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Autore: _S n a k e    25/06/2014    5 recensioni
In una comune giornata come le altre, arrivano due nuovi studenti alle scuola di Heartland.
Uno è un ragazzo allegro e spensierato che, grazie alla sua simpatia, conquisterà l’amicizia di Yuma&Co. Sembra un angelo…ma si sa, gli angeli hanno sempre due facce…
L’altra è una ragazza esuberante, allegra e, da certi versi, assomiglia un po’ a Yuma. Anche lei stringe buoni rapporti con il tramite astrale, ma anche con l’altro nuovo ragazzo, che le ricorda vagamente qualcuno…
Intanto, i Bariani mirano a distruggere il mondo Astrale e sottomettere la terra, affidandosi ai sadici piani di Vector, che però non ha solamente intenzione di salvare il proprio mondo...
Quando la verità verrà a galla, si avrà il coraggio di andare avanti, oppure ci si farà schiacciare dal suo immane peso, divenendo succubi del terribile potere del caos?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bekuta/Vector, I Sette Imperatori Bariani, Nuovo personaggio, Rei Shingetsu, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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“Ah, ragazzi, che sonno! Avete voglia di venire a casa mia?” chiese Yuma sbadigliando. Era sabato e lui, Maya e Rei erano usciti insieme. Visto che erano appena arrivati in quella città il ragazzino dagli occhi rossi aveva pensato che sarebbe stato carino conoscerli meglio e far fare loro un giro della città. Anche Astral era stato d’accordo, voleva osservare un po’ il comportamento dei due nuovi arrivati. Potevano benissimo essere bariani, per quanto ne sapeva: doveva essere sicuro al cento per cento che non fossero una minaccia. In quel periodo non si sarebbe dovuto fidare ciecamente di persone sconosciute.

“Sì, perché no. Tanto non ho niente da fare per tutto il giorno! Sempre che non ti siamo di disturbo” rispose Maya, anch’ella sbadigliando. Era piuttosto stanca, si era svegliata presto per l’appuntamento con i due amici, ma poi aveva dovuto aspettare mezz’ora prima che arrivassero, trafelati e pieni di lividi. Non aveva idea del perché fossero così malconci, non lo aveva chiesto loro e, sinceramente, preferiva restarne all’oscuro.

“Macché! Non mi siete di alcun disturbo” le rispose Yuma, con un gran sorriso raggiante in volto. Quel ragazzino era sempre molto gentile con tutti. Qualità che gli faceva onore ma che, col tempo, avrebbe finito col nuocergli.

“Tu invece, Rei?”

Il diretto interessato si voltò verso di loro, con aria confusa. Non stava seguendo il filo del discorso, ma comunque rispose frettolosamente, senza sapere cosa aveva gli avesse chiesto di preciso il suo amico.

“Sì, certo”

Il sorriso di Yuma si fece ancor più grande. “Bene, allora seguitemi!” disse loro, correndo via. I due lo seguirono finché non si trovarono davanti ad una casettina bianca, circondata da numerose piante. Appena misero piede sul vialetto interno, un’anziana signora dall’aria molto simpatica li raggiunse.

“Oh, ciao, Yuma! Chi sono loro, tuoi amici?” chiese, mentre passava la scopa sul cemento. I due stavano ammirando il giardino, molto curato, e non stavano ascoltando la conversazione tra il loro amico e sua nonna.

“Sì, loro sono Rei e Maya, due miei nuovi amici! Si sono appena trasferiti qui ad Heartland ed allora li ho portati a visitare la città” li presentò Yuma, indicandoli. La signora, presumibilmente la nonna del ragazzo col bomber, fece cenno di avvicinarsi. Yuma lo fece, curioso.

“Per caso sono fidanzati?” chiese sottovoce, sorridendo compiaciuta. Yuma restò per qualche secondo sotto shock, non sapendo che cosa risponderle. Poi si riprese, agitando le mani dinnanzi a sé come un direttore d’orchestra.

“No, no! Che pensi, nonna! Si conoscono a malapena da una settimana!” rispose, raggiungendo i suoi amici che, intanto, si erano avviati verso la porta. La aprì, facendoli accomodare nel salotto, ove non c’era nessuno.

“Ehi Yuma, quella signora era tua nonna?” chiese Maya, sistemandosi un ricciolo rosso che le impediva la visuale.

“Sì, vive con me e mia sorella, che ora non è in casa. È fuori per lavoro” rispose il ragazzo, facendo cenno di sedersi sul divano. Maya e Rei si accomodarono di fianco al loro amico, guardandosi attorno.

“Però, bella casetta!” esclamò Rei. Ad un certo punto fermò lo sguardo su una foto, rappresentante un uomo ed una donna, sui trent’anni. Si alzò, per vedere chi fossero. La prese in mano, mostrandola anche a Maya, che gli si era avvicinata, curiosa di sapere che cosa stesse fissando l’amico dai capelli color tramonto.

“Chi sono loro? I tuoi genitori?” chiese lei. Anche lei era curiosa di sapere di chi si trattasse.

Yuma si sporse un po’ dal divano, per cercare di capire a cosa si riferisse l’amica. Appena capì cosa fosse, si sdraiò di nuovo, mettendosi comodo ed assumendo un’espressione indecifrabile.

“Sì, ma sono spariti durante una spedizione tanti anni fa” le rispose, oscurandosi un po’. Lei si sentì un po’ in colpa per aver fatto rattristare Yuma.

“Mi spiace, dai, non ci pensare” gli disse, dandogli una leggera pacca sulla schiena. Lui la guardò negli occhi, sorridendo. Non aveva certo intenzione di mostrarsi triste davanti agli occhi dei suoi amici.

“Energia al massimo!” disse, facendole l’occhiolino. Lei aggrottò la fronte, non capendo il senso di quella frase. L’aveva sentita dire dal ragazzo molte volte, per questo, pensò, forse era una specie di motto personale.

“Tu invece, Maya, con chi vivi?” chiese Rei, innocente. Lei storse le labbra, fissando un punto vuoto nella stanza. Strinse un pugno fino a far diventare le nocche bianche, per poi calmarsi e tornare a guardare l’amico che gli aveva posto quella domanda.

“Beh…vivevo con mio padre, finché non se n’è andato” gli rispose, cercando di piegare gli angoli delle labbra in un piccolo sorriso. Rei, per recitare la parte del ragazzo idiota alla perfezione, stava per chiedere dove se n’è andato?, quando apparve, apparentemente dal nulla, la nonna di Yuma di fianco a sé.

“Volete la merenda?” chiese, gentile. All’arancio erano saliti i brividi, a veder spuntare una vecchietta vicino a sé. Infatti si era rintanato dietro le spalle di Maya, con sguardo timoroso, mentre lei cercava di capire cosa lo avesse spaventato a tal punto.

“No, grazie mille comunque nonna, abbiamo già mangiato tutti e tre un gelato prima” la liquidò velocemente Yuma, senza essere scortese, gesticolando con le mani, mentre Haru (era quello il nome della nonna di Yuma) se ne andava in cucina.

“Dopo mangiato non ci si sdraia, idiota!” disse una voce femminile metallica. Tutti e tre si girarono, notando un robot con faccia truce proprio dietro di loro. Prese Yuma con delle braccia meccaniche che gli erano spuntate dietro alla schiena, mettendolo a sedere.

“Lily, no!” esclamò il ragazzo, mentre quella che doveva chiamarsi Lily se ne andava.

“Yuma, perché hai uno spazza robot?” chiese Rei, un po’ confuso. Yuma si grattò la testa, pensando ad una scusa veloce da propinargli. Non aveva voglia di raccontare tutta la storia, con tanto di duello e cattura di un gruppo di ladri.

“Così” rispose, stringendosi nelle spalle. In quel momento l’orologio di legno laccato a parete indicò, con un trillo, che erano le cinque di pomeriggio.

“Ehi ragazzi, io devo andare che devo fare la spesa per stasera!” esordì Maya, accorgendosi dell’ora.

“Sì, forse è meglio che vada anch’io, così l’accompagno. Anche io devo fare la spesa” disse Rei, sorridente. “Sempre che a te vada bene” continuò, guardando con i suoi soliti occhi da cerbiatto l’amica.

“Sì, certo che puoi venire, che domande! Bene, allora a domani, Yuma! Ciao!” salutò, dirigendosi verso la porta.

“Ciao!” ricambiò il ragazzo, aprendo loro l’uscio.

Arrivarono al supermercato alle sei. Non perché fosse lontano, ma perché Rei aveva deciso di farle provare una scorciatoia. Lei, ignara di quanto potevano essere potenzialmente pericolose le strade che percorreva l’amico, accettò. Appena furono davanti all’edificio, notarono un cartello con sopra scritto: “Chiusi fino a lunedì”

“Che cosa?! Come chiusi?” urlò esasperata Maya, mettendosi le mani fra i capelli.

“Yokare to omotte: venendo con me hai camminato tanto e hai smaltito il gelato” disse Rei, stringendosi nelle spalle. lei si girò, guardandolo in malo modo.

“Sai come te lo faccio smaltire, io, il gelato? Correndo!” gli rispose, furente, mettendosi a rincorrerlo, mentre lui cercava di scappare via.

Nonostante tutto, però, secondo Maya, quello era stato un pomeriggio straordinario in compagnia dei suoi nuovi amici.

Certo non sapeva che quel ragazzino tanto dolce era ciò che mai si sarebbe aspettata.

 

Un ragazzo dai capelli arancio era seduto comodamente su una poltrona di seta nera. Era in una camera disadorna e spoglia, da solo, a riflettere sui suoi piani.

Non aveva la benché minima voglia di andare su Barian a sorbirsi tutte le sgridate di Durbe sulle sue responsabilità e sul fatto che non avrebbe dovuto lasciare il suo pianeta per così tanto tempo, la collera di Mizael, che lo avrebbe volentieri dato in pasto al suo drago per il fallimento del suo piano di conquista che implicava l'aiuto del dottor Faker e Tron, le smanie di grandezza di quel pugile da due soldi di Arito e quel grosso deficiente rispondente al nome di Gilag, che insieme sarebbero potuti andare su Candid Camera o vincere l’Oscar per la scemenza, sempre che non avesse rubato loro il titolo quello svitato di Yuma Tsukumo. Pure il ragazzino col bomber non scherzava, in campo della scemenza, poteva benissimo fare a gara con i suoi compagni bariani: sarebbe stato uno scontro da seguire coi pop corn.

A proposito di quello stolto: era riuscito a farselo amico, così da poter carpire preziose informazioni. Alzò gli angoli della bocca, dando vita ad un sorriso sadico.

Non vedeva l’ora di mostrarsi per quello che era; fare il bravo ragazzo non lo allettava molto, ma avrebbe dovuto continuare a recitare per un altro bel po’ di tempo, finché non avesse ottenuto la più totale fiducia da parte del tramite astrale ed i suoi amici.

I suoi pensieri andarono a cadere su Maya. Non l’aveva mai vista, eppure una parte del suo cervello lo contraddiceva.

Socchiuse un po’ gli occhi violacei, facendoli divenire due piccole fessure.

Non sapeva nemmeno se era capace di duellare, ma l’avrebbe scoperto presto. Quella questione andava approfondita: quella ragazza avrebbe potuto diventare una minaccia per lui e per i suoi geniali piani, per cui sarebbe stato meglio scoprire subito se fosse stata un’erba da estirpare.

Pure i suoi “amici” Bariani si sarebbero inchinati al suo cospetto, finalmente. Si sarebbero dovuti rassegnare al “tragico” fatto che Nash e la sua dolce sorellina erano andati all’altro Mondo. Quasi gli facevano pena, non avrebbero visto il suo grande trionfo.

Lasciò cadere la testa all’indietro, iniziando a ridere. La sua risata si fece via via sempre più acuta, fino a diventare quasi isterica.

Lui avrebbe vinto, avrebbe annientato quegli umani che neanche sapevano chi fosse veramente, ma prima doveva aspettare. Con calma, prima o poi quello stupido pianeta sarebbe andato distrutto, sparendo dall’Universo. Per quel momento, restava ancora un brufolo fastidioso, una pecca che andava al più presto eliminata.

 

 

ANGOLO AUTORE

 

Beh, si può dire che questo è una specie di capitolo “di passaggio”, ma abituatevi: farò quasi sempre così, visto che odio far succedere troppe cose funeste. Beh, spero solo di non scrivere troppi capitoli…mandare avanti per troppo tempo questa storia sarebbe nocivo per le mie medie scolastiche. Spero vi sia piaciuto (ho poche idee per il seguito, sono negato a descrivere duelli, ma mi servirebbe per i prossimi capitoli…) .

Dedico questo capitolo a Damned_Angel, che mi aiutato molto con questo capitolo ed è stata molto cortese con me in questi ultimi tempi…

Vi dico una cosa: non posterò per un beeeel po’, visto che il 6 Luglio parto per l’Inghilterra con la scuola e mi devo preparare. Non so se riuscirò a postare prima ma ci proverò…ho molti impegni tra volontariato e non: diciamo che quando sarò là scriverò. Anche se di mattina ho 5 ore di lezione e di pomeriggio al campus ci sono attività sportive (quelle mi nuoceranno, sicuro come l’oro!) , riuscirò di sicuro a trovare un po’ di tempo…al costo di stare sveglio fino alle due di notte.

Al mio rientro (il 20) provvederò a riportare a computer. (non sono capace a scrivere col cellulare, per cui non posso aggiornare nemmeno da lì…volevo portarmi il computer, ma mio padre non ha acconsentito…).

Ringrazio ancora una volta Damned_Angel: grazie tante, la tua presenza è stata importante! Prima o poi dovrò sdebitarmi…

Nel prossimo capitolo inserirò l’immagine della mia OC: non ho potuto con questo perché l’avevo perso e l’ho ritrovato tutto accartocciato sotto la montagna di CD degli One Direction di mia sorella…quindi dovrò rifarlo.

Grazie mille a chi recensisce, sono ancora uno “scrittore” alle prime armi ed i consigli mi fanno sempre piacere.

Ora vado, prima che scriva 3 pagine solo per dirvi quello che penso!

KraTøs

 

 

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