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Autore: deli98    26/06/2014    1 recensioni
Questa è una storia che si è ripetuta più volte e come vedrete ha sempre come protagonisti i due fratelli italici.
Chissà perché alla fine tendiamo a fare gli stessi errori, senza accorgersi di esserci già passati.
Genere: Drammatico, Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Osservo Romano mentre si allontana attraversando il vialetto. Come sempre non risponde al saluto fatto dai soldati di guardia. 
E' proprio testardo! Ma non capisce che con questa guerra toglieremo dal nostro mondo tutte le persone indegne? Ma adesso non voglio più pensare a lui, voglio solo godermi la mia festa in compagnia di Ludwig. Io e lui andiamo molto d'accordo, la pensiamo allo stesso modo su questa faccenda. So che ce la caveremo egregiamente.
Guardo in basso e vedo gli stivali nuovi sporchi della sua saliva. Non cambierà mai mio fratello. Mi correggo, adesso non siamo più fratelli, giusto? Ognuno per la sua strada. Meglio così, uno in meno a cui pensare. Metto al suo posto la pistola chiedendomi perchè l'ho tirata fuori. Forse ha ragione, sono cambiato.
Ma a chi importa adesso? Sono felice così e non tornerei indietro.
-Feliciano? E' tutto a posto?- Ludwig mi chiama da dentro l'atrio. 
-Si. E' tutto ok.- Lancio un ultimo sguardo verso l'auto che si allontana uscendo dal cancello in fondo al viale a tutta velocità. E' iniziato un forte temporale.
Chissà perchè piove sempre quando facciamo queste litigate.
-Entra, dai. Stiamo aspettando tutti te per incominciare.- Entro dentro l'atrio e mi pulisco lo sputo dallo stivale.
-Dov'è andato tuo fratello?- Sembra preoccupato, ma non più di tanto.
-Lui non è mio fratello.- Credo di averlo detto in modo molto convincente, perchè mi ha guardato con i suoi occhi penetranti come se mi volesse fare i raggi X, ma non ha detto niente. Un'altra cosa che mi piace di lui è che sa quando farsi gli affari suoi. Andremo molto d'accordo così.
Appena sono entrato nella sala da pranzo Mussolini mi ha guardato sorridendo vedendomi senza Romano e ha capito subito che se ne è andato via.
-Ottimo lavoro. Tanto non ci sarebbe servito a niente.- Mi sussurra all'orecchio appena mi siedo alla sua destra. 
Per tutta la durata del pranzo nessuno ha accennato minimamente alla scomparsa di Romano. Credo che molti non si siano nemmeno accorti del posto vuoto in fondo alla tavola che subito è stato sparecchiato da un cameriere, per non lasciare spazi inutili.
Alla fine del pranzo io e Mussolini ci siamo appartati in un grande studio al secondo piano per discutere della situazione. L'ambiente è molto accogliente, ma ci sono bandiere con le svastiche ovunque, il che mette abbastanza in soggezione.
-Allora se ne è andato. Bene! Non mi è mai andato a genio quel tipo: è un ribelle.- Mi fa segno di accomodarmi su un divanetto e mi offre una sigaretta, ma la rifiuto.
-Ed è per questo che mi preoccupa.- Si accomoda di fianco a me allentandosi la cravatta e continuando il suo discorso. -Sai, ho tolto di mezzo tutti i miei oppositori senza far sorgere alcun sospetto verso di me, ma lui non deve morire. Diciamo... scomparire, ecco. Ed è qui che entri in scena tu: andrai a prenderlo e con le buone o con le cattive si unirà al nostro esercito, magari nella Marina, così potrà pensare meglio alla sua situazione ed arrendersi all'evidenza che è un uomo senza palle. E dovrà essere ben controllato, perchè non voglio in nessun modo che passi delle informazioni al nemico. Capisci cosa intendo? Tu lo conosci meglio di chiunque altro, immagino che saprai come fare.- Mi osserva e aspetta una mia risposta, ma per un attimo non so cosa dire. Insomma, non posso fare questo a mio fratello, cioè... Voglio dire, a Romano. 
-Purtroppo abbiamo tagliato tutti i rapporti: mi ha rinnegato, non sono più suo fratello. Sarebbe molto difficile farlo arruolare di sua spontanea volontà, date le circostanze.- Temo una reazione violenta da parte del mio capo, ma fortunatamente si è limitato a sospirare.
-Questo complica le cose. Non puoi più approfittare del tuo legame familiare per convincerlo ad unirsi a me.- Si fa pensieroso, ma poi aggiunge -Non ce lo lasceremo scappare comunque. Per evitare che spifferi dei segreti militari al nemico bisogna tenerlo sotto controllo costantemente. Ciò significa che lo sbatteremo in prigione. Anzi! Hai già provveduto all'apertura di quel campo di concentramento in Sicilia? Bene. Sarà un posto perfetto per lui. Quel campo sarà destinato alla produzione di armi e bombe. Magari si darà una calmata vedendo che è seduto sull'esplosivo.- E ride. Non so se trovarmi d'accordo oppure no, in fondo era mio fratello. Gli voglio ancora bene, credo.
-E' sicuro che sia una buona soluzione? Insomma, posso sempre provare con l'altro piano che ha proposto! Posso provare a farlo collaborare come si deve e...- Non mi fa finire la frase e mi interrompe subito, fissandomi con uno sguardo che Romano avrebbe definito "disumano", ma che a me sembra solo molto severo.
-Non mi dire che tieni ancora per quel bastardo? Non vedi che ci ha tradito? Non vedi che sta dalla parte dei nemici? Se gli dai troppa fiducia finirà per colpirti alle spalle quando meno te lo aspetti! E' quello che vuoi? Perdere la guerra? No, ragazzo mio. Un po' di prigionia gli farà bene, vedrai. Rimpiangerà di essersi messo contro di noi e ci supplicherà di risparmiarlo.- Mi ha convinto. Conoscendolo, Romano farebbe di tutto per rovinare i nostri piani ed è quello che voglio evitare a tutti i costi. Farò come mi ha detto, ha ragione lui. Alla fine tonerà da me piangendo come un bambino. Non voglio dargliela vinta proprio ora che siamo
a un passo dalla vittoria. Vincerò senza di lui!

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Mi è venuto male scrivendo queste cose: Romano è nei guai fino al collo e Feliciano è sotto l'influenza di Mussolini.

Alla prossima!
  
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