginocchiò permettendo alla bambina di saltargli al collo. Dopo poco si rialzò, stampando un grande bacio sulla guancia di Opaline e dirigendosi verso di noi.


 
"Eravamo in sala d’attesa e io non stavo più nella pelle. Avevo lasciato il piccolo River a casa col padre e non appena avevo saputo mi ero precipitata in ospedale.
Mi girai un po’ e vidi Zack con la testa fra le mani, teso come una corda di violino
«Hey Zacky…»
lui si girò piano, come se nel caso in cui l’avesse fatto velocemente si sarebbe potuto rompere e mi fissò
«Non ti preoccupare» continuai
«Avrei dovuto starle vicino» disse ritornando nella posizione iniziale
«Io penso che lei ti conosca e conosca benissimo anche le tue fobie, non devi vergognarti se non ce l’hai fatta a rimanere lì dentro» rassicurai il mio amico, sinceramente
«Si ma…» la sua frase fu interrotta dal medico che uscì dalla porta bianca di fronte a noi ed annunciò
«Zackary Baker?»
Il ragazzo annuì convinto
«Prego, si accomodi» gli fece segno di entrare
Lentamente mi alzai anche io, temendo di essere di troppo in quella situazione. Zack non se lo fece ripetere due volte invece, si alzò velocemente e quasi buttò giù quella porta che lo separava da Sam.
Non appena si avvicinò la mia amica porse la bambina al padre che aveva quasi paura di toccarla. Vedevo anche stando sullo stipite della porta che tremava come una foglia, emozionato dalla situazione.
Con una mano teneva forte la bambina e l’altra la teneva a mezz’aria, incerto se accarezzarla o meno, probabilmente.
Poi si profilò davanti ai miei occhi la scena più bella che abbia mai visto. Quel piccolo batuffolino protese le braccia in avanti, come se volesse portare verso di sé la grande mano e con una delicatezza assurda Zack la abbassò, facendo scivolare l’indice lungo il piccolo naso a patata sussurrando «Opaline…»
A primo impatto non capì ma riuscii a mettere tutti i tasselli al loro posto quando la mamma la riprese fra le braccia e mi disse di avvicinarmi.
Abbassai lo sguardo e a stento riuscii a vederla, incastrata com’era all’interno di quelle coperte bianche. Dapprima teneva gli occhi chiusi e mi concentrai sulle piccole labbra a cuore e sui tanti capelli che già erano presenti sulla testa della bambina, poi il padre le sfiorò una guancia e lei aprì gli occhi.
In quel momento pensai di non aver mai visto degli occhi così belli e ripensai a quello che poco prima aveva sussurrato Zacky.
I suoi grandi occhi sembravano davvero due opale, andavano dall’azzurro al blu oceano ed erano screziati con piccole macchie di verde. Socchiuse gli occhi e riuscii ad intravedere altri piccoli filamenti marrone chiaro, quasi ocra, che rendevano quello sguardo magnetico.
Lui guardò Samantha stremata sul letto e le sorrise, a quei due bastava un’occhiata per capirsi e leggersi dentro
«Si chiamerà Opaline» sentenziò quindi la mia amica sorridendo e contagiando anche noi"




«Sei tornato finalmente» Samantha si tolse gli occhiali e si protese verso il ragazzo in quale le lasciò un bacio a stampo sulle labbra
«Brian non voleva più lasciarmi andare…» rispose sconsolato il ragazzo sedendosi di fronte a Sam e poggiando la bambina sulle sue gambe
«Zack…» tolsi gli occhiali anche io per sfoderare la mia espressione da cane bastonato al meglio «non ci dici nessuna anticipazione sul nuovo cd? Qualche traccia, qualche testo… anche solo una nota»
La mia faccia fu copiata anche dalla mia amica, la quale accentuò anche il labbro inferiore, come se stesse in procinto di piangere
«Lo sapete ragazze, non posso dirvi nulla» si voltò verso il cantante che si era immobilizzato non appena aveva sentito di cosa parlavamo, cercando di incenerire il chitarrista con lo sguardo. Lui, dal canto suo, lo salutò rilassato con la mano, girandosi poi verso di noi e sussurrando
«…Matt e gli altri mi farebbero a fettine!» usando la figlia come scudo per non farsi leggere il labiale da Shadows
«Ti ho sentito Vengeance!» urlò il ragazzo dalla piscina
«Non ho detto nulla!» si arrese con le mani in alto
Subito mio marito fece una risata sorniona e ci guardò soddisfatto
«Sei senza cuore! Ti odio» gli dissi, per farlo sentire in colpa
«Ti amo anche io amore mio» mi rispose, lanciandomi un bacio con la mano
«Bene, prima che finisca male io vado a mettermi il costume» esordì Vee, lasciando la bambina
«Quindi dopo fai ciack ciack nell’acqua con me?» chiese quel piccolo esserino con gli occhi sgranati
«Certo tesoro mio, vengo subito» disse lasciando un bacio sulla fronte alla figlia e dirigendosi dentro casa
«Davvero, non so più che armi usare per farmi dire qualcosa» disse la mia amica
«Mi sa che dovremmo arrenderci…» dissi sconsolata, riponendo gli occhiali sul mio viso.


Zacky p.o.v.
Appena uscii la mia bambina si diresse verso di me a passi grandi, raggiungendomi ed alzando la mano, in modo che potessi stringerla. Ci dirigemmo così verso le grandi scale della piscina e lasciai che lei si immergesse prima di me
«Papà tuffo!» mi incitò la piccola con gli enormi braccioli rosa
«Vuoi che papà faccia un grande tuffo?»
Opy mi fece sì con la testa, muovendo i piedini per rimanere a galla
Prima che potesse accorgersene mi tuffai creando delle increspature sulla superficie dell’acqua e risalendo la presi in braccio, facendole il solletico sulla pancia con la bocca. Lei si dimenava e mi abbracciava e io le tolsi i capelli bagnati dal viso guardandola come se fosse l’unica cosa di importante al mondo. Ed era così, la mia bambina e la sua mamma erano le cose che mi facevano alzare dal letto ogni mattina, sorridere alla vita ed andare avanti.
Mi accostai al bordo, tenendo in un braccio Opaline e facendomi leva con l’altro
«Perché non vieni in acqua con noi?» chiesi a Samantha che era sotto l’ombrellone, attenta come sempre a non scottarsi la pelle
Lei non fece troppa resistenza e lentamente si sedette sul bordo, mettendo i piedi in acqua
«Opy vieni a giocare con la palla?» River chiamava la sua amica, dall’altra parte della piscina
«Papà io vado a giocare, dopo ritorno però» mi disse la mia bambina, premurosamente
«Certo piccola, non ti preoccupare» le sorrisi e le stampai un bacio sulla guancia prima di vederla nuotare verso River e Matt, il quale li teneva sotto controllo.
Mi girai verso Sam che era ancora nella stessa posizione e muoveva leggermente i piedi in acqua. Le posai qualche leggero bacio sul ginocchio che era fuori dall’acqua e poi la guardai. Lei mi fece un sorriso sincero e mi passò un indice sul volto, per accarezzarmi
«Dai, vieni in acqua» sapevo benissimo che aveva paura ma non avrei lasciato che questo la ostacolasse
«Ehm…» mi rispose lei poco convinta, stringendo le mani sul bordo
«Ti tengo io, e poi qui si tocca» dissi per rassicurarla
Lei sembrò convincersi e si lasciò scivolare lungo il bordo, guardandomi sempre negli occhi.
Quel suo sguardo mi faceva impazzire e lei lo sapeva bene, così quando toccò il fondo della piscina la incastrai fra il mio corpo ed il bordo, cominciandola a baciare dolcemente. Appena ci staccammo lei cominciò a far sfiorare i nostri nasi, sorridendo, per darmi infine un bacio sulla punta.
In quei momenti era come se tutto intorno a noi svanisse e io mi sentivo la persona più fortunata del mondo perché avevo al mio fianco la donna più bella e dolce della terra. Vidi le sue guance diventare rosee e le diedi un piccolo bacio a fior di labbra, sentendo dentro di me sensazioni che non avevo mai provato con nessun’altra. La gola secca, il nodo nello stomaco e le mani tremanti erano solo alcune delle cose che mi succedevano non appena lei si avvicinava a me, facendomi sentire felicissimo.
Quello era il momento perfetto.
Sciolsi l’abbraccio e abbassai lo sguardo verso l’acqua, facendo uscire dalla tasca del mio costume da surfer una bustina accuratamente sigillata per non far entrare nemmeno un goccio d’acqua. La portai fuori e la aprii, sempre sotto lo sguardo curioso di Sam. Da quella busta ne uscì un cofanetto di raso blu ed io cercai di bagnarlo il meno possibile, scuotendo le mani una alla volta. A questo punto vidi gli occhi della ragazza spalancarsi e le pupille dilatarsi, mentre io speravo di non fare pasticci e non emozionarmi troppo.
Aprii il cofanetto verso di lei
«E’ da giorni che cerco le situazione giusta per chiedertelo ma ho scoperto di non poter aspettare oltre, quindi…» feci un bel respiro
«Samantha Williams, mi vuoi sposare?»
La vidi portarsi le mani tremanti davanti alla bocca e guardarmi insistentemente.
In quel momento mi passarono per la testa tantissime cose, la prima era che forse era stato stupido chiederglielo in una piscina, avrei dovuto fare una cosa più seria o più romantica, o forse non avrei dovuto chiederglielo affatto, infondo già vivevamo insieme ed avevamo una figlia, quello era l’importante.
Lei mi distolse dai miei pensieri pessimisti dicendo, con le lacrime agli occhi
«Si… si certo che voglio sposarti!» prima di abbracciarmi facendomi quasi soffocare
Io le alzai il viso con l’indice della mano libera e la baciai, la baciai come la prima volta, nel corridoio, la notte prima che partissi per il tour, sentendo ancora quelle emozioni che mi facevano sorridere dentro.
Quando ci staccammo presi l’anello dal cofanetto e con attenzione glielo misi al dito. Lei alzò la mano, osservando con attenzione
«Un’opale…» sussurrò lei
Già, quella pietra per noi significava molto di più di una cascata di diamanti, era il segno tangibile del fatto che eravamo uniti, e lo saremmo stati per sempre.
Mi diede un ultimo bacio fugace, tenendomi la mano sulla guancia e poi mi guardò.
Mi guardò come non aveva mai fatto.
Quegli occhi erano comprensivi, caldi, innamorati. Nessuno dei due aveva un carattere facile ma quegli occhi erano di una donna che avrebbe dato tutto per starmi accanto, e lo stesso avrei fatto anche io.
«Il vostro cavaliere non vi lascerà mai» le sussurrai all’orecchio, stringendola. Lei mi strinse le mani nei capelli, forse ancora emozionata.



Val p.o.v.
«Valary!» urlò Sam, uscendo dalla piscina, sventolando le braccia al vento. Quando arrivò difronte a me mise un braccio lungo, nella mia direzione, e lo scrutai attentamente. Quando riuscì a vedere la novità poggiata sul suo dito tirai un piccolo urlo ed abbracciai la mia migliore amica
«Mi ha chiesto di sposarlo!» rincarò
«Ma… dove? Quando?» domandai confusa, staccandomi da lei
«Prima, nella piscina!» lei ancora saltellava, agitata
«Oh mio dio, che cosa fantastica» la strinsi di nuovo, ero davvero felice che Zack avesse fatto quel grande passo perché erano due persone fantastiche ed insieme si completavano. Non avrei potuto sperare niente di meglio per la mia migliore amica.
Improvvisamente alle spalle di Sam spuntò la figura del futuro marito
«Proprio te cercavo!» dissi indicandolo, stringendo ancora più forte la ragazza
Zack si avvicinò titubante «Si…?»
«Non farla soffrire, mai, altrimenti dovrai vedertela con me» dissi tenendo la mano alla mia amica, con l’altra ancora con l’indice proteso
«E con me» disse serio Matt, avvicinandosi con i due bambini in braccio
«Con tutto il rispetto Shads, temo più l’ira della tua donna che i tuoi pugni…»
disse il chitarrista passandosi una mano fra i capelli.
Bene, per lo meno aveva recepito il messaggio
«Mamma! Papà!» disse la bambina, lanciando le braccia in direzione dei genitori. Matt si avvicinò a loro e la lasciò fra le braccia della madre
«Vi sposate?» era una bambina così perspicace anche avendo solo 3 anni
«Si, mamma e papà si sposano, e tu sarai la nostra damigella» Samantha sorrise, trascinando anche noi in quel turbine di felicità
«Mamma lo sai che una volta anche River mi ha chiesto di sposarlo?» confessò la bambina ingenuamente
«Tra per lo meno 30 anni, piccola mia!» precisò il padre geloso, tenendo sott’occhio Matt e mio figlio
«Non ti preoccupare papà, tu sarai il mio damigello» sorrise euforica la bambina, facendoci scoppiare in una sonora e serena risata.
























______________
Bene, ultimo capitolo :3
Finalmente sono riuscita a finirla, dopo vari ripensamenti e cambiamenti ahahaha
Ho sempre pensato che però sarebbe finita in questo modo e devo dire che sono discretamente soddisfatta
E ora, via ai ringraziamenti!
Vorrei ringraziare quelli che mi hanno letto e mi hanno recensito, hanno messo la mia storia tra le preferite, le seguite o quelle da ricordare, chi ha dato un solo sguardo e chi invece ha letto i 16 capitoli, vi ringrazio di vero cuore, tutti.
Ringrazio poi la mia mente malata (ahahaha) che invece di studiare in questi giorni non fa altro che partorire idee su idee per nuove storie che spero possano appassionarvi anche più di questa.
E alla fine vorrei ringraziare gli Avenged Sevenfold perchè non solo sono i personaggi di una storia sgangherata come questa ma sono la band che in assoluto mi ha fatto versare più lacrime, mi ha fatto ridere, mi ha fatto sperare. C'è stato un periodo in cui credevo che ormai loro facessero parte del mio passato, che erano una band per ragazzine e che probabilmente non avrei mai più sentito nemmeno una loro canzone; e invece sono qui, a quasi 21 anni, a parlare ancora di loro, a cantare con loro, a difendere le loro scelte anche se non le concepisco a pieno. 

If you are part of the family, it's for life.


Auf Wiedersehen

Jude }
  
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