Fanfic su artisti musicali > Beatles
Segui la storia  |       
Autore: Vane Joe Armstrong    24/06/2014    1 recensioni
Avete mai pensato ad un modo per sconvolgere la vostra vita ? Ad un modo per allontanarvi un po’ dai problemi quotidiani ? O avete mai pensato, semplicemente a cambiare aria ? Bhè io si…ed è più o meno quello che sto facendo.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quando arrivai a casa,Jim e Jodie erano già tornati dal lavoro ed erano in cucina.
“Buongiorno,com’è andata a lavoro?” dissi entrando in cucina.
“Ciao Emm,è andata bene,e tu che hai fatto questa mattina ? “ disse Jodie.
“Niente di chè,sono andata sulla spiaggia e ho letto un po’”
“Hai conosciuto qualcuno ? “ Chiese Jim con un sorrisetto.
“Ehmm….bhè,in realtà si,ho conosciuto un ragazzo inglese,si chiama Paul.”
“Ooh e com’è ?” mi chiese Jodie sorridendo.
“E’ molto simpatico” dissi io,ricambiando il sorriso.
“Lei intendeva : è carino ?” disse Jim con un sorriso malizioso.
Arrossì alla sua domanda.
“Ehm…ehm..”
“Non metterla in imbarazzo Jim….sei sempre il solito” disse Jodie,in mia difesa.
“Ma no tranquilla,nessun imbarazzo,è solo che per ora non voglio pensare ad un ragazzo,solo ad amici..” dissi timidamente.
“Dai è pronto il pranzo,tutti a tavola” concluse Jim.
Pranzammo lentamente,chiacchierando del più e del meno e dopo aver finito aiutai Jodie nelle faccende domestiche.
Jim e Jodie andarono a riposarsi un po’,anche perché nel pomeriggio sarebbero dovuti tornare a lavoro.
Io,decisi di farmi una doccia e di riposarmi un po’. Entrai nella doccia e l’acqua tiepida cominciò a scorrere sulla mia pelle…iniziai a pensare,com’era mia abitudine,sotto la doccia.
Pensai  a come in un anno,la mia vita fosse cambiata radicalmente. Pensai inevitabilmente a lui,a quel tardo pomeriggio di Marzo. Rabbrividii a quel pensiero e una lacrima rigò il mio viso. Cercai di pensare ad altro,di distrarmi da quell’odioso ricordo,cercai di pensare a momenti felici e positivi dopo quel pomeriggio. Paul . Difficile da credere,ma quel ragazzo ,conosciuto in spiaggia era riuscito a farmi passare un paio d’ore di spensieratezza,a non farmi pensare a brutti ricordi…a farmi ridere. Pensai a quanto odiassi me stessa,per la mia personalità…la mia sensibilità,con la quale più volte mi ero scontrata. Ero una ragazza molto sensibile e ingenua,stavo male per le piccole cose e facevo attenzione a tutto…ai cambiamenti d’umore,ad una parola fuori luogo…ero un inguaribile osservatrice. Volevo cambiare,non volevo più essere la ragazzina ingenua e sensibile…volevo cambiare ma cambiare è difficile.
Avevo perdonato troppo spesso persone che non lo meritavano e mi chiedevo sempre,perché non riesco a lasciare le persone ? Perché,anche se mi fanno star male,riesco a perdonarle e non riesco a mandarle via ? Perché alla fine sono sempre gli altri che lasciano me ? Pensavo a questo…stupida ingenuità.
Abbandonai,finalmente quei brutti pensieri e uscii dalla doccia.
Pettinai i capelli ricci e li avvolsi in un asciugamano, per farli asciugare. Indossai un pantalone lungo fin sopra le caviglie, una canotta bianca e delle ballerine anch’esse bianche. Uscì dal bagno ed andai in camera mia,aprì la finestra per far arieggiare la stanza e lasciai che il sole illuminasse le pareti bianche della camera.
Mi stesi sul letto e continuai a leggere il libro che avevo iniziato sulla spiaggia. Mentre leggevo,mi addormentai con l’ausilio di Morfeo.
Mi svegliai di soprassalto un’ora dopo,Jim e Jodie erano già svegli e li sentivo ridere e parlare nel salotto.
Mi alzai dal letto e feci scivolare l’asciugamano dai miei capelli e successivamente raggiunsi Jim e Jodie nel salotto.
“Allora che hai intenzione di fare stasera ? “ mi chiese Jodie con un lieve sorriso.
“Credo che andrò a fare una passeggiata,voglio ammirare Zante di notte” dissi io ricambiando il sorriso.
“Mi raccomando,sta attenta e cerca di non perderti” disse,sarcasticamente Jim.
“Tranquillo,se mi perdo chiederò informazioni” dissi,facendogli una linguaccia.
“Noi tra non molto torneremo a lavoro,se all’ora di cena non siamo rientrati tu inizia senza di noi o se preferisci puoi mangiare qualcosa fuori” mi disse Jodie.
“Oh,certo,non ci sono problemi”
“Sai già per che ora rientrerai ? “ continuò Jodie.
“Ehm…sinceramente non saprei,non ho fatto nessun programma ancora”
“Nel caso rientrassi più tardi,ti lascio una copia delle chiavi di casa nell’ingresso”
“Va bene,grazie mille”
“Di niente piccola” disse Jodie amorevolmente.
“Direi che è ora di andare Jodie” disse Jim rivolgendo uno sguardo affettuoso alla compagna.
“Si,andiamo..Oh Emm sei hai qualche problema non esitare a chiamarci,ti ho lasciato tutti i numeri di telefono nell’ingresso” disse Jodie.
“Okay,grazie tante,ci vediamo più tardi” dissi con un sorriso.
“A presto e divertiti stasera” disse Jim chiudendo la porta dietro di sé.
Erano le cinque e mezza e decisi di prepararmi per uscire. Indossai una gonna aderente e stretta in vita,lunga fin sopra al ginocchio, una maglia bianca e delle scarpe nere con un tacco non molto alto.
Presi la borsa nella quale misi le chiavi,il portafoglio ei numeri di telefono che Jodie mi aveva premurosamente fornito. Lasciai,come sempre i capelli sciolti, misi un filo di matita nera sotto gli occhi e uscì di casa. Il sole non era ancora tramontato e illuminava le bianche case dell’isola. Le strade non erano molto affollate e caotiche,c’era un via vai di bambini che giocavano e di uomini e donne che svolgevano i loro,abituali e quotidiani doveri. L’aria era leggermente più fresca rispetto a quella della mattina e mi scompigliava i capelli ramati. Decisi di andare a vedere il porto della città,dato che non avevo ancora avuto modo di vederlo,e di mangiare qualcosa nel tardo pomeriggio.
La città non era molto grande e si affacciava su un piccolo porticciolo dove erano ormeggiate le barche dei pescatori locali. Il sole iniziò a calare insieme ai turisti di ritorno dal mare e una pace profonda si impadronì della città. La dorata luce tardo pomeridiana che si rifletteva sull’acqua del porto rendeva ancor più bello e suggestivo il paesaggio che mi trovavo ad osservare. Mentre contemplavo tutto ciò una voce mi fece sobbalzare e mi girai di scatto per vedere da chi provenisse . Era Paul,ancora una volta.
“Ciao”
“Oddio,mi hai spaventata” dissi io posando una mano sul cuore.
“Ops,scusami non volevo” disse lui dispiaciuto.
“ Tranquillo,niente di grave” lo tranquillizzai io.
“Che ci fai qui ? Mi stavi seguendo per caso” continuai io ridendo.
“No,non sono uno stolker…non ancora per lo meno,è solo che mi piace venire qui al tramonto” disse lui sorridendo.
“Oh capisco,sei di quel tipo”
“Che tipo ? “
“Romantico e sentimentale” dissi scherzando,facendogli gli occhi dolci.
“Si lo ammetto,sono un inguaribile romantico” disse lui arrossendo.
“Non c’è niente di male nell’esserlo” dissi con un lieve sorriso.
“ Eh…e tu che ci fai qui ?”
“Bhè sai…sono arrivata ieri e non ho avuto modo di fare un giro in città”
“ Se vuoi posso accompagnarti io” disse gentilmente lui.
“Ma…ma nemmeno ti conosco”
“Pff…se avessi voluto rapirti l’avrei già fatto,non ti pare ? E poi…andiamo,quando ti ricapita di passare una serata con Paul Mccartney ? Sono una rock star io” disse lui sorridendomi.
“Non saprei.. “
“Ti prego” disse lui facendomi gli occhi dolci.
“D’accordo,mi hai convinta,andiamo “rock star”,fatti perdonare per lo spavento” dissi io ridendo.
“Stai parlando con me,te lo ricordo,nel caso tu te lo fossi dimenticata”
“Chiedo umilmente scusa….rock star” dissi io burlandomi di lui.
Iniziammo a camminare,in questo modo,scherzando e ridendo.
“Ti porto prima a mangiare qualcosa e poi ti porterò in un posto”
“Ehm..d’accordo,è un posto segreto?”
“Diciamo di si” disse accennando un sorriso.
“Okay,adesso sono molto curiosa”
“Tu però non devi dirlo a nessuno”
“Va bene,ti prometto che non lo dirò a nessuno”
Mi portò in un locale e mi offrì gentilmente la cena. La serata si era movimentata,molte persone,infatti,affollavano i locali della città e le vie di quest’ultima erano luminose e gremite di uomini,donne e bambini di tutte le età.
“Okay,adesso possiamo andare,sta attenta a non perderti”
“Guarda che non sono una bambina” dissi io con una linguaccia.
“Per me lo sei” disse lui ridendo.
“Antipatico” mormorai io.
“Dobbiamo camminare un po’ ma ne varrà la pena,fidati”.
“Va bene,sono nelle tue mani”
Dopo aver camminato per dieci minuti abbondanti,arrivammo in una specie di parco che si estendeva su una montagna. Mi portò in una zona del parco in cui non c’erano molte luci e da dove si poteva ammirare gran parte dell’isola notturna. Il panorama era mozza fiato. La luna illuminava la serata ed il suo riflesso era visibile sulle tranquille onde del mare. La tranquillità e la pace di quel momento, di quel luogo e di quella atmosfera, potevano facilmente essere scambiate per paura,tanto era tale il silenzio intorno a noi.
Miriadi di luci popolavano e riempivano la città che osservavamo in lontananza.
“Allora,ti piace?” disse lui con un sorriso dolcissimo.
“E’ bellissimo…direi che ti sei fatto perdonare” dissi io ricambiando il sorriso e tornando a contemplare il panorama.
“Te l’avevo detto di fidarti”
“Già…è davvero un posto magnifico”
“Vieni qui” disse lui,indicandomi il posto accanto a lui sull’erba.
“Se ti stendi puoi vedere le stelle” disse lui sdraiandosi sul prato.
Lo imitai e wow…era indescrivibile,lontano dalle luci artificiali e dai rumori della città quel posto era davvero perfetto.
“Ci starei notte e giorno qui” dissi chiudendo gli occhi.
“Anche io…vengo spesso qui a vedere le stelle,è il posto ideale.”
Restammo così per circa mezz’ora che sembrò infinita. Poi mi resi conto che doveva essere abbastanza tardi e che dovevo tornare a casa.
“Non vorrei interrompere la tua quiete ma dovrei tornare a casa” dissi ridendo.
“Si,hai ragione si è fatto tardi,ti accompagno a casa” disse lui premurosamente.
“No,non ce n’è bisogno,tranquillo” dissi abbozzando un sorriso.
“Insisto,una ragazza non dovrebbe passeggiare da sola a quest’ora della notte”
“Va bene,se proprio insisti…però, dovrò ricredermi su di te,sei un vero gentlemen” dissi io spingendolo
“Avevi dubbi ?” rispose,ridendo anche lui.
“Ma stai zitto,andiamo” continuai io.
Mi accompagno fino alla porta di casa,le strade erano silenziose e tranquille,tutti dormivano nella quiete notturna.
“Grazie per avermi accompagnata e grazie per la splendida serata,sono stata davvero bene”
“Figurati,l’ho fatto con piacere” disse lui arrossendo.
“Buonanotte,ci vediamo” dissi io dandogli un bacio sulla guancia,facendolo arrossire ancora di più.
“Buonanotte” disse con quel suo dolce sorriso.
Entrai in casa e chiusi la porta alle mie spalle mentre Paul si allontanava.
 
 
Ciao a tutti,spero che questo capitolo vi piaccia,ci ho messo tutto il pomeriggio per scriverlo :’)
Grazie a tutti quelli che hanno recensito la storia e a quelli che la stanno seguendo.
A presto,baci Vane :3
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: Vane Joe Armstrong