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Autore: Minori Kuscieda    25/06/2014    4 recensioni
Il Regno di Sol e il Regno di Fa sono l’uno contro l’altro.
Nel primo, dopo la morte del Re, il Principe è salito al trono ancora molto giovane.
Ma lo zio, invidioso del suo potere, lo accusa ingiustamente, riuscendo a cacciarlo dal Regno.
Prende così il suo posto, iniziando a governare con il pugno di ferro…
Nel secondo la Principessa è stata data in sposa ad un ragazzo di una famiglia nobile, che lei non ama.
Inizia ad odiare il padre e tutto quello che lo riguarda, così decide di scappare…
Un giorno incontra il suo Principe Azzurro, e…
Un amore impossibile, ostacolato dalla lotta tra due Regni.
Uno zio da spodestare e un trono da riconquistare.
Due popoli in subbuglio e la guerra che avanza.
Riusciranno il Principe Leon e la Principessa Violetta a riportare la pace?
[Leonetta, Diemilla, Naxi, Marcesca e accenni DjxCami]
Spero di avervi incuriositi!
DEDICATA A: Julia Duchannes, ali_01 e Camy_Love00 e a tutti quelli che continuano a seguire me e le mie storie!
P.S. Ringrazio Niley Story (MagicGirl96) per il banner della storia! Grazie a te e a tutti, davvero.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Diego, Gregorio, Leon, Violetta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Credi nel destino? Bacio sotto le stelle.

<< Ecco, >> continuò Matias, quando la Regina gli fece segno di continuare << non so se lei sa in che condizioni versa ora il nostro Regno. >>
<< Mi è arrivata voce. >>
<< Allora le risparmio il resoconto. >>
<< Quindi mi dica perché siete venuti qui. >>
Matias guardò Maria, era per il suo bene se era arrivato fino li.
<< Vede Regina, questa bambina non è nostra figlia ne nostra parente. L’abbiamo trovata in una cella quando hanno rinchiuso anche me e mia moglie. Era sola, indifesa. Ce ne siamo presi cura noi fino a quando abbiamo potuto, ma noi due non siamo ricchi, siamo solo dei poveri contadini che hanno perso tutto. Non potremmo dare nulla a questa bambina anche volendo, se non l’amore. Ma questo non basterà di certo a farla crescere, lei lo saprà. >>
La Regina sorrise: certo che lo sapeva, aveva avuto anche lei una figlia. Già, sua figlia. Le venne da pensare a Violetta, la sua bambina. Gli occhi le si riempirono di lacrime e nella gola aveva un nodo di dolore che voleva solo tirare fuori…
<< Regina si sente bene? >> Chiese Jackie, preoccupata
<< S-si, scusate. Mi è andato solo qualcosa nell’occhio. >> Rispose, passandosi un dito sull’occhio umido << Continuando il discorso di prima…si, capisco quello che volete dire. >>
<< Noi ci chiedevamo se lei, in veste di Regina, potrebbe prendersi cura di questa bambina. >>
Angie guardò la causa della conversazione e sorrise.
<< Come si chiama? >>
<< Maria. >>
A sentire quel nome Angie si richiuse nelle spalle. Maria, come la sorella. Quella sorella che la morte le aveva portato via troppo presto. Guardò bene quella bambina, i cui occhi color ghiaccio si incontrarono con i suoi. Ecco perché riusciva a fidarsi così tanto di quella bambina.
Maria, la sua amata sorella maggiore, era morta quando lei aveva solo otto anni. La sorella ne aveva sedici a quei tempi e, se solo la tragedia non fosse avvenuta, ne avrebbe compiuti diciassette poco dopo.
Ma, quella notte, il fato aveva deciso per lei. E aveva deciso di strapparla alle braccia della vita per farla morire prima del tempo. Maria era sempre stata una ragazza che amava la natura, le piaceva stare fuori dal castello, girare per le stradine del paese per vedere tutte quelle persone che lavoravano per la buona riuscita del regno di Fa. Aveva trovato un ragazzo, figlio secondogenito di un Re che veniva da un altro regno, e si era innamorato di quel giovane così a modo, con la testa sulle spalle.
E anche quel giovane l’amava come non aveva amato nessuno altro. Un’imboscata, quella notte, aveva stroncato la vita di una giovane, e rovinato la vita del ragazzo. La carrozza era caduta in un burrone, si era sfasciata a contatto con il suolo e non c’era stato nulla da fare, la ragazza era morta sul colpo, insieme al cocchiere. I colpevoli erano scappati senza lasciare traccia e nessuno li aveva più trovati. Le ricerche erano state inutili, e nessuno aveva pagato per quelle due vite scomparse. Ma come si può ripagare una vita? Era stato inutile; la famiglia dei Saramego, duchi molto potenti nel Regno, strettamente legati alla Famiglia reale dei Castillo, si erano ripresi molto lentamente da quel lutto.
Ecco perché, per la figlia minore Angie, avevano voluto il meglio. E il meglio era arrivato quando Angie aveva incontrato German, principe del Regno, e si erano innamorati. Il matrimonio era arrivato dopo, quando lei aveva diciotto anni e lui quasi venti.
Poi, quando era arrivata Violetta, il re e la regina non avrebbero permesso a nessuno di rovinarle la vita come avevano fatto con Maria. Ecco perché la ragazza veniva tenuta come in gabbia, non le era permesso di conoscere ragazzi, almeno fino a quando lei non era scappata.
La regina si alzò dalla sedia e sporse la mano verso la bambina.
<< Allora Maria, vuoi vedere la cameretta dove dormirai adesso che abiti qui? >>
Maria stinse la mano alla regina ma, prima di scendere dalla sedia si voltò a guardare Matias e Jackie, che le fecero segno di seguire la donna. Lei obbedì e, mentre la vedevano allontanarsi, i due si stinsero in un abbraccio di conforto per non scoppiare a piangere.
<< Andiamo voi due, cosa aspettate? >> La regina si votò per guardarli << Voi non potete certo passare la notte sotto le stelle, venite con me. >>
 
Seduti tutti insieme al tavolo, con una cartina geografica nel centro, stavano cercando di ideare un piano per raggiungere il Regno di Sol per liberare il trono e farci tornare Leon.
<< Potremmo… >> Iniziò Dj << …no, non funzionerebbe. >>
<< Ho un’idea! >> Esclamò Maxi
<< Parla. >> Disse Leon, quasi sbuffando
<< Potremmo entrare nel regno di Sol, senza sotterfugi o altro, convincere tutti i contadini a schierarsi dalla nostra parte, andare sotto il castello e sfidare tuo zio! >>
<< Si, e come minimo farci tagliare la testa! >> Ribatté Leon
<< Maxi io non credo che Gregorio sia così stupido. >>
<< Camilla ha ragione. Mio zio è tutto tranne che ingenuo. Come minimo ci schiererà contro tutto l’esercito. >>
<< A questo non avevo pensato. >> Ammise Maxi
<< Dovremmo trovare il punto debole di tuo zio. Riuscire ad attaccarlo sfruttando le sue debolezze. >> Propose Violetta
<< Non sarebbe male come idea. >> Confermò Beto
<< Ma…io non saprei proprio quale potrebbe essere il punto debole di mio zio. >>
<< Non per forza un punto debole, anche un avvenimento passato che potremmo usare per fargli abbassare la guardia, per così dire. >> Disse l’uomo
<< Davvero, non lo so. Così su due piedi non mi viene nulla in mente, dovrei pensarci un po’. >>
<< Facciamo così. >> Iniziò Maxi << Tu pensaci, noi intanto iniziamo a occuparci della cena visto che inizio ad avere fame! >> Proseguì, strofinando la mano sulla pancia facendo ridere tutti.
 
Quella sera, seduto davanti a casa a guardare le stelle, Leon pensò e ripensò a quello che avevano detto Violetta e Beto. “Un punto debole, qualcosa che gli faccia abbassare la guardia.”
Si, ma cosa? Non conosceva bene suo zio. Il padre però una volta gli aveva detto che non era stato sempre così cattivo, spregevole. Affermava che fino ai vent’anni era rimasto un ragazzo buono, disponibile, gentile. Fino ad una notte che gli aveva rovinato la vita. Ma lui non aveva saputo cosa era accaduto di preciso, sapeva solo che era avvenuto tutto il un incidente in cui lo zio era rimasto coinvolto insieme ad altre due persone, lui per fortuna sopravvissuto.
Ad un tratto la porta di casa si aprì: era Violetta che, con una coperta in mano, si sedette accanto a Leon.
<< Tieni, >> Disse porgendo l’oggetto << mettiamolo sulle spalle. >>
Leon sorrise e prese la coperta, la aprì e la sistemo prima intorno a Violetta e poi sulle sue spalle.
Rimasero in silenzio per un po’. << Belle le stelle eh? >> Ammise Violetta, guardando il cielo
<< Già. Il cielo di notte mi tranquillizza. >>
Rimasero in silenzio ancora per molto. Volevano dire qualcosa ma nessuno dei due sapeva cosa.
Violetta guardò in basso le mani di Leon che venivano sfregate l’una contro l’altra, risalì lungo le braccia che lasciavano intravedere dei muscoli e arrivò al petto, forte e sicuro. Poi risalì lungo il collo e arrivò al viso. Fu allora che vide quegli occhi verdi meravigliosi che la guardavano.
<< P-perché mi guardi? >> Chiede Violetta imbarazzata, abbassando lo sguardo
<< Sai che sei davvero bella? >>
A quelle parole Violetta arrossì e si nascose il viso tra le mani.
<< Ho detto qualcosa che non dovevo dire? >>
<< Io…t-tu…no. È che nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere. >>
<< Davvero? Si vede che non apprezzano una bellezza come la tua. >>
<< G-grazie. >> Violetta sorrise a Leon che ricambiò
<< Senti Violetta, come mai tuo padre vuole farti sposare Diego? >>
<< Bella domanda. >> La ragazza sorrise tristemente << Quando gliel’ho chiesto mi ha risposto che lo faceva per il mio bene. Ma non credo sia davvero così. >>
<< E tu cosa credi? >>
<< Che lo faccia per quello che è accaduto a mia zia. >>
<< Tua zia? >>
<< Si, mia zia Maria Saramego, la sorella di mia madre. È morta quando aveva sedici anni, una notte per colpa di un incidente in carrozza. Erano in tre: il cocchiere, mia zia e un ragazzo che non so bene chi fosse. Comunque so che era molto legato alla zia e aveva circa la sua età, o un anno in più. Nell’incidente mia zia e il cocchiere non ce l’hanno fatta, mentre il ragazzo si è salvato. >>
<< E il colpevole? >>
<< Mai trovato, purtroppo. Comunque mio nonno materno ha sempre dato la colpa al ragazzo e alla sua famiglia, non so perché. Per mia mamma ha sempre voluto il meglio, facendola sposare con quello che ora è mio padre, e per me la stessa cosa…matrimonio combinato. Per evitare che succeda qualcosa anche a me. >>
<< Ma tu non ami Diego, vero? >>
Violetta negò con la testa e strinse la gambe al petto, poggiando il mento sulle ginocchia.
Leon ritornò a guardare il cielo e le stelle. Poi corrugò la fronte, ripercorrendo con la mente la storia che Violetta gli aveva raccontato. C’erano alcune cose che sembravano più che semplici coincidenze. Tre persone. Una notte orribile. Un incidente. Solo il ragazzo sopravvissuto.
<< Violetta, >> Leon chiamò la ragazza << non mi sai dire come si chiamava lui? >>
<< No, mi dispiace. So solo che non era del mio Regno e che era figlio secondogenito di un Re. >>
Leon ci pensò un po’ su. << Mio zio. >> Disse infine, senza staccare gli occhi dal cielo.
<< Cosa? >> La principessa lo guardò, confusa
<< Mio zio. Quel ragazzo che si è salvato era mio zio! Ecco perché ora è così cambiato: la vita gli ha portato via l’amore della sua vita prima del tempo! >>
<< Mia zia Maria. >> Disse Violetta
<< Esatto! Violetta, >> Leon si alzò di scatto << abbiamo trovato il modo di mettere fuori gioco mio zio. >> Disse afferrandole la mano che lei le porgeva per alzarla
Fu così che i loro occhi si incrociarono.
<< È strano vedere come le nostre famiglie siano così legate. >> Disse Leon, senza smettere di guardare la ragazza
<< G-già. >> Ammise lei, rossa in viso
<< Credi nel destino Violetta? >> Disse lui alzandole il viso con una mano sotto il mento per farsi guardare
<< Io…non lo so. Ma so per certo di credere nel principe azzurro. >>
<< Davvero? Ma il principe azzurro che viene mandato dal destino? >>
<< F-forse si. >>
<< Forse? >>
Violetta guardò dritto negli occhi Leon e sorrise.
<< Ci credo. >>
Leon sorrise e, spostando la mano sulla guancia della ragazza, avvicinò il suo viso a quella della principessa. Violetta chiuse gli occhi e rimase immobile, ma quando sentì le labbra del ragazzo posarsi delle sue avvicinò il suo esile corpo a quello del principe e si strinse a lui, ricambiando il bacio.
<< Dovremmo entrare e dire quello che abbiamo scoperto? >> Disse Violetta quando si divisero
<< Mmmh…dai, andiamo. >>
Leon prese la mano di Violetta e entrarono in casa.
 
Quella notte successo di nuovo. Quello che era accaduto all’interno della cella quando erano rinchiusi ancora nel Regno di Sol.
Matias, Jackie e Angie videro Maria aprire gli occhi.
<< Le Terre di Nessuno nascondono, ma non ancora per molto. Presto qualcuno li troverà, principe e principessa insieme. >> E poi tornò a dormire.
 
<< Ne sono convinto! >> Era da poco passata l’alba, German correva verso la porta principale del castello
<< Mi ascolti sire, >> Roberto, il consigliere, si aggiustò gli occhialini sul naso << non prendiamo decisioni affrettate. >>
<< Fai silenzio tu se non vuoi che ti licenzi! >> Continuando a camminare a passo svelto, German fece segno ad una guardia messaggera di avvicinarsi.
<< Tu, >> Disse quando si ritrovò faccia a faccia con il tipo << corri alla Locanda del Sole e porta questa lettera a Diego Dominguez. >>
<< Corro sire. >>
L’uomo si allontanò e Roberto guardò il Re.
<< Sire, davvero vuole questo? >>
<< Violetta deve tornare a casa, costi quel che costi. Solo al pensiero che si trovi con quel Vargas mi fa salire la rabbia. Sicuramente quel ragazzo c’entra qualcosa con la sua fuga, e se solo le ha provato a torcere un capello se la vedrà con me, lui e la sua famiglia. Ah Roberto…invia una lettera al regno di Sol. È il momento di risolvere dei conti in sospeso. >>
 
*Angolo Autrice*
Buongiorno lettrici/ori :D
Vi piace questo capitolo ricco di novità e scoperte? A me si, soprattutto la parte del bacio Leonetta *^*
Finalmente ora i due ragazzi hanno scoperto di amarsi e, rullo di tamburi, che le loro famiglie erano strettamente collegate tramite Maria e Gregorio. Chi l’avrebbe mai detto che da giovane Gregory (?) fosse stato un uomo capace di innamorarsi u.u
E ora più nessuno riuscirà a fermare German che, addirittura, ha deciso di sfidare il Regno di Sol.
Chissà cosa accadrà ora…la guerra è vicina? Diego troverà Violetta? Lo scopriremo nei prossimi capitoli! Alla prossima e grazie a tutti, Minori c: 

 
  
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