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Autore: BluePhantomhive    26/06/2014    1 recensioni
[PRIMI CAPITOLI IN FASE DI RISCRITTURA]
Salve a tutto il Fandom Pokèmon!
Rieccomi tornata con una fic sempre dedicata a dei Pokèmon Leggendari (Ma dai .-. ndTutti).
Questi due Pokèmon sono Reshiram e Zekrom.
Allora... La storia è ambientata nel 1832 quando Unima era divisa in due schieramenti: lo schieramento degli Harmonia e quello dei Phoenix, due casati che sono sempre stati in conflitto. C'era stato un periodo di pace, ma poi tra loro scoppia una guerra che coinvolgerà, non solo gli esseri umani, ma anche i Pokèmon.
Dal Capitolo 1:
La festa era ormai incominciata. Ero pronto a chiudere le porte, visto che tutti gli invitati erano arrivati, ma qualcuno mi fermò. Io aprii la porta abbastanza per vedere chi fosse e fu allora che la vidi. Era una ragazza bellissima vestita con un lungo abito bianco che le lasciavano le spalle nude e un'apertura vertiginosa le scopriva quasi tutta la schiena. I capelli bianchi, quasi sull'argento, sciolti che le cadevano sulle spalle, il rossetto rosso le valorizzava le belle labbra carnose e la maschera bianca e argentata metteva in risalto il color rosso rubino dei suoi occhi.
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Capitolo 17: I Ribelli


-Rhue
-Aiuterò i ribelli a sconfiggere Azula.-
Avevamo finalmente incontrato Kai dopo due anni e gli avevamo chiesto di chiedere Landorus e i ribelli contro Azula. Come ci aspettavamo, Kai aveva accettato di aiutarci.
Gli ero così grata. Aveva accettato di aiutare il mio amico senza battere ciglio, o almeno senza ripensamenti.
-Grazie, Kai. Landorus sarà felice di sapere che lo aiuterai.-
Kai sorrise, poi guardò Kaito con un'occhiata maliziosa.
-Però...- iniziò e si avvicinò a mio marito, mettendogli una mano sulla spalla.
-Voglio sapere cosa hai fatto con Rhue in tutto questo tempo.-
Kaito mi guardò ed arrossì.
-Non è il momento per parlare di queste cose. O almeno non è il luogo. Che ne dici di andare all'accampamento? In modo da guarire le ferite e far riposare come si deve il tuo Pokèmon.- 
Kai guardò prima lui, poi Samurott che era ancora disteso sul terreno, mezzo addormentato.
-Hai ragione. Andiamo all'accampamento.- disse e lentamente ci dirigemmo verso il luogo in cui erano riunite tutte le tende e dove si erano diretti i soldati rimasti dopo l'assedio.
L'accampamento si trovava a nord dal campo di battaglia, quindi ci arrivammo dopo cinque minuti di cammino. Quel luogo pullulava di soldati che andavano di qua e di là tra le tende, chi si dirigeva verso l'infermieria, chi invece riportava i cadaveri dei compagni caduti in battaglia.
Samurott fu portato dal medico per Pokèmon, mentre noi entrammo in una grande tenda bianca con degli ornamenti verde acqua intorno ai bordi, in modo da differenziare la tenda del Re da quella degli altri soldati. Non appena fummo dentro, vedemmo Terrakion con le mani appoggiate sopra una grande scrivania, a riflettere su qualcosa segnato sulla mappa, appoggiata sopra al piano, ferma agli angoli da quattro sassi.
-Ciao, Terrakion.- lo salutò Kai, incominciando a togliersi una parte dell'armatura che portava sul petto.
-Ciao, Kai.- ricambiò il consigliere, alzando di pochi millimetri lo sguardo per poi tornare a ciò che faceva, ma quando notò il profilo di Kaito tornò a guardarci.
Quando ebbe la conferma che era davvero Kaito, il suo sguardo si illuminò e sorrise.
-Kaito! Che bello vederti!- disse, lasciando il suo lavoro e abbracciandolo.
-A quanto pare non è cambiato di una virgola. Sempre al lavoro.- disse mio marito, sciogliendo l'abbraccio.
-Beh... Il mio compito è quello di aiutare Kai ed è quello che faccio. Allora? Dove sei stato in questi due anni? E perchè sei tornato solo ora?-
Kaito sospirò.
-Se mi date tempo, vi spiegherò tutto.-
Tutti i presenti lo guardarono, in attesa del suo racconto. Mio marito fece un respiro profondo ed iniziò a parlare.
-Prima di dirvi il perchè della mia presenza qui, vorrei dirvi come ho fatto a scappare dal palazzo di Azula.-
Tutti annuirono, così da farlo continuare.
-Quando entrai nel suo palazzo dopo lo scambio, Azula mi chiese di sposarla. Però quando rifiutai, lei disse che se non l'avessi fatto, avrebbe ucciso Kai e Rhue, così non ho potuto fare a meno di rifiutare. Ma, quando seppi che aveva mandato dei sicari per uccidere Kai, solo perchè si era accampato sui confini, mi arrabbiai così tanto che decisi di andarmene.-
-Aveva mandato dei sicari per uccidermi?- chiese Kai, incredulo.
Kaito annuì.
-Sì. Tu non sai nulla dell'attacco perchè a metà strana furono trovati i loro corpi senza vita. Comunque... Dopo la tua visita, Kai, me ne sono andato.-
-E perchè sei ricercato, allora?- chiese Terrakion.
-Diciamo che ho puntato contro Azula una lancia appuntita, minacciandola di ucciderla.- 
Tutti lo guardammo, sbalorditi.
-L'hai fatto davvero?- chiese Josh e Kaito annuì, imbarazzato.
-Per questo Azula sta facendo di tutto per trovarmi e giustiziarmi. A causa di ciò il suo regno sta lentamente cadendo nell'oblio e, qualche giorno fa, io e Rhue a Ponentopoli abbiamo incontrato Landorus, aggiornandoci sul fatto che nel paese ci sono molte persone che si vogliono ribellare e andare contro Azula. Per questo sono qui. Sono venuto a chiedere a Kai se poteva dare ai Ribelli il suo aiuto e lui ha accettato.-
Gli altri si girarono e guardarono Kai.
-Perchè Landorus avrebbe bisogno dell'aiuto di Kai?- chiese Josh.
-Perchè i Ribelli sono pochi e hanno bisogni di qualcuno abbia soldi a sufficienza per comprare armi e sostenere un esercito ausiliare, in modo da poter sostenere una battaglia contro l'esercito di Azula.- spiegai.
-Sicuro di volerli aiutare? In fondo non è un problema del tuo regno, bensì quello dei Phoenix. Non c'entra nulla con te.- disse Terrakion, riferendosi a Kai, che, nel frattempo, si era avvicinato a Kaito.
-So benissimo che non mi dovrebbe interessare, però hanno chiesto il mio aiuto e non lo posso rifiutare. In più entrare nel Regno di Azula personalmente, mi può far capire i suoi punti deboli e colpirli.-
-Kai ha ragione. Può colpire indirittamente Azula e terminare più rapidamente la guerra.- disse Josh, ma Terrakion scosse la testa, in disaccordo, e tornò a riferirsi a Kai.
-E poni il caso che ti trovano... Cosa farai?-
-C'è Kaito con me. Io sono il suo eroe e lui è il mio Pokèmon. Ci proteggeremo a vicenda. Inoltre io aiuterò i ribelli senza dire la mia vera identità. Infatti nel Regno dei Phoenix nessuno conosce le sembianze del "Re Harmonia", quindi non c'è alcun pericolo che mi scoprano. Solo Azula conosce il mio viso e non credo che lei sia uno di quei sovrani che abbia l'abitudine di girare per il proprio regno per vedere come vivono i suoi sudditi.- rispose.
Terrakion lo guardò e sospirò.
-Va bene. Se la metti così, allora per me non c'è alcun problema.-
Kai sorrise e lo ringraziò.
-Dato che tu parti per Ponentopoli, chi guiderà il Regno?- chiesi, curiosa. Non avevo considerato questo problema.
-Mi sembra ovvio. Terrakion e Josh.-
I due guardarono Kai sbalorditi.
-Sono due persone competenti che negli ultimi anni mi hanno dimostrato di essere molto brave in ciò che facevano. Josh ha preso il posto del Generale Cobalion e sta svolgendo tale ruolo con molta dedizione ed esperienza, mentre Terrakion mi ha sempre dato buoni consigli su cosa dovevo fare per tutto quello che riguardava il Regno. Se io me ne andrò, non si sentirà per niente la mia mancanza. E' vero... C'è Tommy, ma è in buone mani, quindi non mi preoccupo.-
-Ma io e Terrakion abbiamo semplicemente svolto il nostro lavoro. Senza di te, che sei il Re, sarà più complicato.- 
Kai guardò Josh e sorrise.
-Ed io sono convinto che, anche senza di me, riuscirete egregiamente a portare avanti il Regno. Ora, se volete scusarmi, vado a prendere le mie cose. Tra poco partiremo per Ponentopoli!- esclamò Kai, uscendo dalla tenda, seguito da Kaito e da me.
Kai, in questi due anni, era cambiato. Era diventato più alto, ma lo stesso non superava Kaito, i capelli castano scuro si erano fatti più folti, fino a formare un piccolo ciuffo ricciuluto che gli cadeva un pochino sulla fronte. I suoi occhi verde acqua erano sempre gli stessi, allegri e pieni di vita, solo che non erano più ingenui, come quando lo conobbi, bensì il contrario. Mostravano sicurezza. Era diventato un Re a tutti gli effetti. 
Immersa nei miei pensieri, entrammo nella tenda accanto, dove si trovavano un letto, una poltroncina e, ovviamente, i suoi abiti. Dato che si doveva cambiare, li aspettai fuori. A mia grande sorpresa, fecero in fretta. Dopo una ventina di minuti, Kai e Kaito uscirono dalla tenda. I miei occhi si posarono sul Re Harmonia, non più vestito con i suoi abiti da Re, bensì con degli abiti normalissimi, proprio come un borghese o un viaggiatore proveniente da un'altra regione. Forse l'unica cosa che saltava all'occhio era il medaglione d'argento della madre, che portava sempre al collo e che scintillava sotto i raggi del sole.
-Andiamo?- mi chiese Kaito, sorridendo.
Annuii e insieme ci incamminammo verso Ponentopoli.

-Kaito
Proprio come all'andata, tornammo a Ponentopoli dopo tre giorni di cammino. Nonostante Kai fosse un normale umano, manteneva il nostro passo e non si lamentava per la stanchezza. Quando arrivammo in città, cercammo Landorus, ma senza successo. Così optammo per andare alla locanda in cui qualche giorno fa mi ero azzuffato con lui.
-Quindi incontreremo Landorus in questa locanda?- chiese Kai, seguendoci nella locanda.
-Così speriamo. Lui alloggia qui, quindi c'è questa probabilità.- risposi, girandomi per guardarlo, ma lui si mise di fronte a me, camminando all'indietro come un gambero.
-E se non lo troviamo, che facciamo? Non possiamo certo aspettarlo con le mani in mano.- ribattè il mio amico.
Io stavo per rispondergli che aveva ragione, però Kai si scontrò con una ragazza che portava un vassoio strapieno di piatti sporchi. Subito dopo la collisione, il vassoio cadde, facendo rompere i piatti in mille pezzi. Entrambi, come se fossero sincronizzati, si inginocchiarono sul pavimento, cercando di raccogliere da terra tutti i cocci rotti. Quando le loro mani si sfiorarono, i loro occhi si incontrarono e si fermarono di colpo. Stavano entrambi trattenendo il respiro. Erano rimasti folgorati l'uno dell'altro. Come lo definirebbero gli esseri umani: il classico colpo di fulmine.
I miei occhi si soffermarono sulla ragazza. Aveva i capelli biondo cenere, raccolti in uno chignon spettinato, con alcuni ciuffi che le ornavano il viso. Due grandi occhi color ametista, che spiccavano sulla sua pelle nivea. Era vestita da un misero abito marrone dalla gonna larga e legato in vita aveva un grembiulino bianco, un pò logoro e macchiato.
-S-Scusa. Non ti... Avevo vista. Mi dispiace tanto.- disse Kai, balbettando. 
Balbettava in quel modo solo quando era imbarazzato. Anche se, in quel caso, balbettava perchè era impegnato a guardarla.
La ragazza scosse la testa e sorrise.
-Non ti preoccupare, sono cose che succedono. Soprattutto quando lavori in una locanda super affollata.- disse lei, tornando a raccogliere i cocci, ma Kai la fermò.
-Aspetta. Faccio io. Così mi faccio perdonare per il disastro.- 
Kai incominciò ad unire tutti i cocci in un unico punto, poi guardò la ragazza che, nel frattempo, lo guardava a sua volta, assorta. Però, all'improvviso, si avvicinò una signora che si mise tra i due.
-Ma cosa è successo qui?- chiese la signora, guardando i piatti rotti.
-Oh, Madre. Questo ragazzo mi ha scontrato e così sono caduti i piatti, rompendosi in mille pezzi.- spiegò la ragazza guardando la madre.
La signora guardò prima Kai, poi me e Rhue che stavamo a guardare la scena dietro di lui.
-E ti sembra cortese far raccogliere piatti rotti ad un cliente? Su, pulisci.-
Il mio amico guardò la donna e ribattè.
-Ma è stata colpa mia. Non è giusto che pulisca sua figlia.-
-No. Mia madre ha ragione. E' giusto che pulisca io. Quindi si vada a sedere ad un tavolo libero insieme ai suoi amici.- disse la ragazza, sorridendo.
-Ma...- cercò di dire Kai, però lei lo fermò.
-Davvero... Vada a sedersi. Ce la faccio da sola.-
Detto ciò lei raccolse tutti i cocci nel vassoio. Il mio amico rimase un paio di secondi a guardarla, dispiaciuto, poi si alzò e insieme ci dirigemmo ad un tavolo vicino la finestra.
Non appena ci sedemmo, gli occhi di Kai guizzarono sulla ragazza che, immediatamente, scomparve dietro alla porta della cucina.
-Mi dispiace non averla aiutata.- disse il mio amico, girandosi verso di noi.
-Solo per quello? Non ti dispiace non averle chiesto il nome?- dissi, capendo al volo il mio amico.
Lui mi guardò, contrariato.
-Ovvio che no! Volevo solo aiutarla. In fondo sono stato io a farle cadere i piatti.- disse, guardando altro e facendomi il muso. Poi tornò a guardarmi, mettendo le mani sul tavolo e sporgendosi verso di me.
-Tu sai il suo nome?- mi chiese, quasi disperato.
Risi. Quando Kai si innamorava, oppure era interessato ad una ragazza, era proprio buffo.
-No, non conosciamo il suo nome. Però da quanto ho capito, è la figlia dei propretari della locanda, quindi amica di Landorus.-
-Quindi pensi che lei sappia dove si trovi?- disse Rhue ed io annuii.
Aspettai che la ragazza finisse di portare ai tavoli le varie ordinazioni, poi, quando fu libera e passò davanti al nostro tavolo, la chiamai.
-Scusami! Puoi venire un attimo?-
Lei si voltò e si avvicinò al tavolo.
-Volete ordinare?- 
-Dopo. Prima volevo chiederti una cosa.- dissi e lei annuì, in attesa.
-Conosci Landorus, per caso?- mi anticipò Rhue.
-Certo che lo conosco. Alloggia qui.- 
-E sai dove si trova ora?-
Scosse la testa.
-No. Esce sempre la mattina presto e torna la sera. Però ogni tanto torna qui a pranzare... Ma è raro che lo faccia. Perchè lo cercate?- ci chiese.
Io e Rhue ci guardammo. Cosa dovevamo dirle?
-Lui è un nostro amico e qualche giorno fa ci ha chiesto di aiutarlo per una questione privata.- spiegò Kai, guardandola e sorridendole.
La ragazza lo guardò e sorrise a sua volta, però, subito dopo tornò a guardare me e Rhue, che guardavamo sbigottiti la scena.
-Allora spero che riuscite a trovarlo presto. Dato che mi trovo qui, che ne dite di ordinare? Così mentre aspettate mettete qualcosa sotto i denti.- propose e noi annuimmo.
Dalla tasca del grembiule, prese un piccolo taccuino un pò malandato e una matina, in attesa.
-Per me e Rhue va bene qualunque cosa. Kai, tu cosa vuoi?-
Guardai il mio amico, in attesa. Non la smetteva di guardare la ragazza con occhi stralunati.
-Te...- bisbigliò Kai e la ragazza arrossì. Immediatamente arrossì anche lui e tonò in sè.
-Volevo dire tè... Tè verde!- esclamò lui, cercando di rimediare al suo imbarazzo.
Tutti e tre lo guardammo sorpreso.
-Ma Kai... Sono le due del pomeriggio. Il tè si prende alle cinque.- dissi, guardandolo, cercando di capire cosa gli fosse preso.
- E allora? Il tè verde purifica il corpo.- rispose, girandosi e distogliendo lo sguardo.
La ragazza mi guardò ed io alzai le spalle, confuso quanto lei. Poi, facendo finta di nulla, lei ritornò a parlare.
-Quindi vi porto la specialità della casa per tutti e tre. Compreso il tè verde.- disse e se ne andò verso la cucina.
Quando fu abbastanza lontana, Kai si passò una mano tra i capelli, frustato.
-Sono sembrato stupido, non è vero?-
Io e Rhue annuimmo, soffocando una risata. Dopo una mezz'ora, la ragazza tornò con le nostre ordinazioni e il tè verde voluto dal mio amico. Mangiammo in tranquillità, quando vidi Landorus alle spalle di Kai.
-Chi ma può bere tè alle due del pomeriggio?!- disse, fissando la brocca con il tè verde che si trovava sul tavolo.
Kai, a quell'affermazione, alzò gli occhi dal tavolo e mi guardò.
-E basta! Lo so che non si beve a quest'orario, ma ora finitela!-
Io e Rhue scoppiammo a ridere, mentre Landorus ci guardava in modo strano. 
-Dai, Landorus. Siediti qui con noi!- lo invitò Rhue e lui non si fece pregare due volte.
Spostò leggermente la sedia accanto a Kai e si sedette, però prima di sedersi del tutto, si girò verso la ragazza, che era intenta a pulire un tavolo.
-Rose! Mi porti una birra, per favore?-
La ragazza, sentendo il suo nome, si voltò e annuì.
-Arriva subito!- esclamò, correndo in cucina non appena finì di pulire.
Kai deglutì lentamente e lo guardò, sorpreso.
-Sai il suo nome?- chiese, molto lentamente.
Landorus lo guardò, confuso.
-Ovvio che la conosco! E' una mia amica, ma non vi ho chiamato per parlarvi di lei... Vi ho chiamato per chiedervi aiuto.- 
Kai annuì e ritornò a fissare il cibo nel piatto.
-Lo so, Kaito mi ha raccontato la situazione. E sappi che ti darò il mio appoggio. In fondo abbiamo un obiettivo in comune. Ora, però, parlaci facci una panoramica della situazione. Cosa sta accadendo?-
Landorus annuì, ma si guardò intorno. Forse aveva visto qualcosa che non andava.
-Ve ne parlerò, ma non qui. O almeno non adesso.- disse, tornando a guardarci.
Tutti e tre lo guardammo.
-Perchè? Qualche giorno fa avevi detto che questo era un posto sicuro e che la locandiera era tua amica.- disse Rhue, scuotendo la testa, confusa quanto noi.
-La figlia dei locandieri è mia amica. E da come avete sicuramente capito è la ragazza a cui ho chiesto un boccale di birra, Rose. Questo è un posto sicuro, certamente, ma solo quando i propretari, i genitori di lei, non ci sono. Loro sono molto fedeli alla Regina e se incominciassero a sospettare di qualche movimento rivoluzionari, non ci penserebbero due volte ad informare Azula e ottenere una ricompensa.- spiegò.
-Quindi diventerebbero sue spie e lavorerebbero per lei.- capì al volo il mio amico e Landorus annuì.
-Esatto! In più se scoprirebbero la tua vera identità, succederebbe il finimondo. Azula farebbe di tutto pur di vederti morto. Anche pagare dei locandieri per ucciderti durante la notte.-
Non appena ebbe finito di parlare, arrivò Rose che posò la birra sul tavolo.
-Ecco a te, Landorus!- disse, con un sorriso.
Lui si girò e la guardò, ricambiando il sorriso.
-Grazie mille!-
La ragazza sorrise di nuovo e tornò al suo lavoro, mentre Landorus, velocemente, si portò il bicchiere stracolmo alla bocca e, in un unico sorso, la buttò giù. Quando finì, posò il boccale ormai vuoto sul tavolo e si pulì la bocca con il dorso della mano.
-Incontriamoci oggi pomeriggio verso il tramonto nel bosco. C'è una casa abbandonata che uso come punto di incontro con i ribelli. Lì potremmo parlare indisturbati e lontani da occhi indiscreti.- 
-Come faremo a trovarla?- chiesi e lui si sporse verso il centro del tavolo, parlando a bassa voce, per non farsi sentire da altri al di fuori di noi.
-Camminate nel bosco fino a quando non trovate un piccolo ruscello. Seguitelo, andando verso nord. Dopo un dieci minuti di cammino troverete la casa.- disse e se ne andò.

Come ci disse Landorus, un'ora prima che tramontasse il sole, ci mettemmo in cammino per il bosco e seguimmo il ruscello, fino ad arrivare alla casa abbandonata. Come ci si poteva aspettare, era una piccola casupola fatiscente, con i muri ricoperti quasi del tutto da edera rampicante e alcune finestre rotte. Ci avvicinammo e, lentamente, entrammo. L'interno era spoglio. C'erano solo un tavolo e una sedia, tutte impolverate, e un camino lurido. 
Camminamo per la piccola stanza, quando notai delle scale ed in cima ad esse, c'era una porta socchiusa da cui si intravedeva la luce delle candele.
Feci segno a Rhue e a Kai di seguirmi e salimmo le scale. Arrivati di fronte alla porta e bussai. Non ricevendo alcuna risposta, bussai di nuovo.
-Landorus, ci sei? Sono Kaito.- dissi e Landorus aprì la porta, facendoci entrare.
Quando entrammo in quella stanza, che sembrava una soffitta, rimasi a bocca aperta. Era ben illuminata, con le candele che erano sparse per tutta la stanza rettangolare, c'erano sedie e alcuni tavoli, disposti di fronte ad un palco improvvisato, posto sotto all'unica finestra della soffitta.
-Grazie per essere venuti qui.- disse Landorus appoggiandosi al palco, mentre noi tre ci sedemmo su delle sedie di fronte a lui.
-Figurati. Comprendiamo bene la situazione che stai affrontando insieme ai Ribelli. Ora aggiornaci, in modo da sapere cosa dobbiamo fare.- dissi e lui annuì.
-La situazione è come tre giorni fa, quando vi ho incontrato. Solo che stiamo incontrando varie difficoltà.-
-Difficoltà?-
-Esatto. Come sapete, sono tre mesi che sono a capo di questi piccolo gruppo e, qualche settimana fa, abbiamo avuto delle rivolte, per così dire, interne. La maggior parte del gruppo è formato da ragazzi giovani che vivono ancora con i loro familiari che, a loro volta, sono molto legati alla Regina. Alcuni genitori hanno scoperto i figli ad uscire di nascosto la sera per venire qui e, giustamente, i ragazzi hanno raccontato loro tutta la verità. I padri, indignati del comportamento dei Ribelli, hanno incominciato a metterci i bastoni tra le ruote. Ci distruggono mappe e progetti, fanno sparire le poche armi che abbiamo e cercano di fare il lavaggio del cervello ai figli.-
Tutti e tre lo guardammo, in silenzio. Non credevo che alla fine ci fossero stati dei problemi di questa natura. Credevo che tutta la popolazione fosse d'accordo con la ribellione contro Azula. Invece c'era ancora gente che credeva ciecamente nella loro Regina, non riuscendo a vedere la realtà effettiva della situazione.
-Quindi che vuoi fare?- chiesi
-Mi sembra ovvio, no? Andare avanti! Riuscirò nel mio intento e, anche se loro non vorranno appoggiarmi, non mi importa. Basta che riesca nel mio intento.-
Per la prim volta, ero d'accordo con Landorus e mi piaceva la sua determinazione, però Kai scosse la testa, contrariato.
-Ma senza l'appoggio di tutta la città, non puoi proprio permetterti di attaccare Azula. Perchè se è tutta la città a ribellarsi, automaticamente, incita a mobilitarsi anche le altre. E' una catena. Se la maggioranza della popolazione è contro, la minoranza non ha alcuna chance.-
-E' qui che entri in gioco tu!- disse Landorus, avvicinandosi al mio amico.
-In che senso?- chiesi, curioso.
-Ovviamente sono d'accordo con quello che ha detto, però, lei è un Re. Sa come coinvolgere le persone e accendere gli animi in battaglia. Ho tentato di convincerli io, ma non ci sono riuscito. Sono sicuro che, invece, lei ci riuscirà.- 
-Quindi, Kai, oltre a dovervi finanziare, dovrebbe pure spingere i fedeli alla Corona a seguire il tuo gruppo?- fece Rhue, facendo un "riassunto" di quello che intendeva dire il suo amico.
Landorus annuì, un pò imbarazzato.
-Sempre se il Re Harmonia è d'accordo.-
Kai si alzò e, sorridendo, gli mise un mano sulla spalla.
-Certo che lo farò, Landorus. Ho detto che ti aiuterò e lo farò. Inoltre dammi del tu, tanto siamo amici e, in più, nessuno dovrà sapere che sono il Re Harmonia, altrimenti, al posto di aiutarti, peggioro solo le cose.-
Landorus sorrise, in segno di gratitudine, quando si sentì uno strano rumore provenire dal piano di sotto.
-Saranno arrivati i ragazzi per la riunione. Venite, seguitemi sul palco.- disse Landorus, salendo sul piccolo soppalco e noi lo seguimmo, però prima che la gente arrivasse, io e Rhue ci calammo il cappuccio sulla fronte.
Dopo pochi minuti, entrò un gruppo di cinquanta persone, che aveva riempito la soffitta di chiacchere e risate. Lentamente tutte le cinquanta persone si sistemarono sulle sedie e si girarono verso il palco, in attesa.
-Buonasera, ragazzi! Ci siete tutti?- chiese Landorus, sorridendo.
-Ciao, Landorus! Purtroppo i miei cugini non possono venire perchè sono troppo impegnati con il lavoro.- disse un uomo che si trovava in fondo alla stanza, appoggiato al muro con le braccia muscolose conserte, dai capelli lunghi e folti, una barba appena accennata. 
-Non ti preoccupare, Tom! Basta che li aggiorni di quello che parliamo nelle riunioni. Oltre ai suoi cugini manca qualcun'altro?-
Gli altri si guardarono intorno e scossero la testa.
-Bene, allora possiamo iniziare.- disse Landorus, ottenendo l'attenzione di tutti i presenti.
-Oggi, prima di iniziare a parlare di altre cose, vorrei presentarvi tre nuovi membri del nostro gruppo e ci aiuteranno ad andare contro la Regina Azula.- continuò, poi lasciò la parola a Kai che, con un sorriso raggiante, si presentò.
-Buonasera! Il mio nome è Kai, ho 22 anni e vengo dalla città di Boreduopoli. Piacere di conoscervi!-
Tutti, all'unisono, lo salutarono, per poi concentrare la loro attenzione su di me. Avevo il cuore che mi batteva a mille e le mani che mi tremavano. Avevo paura della loro reazione quando mi sarei abbassato il cappuccio e mostrato il mio volto. Nel loro regno ero ricercato, inoltre tutte le città Phoenix erano tappezzate da manifesti in cui si vedeva il mio volto visto unito a quello della mia versione Pokèmon.
Rhue, notando il mio nervosismo, mi strinse la mano e mi sorrise. Ricambiai il sorriso. La amavo così tanto.
Ero pronto a togliere il cappuccio, ma mia moglie fece prima di me e mostrò il suo viso, suscitando meraviglia nel pubblico.
-Salve. Io sono Rhue, ho ventun'anni e sono la sorellastra di Azula. Ormai sono due anni che sono scappata dal suo palazzo e vivo nei pressi di Roteolia. Piacere di conoscervi!-
Tutti la osservavano, meravigliati. Era caduto un silenzio quasi inquietante. Se era questa la loro impressione nel vedere Rhue, non osavo immaginare cosa avrebbero fatto nel vedere me.
-Tu sei la Principessa Rhue?! Quella... Principessa Rhue?!- esclamò Tom, allontandosi dal muro su cui era appoggiato.
Rhue annuì, non capendo il loro stupore.
-E' molto più bella di come la descrivono...- disse un ragazzo sui 19 anni, seduto in prima fila, che la guardava come se avesse appena visto una visione.
Mi trattenetti di fare una scena di gelosia, mentre Rhue ringraziava dei complimenti con un sorriso cordiale. Però oltre a essere geloso, ero anche fiero di me stesso. Ero riuscito a far innamorare di me la Principessa di bella di tutta Unima... Che guarda caso era Reshiram, il Pokèmon della Verità.
-Coma ha fatto a fuggire da palazzo?- chiese improvvisamente una ragazza.
Gli occhi di Rhue guizzarono prima sulla ragazza, poi su di me.
-E' una storia lunga, che sarò felice di raccontarvi, però prima c'è un'altra persona che si deve presentare.- disse e dedicò la sua attenzione a me.
Lei mi sorrise, mentre Kai mi mese una mano sulla spalla.
Feci un respiro profondo e mi calai il cappuccio, sforzandomi di sorridere. Quando le persone videro la mia faccia, scattarono in piedi.
-E' Zekrom!- urlò una donna.
Le persone che si trovavano in prima fila, impaurite, si allontanarono cautamente, evitando di fare rumori indiscreti, e mi guardavano.
-Tu sei ricercato nel nostro Regno!- urlò un uomo sulla trentina e con un paio di occhiali tondi davanti agli occhi color caramello.
Aprii bocca per ribattere, ma le parole mi morirono in gola. Non sapevo cosa dire o come comportarmi. La paura tornò ad assalirmi. Non volevo che loro pensassero male di me... Kai, allora, prese le mie difese.
-Lo sappiamo bene che è ricercato, ma lui ha offerto il suo aiuto alla vostra causa! Il vostro è un ideale molto nobile e lui, essendo Zekrom, ha voluto offrirvi il suo appoggio. Non è cattivo, ve lo assicuro! Lo conosco da quando ero piccolo e vi posso assicurare che non farebbe del male nemmeno ad un cucciolo di Kangaskhan. Di lui vi potete fidare.-
Tutti fissavano Kai, poi i loro sguardi si posarono su di me. Lentamente tornarono a sedersi e la mia paura sparì.
-Beh... Allora, piacere di conoscerti Zekrom.- disse Tom, tornando al suo posto.
-Il piacere è tutto mio. Però non chiamatemi Zekrom.... Chimatemi Kaito. E' questo il nome con cui sono cresciuto e voglio che rimanga tale. Grazie per avermi accettato nel vostro gruppo!- dissi, facendo un piccolo inchino.
Landorus fece un applauso e si fece avanti.
-Bene! Ora che abbiamo presentato i nostri nuovi membri, possiamo procedere con la riunione.- disse, però venne interrotto da un'alzata di mano.
-Scusa l'interruzione, Landorus. Ma vorrei fare una domanda a Kai, Kaito e alla Principessa.- disse il ragazzo con gli occhiali.
Landorus annuì e il ragazzo continuò.
-Ecco... Vorrei sapere cosa vi ha spinto ad unirvi a noi. Cosa pensate della Regina Phoenix?-
-E' una bastarda!- esclamò Kai, con una smorfia.
-Una stronza!- dissi, invece, io, facendo rombare nel cielo un fulmine.
-Una puttana che si è portata a letto mio marito!- disse Rhue, con uno sguardo glaciale.
A quella sua strana affermazione, mi voltai di scattò verso di lei, seguito a ruota da Kai, e la osservammo, sorpresi.
-Come fai a sapere che...- dissi, fermandomi di colpo, perchè il solo ricordare il fatto che ero andato a letto con Azula mi faceva accapponare la pelle.
All'improvviso mi ricordai di Kai. Non gli avevo ancora detto che io e Rhue ci eravamo sposati. Mi voltai e lo vidi che ci osservava, a bocca aperta, incredulo e confuso allo stesso tempo.
-Marito?!- esclamò, guardando me, ma poi il suo viso si illuminò e mi rivolse la sua classica occhiata maliziosa.
Io sospirai e annuii, dando conferma alla sua idea.
-Amico mio, sei un uomo fortunato! Però continuo a non capire una cosa... Sei andato a letto con Azula?-
Abbassai lo sguardo, arrossendo di colpo. Non andavo fiero di quello che avevo fatto...
-S-Sì... Però è una vecchia storia! Quindi fate finta che non ci sia stato nulla!- dissi, ma, non appena ebbi finito di parlare, si sentì la porta aprirsi.
Tutti i presenti si voltarono verso di essa e vedemmo una figura minuta, coperta da un lungo mantello, ferma sulla soglia. 
-Non credevo che riuscissi a venire.- disse Landorus, scendendo dal palco.
-Nemmeno io, però alla fine sono riuscta a liberarmi dal lavoro.- disse, portandosi le mani ai bordi del cappuccio per calarselo.
Quando mostrò il suo viso, io e Kai rimanemmo a bocca aperta. Rose, la figlia dei locandieri molto fedeli alla Regina, era una ribelle.
   
 
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