Harry non poteva crederci, quella sera gli erano stati svelati parecchi segreti.
L’uomo che pensava fosse un seguace di Voldemort,  che pensava  aveva tradito i suoi genitori in realtà era il suo padrino e gli aveva riservato un affetto che solo dei genitori potevano dare ai loro figli. Era i realtà un umile uomo che aveva perso 12 anni della sua vita in una misera cella per colpe non sue. Rivedeva sempre quel topo trasformarsi nel viscido uomo che aveva tradito i suoi genitori, i loro amici. Peter, un codardo Grifondoro, il cappello aveva sbagliato a smistarlo in quella casa, non era la sua, lui apparteneva a Serpeverde, sarebbe stato perfetto fra quelle serpi, pronti a tradire tutti per la loro gloria. Una rabbia s’impossessò nel petto di Harry, se il cappello l’avesse smistato in Serpeverde lui non avrebbe MAI fatto amicizia con suo padre, né con Sirius, né con Lupin, i suoi genitori sarebbero ancora vivi, l’avrebbero accompagnato ogni anno al binario 9 3|4, per Natale loro l’avrebbero aspettato e avrebbero fatto la tradizionale cena di famiglia, lui avrebbe potuto contemplare gli occhi verdi di sua madre, così simili a lui, anzi.. uguali, perlomeno e quello che gli dicono tutti. In Harry si accese una speranza, non era più solo, aveva Sirius che era la persona più simile ad un padre. Non sarebbe stato più solo, se ne sarebbe andato una volta per tutte da quell’orribile e monotona Privet Drive, lui sarebbe stato la sua famiglia, la famiglia che non aveva mai avuto, una famiglia non di sangue, ma per scelta. Quell’uomo aveva rischiato troppo per Harry, era scappato, si perché era finito in quella prigione ingiustamente, ma anche per Harry, per prendersi cura di lui. Stavano ritornando dalla Stamberga Strillante, lui, Sirius, Remus, Peter, Ron e Hermine, il caro Professor Piton era rimasto privo di sensi dentro, non che la cosa importasse ad Harry, anzi, sperava che rimanesse li per molto tempo, magari fino alla fine dell’anno scolastico, gli avrebbe dato una punizione esemplare, o forse peggio, l’espulsione, ma a Harry non interessava, aveva Sirius. Erano fuori, una folata di vento lo investì in pieno. Avevano fatto sedere Ron a terra, era esausto, Sirius gli aveva, non intenzionalmente, rotto la caviglia. I lamenti di Ron di sicuro si sentivano fino a Hogwarts e Hermione con molta pazienza cercava di tranquillizzarlo. Decise di andare dal suo padrino che guardava intensamente il castello.
“Sai che cosa significa? Consegnare Minus?” parlò Sirius.
“Che tu sarai libero”
“Una volta riconosciuta la mia innocenza …  se tu volessi una … una casa diversa …”
Tutto quelli aveva sperato prima si stava esaudendo.
“Cosa … vivere con te?”
“Certo, lo sapevo che non avresti voluto. Speravo solo che tu e tua sorella..”
Harry non riuscì a sentire il resto della frase, la vista si annebbiò, fu come se qualcuno gli avesse dato una botta in testa, cosa voleva dire “tu e tua sorella”?  Sarà uno scherzo, di pessimo gusto tra l’altro.
“Allora?” Black interruppe i suoi pensieri.
“Mia sorella …?”
“Alene. Harry stai bene? Perché sei diventato all’improvviso pallido? Gli è successo qualcosa?”
“Io..Ho una sorella?”