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Autore: BlueSon    25/06/2014    3 recensioni
Dare esami nei mesi estivi è come si dice a Napoli davvero "na bott 'nfront"... hahahahahaha...vorrei dare fuoco a tutti i libri ma ritengo sia doveroso prima studiare. XD Però nessuno mi vieta di trovare tempo e spazio da dedicare alla mia coppia preferita. La mia prima AU in assoluto. Spero di non metterci troppo nell'aggiornare la storia e spero che questa piccola follia possa piacere....baci baci BlueSon
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Chichi/Goku
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Tutto quello che posso dirti di me


Amore. Possibile che fosse amore? Chichi per un attimo accarezzò quell’idea e confidò a se stessa che le sarebbe piaciuto innamorarsi di uno come Goku. Al di là dell’estetica sulla quale non poteva esserci nulla da obiettare, al di là della freddezza che spesso utilizzava c’era qualcosa in lui di dolcemente fragile ed era più che sicura che lei era prossima a capire cosa fosse. Mentre pensava a tutto questo molto probabilmente l’amore stava già scorrendo dentro di lei come il sangue.
“Sono felice di rivederti.”
“Io sono tornata solo per lavoro.” disse sorridendo per lasciare intendere la bugia.
Goku la afferrò al volo.
“A me non sembra, ma non voglio colpire il tuo orgoglio.” le sussurrò a fior di labbra.
Risero e non si mollarono. Stretti come gli anelli di una catena.
“Voglio raccontarti una storia.”
“Non sono una bambina.” sorrise ancora lei.
“Credo di averlo notato…” lasciò sottintendere lui guardandola dalla testa ai piedi. “Ma quella che ti voglio raccontare è la mia storia. Credimi non ha nulla di simile a una favola.”
Chichi si fece subito seria e lasciò scivolare lungo i fianchi le braccia che prima gli circondavano il suo collo.
“Sono pronta.”
Goku lei sorrise e si distaccò da lei. Vagò per caso per l’ingresso accarezzando i mobili o le cornici dei quadri. Chichi aspettò i suoi tempi.
“Sono un uomo senza passato, Chichi. Credo di chiamarmi Goku perchè questo è il nome con cui mi hanno sempre chiamato i miei compagni e le maestre dell’orfanotrofio.”
Chichi dovette fare un sforzo sovrumano per tenere attaccate mandibola superiore e inferiore. Tutto si era aspettata da lui tranne che...avesse perso la memoria. Non ebbe la forza di interromperlo anche perchè non avrebbe saputo cosa dirgli.
“So per certo che sono arrivato lì all’età di sei anni. Mi è stato detto che non avevo nulla con me. Ero pallido, avevo la febbre ed ero solo. Nessun segno di riconoscimento. È così che sono cresciuto. Pensavo solo che un giorno sarei dovuto diventare famoso con la speranza che qualcuno mi riconoscesse, che ci fosse qualcuno che aveva perso un nipote, un figlio, un cugino…ma niente. Sono cresciuto e all'età di diciotto anni mi sono dedicato alla vita militare. Sono stato due anni nell’esercito con un amico. Il mio capitano mi ha consigliato cosa diventare.”
“Un pugile?”
“Sì. E lo sono diventato. Qualche mese fa sono ritornato. L’orfanotrofio che mi aveva accolto è lo stesso che si trova a pochi isolati da qui. C’erano ancora le mie vecchie maestre e Genio, il custode. Dopo averli salutati uscii e cominciai a camminare. Senza saperlo arrivai dinanzi i cancelli della Villa. Qualcosa scattò. Non so dirti cosa ma da quel giorno ho iniziato ad essere tormentato da immagini confuse.”
“Ricordi?” riusciva solo a chiedere senza muoversi dal suo posto.
“Ho paura a definirli tali ma credo di sì. Così iniziai a fare ricerche su questo posto. Ho scoperto che appartiene da tempo ad un’importante famiglia di antica nobiltà: i Sonford, molto probabilmente i tuoi clienti.”
Chichi non proferì parola ma il suo silenzio fu una muta conferma. Goku continuò.
“Il destino ha voluto che mi contattasse il vecchio amico dell’esercito. Junior mi disse che era diventato la guardia del corpo del giovane Gohan Sonford e che il ragazzino aveva fatto di me il suo idolo.”
“Così l’hai incontrato e gli hai chiesto poi di stare nella villa.”  
“Per poco si intende, ma semplicemente ho fatto due più due.”
Goku la guardò mettendo le mani in tasca.
“Da quando sono arrivato le immagini sono aumentate ma non sono ricordi felici. Io stavo scappando da questa villa, stavo scappando con una donna che probabilmente era mia madre. Qualcuno ci stava alle costole. Non so dirti più nulla.”
“È già tanto Goku. Se pensi solo che prima non avevi nulla.”
“Non so se la cosa sia positiva. Insomma stavamo scappando. Forse eravamo…siamo davvero dei clandestini, una banda di ladri.”
Chichi gli fu subito vicino.
“Io non credo.”
“Non puoi dirlo sul serio. Anche tu inizialmente hai pensato che fossi un ladro.”
“L’ho pensato solo perchè non mi aspettavo nessuno nella villa. Ho smesso di credere che fossi un poco di buono da quando hai aperto bocca.” gli disse senza mezzi termini. "Non hai la stoffa del ladro. Non assomigli a nessuno di quelli che potrebbero definirsi tali."
“In che senso?”
Chichi gli accarezzò le braccia facendo scivolare le dita fino alle tasche dei suoi jeans per prendergli le mani e stringerle.
“Perchè pensi al peggio?”
“Perchè quando non hai un passato non puoi aspettarti sempre cose buone. Devi essere pronto a tutto.”
“Goku, tu ce l’hai un passato. Dobbiamo solo farlo venire a galla.”
“Forse sono solo sensazioni.”
“Forse…o forse no.”
“Questo è tutto quello che posso dirti di me.” le fece notare distaccandosi da lei “Dio solo sa se sono figlio di una banda di ladri oppure no.”
Chichi vide che si era di nuovo incupito ed ebbe paura che volesse di nuovo allontanarla.
“Io non ho paura di te, se è questo che stai cercando di dirmi. Non potrei mai Goku.”
“Perchè?”
“Perchè mi basta sapere quello che tu mi hai detto. Non puoi credere di essere nato dalla parte sbagliata della bilancia del bene e del male perchè non ne hai la certezza.”
Goku le sorrise e tornò a farsi vicino. Le circondò il viso con le mani ancora una volta come se in quel momento, dopo che si era messo a nudo di fronte a quella donna, sentisse il bisogno di starle sempre incollato.
“Grazie di essere tornata.” Le sussurrò a fior di labbra ancora una volta.
“Goku, io non posso portare via niente da questa villa.” notò improvvisamente Chichi.
“Che stai dicendo?” le chiese smorzando il tono da dolce a stupito.
“Non posso portare via nemmeno un cucchiaio. Se ti togliessi da sotto il naso qualcosa che ti servisse a ricordare? Non me lo perdonerei mai.”
Goku rimase in silenzio per qualche secondo prima di regalarle un altro dei suoi caldi sorrisi.
“Io non ti ho raccontato la mia storia per farti perdere il lavoro. Da quando ti ho vista Chichi…non lo so. Il mio cuore ha pensato che potevo fidarmi, lasciarmi andare.”
“Devo ritenerlo un privilegio?” chiese sdrammatizzando.
“Sì. Un privilegio che ho concesso a pochi.”
“D’accordo. Se vuoi il mio aiuto, sappi che faremo a modo mio.”
“Devo ritenerla una minaccia?” chiese ora lui utilizzando il tono che lei aveva avuto poco prima.
Chichi sorrise.
“Tu non sei cattivo, Goku. Se è vero che la mela non cade mai lontano dall’albero nemmeno i tuoi genitori dovevano esserlo. Forse c’era qualcuno che voleva farvi del male. Non l’hai mai pensato?”
Goku la guardò per un secondo e un brivido di paura gli salì lungo la schiena. Guardò la scala che dava al piano superiore. Ricordava da dove lui e sua madre circa venti anni prima stavano scendendo per fuggire.

“Papàààààààà…”
“Goku, ti prego, muoviti…”
Sua madre lo chiamava tirandolo per il braccio. Fuori pioveva.
“Non voglio, non voglio….papààààà…”
Era inciampato, sua madre lo aveva alzato e portato fino alla porta principale. L’aveva aperta. Erano usciti…poi…poi uno sparo!


“Stai ricordando?”
La voce dolce di Chichi fu la luce che schiarì il buio di quelle immagini. Goku non si era reso conto di aver chiuso gli occhi. Quando li riaprì lasciò il viso di lei che teneva ancora racchiuso tra le sue mani. Guardò il lato destro della scala che aveva di fronte.
“È da lì…da lì che stavamo scappando… inciampai perchè mia madre mi stava trascinando”  
Chichi seguì il suo sguardo per posarsi lì dove i suoi occhi stavano guardando. Si allontanò da lui e salì su quella scala.
“NO, Chichi, non lo fare.” Sbottò.
“Cosa?” tremò lei.
“Non…non percorrerla. Sali dall’altro lato.”
La testa cominciava a fargli male.
“Non voglio.”
“Perché?”
“Potresti inciampare.”
“Starò attenta.”
“C’è una crepa sotto il tappeto.”
Furono attimi di silenzio. Chichi lo vide improvvisamente bianco. Goku le fu vicino per fare ciò che non aveva mai fatto: percorrere il lato destro di quella scala. Scostò il tappeto e vide che davvero vi era un scalino che aveva perso parte del marmo.
“Come lo sapevi?”
“Ci cadde qualcosa. Non so cosa.”
I pensieri gli si ammassarono nella testa premendo con così tanta forza contro le tempie che avrebbe giurato gli avrebbero fatto esplodere il cervello.
“Goku, non ti affaticare.”
“Per questo inciampai. C’era questa mancanza. Non l’abbiamo mai aggiustata. Non so il motivo.”
Si accasciò mettendosi seduto e appoggiando la schiena contro la ringhiera. Chichi notò che stava sudando. Non l’aveva mai visto così.
“Questo dimostra che conosci molto bene questa villa.”
Goku non le rispose. Chichi lo accarezzò e gli regalò un sorriso. Si rese conto che avrebbe fatto qualsiasi cosa per quell’uomo. Avrebbe potuto dire addio a quel lavoro e stare con lui tutto il tempo. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui anche scalare le montagne a mani nude se solo glielo avesse chiesto. 

Buon pomeriggio donzelle. Oggi mi sono anticipata per via di un impegno in serata. :P
Spero che la cosa possa farvi piacere anche se il capitolo non è lunghissimo ma vi preannuncio che la mia mente impazzita ha in serbo qualcosa in più per il prossimo capitolo. Grazie ancora a tutte voi che seguite, recensite e leggete la mia storia. Aspetto i vostri pareri, ok? Un bacio

  
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