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Autore: itkindaofhappened    24/06/2014    2 recensioni
Lei aveva sempre avuto un debole per quelli come lui, stronzi e arroganti, pensava che il suo amore l'avrebbe cambiato.
Ci aveva provato in tutti i modi, gli aveva fatto capire l'importanza dell' amicizia, gli aveva insegnato ad amare.
Lui aveva sempre avuto un debole per quelle come lei, libere e fragili, pensava che amandola avrebbe potuto redimersi.
Ci aveva provato in tutti i modi, l'aveva seguita, aveva trovato in lei un'amica, un'amante.
Poi, l'aveva fatta a pezzi.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Agrodolce.
Quando l'amore fa male.

 

DRINN DRINN DRINN DRINN

-"Qualcuno spenga quell fottuta sveglia, per l'amor del cielo!" Emily, la pacifica Emily, si era trasformata in una belva, mai e poi mai doveva essere svegliata in modo improvviso.
Chiara, da sotto le coperte, sbuffò e imprecò per la stupida canzoncina che era partita dopo il “drinn”
-"Sofia, se non la spegni, giuro che ti buttò il telefono dalla finestra." La ragazza, preoccupata per il suo nuovo Iphone, si affrettò a mettere in silenzioso il cellulare.
Pian piano tutte le ragazze si alzarono ed iniziarono a preparare le borse per l'allenamento.
-"Dio, non ci posso credere! Sono appena le sette e noi già dobbiamo andare in piscina, questo è l'inferno." Lara, una chioma indomabile al posto dei capelli, si era svegliata con la luna storta: non aveva dormito granchè, pensando all'episodio della sera precedente.

-"Vedo che siete tutte svegli e pimpanti." Sergio, in seguito a questa sua affermazione che trasudava ironia da tutte le parti, si beccò gli sguardi adirati di tutti i suoi atleti
-"Non una parola." Sibillò un adirato Esposito entrando nella sala per la colazione.
Era probabilmente quello che aveva dormito meno in assoluto: profonde occhiaie e capelli sparati in tutte le direzioni, era davvero uno spettacolo ridicolo.
-"Dormito male?" Lara, ovviamente, non intendeva seguire il suo consiglio.
Esposito le lanciò un'occhiata di fuoco ma non le rispose, troppo occupato a cercare di non inciampare nei suoi stessi piedi.
Simone arrivò subito dopo di lui e stampò un bacio sulla guancia della rossa che arrossì, tutti li stavano guardando.
Prese una mela e si sedette al tavolo, stessi posti della sera prima quindi Esposito era esattamente davanti a lei.
Il ragazzo non le rivolse nemmeno uno sguardo e iniziò a mangiare il panino con la nutella che si era fatto preparare da Chiara.
"Come fa a stare con uno come lui?" Si chiese una parte di lei.
"Come hai fatto a starci tu?" Rispose l'altra.

Quarantacinque minuti dopo, le due squadre erano arrivate alla piscina in cui si sarebbero allenate e ora, dopo essersi cambiate in pochi minuti, stavano osservando la vasca che era quasi totalmente occupata.
-"Sergio! Manuel! Ma siete davvero voi, quanto tempo è passato?" Un omone si avvicinò ai due allenatori, abbracciando entrambi.
Era calvo e già totalmente abbronzato, sul suo incarnato spiccavano due limpidi occhi azzurri.
"Deve essere l'allenatore della squadra che si allena qui." Pensò Lara, guardandolo incuriosita.
-"Andrea! Certo che non sei cambiato proprio per niente." Il nuovo allenatore doveva essere il più anziano tra i tre, eppure era quello che portava meglio gli anni.
-"Fra qualche minuto arriveranno anche i miei ragazzi, alcuni li conoscete già. Ah, non preoccupatevi, adesso finisce il nuoto libero e tutte le corsie saranno nostre."
Andrea sorrise raggiante ai due amici di lunga data, dicendo che avevano molte cose di cui parlare.
Come aveva detto, iniziarono ad arrivare altri nuotatori; tra di loro, Lara riconobbe Marco.
Si vergognava a chiamarlo, quindi decise di aspettare che fosse lui ad accorgersi che anche lei era lì.
-”Ehi, un attimo di attenzione. Questa sono le squadre di due miei cari amici, si alleneranno con noi per un po' di tempo. Trattateli bene, sono stato chiaro?” Gli atleti di Andrea si accorsero solo in quel momento degli altri nuotatori presenti e iniziarono a studiarli uno ad uno.
-”Lara!” Urlò Marco non appena ebbe visto la rossa.
Lei gli sorrise e lui le andò incontro, abbracciandola di slancio.
Rimasero abbracciati per un minuto, dondolandosi e sussurrandosi quanto l'uno fosse mancato all'altra.
Fu un colpo di tosse ad interromperli, Andrea li stava guardando.
Era furente.
Lara non capiva il motivo, era stato lui a mettere fine a tutto.
Marco lo guardò stranito, poi si girò verso Lara per chiederle spiegazioni, lei alzò le spalle come a dire “ehi, io non ne so niente”.
I due decisero di ignorare il biondo, soprattutto Lara che dopo la delusione della sera prima non lo voleva nemmeno vedere.
Gli allenatori fecero segno ai ragazzi di iniziare a fare stretching, avrebbero iniziato subito a lavorare duro.
-”Dobbiamo parlare.” Andrea si era piegato e aveva sussurrato queste due parole proprio vicino all'orecchio di Lara, il suo tono era minaccioso.
-”Non abbiamo nulla da dirci, non più.” Lo sguardo che le riservò il ragazzo la fece rabbrividire, era preoccupata ma anche troppo orgogliosa per soccombergli.
Poi, finalmente, iniziarono a nuotare.

L'allenamento passò in fretta tra battute e risate, era sempre bello, almeno questo era il pensiero di Lara, vedere le dinamiche di una squadra.
Vedere come ogni persona interagisse con l'altra e il tipo di rapporto che c'era fra queste.
La squadra di Marco era molto unita, si vedeva lontano un miglio.
Si aiutavano a vicenda, scherzavano tra di loro.
Tutto il contrario di quella di Lara, insomma.
Non le dispiaceva più di tanto comunque: lei aveva le sue quattro pazze con cui divertirsi, le bastavano.

 

Andarono tutti a pranzo assieme, Andrea aveva prenotato in uno dei ristoranti più carini della città.
Marco e Lara non avevano smesso nemmeno per un attimo di parlare fitti fitti, non si riusciva nemmeno a capire di cosa parlassero.
Sembravano discorsi che solo loro potevano capire.
Questo non andava bene ad Esposito che li aveva fissati dall'altro lato del tavolo, ignorando quasi completamente Chiara che invece cercava continuamente, e inutilmente, di attirare la sua attenzione.
Improvvisamente, probabilmente stanco di quella situazione, si alzò imprecando e uscì dal ristorante.
Disse di aver bisogno di una boccata d'aria fresca.
Lara riflesse a lungo prima di uscire anche lei, con la scusa di andare in bagno.
Voleva sapere quale fosse il problema di quel ragazzo e, soprattutto, era seriamente preoccupata per lui.
Non era più lo stesso arrogante, saccente e odioso ragazzo con cui litigava un giorno sì e l'altro pure.
Era diventato totalmente apatico, se non in qualche rara occasione.

Uscì dalla porta nel retro e si trovò in un piccolo cortile.
Esposito era di spalle, osservava un piccolo pettirosso che non riusciva a spiccare il volo.
-”Sapevo saresti venuta” disse spezzando il silenzio.
-”Sono diventata così prevedibile, eh?” cercò di sdrammatizzare la situazione.
-”No, ho solo imparato a conoscerti” sussurrò con una nota di dispiacere.
-”Io invece non sono riuscita a decifrarti nemmeno per metà” si era spostata e si era messa davanti a lui.
Le iridi blu del ragazzo scattarono dal pettirosso agli occhi verdi di Lara.
-”Allora ti sarà ancora più difficile riuscirmi a decifrare dopo questo.”
Poi la baciò, a stampo.
Fu breve e senza alcun senso.
Il tempo di poggiare le sue labbra su quella della ragazza e si era già staccato, si era già allontanato.
Lara rimase immobile, le dita erano state portate alle labbra, a sfiorare il punto in cui il bacio sembrava bruciare di più.

 


 

  
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