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Autore: Robigna88    25/06/2014    1 recensioni
Harvey Specter è il mediatore più brillante di New York.
Lisa Sullivan è una donna comune con qualche segreto e molte difficoltà.
Cosa succede se Harvey incontra Lisa?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harvey Reginald Specter, Mike Ross, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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So che è passato tanto tempo dall'ultima volta che ho aggiornato questa storia ma l'ispirazione mi aveva abbandonata :( ora è tornata :) Buona lettura, Roby.

New York New York


CAPITOLO 1





Lisa si rigirò un’altra volta nel letto. Guardò la sveglia sul comodino e sospirò; segnava le 4.45 e per quanto volesse riuscire a dormire almeno un’altra ora, decise che era giunto il momento di alzarsi.

Non avrebbe comunque chiuso occhio, i pensieri che le frullavano in testa erano troppi, quindi tanto valeva iniziare la sua giornata. Si alzò lentamente, e aprì poco gli infissi, più per abitudine che per altro. Si infilò velocemente sotto la doccia e indossò la sua tuta da ginnastica. Era vecchiotta, pensò ma in fondo lei la indossava raramente. Fermò i capelli in una disordinata coda di cavallo e si accertò di non aver svegliato Bruno.

Prese il guinzaglio di Rufus, che scodinzolava felice guardandola come in attesa, e lo agganciò al collare insieme alle chiavi di casa. Uscì richiudendosi lentamente la porta alle spalle e fece un grosso respiro inalando l’aria gelida di New York. Il sole stava lentamente sorgendo e lei si sentiva come in trappola.

«Andiamo Rufus» disse al suo amico a quattro zampe. Il cane la seguì giù per i tre gradini che li separavano dalla strada e tenne il ritmo come meglio poteva quando lei iniziò a correre.



*****



Harvey Specter si fermò per bere un sorso d’acqua dalla fontana al parco. Roteò il collo per due volte, come per sciogliere la tensione e si fermò ad ammirare la città. Quell’ora del mattino era l’ideale per fare una corsetta; poca gente in giro, un relativo silenzio e soprattutto nessuna fila al suo chiosco di caffè preferito.

Sorrise arricciando poco la bocca, come era solito fare. Viveva una bella vita; successo, donne, soldi e un lavoro che amava e che dopo tanti anni era ancora capace di dargli quelle scariche di adrenalina che lui riteneva fondamentali per sentirsi vivo.

Senza che se ne rendesse conto il suo pensiero volò a quella donna bella e con gli occhi tristi che la sera prima gli aveva servito da bere e gli aveva dato il ben servito. Non era mai successo e il fatto che quella Lisa lo avesse respinto lo intrigava incredibilmente. Aveva fatto quattro chiacchiere con quel Jacob Mayer alla fine, e, con i suoi modi, la storia delle mance era stata risolta completamente. In più Lisa avrebbe ricevuto una piccola sorpresa al suo rientro al lavoro. Una sorpresa che, Harvey sperava, le avrebbe fatto piacere.

Sospirò guardando in basso e il sorriso si allargò sul suo volto. «Ciao amico» disse piegandosi sulle ginocchia e facendo scorrere la sua mano sul pelo dorato del cane. «Ti sei perso?»

«No, è solo molto disubbidiente.» sentì dire.

L’uomo alzò gli occhi e corrugò per un attimo la fronte prima di rimettersi in piedi. Lisa se ne stava di fronte a lui, il viso arrossato, le labbra rosate dischiuse. Sembrava avesse corso per ore, ma era comunque bella come la ricordava. «La vita è proprio strana…» sussurrò.

«Mi dispiace per Rufus,» rispose lei prendendolo delicatamente per il collare «tecnicamente dovrebbe essere addestrato ad ascoltarmi quando gli dico di non fare una cosa. Ma temo che abbia passato troppo tempo con Bruno. Dopotutto sta a casa con lui più di quanto ci stia con me, è normale che obbedisca più a lui che a me oramai.»

Harvey deglutì mettendo le mani nelle tasche dei suoi pantaloni sportivi. Bruno… ecco perchè aveva rifiutato le sue avance, c’era già qualcuno nella sua vita. «Bruno?» chiese. E non si rese neppure conto di aver parlato.

Lei annuì distratta passandosi una mano sui capelli legati «Si. Bruno è mio zio. Vive con me e Rufus.»

Lui annuì poco. «Lisa, Bruno… qualcosa mi dice che tu non sei propriamente americana.»

«Wow!» esclamò Lisa riagganciando il guinzaglio al collare del cane «Sei davvero sveglio.» Il suo tono era sarcastico e Harvey non poté fare a meno di sorridere. «Devo andare ora.» aggiunse lei «Ehm… mi dispiace per ieri sera. Hai provato ad essere gentile con me ed io sono stata scortese. Ma avevo avuto una brutta serata. Non che questo giustifichi il mio comportamento, tu non c’entravi nulla anche se ti ho accusato del contrario. È solo che… Mi dispiace. Ecco tutto.» abbozzò un sorriso e sulle sue guance spuntarono due deliziose fossette. Harvey piegò poco il capo, trattenendo la voglia di alzare la mano e accarezzarle il viso.

Che diavolo gli stava succedendo? «Non importa» le disse «lo capisco»

Lisa annuì e si schiarì la voce «Beh, ci vediamo in giro allora. Anche se dubito fortemente che, a parte questo parco forse, io e te frequentiamo gli stessi posti.»

L’uomo fece spallucce indietreggiando di qualche passo «Io invece credo che ci rivedremo molto presto.» le disse prima di voltarsi e riprendere la sua corsetta, stavolta verso casa.



*****



Lisa entrò dentro il locale sicura che quello sarebbe stato un giorno infernale. I piedi le facevano male dentro quelle scomode scarpe che Jacob costringeva tutte ad indossare e si sentiva talmente stanca da riuscire a malapena a tenere gli occhi aperti. Sbadigliò troppo esausta per coprirsi la bocca con la mano, ma tanto non c’era ancora nessuno, e raggiunse gli armadietti dalla parte opposta della sala. Posò le sue cose ordinatamente e spense il cellulare prima di indossare il grembiule.

Si voltò per tornare in sala e sobbalzò ritrovandosi Jacob davanti. «Cazzo!» esclamò. Si coprì la bocca con la mano e scosse il capo cercando di riprendere il controllo «Mi scusi, mi ha spaventata.»

L’uomo sospirò e allungò la mano verso di lei. Le porse cinquecento dollari e rimise il resto delle banconote in tasca prima di parlare «Ecco le tue mance di ieri.» Le disse «E congratulazioni, ho appena deciso di darti un aumento. Avrai seicento dollari in più a partire dal prossimo stipendio.»

«Non capisco» mormorò lei sorpresa «ieri non voleva neppure darmi le mance e ora mi sta persino dando un aumento. Si sente bene?»

«Sto benissimo.» rispose l’uomo rude «E ora inizia a lavorare.»

Lisa lo guardò allontanarsi e sospirò guardando i soldi stretti nella sua mano. Non si sarebbe di certo lamentata, ma tutto sembrava fin troppo strano. Decisamente sospetto. Mise le banconote in tasca decidendo che ci avrebbe pensato dopo, in quel momento non ne aveva il tempo. Raggiunse la sala, che come per magia si era riempita di gente, e si avvicinò ad un tavolo per prendere la prima ordinazione della serata.

«Salve, sono Lisa e mi occuperò di lei stasera. Cosa posso portarle?»

La donna, una mora con due occhi azzurri da gatta, guardò il suo riflesso nello specchietto da borsa e scosse il capo «Sto aspettando qualcuno. Non sono ancora pronta ad ordinare.»

«Okay allora. Tornerò quando la persona che aspetta sarà arrivata.»

«È arrivata!» esclamò una voce dietro di lei.

Lisa sobbalzò appena, guardò l’uomo prendere posto e sorridere alla donna di fronte e annuì impercettibilmente cercando di ignorare l’incontrollabile senso di disappunto che provava. «Bene!» esclamò «Cosa posso portarvi?»

Harvey sorrise «Ci affidiamo a te, Lisa.» le disse. «Ti avevo detto che ci saremmo rivisti presto o no?»

«Si.» mormorò lei «Vado a prendervi dei drink, signore. Torno subito.»

L’uomo la guardò allontanarsi, concentrandosi solo su di lei, su quell’incedere sicuro ma stanco. Solo quando la sua compagnia gli toccò la mano si ricordò di non essere solo. Sfoderò il suo miglior sorriso e le disse quello che diceva quasi ad ogni donna. «Sei molto bella stasera.»



*****



Lisa si coprì un orecchio con la mano e poggiò la cornetta sull’altro. Non riuscì a capire benissimo quello che le stavano dicendo ma una cosa l’aveva capita chiaramente: NYC Central Hospital.

Lasciò cadere la cornetta che penzolò fino a sfiorare il pavimento e corse fuori dal locale togliendosi il grembiule e lasciandolo cadere per terra.

Harvey stava ancora sorseggiando il suo drink quando la vide uscire fuori dal bar con tanta fretta. Si guardò intorno cercando di capire cosa fosse successo ma tutto quello che vide furono una serie di occhi perplessi che ben presto tornarono a concentrarsi sui bicchieri. Si alzò, chiedendo scusa alla sua “amica” e si avvicinò ad un’altra cameriera che aveva appena rimesso a posto il telefono «Cos’è successo a Lisa?»

Lei fece spallucce «Non lo so con precisione, ma pare che qualcuno sia finito in ospedale. Credo si tratti di suo zio.»

«Quale ospedale?»

«Non lo so davvero, mi dispiace.»

Harvey sospirò e tirò fuori dalla tasca una banconota da cento dollari. La diede alla cameriera e sorrise «Ti dispiace recuperare la roba di Lisa per me? Il suo cellulare, la sua borsa, qualunque cosa abbia dimenticato nella fretta.»

«Si, certamente» rispose lei infilandosi la banconota in tasca. «Torno subito.»

Harvey mise le mani in tasca e raggiunse il tavolo al quale la “sua donna” lo stava aspettando «Mi dispiace dolcezza. Ma dobbiamo rimandare la nostra serata. Ho una cosa molto importante di cui occuparmi.» le disse. Prese il cellulare dalla tasca e compose rapidamente un numero. «Donna!» esclamò «Ho bisogno che chiami tutti gli ospedali della città. Voglio sapere dove si trova un uomo di nome Bruno.» riattaccò senza aspettare risposta e sorrise al suo “appuntamento” mentre usciva dal bar con le cose di Lisa strette tra le mani.

   
 
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