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Autore: Mconcy    23/06/2014    7 recensioni
Sono passati due mesi.
Due mesi da quando abbiamo sparso le sue ceneri.
Due mesi da quando ho deciso che sarei andato avanti e che l'avrei fatto per lei.

Ambientazione post-Allegiant.
Dal Capitolo 3:
"Christina, ti prego."
"Quattro..." prova a dire, ma la interrompo prima che eviti di nuovo la mia domanda.
"Devo sapere. Ti prego, dimmi la verità... Era lei?" la voce mi si incrina un poco. 
Christina mi guarda in modo indecifrabile. Non so cosa stia pensando, cosa stia provando. Registro solo la sua risposta, due lettere.
"Sì"
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Four/Quattro (Tobias), Tris, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fragili'
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Fragili

Capitolo 11






Le strade di Chicago non mi sono mai sembrate così lunghe. 

Non finiscono mai e c'è sempre un fastidioso semaforo che spunta fuori dal nulla e frena la mia corsa.

 

Sono impaziente ed elettrico. Devo assolutamente raggiungere Tris e devo dirle tutto.

Dirle che mi preoccupo per lei perché ancora ci tengo e perché non voglio perderla di nuovo. 

Dirle che mi ha risvegliato dal coma in cui ero caduto in questi tre anni, e che solo lei poteva farlo, perché il suo sguardo è unico e bellissimo.

 

Voglio dirle che mi è mancata più di quanto un essere umano possa comprendere e che non la lascerò andare un'altra volta. Mi prenderò cura di lei.

 

Ho talmente tante cose nella testa che non mi rendo conto di aver preso in pieno un paletto nel parcheggio di fronte al mio ufficio.

Sono arrivato. 

 

Scendo dalla macchina velocemente e con poca grazia notando qualche persona osservarmi basita. Ho appena distrutto il cofano della mia auto, ma non mi interessa.

 

Mi dirigo a passo spedito verso il palazzo di Tris. Appena giro l'angolo la vedo.

 

È intenta ad aprire il portone d'ingresso borbottando parole incomprensibili. Le si è incastrata la chiave nella serratura.

 

"Tris!"

 

Si gira di scatto verso di me e spalanca gli occhi. Si sbriga ad aprire il portone forzando un po' la serratura, così mi lancio in una corsa a perdifiato per raggiungerla.

 

Riesco ad infilare un piede proprio qualche secondo prima che il portone si chiuda ed entro nel palazzo senza più fiato.

 

"Tris! Aspetta!"

 

La vedo correre per le scale e la seguo. Col ritmo di quattro gradini a passo arrivo al corridoio di Tris e la afferro per un polso con un balzo felino.

 

"Tobias, lasciami."

La sua voce è ferma e bassa. Io tento di riprendere fiato e mi posiziono di fronte a lei impedendole di scappare ancora. 

Le lascio il polso come mi ha chiesto e mi appoggio al muro con una mano. 

Respiro pesantemente mentre dico ancora una volta il suo nome per farmi guardare negli occhi.

 

Lei alza lo sguardo e sgrana gli occhi.

"Che ti sei fatto?" mi chiede con una faccia tra il preoccupato e l'arrabbiato.

 

Mi rendo conto solo ora della condizione in cui mi sono presentato. 

Sono senza fiato, ho un sopracciglio spaccato e del sangue che continua ad uscire dalla ferita. Ho lo sguardo allucinato e i capelli probabilmente in una condizione pietosa.

 

Fantastico.

 

"Non è niente" dico scrollando il capo. 

Faccio per parlare di nuovo ma lei prende un fazzoletto dalla tasca della giacca e me lo porge con stizza.

 

"Tieni."

 

Rimango un attimo spiazzato dal suo gesto, poi prendo velocemente il fazzoletto e mi tampono la ferita, asciugandomi anche un po' il viso dal sangue.

 

"Tris, devo parlarti." dico dopo un po'. 

 

"Ti ho già detto che quello che faccio non sono più affari tuoi."

Assume di nuovo un tono freddo e distaccato. Quasi non mi guarda in faccia.

 

"Invece lo sono!" urlo io esasperato. 

Deve guardarmi, non può ignorarmi.

 

Lei si passa una mano fra i capelli, sospirando. Si sta trattenendo, ma io voglio che tiri fuori tutto quello che pensa.

 

"Non è di me che devi preoccuparti, ora."

 

"Ti riferisci a Christina?" le chiedo, diretto.

Lei mi guarda sorpresa. Forse non si aspettava che affrontassi così la questione. 

Esulto interiormente per essere riuscito a catturare il suo sguardo.

"Anche prima, nella sala riunioni. Tu stavi parlando di Christina, vero?" continuo io mettendomi il fazzoletto semi-insanguinato in tasca.

 

Tris sposta il peso da un piede all'altro e aggrotta la fronte. Si mordicchia il labbro valutando cosa dire. 

Alla fine decide di sputarmi in faccia la verità.

 

"D'accordo, vuoi parlarne a tutti i costi?" alza la voce fronteggiandomi. "Bene, okay. Sì, mi riferivo a Christina, la tua ragazza."

 

"Io e Chris-" provo a dire.

 

"Non dire cavolate, Tobias!" mi interrompe lei gridando. "Ti ho detto già che capisco la situazione, che sono contenta per voi e che non mi metterò in mezzo. Cosa vuoi da me adesso?"

È di nuovo sull'orlo delle lacrime.

 

"Voglio parlarti di noi." rispondo piano. La sua fragilità emotiva mi destabilizza.

 

Scuote la testa con vigore alla mia proposta.

"Forse tu non capisci che non voglio farlo. Io sto male, Tobias. Non riesco a starti accanto perché ogni volta che ti guardo penso che le cose sono cambiate e che non posso agire come vorrei!"

 

Mi muovo a disagio di fronte alla disperazione nella sua voce.

"Mi... mi dispiace per que-"

Mi ferma di nuovo.

"Non devi dispiacerti. È andata così, dovevo aspettarmelo."

 

Fissiamo entrambi lo sguardo sul pavimento. È un momento molto delicato e so che devo dirle una volta per tutte che non ho intenzione di abbandonarla ancora.

Lei prende un respiro e mi guarda con uno sguardo stanco.

"Senti, lascia perdere." inizia."Non ti sto accusando o giudicando, se è questo che pensi. Rispetto la tua decisione, ma vorrei che tu rispettassi la mia."

 

"Quale?" balbetto in preda al panico.

 

"Devi lasciarmi stare, Tobias. Non posso starti vicino, ho bisogno di riprendermi da questa situazione e devo occuparmi di alcune cose in Periferia." 

È seria. È stramaledettamente seria.

 

No, non posso farlo. Io non mi allontanerò da lei. Io ho bisogno di lei. Io la amo.

 

"Fallo per me." continua lei. "Fallo per il mio bene. Non farmi soffrire ancora."

 

Una fitta in pieno petto mi toglie il respiro. Non voglio farla soffrire, ma voglio starle vicino.

E lei deve capire. 

 

"Va via Tobias." 

 

Mi scansa e comincia ad armeggiare con le chiavi per aprire la porta di casa.

 

"Tris." la richiamo, ma lei mi ignora.

La raggiungo con due passi e le poso una mano sul braccio.

"Non posso starti lontano."

 

Continua a non guardarmi inserendo la chiave nella serratura, ma dal sussulto che ha avuto capisco che non è così indifferente come vuole far credere.

 

"Tris."

 

Gli occhi le si riempiono di lacrime mentre abbassa la maniglia e apre di poco la porta.

 

Non riesco più a controllarmi, così afferro a mia volta la maniglia e la tiro di nuovo verso di noi, richiudendo la porta.

 

Tris si gira e cerca di protestare, ma non le do il tempo di articolare una frase perché la attiro a me e immediatamente la bacio. 

 

Sento il rumore metallico delle chiavi di casa sua che cadono al suolo, mentre con delicatezza le accarezzo una guancia e continuo a baciarla dolcemente, con calma, per non perdermi nemmeno un attimo di quel momento. 

 

Mi stacco quasi subito, stordito dal suo sapore. La guardo negli occhi trovando tutto lo stupore e tutta l'intensità che devono esserci anche nei miei.

 

Ho agito d'impulso, senza pensare. 

E per una volta ne sono contento.

 

Rimaniamo lì a guardarci per qualche secondo, poi lei si allontana velocemente, riafferra le chiavi dal pavimento e si chiude dentro casa sbattendo velocemente la porta.

 

Silenzio.

 

Non so cosa pensare, ora. 

Rimango lì imbambolato.

Sento il mio corpo tremare mentre fisso la porta dietro la quale è sparita Tris.

 

Che cosa ho fatto?

Ho rovinato tutto?

 

Cerco di dare una risposta ai mille interrogativi che mi si affollano in testa. Mi ha respinto? L'ho spaventata?

 

Non riesco a pensare in questo momento, sono troppo confuso da tutte le emozioni che sembrano scorrermi nelle vene.

È stato tutto così veloce che mi gira la testa. O forse non è per questo.

 

Dopo tre anni, un bacio di Tris. 

Non ricordavo cosa mi provocasse.

I miei ricordi sono così insulsi al confronto. 

Devo essere impazzito perché, nonostante sia appena scappata via, mi viene da sorridere. E da piangere.

Non lo so, ho troppe emozioni da gestire ora.

 

All'improvviso sento un'altro rumore, una porta che si apre.

Non realizzo che la porta in questione è la stessa che si è chiusa qualche secondo fa, finché una figura bionda non esce fuori velocemente e mi butta le braccia al collo unendo le sue labbra con le mie.

 

Stringo immediatamente il suo corpo tra le mie braccia e rispondo con energia al suo bacio.

 

In questo momento non capisco più niente. Sono talmente felice e stordito ed euforico e vivo.

La sensazione delle sue labbra sulle mie è qualcosa di indescrivibile.

 

Tris si aggrappa a me con una forza incredibile e così faccio io, facendo però attenzione ai suoi lividi.

 

"Nemmeno io riesco a starti lontana..." mi sussurra tra un bacio e l'altro.

 

Sorrido sulla sua bocca e le accarezzo la schiena sopra la maglietta.

 

Barcolliamo dentro casa ancora allacciati mentre il bacio si fa più profondo e bisognoso.

Non riesco a staccarmi da lei nemmeno per un istante. Sento che il vuoto che questi tre anni hanno scavato dentro di me si sta riempiendo piano piano.

 

Non so come, ma urtiamo il divano cadendoci malamente sopra. Mi sistemo meglio per non pesarle addosso.

 

Devo riprendere fiato, così mi stacco malvolentieri da lei e prendo a baciarle lentamente la mandibola. La sento sospirare e stringermi più forte.

 

È solo a questo punto che realizzo cosa sta succedendo. Ci sono io e c'è Tris.

E non è uno dei tanti sogni che ho fatto qualche fortunata notte lontano dagli incubi durante questi tre anni.

Non è nemmeno un'allucinazione.

Tris è qui con me. È reale.

Posso sentire il suo cuore battere contro il mio. Lei non è morta.

 

"Mi sei mancato così tanto..." mi dice in un orecchio. La sua voce è talmente sincera da star male.

 

Non trattengo più quello che ho dentro e lo dico.

"Ti amo."

 

Quelle due parole liberano qualcosa dentro di me. Un'ondata di emozioni mi travolge con violenza facendomi rabbrividire.

 

La sento trattenere il respiro e mi rendo conto che lo sto facendo anche io. 

Mi alza il viso per guardarmi negli occhi.

 

"Dillo un'altra volta."

Una lacrime sfugge al suo controllo, rigandole il viso.

La asciugo con il pollice, sorridendo come non ho mai fatto in tutta la mia vita.

 

"Ti amo, Tris."

Mi sembra di rivivere quel momento di una vita fa, quando per la prima volta ha detto di amarmi.

Tris sorride a sua volta con gli occhi lucidi.

 

"Ti amo anche io." 

 

E a quel punto non c'è stato nient'altro.

Nient'altro che si possa dire a parole, perché un insieme di lettere non riuscirebbe ad esprimere nemmeno un infinitesimo di quello che ho provato.

Nient'altro. Solo io e lei. Insieme.

 

Fragili, ma invincibili.





NOTE FINALI:
Bene, eccoci qua. Spero di non avervi deluso con questo capitolo, perché sinceramente non ne sono soddisfatta.
L'ho modificato tante volte, ma niente... non mi piace :/
Grazie ancora a tutti quelli che seguono la storia! "Fragili" è entrata nelle Storie Popolari della sezione e sono contentissima!!! **
Alla prossima!

Mconcy
  
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