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Autore: The Galway Girl    26/06/2014    2 recensioni
Mi chiamo Anais, ho 19 anni, ho appena finito il liceo e non ho voglia di fare niente.
Dico sul serio, proprio niente.
La mia idea era quella di starmene tutto il giorno davanti alla tivù, ma ho dovuto fare i conti con mia mamma, una snob che non vuole assolutamente sfigurare di fronte alle sue amiche, così ho messo a punto un piano infallibile, un Piano Geniale. Mi sarei trovata un lavoro così orribile e imbarazzante che mia madre mi avrebbe costretta a licenziarmi....
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo tre.

Dopo pranzo ricevo un messaggio di Ambra che mi chiede di vederci per un caffè. Sebbene io abbia fatto voto di reclusione e mi sia rifiutata di vedere chicchessia devo ammettere che l'invito è più che ben accetto. La prospettiva del mio armadio che straripa o di mia nonna che mi recluta per un tour de force nell'orto o in giro a far visita alle amiche non erano poi così allettanti.
Decido quindi di prepararmi con cura per l'incontro con la mia amica. Mi lavo i capelli, combatto un buon quarto d'ora col pettine per districarli a dovere, li asciugo col phon e creo una pettinatura molto articolata, ma che alla fine risulta come uno chignon scomposto un pò spettinato, che dà l'impressione di essere un'acconciatura fatta in due minuti nella fretta.
Voglio che Ambra pensi che ho un milione di cose da fare e che non ho neanche il tempo per pettinarmi, non che ho impiegato più di un'ora a prepararmi. Rubo un vestito a mia mamma, un semplice vestitino nero con dei fiorellini bianchi, metto le converse, agguanto la borsa ed esco.
Mi incammino sotto il sole fino alla fermata dell'autobus, fortunatamente il mio abbonamento è ancora valido, e aspetto in compagnia di una signora carica di borse. Questa comincia a parlarmi del più e del meno, mi racconta dov'è stata, fa osservazioni sul caldo e sul ritardo del bus.
Odio le conversazioni da fermata dell'autobus. Sembra che la gente si senta costretta a parlare con dei perfetti sconosciuti di cose del tutto prive di senso. Lo so benissimo che fa caldo, un autobus che arriva in orario non si vede dagli anni '70 e dov'è andata è l'ultima delle mie preoccupazioni. Perchè uno non può starsene in pace seduto sotto la pensilina senza essere assalito da mille discorsi inutili?
E poi eccola, la domanda che tanto temevo. < < E lei signorina che cosa fa? > >
Penso che la signora mi abbia appena detto che il figlio studia medicina e ha ritenuto opportuno farsi gli affari miei.
Cerco di far finta di niente, magari penserà che sono sorda, o straniera, magari sarà la volta buona che l'autobus arriva in orario, ma, ahimè, temo che stavolta mi toccherà rispondere.
Opto per la verità, dopotutto questa signora non la conosco e non la rivedrò mai più.
< < Ehm, niente, non faccio niente > >.  Spero con tutta me stessa di averle chiuso il becco una volta per tutte, o di averla lasciata abbastanza interdetta da indurla a non fare altre domande, invece con mio grande disappunto vedo che ha un'espressione dubbiosa dipinta in faccia e fa per dire qualcosa, ma fortunatamente entrambe sentiamo il rumore dell'autobus che si avvicina e capisco di essere salva.
Salgo con tutta velocità e scelgo un posto il più lontano possibile da quell'impicciona.
Ma insomma, cosa voleva da me? Ok tuo figlio diventerà un eminente medico, salverà vite e troverà una cura contro la malaria, ma è il caso di andare in giro a vantarsi e a mettere a disagio ragazze innocenti che aspettano l'autobus?
E' la cosa che odio di più, i genitori che se ne vanno in giro ad urlare ai quattro venti dei successi dei figli. Credetemi, ne so qualcosa.
Mia madre ha sempre avuto questo brutto vizio. Lei e le sue amiche fanno a gara a chi ha la figlia più bella, più alta, più intelligente. Inutile dirvi che mia mamma perde SEMPRE, così ha preso la cattiva abitudine di inventarsi le cose. Una volta ha raccontato che ho vinto un concorso di scrittura creativa, una volta che avevo passato l'estate in un cottage nel Surrey per perfezionare l'inglese, un'altra ancora che ero diventata rappresentante d'istituto. Ora, tutte queste cose potrebbero anche essere vere, salvo forse l'ultima, ma purtroppo si da il caso che io non abbia mai partecipato a nessun concorso e che non abbia mai visto nemmeno un filo d'erba del Surrey.
Tutte cose assolutamente false ma che nessuno ha mai messo in dubbio, anzi le sue amiche le davano pure corda dicendo cose tipo "Si, Anais mi è sempre sembrata molto fantasiosa", "Si, l'ho sentita parlare inglese, sembra una vera lady", "Certo, è una leader nata".
Il mio inglese perfetto lo devo tutto alle serie tivù che guardo. Preferisco guardarle in lingua originale con i sottotitoli, ma mia madre si guarda bene dal raccontarlo in giro. Non vuole che le sue amiche sappiano che sua figlia è una pigrona che trascorre i pomeriggi incollata davanti al computer, preferisce dipingermi come una studentessa modello che passa le giornate a studiare e a cercare sempre nuovi modi per rendere i suoi genitori orgogliosi.
E' così preoccupata di cosa la gente può pensare di lei che mi spaventa. E' una di quelle persone che non escono mai di casa con un capello fuori posto o la maglia stropicciata. A vederla non si direbbe che è cresciuta in campagna, sembra una vera ragazza di città, sempre vestita impeccabile, con la dizione perfetta e le amiche alla moda. Ogni tanto sorprendo la nonna a guardarla con disappunto, penso che non riesca a capire come abbia fatto sua figlia a trasformarsi da Heidi-ti sorridono i monti ad Heidi Klum. Pensate al mio nome ad esempio, Anais. Quante altre diciannovenni conoscete che si chiamano così? Avrebbe potuto scegliere un nome normale come Anna o Giulia, ma no, lei ha dovuto chiamarmi come la scrittrice Anais Nin, perchè era così alla moda. Per carità, adoro il mio nome, lo trovo molto particolare, e sinceramente sarebbe potuta andarmi molto peggio, avrebbe potuto chiamarmi Banana Yoshimoto o Saffo, ma se penso al tipo di letteratura di cui si occupava la Nin, bè non è proprio il caso di urlare ai quattro venti a chi si è ispirata mia madre per scegliermi il nome.
Certo il suo lavoro non aiuta, fare la segretaria in uno studio notarile non ti lascia molta libertà nel guardaroba, o nel modo di parlare, ma purtroppo è una di quelle persone che una volta tornate a casa non riescono a scrollarsi di dosso il ruolo che interpretano nella società.
Sono talmente assorta a maledire la signora impicciona che quasi salto la mia fermata. Scendo in extremis dall'autobus e mi dirigo "Alle  Cantine", il bar che frequentavamo sempre alle superiori. Ci ritrovavamo sempre qua per un caffè prima dell'inizio della scuola, giusto il tempo perchè Valentina ci aggiornasse sulle sue ultime peripezie in amore o perchè Ambra vaneggiasse sul "non aver studiato un cavolo", sapendo benissimo che avrebbe preso 10. Spingo la porta e saluto Veronica, la proprietaria e mi guardo in giro alla ricerca della mia amica. Come previsto non è ancora arrivata, odio arrivare in anticipo, così occupo il nostro solito posto nell'angolo vicino alla porta e ammazzo il tempo leggendo gli oroscopi dei quotidiani. Alzo gli occhi ogni volta che sento qualcuno entrare e finalmente, dopo quasi dieci minuti di attesa, vedo entrare Ambra insieme ad, orrore, Alberto.
Mi sento in dovere di aprire una parentesi speciale per Alberto. E' il ragazzo di Ambra da circa sei mesi, si sono conosciuti ad una festa di Capodanno, e da allora sono diventati orribilmente inseparabili. E' più grande di noi, è al terzo anno di ingegneria ed  è uno di quei tizi che se ne vanno in giro con la camicia inamidata infilata nei pantaloni e che quando parlano con te ti fanno sentire irrimediabilmente stupida.
Da quando lo conosco non l'ho mai sentito fare una battuta o dire qualcosa di lontanamente divertente, non faccio altro che chiedermi cosa ci trova Ambra in lui. Lei è una persona così solare, ci facevamo sempre un sacco di risate a scuola, lui invece crede che crescere significhi buttare via tutti i fumetti e le t-shirt idiote e dire solo cose intelligenti.
Ringrazio il cielo di non essermi presentata con la maglietta di Angry Birds, ma realizzo che con Alberto tra i piedi dovrò recitare la commedia di quella che è occupatissima.
Una delle cose che mi piacciono di più di Ambra e che non giudica mai nessuno. Posso parlarle di qualsiasi cosa sapendo che non mi dirà mai che sono matta o che cercherà di farmi cambiare idea.
E' una persona molto cerebrale, riflette sempre molto sulle cose,  prima di prendere una qualsiasi decisione considera tutti i pro e i contro, ha fatto proprio così prima di accettare di fidanzarsi con Alberto, e sinceramente non riesco proprio a capire quali pro abbia mai potuto trovare. Per questo sapevo che quando le avrei dichiarato la mia decisione di non fare niente non l'avrebbe trovato strano, ma avrebbe detto qualcosa tipo "se hai preso questa decisione avevi le tue motivazioni e le rispetto".
Aberto, invece, mi guarderebbe di traverso affermando che sono una cretina, o troverebbe un insulto più da adulti tipo "stolta" o "citrulla".
Faccio un segno nella loro direzione e Ambra mi saluta tutta sorridente. < < Ciao Ana!!Come va? > >
< < Bene, bene, non c'è male, ciao Alberto. > >
Lui in tutta risposta mi rivolge un sorriso tirato e si limita a dire < < Dov'è il Corriere della sera? Devo leggere l'articolo sul... > >  e si allontana alla ricerca del quotidiano, lasciandomi sola con la mia migliore amica.
Ci sediamo e finalmente possiamo parlare come si deve.
< < Allora, da dove venite voi due? > > le chiedo, cercando di capire perchè diavolo si sia portata dietro il fidanzato.
< < Siamo andati in facoltà ad informarci sugli esami di ammissione all' università, Alberto mi ha dato qualche dritta, sai lui studia già da un pò. Mi ha consigliato di trovarmi anche un piano B nel caso in cui a giurisprudenza non andasse, così ho scelto anche scienze politiche e letteratura. > >
Grandioso, questo significa che la mia amica passerà il resto dell'estate chiusa in casa a studiare per esami di ammissione solo perchè quello scorbutico del suo ragazzo non crede abbastanza nelle sue capacità.
Decido di fare buon viso a cattivo gioco così le rispondo < < Wow, è grandioso! Si, in effetti fai bene ad avere un piano di riserva, sai quell'ambiente è pieno di figli di papà, ma vedrai che ce la farai! > >
< < Speriamo! Lo sai che fare l'avvocato è il mio sogno, ma Alberto continua a ripetermi che non mi ci vede, che secondo lui non sarei abbastanza convincente, ma dai, vedremo, magari provo un anno poi se non funziona cambio! > >  mi dice tutta allegra.
Non credo alle mie orecchie. Come osa dirle che avvocato non è il mestiere giusto per lei? La conosce da 5 minuti e Mister Impettito ha sancito che Ambra non ne sarebbe capace? Io la conosco da cinque anni, e non ho mai visto nessuno così convinto su qualcosa, e ora per colpa di un gibbone in camicia bianca che non ha alcuna fiducia nella sua ragazza, dovrà spaccarsi la schiena a preparare esami che non dovrà mai affrontare, perchè sono sicura che riuscirà ad entrare a giurisprudenza ad occhi chiusi.
I miei insulti mentali vengono interrotti dalla mia amica che mi chiede  < < E tu cosa hai fatto in queste ultime settimane? > >
Sono pronta a dirle la verità, e cioè che ho passato tutto il tempo a guardare la tivù, ma vedo che Alberto si sta avvicinando così tiro fuori una palla.
< < Oh, sai, mi sono riposata un pò, ho fatto un pò di giardinaggio con mia nonna per rilassarmi e ho letto qualche libro. > >
La mia amica mi sorride compiaciuta ma il suo ragazzo non ci casca. < < Giardinaggio? Rilassarsi? Che cavolo, ti pare il caso? Non è il momento di dormire, devi rimboccarti le maniche, la fatica deve ancora arrivare! > >
Quando parla così mi sembra uno di quei santoni vestiti come cantanti gospel che si vedono alla tivù agitarsi di fronte a una platea di spettatori adulanti che annuiscono ad ogni sua parola. Magari questa solfa funziona con Ambra, ma su di me non ha nessun effetto.
Dato che però si tratta di Alberto, uno che reputa un'offesa mortale qualsiasi cosa gli si dica, e che è pur sempre il ragazzo della mia migliore amica mi limito ad urlargli un "TACI" mentale e a dirgli < <  Si hai ragione. > >
Pensavo che assecondandolo sarei stata salva, invece scopro che ha deciso di accanirsi su di me perchè comincia a farmi domande a raffica.
< < Hai già in mente qualche facoltà? > >
< < Ti sei già iscritta da qualche parte? > >
< < Stai già studiando per i test di ammissione? > >
Mi mitraglia di quesiti che cerco di schivare come palle infuocate a cui rispondo limitandomi a deboli  < < si, no, ancora non lo so > >.
Quando mi sembra che abbia finito azzardo un timido < < Sai, potrei anche trovarmi un lavoro, non bisogna per forza andare all'università, studiare non è da tutti. > >
Lui mi guarda come se avessi appena detto che la terra è piatta e sbotta dicendo  < < Cosa? Un lavoro? Ma sai che con il vostro diploma da due soldi non ti prendono neanche da Mc Donald's? > >
Caspita, è veramente sul piede di guerra oggi. Non so proprio più cosa rispondergli, per fortuna Ambra corre in mio aiuto. < < Vabbè diceva così, cosa credi, anch'io ogni tanto vorrei mollare tutto e mettermi a fare panini! > >
Questo sembra calmarlo un pò e rilassato dice  < < Bè meno male che studi allora, in cucina non sei esattamente una cima! > >
Ridono, io mi aggrego per educazione ma in realtà vorrei staccargli la testa.
Brutto deficente borioso pieno di sè, penso, immaginandomi 101 modi per ucciderlo senza lasciare tracce.
Vengo strappata via dai miei pensieri omicidi quando sento Ambra dire < < Mi dispiace, ma dobbiamo veramente scappare, Alberto ha un incontro col suo tutor per la tesi. > >
Mi accorgo che Mister Simpatia è già fuori così mi sfogo con la mia amica e le dico  < < Caspita, te ne vai già? Pensavo che avremmo bevuto almeno un caffè! Comunque oggi il tuo ragazzo era veramente accanito! > >
< < Guarda, non dirlo a me! E' un mese che mi assilla con discorsi sull'università, ma che ci vuoi fare, è fatto così! Mi dispiace dover scappare, appena ho un attimo di tempo usciamo come si deve! > >
< < Ok ci conto, magari chiamiamo anche Valentina, è una vita che non la sento! > >
La prospettiva di rivedere entrambe le mie amiche, noi tre sole mi risolleva il morale dopo questo fantastico pomeriggio.
< < Si, decisamente! Adesso è in Croazia con sua cugina, aveva bisogna di cambiare aria dopo che tu-sai-chi ha fatto tu-sai-cosa! Appena torna assolutamente! > >
Ci salutiamo e mi avvio nuovamente verso la fermata dell'autobus sperando di non incappare in altre signore ficcanaso.


  
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