Ciao!!!
Allora, innanzitutto ringrazio Nemeryal
per la sua recensione. Ha risollevato le sorti di una pessima
giornata… la
risposta alla recensione è a fondo pagina. Tornando alla
storia, Eiko ha
incontrato Onion al borgo, ma non sa ancora chi è! Che cosa
combineranno i due
bambini insieme? Beh, leggete e lo scoprirete!!!
“Ma
cosa guardi?” chiese Onion con
curiosità.
“Potrei
farti anche io la stessa domanda”
disse Eiko squadrandolo sospettosa.
“Ma
te l’ho fatta prima io!”
“Non
mi interessa!” chiese Eiko assumendo
le redini del discorso.”Chi sei?”
“Perché
dovrei dire il mio nome ad una
stupida bambina del borgo?”
Eiko
diventò rossa dalla rabbia “Stupida
bambina del borgo a chi? Rimarresti sconvolto nel sapere chi sono
io!”
“Di
certo non hai nulla a che fare con me e
col mio rango” disse Onion con fare di superiorità.
La
bambina tremò dalla rabbia. Quel
ragazzino era la persona più antipatica che avesse mai
incontrato! “Per
tua informazione” cominciò Eiko con
rabbia “Sappi che io sono…”
“Non
mi interessa il nome di una
stracciona!” concluse il ragazzino sorridendo beffardamente. Quel sorriso era
così arrogante che fece
scattare qualcosa in Eiko. Si mosse verso di lui e gli diede un ceffone
in
piena faccia, procurandogli un grosso livido. “Finiscila
subito!” disse.
Onion
si toccò la guancia arrossata dal
colpo subito. “Riprovaci, se ne hai il coraggio!”
disse a denti stretti.
Eiko
non se lo fece ripetere due volte.
Mettendo ancora maggiore potenza, assestò un altro schiaffo
in pieno viso al
bambino, che cominciava ad arrabbiarsi sul serio.
“Chiedimi
scusa” disse furioso.
“Chiedi
scusa tu” rispose Eiko “Non lo sai
che i bambini borghesi dovrebbero portare rispetto alle signorine come
me?”
“Non
voglio farti male. Sei una femmina!”
rispose lui.
“Bene!
In tal caso ne approfitto io!” disse
Eiko, cercando di assestare un calcio nel fianco di Onion. Il bambino
prese la
gamba di Eiko, bloccandola a mezz’aria, e la tirò
verso di se, facendola
scivolare sul pavimento in pietra del borgo.
“Ahia!”
urlò Eiko tenendosi il ginocchio.
Onion
la guardò, forse un po’ impaurito
dalla reazione della bambina. Che le avesse fatto male sul serio?
Dopotutto non
voleva ferirla. Stavano giocando.
“Ehi”
disse, abbandonando il tono arrogante
ed avvicinandosi alla ragazzina “Tutto bene?”
Eiko
teneva lo sguardo basso, e non
rispondeva, tenendosi il ginocchio destro tra le braccia. Pensava:
“Avvicinati
un po’ di più, di più, di
più…”.
Ed
Onion si avvicinava, come rapito dal
silenzio di Eiko. Si inginocchio accanto a lei e le posò una
mano sulla spalla.
“Fregato!”
esclamò Eiko rialzandosi in
piedi. Fece lo sgambetto al bambino, poi si mise a correre a
più non posso. Si
allontanò dalla piazzetta di Alexandria e corse per i
vicoli, urtando persone,
moguri e bambini. Oh, Stare al borgo era davvero uno spasso! E quel
bambino…
altro che antipatico! Aveva appena trovato un degno rivale! Si sarebbe
divertita un mondo ad Alexandria, adesso ne era sicura!
Sentì
un po’ di trambusto in qualche
vicoletto vicino. Che il bambino la stesse cercando? Si
arrampicò sulla torre
di Alexandria e scrutò verso il basso, alla ricerca dei suoi
capelli castani e
del suo mantello blu. Ed eccolo lì, infatti, che chiedeva
alla gente se
l’avevano vista passare. Come fargli un bello scherzetto con
i fiocchi?
Il
suo sguardo cadde sul una bancarella di
frutta vicino alla torre. Sul volto le si dipinse un ghigno divertito.
Onion
cercava la bambina da ogni parte.
Chiedeva a chiunque gli capitasse a tiro se aveva visto una graziosa
ragazzina
con i capelli blu ed un corno in fronte passare da lì, ma
nessuno sapeva dove
fosse finita.
E
lui che aveva addirittura pensato che la
vita nel borgo fosse noiosa! Questo prima di incontrarla. Vedeva solo
gente che
passeggiava, bambini che giocavano, insomma, la normalità. E
soprattutto, non
si sentiva parte di quel mondo. Era troppo diverso per
quell’ambiente che non
aveva mai visto, abituato alle ricchezze della Maison de Rois di
Toleno, casa
della sua famiglia. Ma adesso, con lei,
aveva visto la chiave per schiudere quel mondo nuovo. Aveva abbandonato
la
timidezza e l’aveva stuzzicata, proprio come avrebbe fatto un
ragazzino
qualunque. E la bambina! Che reazione! Quella lì era proprio
la sua degna
rivale.
Si
sedette in una panchina, guardando sia a
destra che a sinistra, cercando di notare la sgargiante capigliatura
blu della
bambina, ma di lei nessuna traccia.
“Che
se ne sia andata a casa sua?” si
chiese ad alta voce dopo un po’, sbuffando sonoramente.
“Beh,
non credo proprio” sussurrò una voce
alle sue spalle.
Si
voltò e, ancora una volta, la vide. Era
dietro di lui, e teneva la mani dietro la schiena, come se stesse
proteggendo
qualcosa di prezioso dagli sguardi altrui.
“Che
cos’ hai lì dietro?” chiese Onion.
“Una
sorpresa” rispose Eiko, con un largo
sorriso in faccia.
Onion
non si fidava molto della “sorpresa”.
Decise quindi di mostrarsi molto diffidente riguardo ad essa,
concentrandosi di
più sulla ragazzina.
“Non
mi hai ancora detto come ti chiami”
disse.
“Te
lo dirò solo se riesci a prendermi, e
non ci riuscirai” disse Eiko facendo la linguaccia.
La
curiosità del bambino si intravedeva
attraverso i grandi occhi blu. “Perché non dovrei
riuscire a prenderti?”
“Beh,
potresti incontrare difficoltà per la
strada” rispose la bambina con semplicità.
“Che
vuoi dire?” chiese Onion, senza
capire.
“Beh…”
Eiko mostrò la sorpresa: un pomodoro
molto grosso e maturo, che lanciò contro Onion
“Intendevo questo!” detto ciò
scappò via, ancora una volta.
Onion
rimase per un attimo intontito nel
vedersi tutto macchiato di rosso. Si levò un po’
di “salsa” dai capelli e dal
viso, guardando con aria di sfida la figuretta che si allontanava. Oh,
gliela
avrebbe fatta pagare a quella bambina!
Cominciò
a correrle dietro, incurante di
ciò che la gente pensava di lui, bambino sporco dalla testa
ai piedi di rosso,
sicuramente visto da loro come uno zingaro. E come lo evitavano tutti!
Cambiavano addirittura strada, appena se lo vedevano comparire davanti.
Ogni
tanto intravedeva qualcosa di blu tra la folla, e lo seguiva. Ma
raramente era
ciò che stava cercando, e comunque, anche quando la vide
davvero (capitò una o
due volte) non riuscì ad acchiapparla. Era velocissima!
Onion
non si diede per vinto. Dopotutto,
era convinto che ci fosse un modo per coglierla di sorpresa. Ma quale
era?
Passò in rassegna tutto ciò che aveva notato
della ragazzina. Aveva visto che
le piaceva nascondersi e guardare l’effetto dei suoi scherzi,
ma questo non
poteva servirgli per mettere in atto il suo piano. Amava anche farsi
rincorrere, essendo molto veloce.
Ed
era questo lo sbaglio che stava facendo!
Non doveva rincorrerla, doveva lasciare che la corsa fosse la causa
stessa
della sua rovina. Fu per questo che si nascose in un vicolo, dietro ad
un paio
di botti, ed aspettò. Prima o poi la ragazzina sarebbe
passata di lì, e lui
l’avrebbe acciuffata!
Eiko
si fermò per riprendere fiato nella
piazzetta principale. Aveva seminato il moccioso con gli occhi azzurri.
Non lo
vedeva più da nessuna parte. Com’era veloce, lei!
Nulla a che vedere con quel
ragazzino, che probabilmente era rimasto indietro minuti e minuti
prima! Era il
non plus ultra della velocità, come avrebbe detto Steiner. A
proposito di
Steiner, aveva seminato anche lui!!! A quanto pareva il prode cavaliere
di
latta non correva più come una volta!
La
ragazzina si insinuò nell’oscurità di
un
vicolo adiacente alla piazza. Nessun rumore da quella parte. Buio
soltanto. Una
goccia cadde dal soffitto di una casa, un topo squittì
nell’ombra,
proiettandosi nella parete di alla destra di Eiko. E mentre lei
guardava
l’ombra del topo correre sulla parete, una voce
gridò “Trovata!!!”. Due braccia
le tirarono la mano, facendola voltare.
Si
trovò faccia a faccia con il ragazzino,
ancora una volta. Gli occhi azzurri incontrarono quelli marroni di lei.
Poi
lui la spinse, facendola cadere a
terra. E il vestito della bambina si sporcò di fango, e i
palmi delle mani le
si sfregiarono.
“Perché
hai buttato quel pomodoro?” chiese
Onion, cercando di capire.
Eiko
fece una smorfia di dolore “Hai
cominciato tu…” .
“No,
non è vero…” disse Onion, serio
“Stai
cercando delle scuse…”
“Mi
aiuti ad alzarmi?” chiese Eiko un po’
seccata.
Onion
le tese una mano, e fu in quel
momento che notò le mani sanguinanti della bambina.
“Ma…
sei ferita!” sussurrò il bambino.
“Di
chi è la colpa?” chiese Eiko.
“…Mia…”
sussurrò Onion, il sussurro di
rimorso appena udibile. “Vieni, cerchiamo qualcuno che ti
curi” disse poi, per
cambiare discorso.
Eiko
si tenne al bambino. Nessuno dei due
parlò per un po’.
“Mi
chiamo
Eiko” disse infine la bambina.
“Onion”
sussurrò lui in risposta. “Dove
vuoi essere portata? Dove abiti?”
Eiko
ci pensò un po’ su. Tornare al
castello in quel modo era da escludere. Ferita e sanguinante?
Bell’ingresso
trionfale! Ma dopotutto, non aveva nessuno ad Alexandria. Nessuno che
fosse
fuori dal castello. Non poteva neanche usare la magia davanti agli
altri, Tutti
glielo avevano proibito, e non voleva scatenare il panico ad
Alexandria, non
dopo quello che era successo per colpa di Kuja. Però, nelle
foreste intorno ad
Alexandria poteva trovare diversi animali che probabilmente avrebbero
sganciato
qualche pozione. Con quella, si sarebbe curata e sarebbe tornata al
castello.
Sapeva
già che l’attendeva una sgridata
colossale, ma non voleva peggiorare le cose. Regola numero uno: torna a
casa
ferita e senza permesso di uscire e potrai dire addio alla
libertà.
“Potresti
portarmi fuori da Alexandria,
Onion? Devo fare una cosa” lo supplicò Eiko,
reggendosi a fatica in piedi.
“Aspetta,
ti aiuto io” disse il bambino
passandole un braccio per il collo. “Fuori
Alexandria?”
“Si”
rispose la ragazzina, in tono grave,
sforzandosi di camminare. Ogni passo era una fitta al piede destro.
Sperò fosse
solo una storta.
“D’accordo”
disse il ragazzino decidendo di
non indagare oltre. Era davvero strana, Eiko. Un momento prima allegra
e
sorridente, il momento dopo triste e pensierosa. Sapeva di essere in
larga
parte il responsabile del repentino cambiamento d’umore e se
ne dispiacque. Si
premurò di portarla fuori da Alexandria, attraversando la
piazzetta secondaria
del borgo. Oltrepassarono la soglia e si trovarono fuori, sul
grandissimo
altopiano che faceva da contorno alle montagne vermiglie al tramonto.
Davanti a
loro, solo il verde, immenso e sconfinato. Che terminava bruscamente in
uno
strapiombo, molti chilometri più avanti. Onion
pregò di non incappare in
qualche mostro, non sapendo che quello era proprio
l’obiettivo di Eiko. Non aveva
mai visto un mostro vero e proprio, ma da come gli altri ne parlavano
erano
delle creature spaventose, di ogni genere, forma e dimensione. Si
guardava
impaurito intorno, cercando di non far notare il tremolio della propria
mano ad
Eiko. Ma Eiko lo notò, e non disse niente, ed Onion la
ringraziò mentalmente
per questo. Non si incontravano tutti i giorni persone come lei. Era
unica. La
conosceva da qualche ora e già non poteva più
fare a meno di lei. Possedeva un
aura che attirava a sé le persone, ed aveva funzionato anche
con lui.
Era
stregato dalla piccola Eiko. Si sentiva
simile a lei. O forse…?
Un
sasso su cui inciampò gli fece perdere
il filo dei suoi pensieri. Eiko cadde vicino a lui, sulla gamba ferita.
“Ah”
si lamentò Eiko. “La gamba”
“Scusa”
sussurrò Onion aiutandola
nuovamente ad alzarsi.
Fu
in quel momento, il momento in cui le
mani dei due ragazzi si toccarono, che la terra cominciò a
tremare. Qualche
secondo dopo, un rombo, più vicino. Veniva dalle loro
spalle. Intimoriti, i due
bambini si voltarono. Quello che videro li spaventò a morte.
Onion urlò. Eiko
si limitò a sbarrare gli occhi.
Un
Grand Dragon si ergeva davanti a loro,
alto 3 metri, grosso e, da come guardava i due bambini, sicuramente affamato.
Eiko
non aveva idea di cosa ci facesse un
Grand Dragon sull’altopiano di Alexandria. Non potevano
fuggire… o meglio,
Onion poteva farlo, ma lei era condannata a restare lì, per
terra. A meno di
non infrangere la promessa fatta a Cid, Hilda, Garnet e Gidan.
Usare
i suoi poteri da sciamana, davanti ad
Onion. Era capace di farlo? Decise di si. Raccolse le energie
all’interno di
se, invocando Madein dal suo subconscio. Uno spirito, un amica. Mogu
era lì per
lei, avrebbe ucciso il Grand Dragon, ce la potevano fare.
Suonò il suo flauto
d’angelo, la bianca luce sacra di Madein li avvolse, lo spirito di materializzò, in loro soccorso.Guardò lo spirito, poi lasciò che la sua amica colpisse il
mostro provocandogli ingenti
danni. Onion guardava tutto, i suoi occhietti curiosi che sguazzavano
di qua e
di là per godersi tutti gli effetti di luce di quella
straordinaria creatura
che li avrebbe protetti. Ma cos'era quella strana "cosa" che aveva invocato Eiko?
Tuttavia
non bastò. La creatura si erse in
tutta la sua statura, un po’ affaticata. La
squadrò con il suo giallo occhio da
rettile. Poi colpì con le sue zanne.
Tre
delle zanne oltrepassarono il bacino di
Eiko, che si irrigidì, sconvolta da quell’attacco
micidiale. Si sentiva debolissima. La vista era annebbiata dalle sue stesse lacrime. Come
poteva
finire così? Era davvero tutto arrivato al capolinea?
Guardò in su, verso
Onion. Lo vide sofferente: le zanne avevano colpito anche lui, anche se
solo di
striscio. Nel volto aveva un espressione infuriata.
E
quando Eiko pensò che fosse davvero la
fine, una luce nera avvolse Onion. Un Bagliore circondò il
Grand Dragon, tutto
diventò nero, un esplosione uccise il mostro. La ragazzina
non sapeva come, ma
a quanto pare, Onion aveva lanciato un Ultima contro la bestia.
Stavolta
fu Eiko a guardare sconvolta il
bambino vicino a lei, stremato. Come aveva fatto ad usare la magia
nera? Non
era un mago nero, e nessun umano poteva utilizzare la magia nera. Ma
allora…
come aveva fatto??? Una fitta la riscosse dai suoi pensieri. Non le
importava.
Purtroppo
il mostro aveva lasciato solo
qualche misera pozione, non sufficiente a curare nessuno dei due.
Onion, stanco
e ferito, la aiutò, ancora una volta, a sollevarsi da terra.
Tutti e due
guardarono da lontano Alexandria, troppo lontana per i loro piedi. Si
rifugiarono invece in una grotta sulle montagne, a pochi metri da dove
si
trovavano ora.
Una
volta lì, stanchi e stremati, si
lasciarono cadere a terra. Si divisero le pozioni in parti eque e
bevvero. L’emorragia
di Eiko si fermò, ma la ferita era ancora aperta. Aveva
bisogno di cure, ed
anche urgenti. Onion non era da meno. Quella magia che aveva castato
poco prima
aveva preteso tutte le sue energie. E questo non sarebbe di certo
giovato alla
sua pronta guarigione.
Era
preoccupata per tutti e due, ma ancora
una volta decise di non farlo vedere. Come si ripeteva sempre, lei era
forte! Sorrise
a Onion, poi le forze la abbandonarono e si accasciò,
svenuta, sulla dura
roccia su cui erano poggiati. Qualche minuto dopo anche Onion svenne.
Ed
anche questo capitolo è andato… Eiko ed
Onion si sono messi nei guai seri stavolta… e ricordate che
io parlerò d tutta
la vita, quindi anche di ipotetiche MORTI… comunque,
cambiamo discorso.
Dovete
sapere che questo pomeriggio parto
per la Grecia (immaginatemi con la valigia in mano e la camicia
hawaiana), e,
siccome torno tra otto giorni, dovrete aspettare un po’ di
tempo per il settimo
capitolo… ragazzi, mi dispiace, specie per chi stava
cominciando ad essere
coinvolto dagli avvenimenti di questa interminabile fic .
Detto
ciò, annuncio Gaudium Magnum: Abemus Beta-Reader
(scusate il mio pessimo latino^^). Anche se l’ho trovato,
questo capitolo è
ancora mio di sana pianta, perché non sono riuscito a
contattarlo (forse è in
vacanza). Tuttavia, spero di contattarlo per i capitoli
successivi… incrociate
le dita (delle mani e dei piedi^^)…
Detto
ciò, rispondo alla recensione di
Nemeryal! Grazie, sono contento che la fic ti piaccia, e penso che in
questo
capitolo il mix degli stili si faccia sentire (non a caso, la prima
parte è più
descrittiva della seconda). Mi raccomando, recensisci anche questo
capitolo!!!
Ed
anche tutti voi, prendete esempio da
quella santa di Nemeryal… recensite!!! (o perlomeno,
leggete^^).
Ciao
a tutti e alla prossima!!