“È stato Kaulitz, vero?” domandò dopo alcuni minuti di silenzio.
Tom annuì e si appoggiò al cruscotto della macchina. “Credo di sì, quando torno in ufficio e studierò meglio il corpo saprò dirtelo con certezza. Ma posso metterci la mano sul fuoco, è stato lui, lo so. È il terzo omicidio in un mese. E ogni volta fa trovare qualcosa che lo identifichi, come un capello, una goccia di sangue, delle impronte digitali. È come se lo facesse apposta. Mi sta sfidando, Georg,” sospirò e poi un sorriso vittorioso si dipinse sul suo volto. “Ma ti assicuro, agente Listing, che alla fine prenderò anche lui.”