Demons.
"Don't
get too close, it's dark inside,
it's where my demons hide, it's where my demons hide"
Il
soffitto dell'ospedale è completamente bianco, le coperte
del letto
sulle sfumature dell'azzurro, come le tende.
I
corridoi del reparto sono deserti, costringono i pazienti a restare
chiusi in stanza.
-Io
non sono pazza- urla una ragazza all'improvviso, un dottore
si
affaccia dalla finestra e la saluta con la mano sorridente, lei gli
rivolge uno sguardo carico di rabbia e odio, nonostante non sia
dell'uomo la colpa, poi lui se ne va sfogliando vari documenti
clinici.
I
capelli della ragazza le coprono tutto il petto, la lunghezza
è
quasi esagerata, ma questo taglio le incornicia perfettamente il
volto dalla carnagione chiara costellata di lentiggini, il viso
illuminato dagli occhi verdi.
La
maniglia d'acciaio argentato della porta è fredda, gelida,
un pezzo
di ghiaccio tra le sue deboli mani ossute.
Apre
e chiude ripetutamente la porta, alcuni pazienti del suo reparto la
osservano straniti dal corridoio.
-Io
non sono pazza- grida nuovamente sbattendo violentemente la
porta
della stanza senza curarsi di dare fastidio o di rompere qualcosa.
Apri,
chiudi, apri, chiudi, apri, chiudi.
Questo
giochetto continua per diversi minuti, è come il ticchettio
di un
orologio, va avanti da solo, sempre allo stesso logorroico ritmo.
Spalanca
la porta, la lancia lontano finchè non torna indietro,
finchè la
maniglia non torna tra le sue mani, la chiude ancora, ora
delicatamente, ora la sbatte fino a udire un suono rumoroso,
fastidioso, come lo scoppio di un palloncino.
Improvvisamente
scoppia in una fragorosa risata, si appoggia al muro della sua camera
mentre le risate riempiono i corridoi del reparto di psichiatria, una
risata incontrollata e apparentemente immotivata.
Qualche
minuto di puro ridere, di allegria, poi il viso ritorna
improvvisamente serio, l'attenzione della giovane paziente è
catturata da un altro oggetto: le matite colorate.
Apre
la confezione e, distrattamente, lascia cadere tutti i pastelli a
terra.
Li
fissa dall'alto, un sorriso compare sul suo volto prima che lei si
sieda e inizi a giocherellare con i diversi colori.
Li
allinea tutti perfettamente, non ce n'è uno fuori posto:
tutti in
linea come dei soldati.
Ne
sceglie due di essi, spinge i restanti con un gesto della mano sotto
il letto: il pastello rosso e quello nero sono tra le sue mani.
Li
gira, li rigira, li scambia, unisce le punte delle due matite come a
voler creare un'unica tinta di colore.
All'improvviso
scaglia via il rosso, tiene solo il pastello nero in bilico tra due
dita, resta per qualche secondo in perfetto equilibrio, poi cade.
-Io
non sono pazza-
ripete di
nuovo, afferra la matita nera e la spezza nervosamente in due parti,
torna a giocare con la porta.
Alcune
lacrime imperlano il suo viso, gli occhi e le gote si arrossano, i
singhiozzi riempiono il vuoto. Un pianto, come la risata, improvviso
e senza una apparente ragione.
Apri,
chiudi, apri, chiudi, apri, chiudi.
-Cecylia,
tranquilla, calma-.
Un
ragazzo calvo entra nella sua stanza seduto sulla sedia a rotelle.
Gli manca una gamba a causa del cancro che lo ha sfortunatamente
colpito, ma non certo la voglia di vivere e di aiutare gli altri
pazienti.
Stringe
i fianchi di Cecylia con le sue mani e la tira a sé, fino a
costringerla a sedersi sopra le sue gambe.
-Io
non sono pazza-
commenta
lei ancora tra le lacrime, stringendo una mano di Vale, il
Vice-leader del gruppo più famoso dell'ospedale, i
Braccialetti
Rossi.
Agilmente
la ragazza si gira, le sue gambe ora circondano quelle del ragazzo,
faccia a faccia con Vale.
-Non
lo sei, tesoro- le sussurra ad un orecchio arrotolando una ciocca dei
lunghi capelli rossi di Cecylia al suo esile dito.
-Io
non sono pazza-
ripete
nuovamente, come a volerlo ribadire e sottolineare, urlare al mondo
che è una ragazza come tante altre.
Qualche
minuto, la ragazza dai lunghi capelli rossi continua a sostenere la
sua tesi, continua a gridare i suoi pensieri nel cuore della notte.
Dopo un po' il silenzio cala sulla stanza, Cecylia fissa un punto
indefinito alle spalle di Leo, gli occhi e lo sguardo persi nel
vuoto.
-No...
Malata- pronuncia balbettando, tentenna, non riesce a parlare, il suo
cervello non risponde ai comandi e anche il semplice parlare le pare
un'impresa.
-Non
sei malata, l'autismo non è una malattia, tu sei speciale,
non
importano i sintomi o tutto ciò che ti caratterizza, sei
speciale-
la consola lui, accarezzandole lievemente una guancia.
-Amico-
inizia Cecylia all'improvviso scuotendo il capo ed intrecciando le
sue dita tra quelle di Vale, che la stringe al suo petto.
-Cosa,
tesoro?-
-Tu
amico- spiega lei allontanandosi dal corpo del ragazzo ed indicandolo
con un dito.
-Certo
che sono tuo amico, non devi nemmeno pensare che io sia una persona
cattiva- commenta Vale abbassando lo sguardo ed accarezzando con il
pollice la pelle secca della mano della ragazza.
-Amico-
ribatte determinata la ragazza scandendo le sillabe e contraendo i
muscoli per la tensione.
Vale
lascia una mano a Cecylia per tirarla a sé, il corpo della
ragazza
contro quello del suo amico, che la accarezza, le lascia piccoli baci
sul collo, le stringe la mano e carezza la pelle secca, stringendola
in un dolce abbraccio.
-Vale,
torna in camera tua- lo avvisa lo psichiatra dall'esterno, il ragazzo
fa un cenno con la mano come conferma.
-Tesoro,
devo andare- la saluta Vale sorridendole malinconicamente, gli occhi
di Cecylia ancora arrossati per il pianto.
-Domani
torno, promesso-.
Il
solito saluto dei due. Un richiamo del dottore, una promessa sempre
mantenuta dal ragazzo che ogni giorno andava da lei per qualche
minuto ad abbracciarla e a parlarle.
-Io
non sono pazza-
risponde
semplicemente Cecylia, i volti dei due ragazzi incredibilmente
vicini.
Vale,
temerario, si posa sulle labbra della ragazza carezzandole con un
bacio, racchiudendo tra le proprie quelle screpolate e secche di
Cecylia. Un bacio timido, un bacio leggero e delicato, semplicemente
una lieve carezza sulle labbra.
-Ciao,
tesoro-.
~
Miao :3
Sono tornata, jaa -non
vi libererete facilmente di me-.
Cosa sia questa roba non lo so nemmeno io, mi è venuto il
lampo di genio vedendo un film in cui c'era un bambino
autistico.
Perciò ho letto storie di bambini autistici e, baaam, ho partorito
questa One Shot.
Una cosa. Devo dedicare questa OS a una personcina molto miao.
Spero la consideri uno dei mille regali che devono farci per gli esami:
è' dedicata tutta a DreamLove_2000
che domani ha gli orali, perciò fate il tifo per lei ♥
{tivibì :*}
Anyway, spero che questa merdina vi sia piaciuta e spero commentiate in
tanti c:
_Nobody_