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Autore: Matilde di Shabran    25/06/2014    1 recensioni
Un altro seguito di Tonight - L'incontro.
"Tonight, you're gonna know how much I miss you
And I miss you so"
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Francy, che succede?” chiese Elisa preoccupata, aprendo la porta di casa e trovandosi dinnanzi l’amica in lacrime. Era un freddo pomeriggio di dicembre e Francesca era tornata a casa da circa due mesi.

“Posso entrare?” domandò con voce incerta.

“Certo, vieni” disse accompagnandola verso il salotto e facendola accomodare sul soffice divano color glicine.

“Fra, cosa c'è?” intervenne poggiandole una mano sulla spalla.

Francesca scoppiò in un pianto a dirotto, sfogandosi completamente tra le braccia dell’amica che lei considerava pressappoco come una sorella.

Quando si accorse che Francesca aveva ripreso un minimo di autocontrollo, Elisa, con tono materno, le chiese nuovamente “Cosa ti è capitato da farti stare così?”

Sospettò che l'improvviso cedimento avesse qualcosa a che fare con l'Irlanda e quello che era successo là. Da quando era tornata a casa era strana. Vedeva che si sforzava di sembrare la solita Francesca, ma qualcosa decisamente non andava. E poi quella strana rottura. Le sembrava così innamorata... “Fra...”

“Aspetto un bambino” bisbigliò prima di ricominciare a piangere, stringendosi il capo tra le mani.

Elisa rimase paralizzata per un istante con gli occhi sbarrati, incredula per quello che aveva appena sentito.

“Fra… Ma… Io…” balbettò presa dall'incredulità “Ma come… quando…”

“La sera della festa…” singhiozzò.

“Festa?”

“Sì. Una settimana prima che io partissi hanno organizzato una festa per salutarmi...”

“Ma… io non sapevo niente… n-non mi hai detto niente. Non della festa, intendo... Le altre lo sanno?”

Francesca scosse il capo in risposta.

“Ma perché? Perché non ce l’hai detto?”

“Perché mi vergogno… è da quella sera che vorrei sotterrarmi…”

“Dai Francy! Hai fatto l’amore con il tuo ragazzo, non è un crimine!”

“Ex...”

“Sì, va bene, ex...” Per il momento, pensò.

“Non lo sarà per te, ma io mi sento male! Sento di aver commesso un grosso errore!”

“Ma sei sicura del bambino, o è solo un presentimento?”

“Sì” rispose asciugandosi le lacrime, nere a causa del mascara che stava colando, con un fazzolettino che l’amica le aveva appena passato “era da più di un mese che non avevo il ciclo, ma continuavo a rimandare per... paura di avere conferme... penso... ma questa mattina mi sono decisa e sono stata dal medico a fare tutti gli esami e non c’è dubbio: sono incinta.”

Furono solo queste ultime parole a far realizzare ad Elisa quello che stava succedendo alla sua amica e non poté contenere la sua eccitazione: “Sarò zia!” esclamò abbracciandola “Non sei contenta di diventare mamma?”

“No” rispose lapidaria, riprendendo a singhiozzare. Elisa era stupita per la sua reazione. Capiva benissimo il panico iniziale subito dopo la scoperta, ma la sua, più che paura, le sembrava rabbia. Non riusciva a spiegarsi questa stizza. Lei lo vedeva come un segno del destino: l'occasione perfetta per ricostruire il rapporto con Nicky e ripartire. Invece Francesca si stava comportando come se si trattasse di una sciagura, come se odiasse a morte il bambino e suo padre. Era assurdo! Lei lo amava, ne era certa. Quello strano modo in cui si erano lasciati... La cosa puzzava. Quel cambiare idea da un giorno all'altro. Quel tagliare i ponti... Ma lei non si era mai sbottonata sull'argomento...

“Ma perché? L’hai sempre sognato!”

“Elisa! Ti rendi conto di quello che stai dicendo!? A parte il fatto che sono troppo giovane, IO sono SOLA! Ci siamo lasciati!”

“Errore! Tu hai lasciato lui, c'è una bella differenza...”

“Una differenza di forma, ma la sostanza è la stessa: sono SO-LA!”

“Ma lui che ti ha detto?”

“Non lo sa…”

“Ma come? Non gliel’hai ancora detto?!”

“NO!” sbottò.

“Ma Fra! Glielo devi dire! Aspetti suo figlio! Questo cambia tutto per voi!”

“Cambia tutto per ME! Lui non c'entra un bel niente!”

“Oddio... Io non ero una cima in biologia, ma non mi risulta che funzioni così...”

“Elisa, per favore...”

“Ok. Lasciando da parte la biologia, che non ci piace, torniamo a noi. Perché non glielo vuoi dire?”

“Non ce la faccio, non ne ho il coraggio!”

“Ma perché?! Ho capito, l'hai lasciato. Anche se non ne ho ancora capito il motivo. Cioè. Ti ho sentita blaterare sul fatto che non fosse l'uomo per te, che eravate diversi e bla bla bla... Ma per me c'è ancora qualcosa che non mi hai detto...”

“Appunto...”

“Cosa?”

“La cosa che non vi ho detto... È questo.”

“Questo cosa?”

“Il bambino, Elisa!” esplose.

“EH?” strabuzzò gli occhi “ Forse ho capito male, anzi, lo spero... Tu l'hai lasciato perché pensavi di poter essere incinta???”

Lei annuì.

“FRANCESCA SEI IMPAZZITA!!!”

“No. Ci sono un mucchio di valide ragioni per quello che ho fatto e perché non glielo voglio dire.”

“Tipo?”

“Se non lo volesse?”

“Dai! Perché non dovrebbe volere il vostro bambino!? Fra, glielo devi dire. Non potrai mai sapere cosa realmente ne pensa, se non lo senti dalla sua viva voce. Queste sono solo tue supposizioni. Assurde, per giunta!”

“Ma se fosse così?”

“Se fosse così mi sentirei autorizzata a dargli del bastardo vita natural durante, oltre a polverizzarlo con le mie stesse mani.”

“E comunque siamo stati assieme così poco...”

“Prima che tu lo lasciassi...”

“Finiscila! Dicevo... Siamo stati assieme troppo poco. Potrebbe pensare che l'abbia fatto apposta, per incastrarlo...”

“Sì, un piano furbissimo. Ti fai mettere incinta, però lo lasci!”

“Il punto è lo stesso! Sembra che io abbia fatto tutto apposta, per rovinargli la vita...”

“Rovinargli la vita?” tuonò Elisa sconcertata “Francesca, ma sei fuori?!”

“Elisa, lui è in una boyband, potrei distruggere la sua carriera! E tutto perché non ho usato la testa...”

“Capisco che hai gli ormoni in subbuglio, ma ti rendi conto che stai dicendo cose che non stanno né in cielo né in terra? Da quando in qua la nascita di un figlio ha rovinato la vita a qualcuno?”

“Ma lui è una popstar, un idolo per le ragazzine, non fa un lavoro qualsiasi! Queste cose influiscono, eccome!”

“Non posso credere che proprio tu stia dicendo un’assurdità simile!”

Francesca riprese a piangere a dirotto, travolta da mille pensieri e sensi di colpa.

“Fra” intervenne delicatamente l’amica abbracciandola “perché ti stai facendo del male così?”

“Mi sento in colpa” singhiozzò sommessamente.

“Perché?”

“Perché non doveva succedere… non volevo farlo... era troppo presto...”

“Ma scusa” cercò di farla ragionare con cautela “se tu non lo volevi fare, ma lo avete fatto comunque, non dovresti essere tu quella con i sensi di colpa…”

“Adesso non tirarlo di nuovo in mezzo” la interruppe, innervosita “non è colpa sua…”

“Veramente, fino a prova contraria, bisogna essere in due… anche a volerla tirare per i capelli, un minimo c'entra anche lui…”

“Ma eravamo ubriachi dopo la festa!”

“Appunto! ERAVATE! Lo eravate entrambi! Non eravate lucidi, vi siete fatti trasportare dai vostri sentimenti! Avete fatto una sciocchezza: amen! Può capitare! Chi non ne ha fatte in vita sua?!”

“Ho capito, ma non mi sono tinta i capelli di viola o ho comprato una paio di scarpe da 2000 euro! Questa sciocchezza avrà delle conseguenze non proprio irrilevanti…” sospirò nervosamente accarezzandosi la pancia.

“Facciamo così. Prenditi una paio di giorni di tranquillità. Rilassati, pensaci bene e poi ne riparliamo. Adesso sei troppo agitata e spaventata per prendere una decisione sensata.”

Francesca annuì, abbracciando l’amica e continuando nel suo pianto sconsolato.

 

   
 
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