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Autore: Mconcy    25/06/2014    8 recensioni
Sono passati due mesi.
Due mesi da quando abbiamo sparso le sue ceneri.
Due mesi da quando ho deciso che sarei andato avanti e che l'avrei fatto per lei.

Ambientazione post-Allegiant.
Dal Capitolo 3:
"Christina, ti prego."
"Quattro..." prova a dire, ma la interrompo prima che eviti di nuovo la mia domanda.
"Devo sapere. Ti prego, dimmi la verità... Era lei?" la voce mi si incrina un poco. 
Christina mi guarda in modo indecifrabile. Non so cosa stia pensando, cosa stia provando. Registro solo la sua risposta, due lettere.
"Sì"
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Four/Quattro (Tobias), Tris, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fragili'
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Fragili

Capitolo 12






"Tobias..." 
Quello di Tris è solo un basso mugolio, ma che mi scuote nel profondo.

Do un'occhiata alla finestra e noto che il sole si sta lentamente immergendo nella palude ormai bonificata. Un'intensa luce rossa illumina il profilo di Tris.

Ci siamo rannicchiati sotto le coperte del suo letto. 
Si era addormentata vicino a me, sul divano, così ho deciso di portarla in camera sua. Dopo averla presa in braccio l'ho adagiata sul letto, per poi tornare a sdraiarmi vicino a lei e tenerla stretta.

Forse ha dormito per qualche ora. 
Io no, affatto. 
Sono rimasto a guardare alternativamente lei e il soffitto, pensando a quanto può essere imprevedibile la vita.

Ora che si è svegliata sta letteralmente strusciando il suo viso contro il mio petto nudo. 
La stringo un po' di più passandole un braccio intorno alle spalle.

"Sei tra noi, Tris?" le chiedo sorridendo.
Lei ridacchia un po'

"Ero stanchissima... Non ho dormito molto queste notti."

"Tranquilla, dormi pure quanto vuoi, mi piace sentirti russare..." la prendo in giro. Sono palesemente di buonumore e non ci vuole un Erudito per capirne il motivo. 
Mi basta avere Tris vicino, il resto non è importante.

"Prima di tutto io non russo..." precisa lei alzando la testa dal mio petto e guardandomi storto. "E seconda cosa direi che il tempo di dormire è finito perché io e te dobbiamo proprio parlare."

Sospiro di rassegnazione, ma mi aspettavo una cosa del genere. Sarebbe bello non doversi preoccupare del resto, ma purtroppo c'è un mondo intorno a noi che esige la nostra attenzione. 
Tris continua a parlare dopo un sonoro sbadiglio.

"Vorrei iniziare con una domanda..."

"Okay." 
Mi preparo ad affrontare l'"argomento Christina" cercando mentalmente la spiegazione migliore possibile.

"Perché ti sei fatto questo tatuaggio?"
Sono un attimo spaesato dalla domanda di Tris, ma poi capisco a cosa si riferisce.
In punta di dita mi sfiora il fianco all'altezza dell'ombelico e delinea il contorno del corvo stilizzato tatuato sulla mia pelle.

Vuole sapere di quel tatuaggio...

Tris lo osserva curiosa.
"Non me lo ricordavo..."

Annuisco velocemente. Ora sono un po' in imbarazzo.
"Sì, ecco, l'ho fatto un annetto fa..."

Tris mi guarda, avida di informazioni. Le sfioro la clavicola dove ancora volano i suoi tre corvi.

"Per ogni membro della tua famiglia che hai lasciato indietro." dico ricordandole il significato del suo tatuaggio.
Poi guardo il mio.

"Quella eri tu Tris." rivelo superando la vergogna e guardandola in viso. "Tu eri la mia famiglia."

I suoi occhi mi scrutano, come se volessero leggere dentro di me qualcosa che le mie parole non hanno rivelato.
Dopo un po' mi avvolge in un abbraccio, nascondendo la sua testa nell'incavo del mio collo.

"Scusami Tobias..."
"E per cosa?"
"Per averti abbandonato."
"So che non volevi farlo."
"Ma l'ho fatto."

Le alzo la testa guardandola dritta negli occhi.
"Ora sei qui, d'accordo. E stavolta sarò io a non lasciarti andare."
La abbraccio di nuovo e le lascio un bacio sotto l'orecchio.
Voglio che questa storia non sia più un problema per noi. Abbiamo sbagliato tutti quanti, ma dobbiamo ricominciare e dobbiamo farlo senza rimorsi.

"Ecco, a proposito di questo..." riprende lei qualche minuto più tardi. "Dicevo sul serio riguardo al tornare in Periferia."

Mi irrigidisco subito e lei deve accorgersene, perché si affretta a chiarire:
"Non voglio mettere in pericolo inutilmente la mia vita. Ho solo bisogno di controllare una cosa importante."

Mi muovo un po' a disagio. 
Posso dirle che non voglio che vada?
Risulterei possessivo?

"Perché vuoi tornare?" decido di chiedere.
Lei tentenna un po' e si stacca da me per guardarmi in faccia.

"C'è... una persona." dice. "Una persona che devo trovare."

Una persona? E chi diamine è? 
Deglutisco più volte cercando di buttare giù il panico che mi blocca la gola.
Perché Tris arriverebbe a rischiare la vita per lei?

"Si chiama Ethan. Era il mio compagno di cella."
Ah bene, è un lui.

Devo convincerla a stare alla larga dalla Periferia e dagli scontri. Non mi interessa di questo Ethan, non a tal punto da mettere a repentaglio la vita di Tris.

"Perché ti interessa tanto questo Ethan? La Periferia non è un campo giochi e lo sai bene. I rischi sono altissimi."
Forse sono stato un po' brusco, ma magari servirà a far capire a Tris quanto non sia d'accordo con la sua decisione.
Se non si sia già capito.

"Mi ha aiutato tantissimo, Tobias. Le rare volte che ero cosciente mi era sempre vicino e faceva di tutto per farmi sentire meglio."

Una fitta di gelosia mista a rimpianto mi coglie in pieno petto.
Per tre anni ho dovuto vivere senza Tris, con la convinzione di averla persa per sempre.
Ora vengo a sapere che c'era qualcun altro che si prendeva cura di lei. Qualcuno che svolgeva il mio compito. 

Prendo un respiro.

"Ha detto il Comandante Pohe che hanno trovato in tutto undici persone. Se non lo hai trovato tra quelle..."
Tris mi ferma.

"Lo so, ma io devo fare un tentativo. Potrebbe essere rimasto lì in Periferia, magari all'ospedale da campo. Magari l'hanno dimenticato e non l'hanno schedato come gli altri."

Vedo che questa cosa le sta molto a cuore e mi chiedo se ci sia dell'altro.
"È solo per questo? Vuoi trovarlo perché è stato gentile con te?"
La mia voce suona leggermente accusatoria, ma Tris sembra ignorare questo particolare.
Mi guarda negli occhi e scuote la testa.
"No, non è solo per questo."

Mi preparo al peggio e distolgo lo sguardo.

"Lui è l'unico ad aver visto in faccia uno dei rapitori."

Sul momento credo di aver capito male, ma poi realizzo e mi volto di scatto tornando a guardarla.
"Ah." è l'unico suono che mi esce.

"Cosa credevi?" mi chiede lei aggrottando le sopracciglia. 

Mi rendo conto di essere stato un'idiota.
"Niente, tranquilla... Ha visto in faccia un rapitore?"

Lei mi guarda un po' perplessa, ma poi sospira e lascia andare la testa sul cuscino. 
"Sì, una volta. Erano venuti a prendermi per l'ennesima volta, ma ero davvero a pezzi, quasi incosciente. Ero ancora sotto shock per i test precedenti che già volevano farne di nuovi." 
La sento rabbrividire e istintivamente le prendo una mano tra le mie.

"Ethan ha reagito, inizialmente solo protestando, poi tentando di fermarli. Nella colluttazione è riuscito a strappare il passamontagna ad uno dei rapitori che aspettava sulla porta. L'ho rivisto qualche giorno dopo, quando lo hanno riportato in cella pieno di lividi e con una gamba rotta."
Vedo il suo sguardo perdersi e capisco che sta rivivendo quei momenti. Non dev'essere piacevole.

"Mi ha detto che era una donna, una ragazza piuttosto giovane. Mi ha raccontato che dietro suo ordine è stato portato in un'altra stanza, dove è stato picchiato ripetutamente."

Tris conclude il racconto tornando a guardarmi. Io non proferisco parola.
"Lo voglio trovare. È stato gentile con me ed è a conoscenza di un'informazione preziosa."

Valuto la situazione con un po' più di lucidità.
Mi ritrovo a capire i motivi di Tris. Vuole scoprire la verità sui suoi rapitori e per farlo ha bisogno di questa persona, l'unica che l'abbia protetta in questi tre anni. 
Sono sicuro che anche io, nella sua stessa situazione, avrei voluto saperne qualcosa in più. Le hanno rubato tre anni di vita.

Annuisco soprappensiero. Forse possiamo trovare una soluzione. In definitiva non dispiacerebbe neanche a me capirci qualcosa in più di questa faccenda.

"Voglio venire con te." dichiaro con decisione.
Lei fa per protestare, ma non glielo permetto, sarò irremovibile su questo punto.

"Niente da fare, non ti lascerò un'altra volta. Da come ne parli questa cosa sembra importante, quindi, se non posso dissuaderti a partire, verrò con te, che ti piaccia o no."

Tris sospira, ma non riesce a trattenere un sorriso.
"Grazie."
Mi lascia un bacio a fior di labbra e mi guarda con gratitudine.
Le sorrido cercando di infonderle sicurezza, nonostante l'angoscia per il dover tornare in una zona di guerra mi chiuda lo stomaco.

"Certo, dovrò convincere quell'idiota del comandante Pohe, ma non credo sarà un problema."

Tris perde il sorriso.
"È stato lui a ridurti così? Vi siete picchiati?"
Guarda la mia ferita al sopracciglio con preoccupazione, passandoci il pollice per valutarne la gravità. Ormai non sanguina più, quindi non credo sia così terribile.

"Sì, ma anche lui si ritroverà con un bel livido viola sulla mascella... Non è niente di grave." la rassicuro, ma lei continua a lanciarmi sguardi ammonitori.

"Dobbiamo disinfettarla."
"No, Tris..."
"Sì invece. È meglio, fidati. Non è così lieve come credi."

Mi arrendo al suo tono deciso, così, dopo esserci entrambi rivestiti, mi lascio trascinare in bagno, dove Tris mi fa sedere sul bordo della vasca.
Prende del cotone da uno sportello e una boccetta di liquido verde da un cassetto.

"Quindi la riunione è finita così?" mi chiede mentre si china e comincia passare il cotone imbevuto di disinfettante sulla ferita.
Brucia un po', ma ignoro il dolore.

"Non lo so. Dopo la piccola rissa ci hanno separato ed è nata una discussione con gli altri. Non ho sentito bene cosa stavano dicendo." 
Mi chiedo se è il caso di dirle di Christina, visto che l'argomento non è ancora uscito. Alla fine decido che è meglio parlarne una volta per tutte.

"Poi Christina mi ha buttato fuori dalla stanza, sollecitandomi a seguirti." 

Tris sussulta, rimanendo col batuffolo di cotone a mezz'aria.
"Che... che cosa?" mi chiede tentando di riacquistare un contegno.

"Christina mi ha detto di sbrigarmi a venire da te. È stata molto convincente." confermo con un mezzo sorriso.
Tris annuisce con aria pensierosa, ma non accenna a parlare.

"Le ho parlato, qualche giorno fa. Volevo chiarire la nostra situazione." inizio titubante. Le dirò tutta la verità, anche quella più scomoda.
"Avevo deciso di non lasciarla. Mi sentivo così in colpa nei suoi confronti. Era un mio dovere restare con lei, impedirle di soffrire per causa mia."

Tris smette di disinfettarmi la ferita e mi guarda con una aria talmente colpevole che mi affretto a proseguire.
"Ma Chris aveva capito già. Aveva visto il mio cambiamento dopo che tu eri tornata. Mi ha detto che avrebbe sofferto di più se fossi rimasto con lei per senso del dovere. Mi ha detto anche che aveva capito che, nonostante la mia mente si opponesse, il mio cuore mi spingeva da te."

La afferro piano per la vita e la faccio sedere sulle mie gambe.
"Aveva ragione, Tris."

Ci scambiamo uno sguardo serio, uno sguardi fatto di paure, rimorsi, speranze e incertezze.
Tutto ciò che abbiamo dentro lo esterniamo con quello sguardo, cercando un ancora di salvezza negli occhi dell'altro.

Rimaniamo così parecchi minuti, poi evidentemente troviamo quell'appiglio che cercavano, perché quasi all'unisono sorridiamo.

Sento sciogliersi quel groviglio enorme di sentimenti negativi che mi avviluppava il cuore da tanto tempo. 
Forse le cose possono aggiustarsi, tornare come prima.
Forse potremo dimenticare e ricostruire, andare avanti insieme.
Sono solo speranze, lo so, ma non mi sono mai sembrate così reali.

Ci avviciniamo lentamente, unendo le labbra in un lungo bacio pieno di quelle speranze che nutriamo entrambi.

Sento le sue mani fra i capelli e come sempre quando Tris mi sfiora mi vengono i brividi.
Mi stacco di qualche centimetro.

"Hai finito di disinfettare la ferita?" le chiedo, consapevole della mia voce spezzata.
Lei sorride e annuisce mordendosi un labbro.

"Bene, allora sarà meglio che ti riporti di là..."
La prendo in braccio e mi incamminano verso la camera non riuscendo a trattenere una risata divertita.

Tris avvicina le labbra al mio orecchio con un sorriso enorme sul volto.

"Sono proprio d'accordo con te..."





NOTE FINALI:
E rieccomi qui... :P
Capitolo di passaggio e di spiegazioni... Spero non faccia tanto schifo :/
Mi auguro di aggiornare presto, vi prometto che ci proverò.
Un grazie a tutti quelli che leggono la mia storia, in particolare a tutti i gentilissimi recensori che mi danno un forte impulso per continuare e migliorare la storia!! :D
GRAZIE!!
Bene, alla prossima!

Mconcy
  
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