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Autore: damyxd    25/06/2014    7 recensioni
"Chiudo per un attimo gli occhi e vengo inevitabilmente catapultato nei ricordi: le mie lacrime scendere; il suono del mio pianoforte farsi interprete del mio animo; il vibrato delle corde al dolce tocco delle mia dita, il mio tempo sprecato ad inseguire scioccamente lei, i litigi con Lara e Rosy, perfino l'abbraccio di Lele."
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 4

  Quella sera non riesco a dormire. Ci provo in qualsiasi modo ma non riesco. Allora decido di approfittare per scrivere una poesia. Mi siedo sulla scrivania della mia stanza. Non mi concentro molto, scrivo solo quello che mi passa per la mente. Viene fuori questo:

 In questo mobile da lavoro
penso, una domanda è concepita:
cos’è questo capolavoro
incompleto chiamato “vita”?
Che sia amare Dio
e tutto ciò che ha creato,
sebbene in fondo creda io
che qualcosa è sbagliato?
Che sia tutto un falso
problema di cuore
o un teatro insulso
in cui muori per amore?
Forse è sognare
e goderti il tuo sorriso,
perché oggi lo puoi fare,
ma il domani è indeciso.


Soddisfatto, torno a letto e mi addormento. I miei compagni mi appaiono in sogno. Siamo in macchina e stiamo partendo tutti insieme. Ad un certo punto Lara chiede: - Manca qualcuno? – e sbuca Lele dal nulla urlando: - Ci sono anch’io! – Poi si gira e dall’altro lato del suo corpo c’è il corpo di Alice. Lara dice a Rosy, che è nel posto di guida, di partire. Il volto di Lara è sfogato. Anche quello di Diana, che siede accanto a Rosy. La mattina mi sveglio presto, amareggiato e confuso, e ricordo solo questo dei miei sogni.
  A scuola saluto Lara e le chiedo come sta. Lei mi risponde: - Bene, ho terminato di leggere “Noi Siamo Infinito”. È bellissimo – ed io rispondo tutto assonnacchiato: - Ah, congratulazioni. – lei mi ringrazia e poi continua: - Ah, e mi sono anche fidanzata con Lele – come se fosse una cosa senza importanza. Provo mille contrastanti emozioni. Un po’ l’invidio perché Lara è un’ottima ragazza e recentemente Lele mi ha dimostrato di non meritarla. Però sono anche sollevato perché penso che ora Lele mi lascerà in pace, non più geloso. O forse no.
  Non riesco a trattenere il mio sospiro di sollievo. Accenno un sorriso, uno sguardo compiaciuto e un “auguri” molto stentato. Lara non capisce la mia espressione e va a sedere al suo posto. Incontro Lele e gli faccio gli auguri. Lui mi ringrazia e mi abbraccia. Così capisco che non è più arrabbiato con me. Forse sto diventando pazzo.
  La professoressa di matematica è in ritardo, perciò mi affaccio dalla porta della classe per vedere chi passa per il corridoio. Santo, che è in ritardo, viene a salutarmi. Ora mi ricordo anche di lui. Vado da Lara a chiederle di Santo. Lei mi risponde: - Quel porco schifoso! – Io insisto: - Ma perché? Cosa è successo? – e lei ribatte: - Ha tentato di baciarmi ieri pomeriggio, qui a scuola, mentre tu avevi lezioni di piano.
 - Ah… - per un attimo non ho niente da dire. Poi chiedo: - Ah, quindi gli stai facendo un dispetto con Lele? –  e lei è decisa a rispondermi: - No! Io sto con Lele perché lo amo. Ceh, non mi piace. Io lo amo. Da tre anni
Ahi, che colpo al cuore. Ecco che ora mi piace anche Lara. Certo non come Diana.
- E con Maria come va? – riprende Lara. Io gli annuncio che con Maria ho chiuso per concedermi a Diana. Lei sembra disapprovare questo amore, ma non dice niente.
  Poco dopo veniamo a sapere che la professoressa di matematica è assente e veniamo divisi in altre classi. Io capito nella 3a B, la classe di Maria.
  All’intervallo incontro Alice. Come sempre va dietro Lele, che invece la evita. Scappa via con Lara, mentre Alice li insegue attaccata a braccetto con me. Per un attimo penso che stiano evitando anche me, perciò mi stacco da Alice insinuando di dover andare in bagno e vado in realtà da Lara e Lele per sapere se ce l’hanno con me. Fortunatamente no.
- Se stai con quella lì non parliamo più neanche con te - questo è quello che mi hanno detto di preciso. Mi dispiace perché di recente ho potuto constatare quanto Alice sia intelligente, pura e perbene.  
  All’uscita saluto Alice allegramente: - Ciao, cara! – ma lei gira la testa dall’altro lato e l’espressione del mio volto si riempie di collera. La raggiungo e le chiedo con calma: - Che succede? – e lei mi risponde: - Capisco che mi odi, ma almeno non dimostrarmi il contrario!
  Non capisco cosa stia succedendo. Vorrei stare lì a discutere ma mia madre mi chiama dicendomi che devo andare. Nel pomeriggio ho modo di parlare con Alice poiché la incontro mentre vado alle prove d’orchestra; lei sta invece tornando a casa dal corso di recupero di francese.
  Le chiedo spiegazioni e lei mi racconta tutto: - Stamattina ho incontrato Lara in bagno. Abbiamo litigato. – e fin qui ci siamo, io replico: - E cosa centro io?
- Mi ha detto che anche tu mi odi e che nessuno della tua classe vuole avere a che fare con me.
- No, non è vero! Io penso tu sia un’ottima persona non avrei motivo di odiarti – la rassicuro io.
Inizialmente pare non credermi, ma poi riesco a convincerla. Alle prove d’orchestra Lara non c’è. Ma il giorno dopo a scuola gliene dico quattro. Ma Lei sostiene di non aver detto nulla di simile, appoggiata da Lele che dichiara: - Piuttosto è lei ad odiare Lara. L’altro giorno, presa dalla gelosia, mi ha detto che Lara non è nulla di speciale per me.
  Io lo rassicuro: - Lele, ricordati che lei ti vuole!
- Sì, ma non è finita qui.  Le ha anche dato della troia. – risponde lui.
- Si, ha detto esattamente: <> Nessuno aveva chiesto la tua opinione, stronza! – sclera Lara.
- Ma quando è successo? – chiedo, più serio.
- L’altro ieri. – rispondono insieme.
In ogni caso la loro relazione è strana. Mai un “Ti amo”, un bacio, un abbraccio. Come se non fosse successo niente tra di loro. Come se volessero nascondere la loro relazione. Tanto che io m’azzardo a chiedere a Lara: - Per caso vi siete lasciati? – e lei mi risponde: - No, io non sono mica una di quelle ragazze che lascia il fidanzato dopo tre giorni!
Ironia della sorte, il giorno dopo si lasciano. Ma non cambia niente tra di loro. Sono amici come prima. Spero sia stato Lele sennò me la vedrei brutta. Invece Alice non è più nelle mie grazie. Naturalmente chi si mette contro i miei migliori amici si mette contro di me. Tuttavia mi limito ad ignorarla perchè la violenza non fa per me in ogni caso. Comunque mi è ancora difficile accettare la perdita dell’amicizia di Alice: io non dimentico facilmente. E poi è strano come le cose stiano andando veloci in questo periodo. Tengo in considerazione addirittura la possibilità che si tratti di uno scherzo.
  Nel pomeriggio vado al conservatorio per la lezione di coro. Incontro Marco mentre esce dall’aula di tromba (lo strumento che suona) e lo saluto aprendo la mano e scuotendola. Lui mi viene incontro e mi abbraccia: - Ciao, Lory! – mi dice. Non sono abituato a sentirmi dire “Lory”. Amichevolmente, anche se in realtà cerco solo di essere gentile per mascherare il mio fastidio, gli faccio notare: - Per favore chiamami solo Lorenzo. – poi, accorgendomi dall’espressione del suo viso  che c’è rimasto male, continuo: - Semplicemente perché mi piace molto il mio nome, non rimanerci male – lui capisce e sorride.
  - Sto andando a casa – mi annuncia. Io gli rispondo: - Ok, ci vediamo! – ma lui, a sorpresa mi chiede tranquillamente e senza esitare: - Mi dai il tuo numero di telefono? Così possiamo sentirci.
Non pensare male, eh! – mi fa l’occhiolino. Io gli do senza problemi il mio numero, lo congedo e mi dirigo verso la grande sala dove si svolge la lezione di coro. Qui rivedo una vecchia conoscenza, il mio cugino di terzo grado Leonardo. Io e Leonardo abbiamo sempre avuto pessimi rapporti. Non sapevo suonasse, anche se effettivamente non lo vedo da più di sei anni.
  - Che strumento suoni? – mi arrischio a chiedere dopo il mio saluto. Lui, altezzoso e arrogante come me lo ricordavo, mi risponde: - Io suono il pianoforte. Sono stato ammesso con 8,75 – credendo che io abbia ottenuto meno di lui. Perciò rispondo contenendo la mia frenesia: - Io con 9,25 – e vorrei anche aggiungere “Alla faccia tua!” ma naturalmente non posso.
  Il suo viso sconvolto si fa pallido per l’invidia, un’altra delle caratteristiche che ricordavo di lui.
è preso dalla rabbia e vedo quasi il fumo uscirgli dal naso, dalle orecchie e dalla bocca nel momento in cui prende a ciarlare: - Va beh, ma quest’anno la commissione non è che fosse tanto in forma…
- Scusa, cosa vorresti insinuare? – sono arrabbiatissimo.
- Il professore Calì – sarebbe a dire il professore di coro sempre presente in commissione agli esami di ammissione – aveva la febbre!
- Ma vaffanculo, cretino! – gli urlo. Gli parte una risatina e non capisco il perché. Ma dopo due, tre, forse quattro secondi mi accorgo che tutti mi hanno sentito.
- Leoni! – mi guarda Calì severo. Mi sgrida: - sospeso!
- Ma… ma… - Non so cosa dire.
   
 
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