Fanfic su attori > Josh Hutcherson
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Autore: irispaper29    26/06/2014    2 recensioni
“Ma perché cerchi sempre di sorridere?”
“Perché sono i sorrisi ad illuminare il mondo”
Alexandra sembra una normalissima comune ragazza orfana, che studia e lavora tre stagioni su quattro, mentre l’estate la passa, nonostante ella abbia ben ventanni, al Campo Mezzosangue, un campo estivo che si paga le spese coltivando e vendendo fragole.
Invece la sua vita non era mai stata normale, ma almeno prima riusciva a fingere che lo fosse. Invece la sua vita viene stravolta e comparirà un piccolissimo dettaglio. Un dettaglio così piccolo che sembrerebbe insignificante, mentre invece è di grande valore, perché cambierà la sua vita. Sembrerebbe un dettaglio senza nome, ma non è così. È una persona. Una persona di nome Josh Hutcherson.
[Josh compare dal secondo capitolo, il primo è un prologo, una specie di "finestra" sul mondo della protagonista, che vi consiglio di leggere comunque, per capire la sua psicologia].
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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***Alex***

 

Mi massaggio le tempie doloranti, ad occhi chiusi, cercando di riempirmi i polmoni d’aria, quando poi mi ricordo cosa devo fare. Cosa voglio fare. Non importa se sono tutta un dolore, se mi sembra che qualcuno mi abbia infilzato la testa con mille aghi di bronzo celeste. Ha bisogno di me, ora. Non posso pensare a me stessa.

Cerco di alzarmi, ma mi fanno male tutte le ossa, mi tremano le ginocchia, così torno per terra con un tonfo. Bene, se non posso camminare, vuol dire che mi toccherà strisciare. Ed è quello che faccio. Striscio lentamente fino alla persona che in questo momento ha più bisogno di me, sotto lo sguardo un po’ stupito di Josh. Non mi preoccupo di lui, ora, lui sta bene. È qualcun altro ad avere bisogno di me.

Nonostante abbia smesso di urlare, Nico ha ancora uno sguardo folle, e non riesce a smettere di piangere. E mormora dei nomi, tra cui quello di Percy. Oh miei dei, non voglio sapere quali cose orribili si stiano facendo largo nella sua mente. Immagino il dolore a cui è sottoposto.

C’è Searel con lui, e sta cercando in tutti i modi di farlo calmare, di farlo smettere di piangere. Però non ha avuto molti risultati. Lei mi guarda, con uno sguardo disperato.

:-Vai ad aiutare tuo fratello-le dico, mormorando. –Qui ci penso io.

Lei annuisce, e corre da Ben, occupato anche lui nel vano tentativo di tranquillizzare Annabeth e Percy. Come Nico, anche loro due sono ancora in crisi, come me poco fa.

Mi avvicino a lui, che strizza gl’occhi, in preda ad una fitta dolorosa, la testa stretta nella morsa delle sue braccia.

:-Ehi, Neeks-sussurro, perché comincia a mancarmi la voce. –Sono solo incubi, qualunque cosa tu vedi non è vera.

Lui geme, stringendosi la testa ancora di più nelle braccia avvolte dal suo giubbotto da aviatore. Non voglio sapere cosa vede. Anche se credo di saperlo.

Sento un rumore, come un fruscio, e so che Josh è accanto a me. Ormai riconosco i suoi passi.

:-Shh-gli dico, accarezzandogli la zazzera di capelli esplosiva. –Tranquillo, Nico, è tutto a posto.

Cerco di calmarlo, provo in tutti i modi possibili. Intanto, sento le urla e i lamenti diminuire copiosamente. Mi giro per un momento, e vedo Annabeth e Percy, che ne sono appena usciti. Si baciano, prima di abbracciarsi, e non riesco a trattenere un sorriso. Poi cominciano a trascinarsi fino qui. Mi guardano tutti, ora. Di solito non mi piace essere al centro dell’attenzione, però non è importante. Cerco in tutti i modi di riportare Nico indietro, ma non basta. Gli racconto di Bianca, di Hazel, di quanto loro lo amassero, mi invento un piano per conquistare Percy, omettendo il suo nome e sostituendolo all’ultimo secondo con quello di “Penryn”, il nome di una città della California, nella Silicon Valley, dicendo che avrebbe funzionato, a costo di costringere Percy-Penryn.  Per fortuna, comunque Percy e Annabeth sono arrivati che avevo già finito di parlarne. Gli parlo di qualunque cosa potrebbe solleticare il suo inconscio. Ma non funziona, lui è ancora in trance. Anche Annabeth, Josh e Searel hanno fatto lo stesso, ma non torna indietro. Vorrei morire. Perché diamine non funziona?

:-Ehi, Neeks, svegliati-lo esorto, le lacrime pronte a fare capolino di nuovo, disperata. –Non è vero, tutto quello che vedi, non è reale! Capito, non è reale! Non lo è! Devi uscirne. Ci sono persone che vogliono solo poterti riabbracciare, Nico. Hazel, tua sorella, ti sta aspettando, vuole indietro suo fratello. Ed è forse così, morendo e lasciandoti sopraffare dal dolore del passato, che vorresti onorare Bianca, eh? E anche gli altri tuoi amici. Cosa pensi che farebbero Ortro e la Signora O’Leary, senza di te? E Annabeth, eh? E…e Percy? Anche lui è tuo amico, capito, Neeks? E poi, c’è quella cosa di cui abbiamo parlato. Ti vuole bene, lo sai. Devi dirglielo, ricordi? Come fai a dirglielo da morto, me lo spieghi? Non tutti possono andare negl’Inferi a proprio piacimento. E ti sta aspettando.

Lui continua a piangere, gemendo e rantolando per il dolore, trattenendo quasi delle altre urla. Cosa posso fare ancora?

:-Nico, razza di brutta e schifosa chiazza di vomito di dracena, lo so che mi senti, capito? Lo so! Smetti di giocare a nascondino e vieni fuori-gli ordino, in preda alla disperazione, scuotendolo per le spalle. –Non puoi farmi questo, Nico. Anche io ti amo, capito? Proprio come ti amava Bianca, proprio come ti ama Hazel! Ho fatto una promessa Nico, tu devi tornare indietro.

Guardo con gli occhi pieni di lacrime brucianti Josh, che è accanto a me. Dopotutto, lui era con me quando mi sono svegliata, forse sa cosa fare.

:-Perché non funziona?-gli chiedo, con la voce carica di paura. –Cosa posso fare ancora? Lui è…imprigionato. Non riesce ad uscirne, non riesce a fuggire da quei ricordi orribili.

Lui scuote la testa:-Non lo so, Alex. Forse…forse ha bisogno delle persone a cui voleva bene. Forse sente il bisogno di vedere che stanno bene.

Abbasso la testa, sconsolata. Ormai, a parte Hazel, chi gli è rimasto? La madre e la sorella sono morte, e io sono una delle sue amiche, e sono già qui. A meno che…

:-Percy-lo chiamo, lui è l’ultima possibilità. –Stai abbastanza bene da parlare?

Lui annuisce, così gli chiedo:-Vieni qui, per favore.

Lui si avvicina lentamente, sempre strisciando, e si siede vicino a me:-Cosa devo fare?

:-Tu sei suo amico, gli vuoi bene-rispondo io. –Per questo ho bisogno del tuo aiuto. Tu sei il primo amico che Nico abbia mai avuto, da quando si è ritrovato nel 2000, o forse anche da prima. Sicuramente tu sei una delle persone a cui vuole più bene, sei il suo migliore amico. Aiutami, aiutalo. È l’unica soluzione, credo.

Lui annuisce, e comincia a parlare, e le sue parole sono vere:-Ehi, Neeks. Vieni fuori, ci stai facendo prendere un colpo. Per favore. Sei uno dei miei migliori amici, non puoi farci questo, ok? Con chi potrò rifare un bagno nello Stige, o fare viaggi nell’ombra, eh? Tutti qui ti vogliono bene. Annabeth, Josh, Alex…io. Anche io ti voglio bene, Neeks, e non ti permetterò certo di mollarmi qui con questo branco di idioti che si sentono tanto intelligenti e che mi prendono sempre in giro e mi chiamano Testa d’Alghe. Tu sei l’unico che ha creduto in me, amico, che ha creduto che avessi un cervello. Lo so di averti deluso con Bianca, e mi dispiace. Ma ti giuro, te lo giuro sullo Stige, io ho fatto il possibile. Se avessi potuto, l’avrei salvata. E non devi credere a quello che vedi, ok? Non è reale. Non è reale.

Nico continua a piangere, ma i singhiozzi sono diminuiti un po’. Faccio un segno con la testa a Percy, che capisce subito e lo abbraccia. Io faccio lo stesso, anche Annabeth lo fa, proprio come Searel e Josh.

 Nico, intanto, tra le nostre braccia, continua a singhiozzare e mormorare frasi sconnesse, con gli occhi chiusi per le fitte di dolore, finché, piano piano, i suoi muscoli si rilassano e lo sguardo folle e la nebbia abbandonano i suoi occhi neri come la pece.

Comincia ad ansimare, come me, poco fa, alla disperata ricerca d’aria. So che effetto fa, rivedere gli episodi più brutti della propria vita. Ti toglie la vita, letteralmente. Ti prosciuga. Ci scansiamo, per permettergli di respirare.

Quando si è calmato totalmente, e ha ripreso a respirare, ci guarda, cercando di capire cos’è successo.

:-Cosa…come…?-chiede lui, ancora un po’ rantolante. Sta cercando qualcuno con lo sguardo. È Percy, lo so. Ormai sono sicura di quello che ha visto.

E fa quello che ormai è ovvio  che avrebbe fatto. Si tuffa tra le braccia di Percy come un abile pesciolino.

All’inizio Percy è un po’ stupito, come se si aspettasse che avesse fatto qualunque altra cosa, che avrebbe abbracciato qualcun altro, ma poi ricambia l’abbraccio.  Si sente un rumore a tutti noi ormai troppo familiare: Nico sta piangendo, sta singhiozzando.

:-Tranquillo, amico-dice lui, dandogli delle leggere pacche sulla schiena. –Ora è tutto a posto, andrà tutto bene. È tutto finito. Ci sono io, adesso. Erano solo…ricordi. Come gli incubi. È finita.

Dopo un paio di secondi Nico si stacca, si asciuga le lacrime con la manica del giubbotto e dice:-Grazie, ragazzi.

Poi gira lo sguardo. Ci credo, è tutto rosso come un pomodoro.

:-Branco di idioti, eh?-dico al figlio di Poseidone, fulminandolo con lo sguardo, per sdrammatizzare la situazione imbarazzante in cui Nico si era messo.

:-Ora che è tutto finito-dice Annabeth con il suo tono razionale-dovremmo assicurarci di star bene e ripartire. Siamo stati fermi per troppo tempo, e stare fermi qui non è bene, per niente. È male. Dobbiamo sbrigarci. Searel , puoi fare una breve diagnosi?

Lei ci scruta attentamente, prima di affermare:-Ad occhio e croce, direi che non avete troppi danni fisici, un po’ di ambrosia dovrebbe bastare a farvi riprendere il controllo motorio. Per quelli mentali, poi, è tutto un altro discorso.

Annabeth annuisce, e Searel distribuisce a tutti quelli colpiti dai ricordi un quadretto di ambrosia che trangugiamo con gusto. Non appena lo mordo, sento il sapore di popcorn invadermi, e riacquisto subito le forze.

Ci alziamo tutti in piedi, ancora un po’ traballanti. Josh mi da una mano ad alzarmi, e mi sostiene. E ricominciamo a camminare in silenzio. Josh poi mi lascia solo quando è sicuro che io mi regga in piedi da sola.

Il mio sguardo cade sul ragazzino dai capelli neri, che barcolla ancora un po’, ed è solo, ha l’aria abbattuta.

Dopo un attimo di silenzio imbarazzante mi chiede:-Che…che cos’era? Cos’hai visto?

Sapevo che l’avrebbe chiesto. Josh è un ficcanaso, un curiosone. Ma ha ragione, gli devo molte spiegazioni. Nico aspetterà, non è in pericolo di vita imminente al momento.

:-Ecco, Josh, io…ho visto molte cose che avevo dimenticato, sul serio. Io non le ricordavo quasi più, talmente erano sepolte nel mio cuore. Ho rivisto il primo giorno in cui ho conosciuto Nico, e quando in cui passai con lui un paio di giorni nel ranch di Gerione. Annabeth, Grover, Percy e suo fratello Tyson erano scesi nel Labirinto di Dedalo per una missione, e io li avevo seguiti. Percy aveva ucciso Gerione, un mostro con tre busti e tre cuori, e io ero rimasta lì con Nico per sorvegliarlo, nel caso facesse qualche pazzia. Nico era ancora molto arrabbiato con Percy perché non aveva protetto sua sorella, e con Bianca, perché era morta. Si sentiva, solo, e abbandonato. Io gli spiegai che Bianca non lo aveva abbandonato, perché gli voleva ancora bene. Ero io quella abbandonata, Luke mi aveva lasciata sola, e aveva tradito la mia fiducia. Il potere…il potere fa male alle persone, Josh. Male e bene non esistono. È il potere che corrompe gli animi, anche quelli dei più buoni, li porta a compiere cattive azioni. Perfino io ho ceduto alle sue spire potenti e ammalianti. Ho fatto delle cose orribili.

:-Davvero?-chiede lui, curioso. Mi viene da piangere solo al pensiero.

Annuisco:-Nico era fuggito alla ricerca di Dedalo, voleva scambiare la sua vita con quella di Bianca, credo. Così uscii a cercarlo, e lo trovai. Percy, Annabeth e gli altri erano stati catturati e Percy stava combattendo Anteo, un suo fratellastro, figlio di Gea. Era in una specie di arena, come quella dei gladiatori, costretto a lottare per la loro vita, compresa quella di Rachel, che si era unita al gruppo, aveva la vista proprio come te, li avrebbe guidati nel Labirinto. Era una cosa orribile, Josh. Percy ne rimase parecchio turbato, e anche io. Quel mostro uccideva le vittime per divertimento e dedicava ogni morte al padre Poseidone. Immaginati come si sia sentito Percy. Quando anch’io fui catturata, venni portata al cospetto di Luke, che aveva procurato molte vittime ad Anteo per convincerlo a farlo passare con un esercito in quella zona del labirinto. Lui…ha detto delle cose orribili, Josh, davvero terrificanti. E io credevo che fosse morto, quasi lo speravo. Era caduto dal monte Tam, a San Fransisco. Nessun essere umano sarebbe dovuto sopravvivere, ma quando lo vidi non aveva neanche un graffio. Scoprii solo più tardi che aveva fatto un bagno nello Stige. E mi propose…mi propose di unirmi a lui. Io negai, ma poi ordinò ad una guardia di portargli un prigioniero. Luke si approfittò della situazione, mi rinfacciò il mio giuramento, lo usò che arma per minacciarmi e…

:-Cosa?-chiede, confuso. –Quale giuramento?

:-Il Sacro Giuramento, Josh-rispondo, sicura.

:-Tipo il giuramento sullo Stige?-chiede lui, ancora più confuso.

:-No, è ancora più sacro e ancora più infrangibile, Josh. È un giuramento di protezione, come quello che io ho fatto verso di te.

:-C’è qualcosa di più infrangibile del Voto Infrangibile e del giuramento sul fiume Stige?-chiede lui, stupito. Almeno conosce Harry Potter.

Annuisco:-Si, Josh, perché è un giuramento che si fa con tutta l’anima e il cuore, non centra la carne, il fisico. Non è mai, mai stato infranto, mai. E non perché chi lo infrange muore, Josh, no. Perché  non si vuole infrangerlo. Si farebbe qualunque cosa, si darebbe la propria vita per mantenerlo. Tu prometti di proteggere una persona anche a costo della tua vita. E nulla ti sembra più importante, nulla lo è, a parte mantenerla.

:-Quindi…tu hai giurato di proteggermi?-chiede lui.

Annuisco:-Si, Josh, proprio come Luke aveva promesso di proteggere Annabeth. È stato grazie a quel giuramento che ha deciso di suicidarsi e ha sconfitto i Titani.

:-Tu daresti la tua vita per me?-chiede, sorpreso.

:-Si-rispondo, sicura e sincera. –Però tu mi rendi le cose difficili. Cavolo, ti ficchi in tutti i guai che ci sono al mondo, Josh.

Lui non dice nulla, sta riflettendo, poi esclama:-Era Nico! Era lui, vero? Il prigioniero, era lui il prigioniero. Tu…tu hai promesso di proteggerlo?

:-Si-rispondo di nuovo. –Devi capire, Josh, che Nico è una delle persone più bisognose di affetto e appoggio, lo è sempre stato. Non ha mai avuto una madre, in pratica, e così si era aggrappato a Bianca. Lei gli aveva fatto da madre, non aveva mai avuto una vita vera per stare con lui. Poi lei è morta, e lui…lui ha perso tutto. Si è sentito solo, abbandonato. Io capivo perfettamente come si sentisse, e mi faceva male vederlo in quello stato. Sai cosa significa essere soli, Josh? Io si. Significa non avere nessuno. Quando Nico non è negl’Inferi, vaga senza una meta precisa, e non ha una casa dove tornare. È solo al mondo. Ogni volta che lo guardo, vedo me stessa. E così promisi che mai più l’avrei lasciato alla deriva da solo.

Lui annuisce:-Si vede, sai? Daresti davvero qualunque cosa per vederlo sorridere.

:-Che c’è?-chiedo, ironica, per sdrammatizzare. –Non sarai mica geloso di lui, eh? Credimi, non c’è rischio che si innamori di me.

:-Non lo sono-dice lui, prendendomi la mano e dandomi un bacio sulla guancia, che mi fa arrossire e sorridere. –Allora, poi cos’è successo?

:-Lo aveva usato per minacciarmi, per costringermi, e stava per tagliargli la gola, non potevo…non potevo permetterlo. Così…accettai. E lo lasciò libero.

:-Aspetta, tu…tu ti sei unita alle schiere di Crono?-chiede, confuso e scioccato.

:-Si-rispondo, un po’ infastidita, per poi tornare al solito tono. –Per fortuna, Luke disse che mi avrebbe fatto fare il giuramento dopo la sua missione. E fui contenta. Quando Nico fu liberato, gli dissi di dire qualcosa a Percy, e lui lo fece. Era un messaggio, per fargli capire che avevo ceduto, ma che non mi sarei arresa. Sapevano tutti ormai che c’era una spia al Campo, e io feci lo stesso. Fui la spia dei mezzosangue tra le schiere di Crono. Luke si fidava di me, mi nominò subito luogotenente e suo secondo al comando, ma nonostante questo non riuscii a fare molto, purtroppo. Però riuscii ad informarli sui loro piani di attacco al Campo, anche se poi, con la morte di Dedalo, non fu utile come speravo. E fuggii il giorno stesso in cui avrei dovuto fare il mio giuramento di fedeltà a Crono.

:-Beh, sei stata molto utile invece-dice Josh, sorridendo. –Cavolo, Alex, nessuno avrebbe mai avuto il tuo coraggio. Sapevi che se fossi stata scoperta saresti stata uccisa, e non ti ha fermato. Sei la persona più coraggiosa che conosca.

:-Smettila-gli ordino, secca. –Josh, io ho fatto una cosa orribile. Non ho guardato in faccia i miei amici per settimane, e anche se sapevano che ero ancora dalla loro parte, non tutti si fidarono subito di me, ci misi molto a riconquistare la loro fiducia. Clarisse non mi voleva nemmeno al Campo, voleva che fossi giustiziata per alto tradimento.

:-Beh, ma lei è Clarisse-dice lui, serio. –Farebbe giustiziare chiunque. Sai che le piace.

:-Anche il Signor D era d’accordo. Se non fosse stato per la testimonianza di Nico, io non sarei viva-dico, alzando lo sguardo verso il ragazzino che ancora fatica a stare sulle ginocchia.

:-E ora lui ha bisogno di te, vero?-chiede lui, senza malizia. –Vai, io posso sopravvivere.

:-Grazie-dico, dandogli un bacio a stampo. –Sei la persona migliore che conosca. Torno subito, lo giuro.

Lui annuisce, e mi sorride. È davvero il ragazzo più dolce del mondo. Gli stringo la mano, prima di correre da Nico. Sta scivolando, e lo reggo per le braccia. Lui mi sorride e mi ringrazia.

:-Come stai?-gli chiedo, mentre lui si regge al mio braccio per cercare di recuperare il controllo motorio.

:-Bene-dice lui.

:-Bugiardo-dico. –Guarda che io so riconoscere le bugie, soprattutto quando le dici tu. Sei un pessimo bugiardo.

:-Odio quando hai ragione-ammette lui, mettendo le mani nelle tasche dei pantaloni, lo sguardo spento.

:-Hai ragione anche tu-dico, semplicemente, e resami conto della mia stupidità. –Ci credo che non mi rispondi sinceramente, se io faccio domande tanto idiote. È ovvio che…è ovvio che non stai bene, come non lo sono io.

Lui annuisce:-Le cose…le cose orribili che…che ho visto…

:-Cosa hai visto?-gli chiedo. -Non che io non lo sappia, ma voglio essere sicura.

:-Beh, hai ragione, contenta?-dice lui, esasperato. –Ho visto la morte di Bianca. Ho visto me stesso, mentre pregavo Percy di proteggerla. Ho visto la morte di mia sorella Hazel, la tua. E Percy, quando ero nel Tartaro, e vedevo la sua morte ogni volta che chiudevo gli occhi, il suo volto ogni singola volta. L’ho visto soffrire, e piangere. Ho visto anche lui, va bene?

:-Scusami, Nico, so che fa male-gli dico, dispiaciuta. –Sto solo cercando di aiutarti.

:-No, scusami tu-dice lui. –So che stai cercando di darmi una mano, mi dispiace. È che…non lo so. La disperazione nel vedere quei volti è stata…

:-…troppo grande per essere fermata o evitata-concludo io, sapendo benissimo cosa prova. –Lo so.

:-E tu, invece?-chiede lui, non c’è malizia nella sua voce, solo curiosità.

:-Il primo giorno in cui ci siamo conosciuti-rispondo, sorridendo per poi rabbuiarmi di nuovo. –Sai, era la prima volta che ti vidi, ma capii subito com’eri, e di quanto tu fossi…dolce, Nico. E solo, di quanto tu contassi su Bianca. E poi ho visto il…il Labirinto.

:-Oh-dice lui, stupito. –Sai che non avresti dovuto farlo, Alex. Avresti dovuto lasciarmi morire. Grazie a mio padre, poi, avrei avuto l’Elisio. Non è stata colpa ne tua ne di Luke, era solo un pazzo e cercava di proteggerti, se tu fossi passata dalla sua parte non avrebbe dovuto ucciderti.

:-Lo so, ma tu non capisci, Nico. Io ero felice. Ero di nuovo con mio fratello, e non appena te ne andasti lo abbracciai. Non avrei dovuto esserlo.

:-Non so più come dirtelo, Alex. Tu non hai nessuna colpa, è stato per causa mia, io diedi retta a Minosse e…è stata colpa mia. Non hai nulla da rimpiangere, capito? Se non fosse stato per te, io non sarei qui a parlarne.

 :- E per me è lo stesso-gli ricordo, alzando il sopracciglio. –Ricordi? Se tu non avessi testimoniato a mio favore, sarei morta, o peggio. Il Signor D avrebbe potuto trasformarmi in un delfino, o farmi impazzire. Ma tanto lo sono già, quindi…

:-Aspetta, cosa?-chiede lui, strabuzzando gli occhi, confuso.

:-Sento…sento le voci. Una sola, in realtà, femminile. E sibila-gli rivelo. –Ti prego, non…non dirlo a nessuno. Non hanno bisogno di altri pesi sulle spalle.

:-Non sei l’unica a sentirle, sai?-dice lui, facendo un sorriso amaro. –Le voci al suicidio, è così che le chiamo, ormai. Che ti spingono a fare la cosa sbagliata, per ferire gli altri…

:-…e te stesso-continuo io, terrorizzata.-Siamo messi male noi due, Nico. Dobbiamo trovare una soluzione. Questa voce sibilante…stiamo impazzendo sul serio.

:-Già-dice lui. –Ma chi dice che la vera pazzia non sia quella che vivono tutti e che noi ne stiamo uscendo? Io non so cosa significhi, ma dobbiamo stare all’erta.

Annuisco, e faccio per andarmene, quando dico:-Ehi, Nico. Mi dispiace per…Percy, e tutto il resto.

:-Non fa niente-dice lui, sorridendo tristemente. –Fa parte della mia pazzia, no?

 

***Josh***

 

Alex torna subito da Nico, penso anche per aiutarlo a camminare, gli fanno ancora male le ginocchia. Provo un poco di compassione per quel ragazzino, non lo nego, ma cerco di non darlo a vedere, non sembra il tipo che la gradirebbe. Io ho Alex, Percy ha Annabeth, Searel ha suo fratello Ben, ma lui…lui è solo.

Alex è una ragazza fantastica. Una persona fantastica. Ora lei non sta ancora benissimo, ma è corsa subito da quel ragazzino punk che ha bisogno più di tutti di un amico in questo pianeta. Anche prima, ha fatto la stessa cosa. Era appena uscita da un incubo, una tortura mentale, e la prima cosa che ha fatto è preoccuparsi di lui. Mi chiedo come si  faccia a non amare una ragazza del genere, che mette la sua vita in secondo piano, quando si tratta degl’altri. Darebbe la vita per chiunque, penso. Ed è questo che mi preoccupa.

Ora che c’è un attimo di calma, mi sto facendo delle domande, e ho tutto il tempo per riflettere. C’è qualcosa che Nico e Alex sanno, e che mi stanno nascondendo. Nico prima ha mormorato il nome di Bianca e Hazel, le sue sorelle, e lo capisco. Ma Percy? Non ha mai nominato Alex, o Annabeth, o qualcun altro. Il nome del figlio di Poseidone era sempre sulle sue labbra. Diceva che non poteva morire in quel modo, che non poteva fargli una cosa simile.

Oh, cavolo. Se è quel che penso, si è messo in un bel guaio. Non che io abbia qualcosa in contrario, ma…con tutte le persone del mondo…non può essere. Se fosse vero, significherebbe che Nico si è rovinato la vita.

 

 

***Alex***

 

Non appena ho finito di parlare con Nico, torno da Josh, la mia ancora. Sorrido, ma lui ha uno sguardo pensieroso.
:-Ti posso fare una domanda?-mi chiede, mettendomi il braccio intorno alle spalle.

:-Tutte quelle che vuoi-gli dico, sorridendo ancora. Che senso ha farlo preoccupare?

:-Nico è innamorato di Percy, vero?-mi domanda, ancora pensieroso e serio.

Impallidisco. Come diamine ha fatto a scoprirlo? Chi è, Sherlock Holmes?

:-È questo che non potevi dirmi, vero?-continua lui. –Hai  promesso di non dirlo a nessuno. Ma ti giuro che starò zitto.

Sospiro, prima di dire:- Come l’hai scoperto?

:-Beh, è abbastanza evidente-risponde lui, sincero. –Prima, quando era ancora…ancora in crisi, diciamo così, mormorava in continuazione il suo nome. Io non so cosa vedesse, ma sembrava disperato. Continuava a dire che non poteva abbandonarlo, che non poteva fargli una cosa del genere. Poi si è risvegliato, praticamente solo grazie a lui e a te. E non appena è uscito da quell’orribile tortura si è tuffato tra le braccia di Percy.

Sospiro di nuovo:-Questa cosa non va affatto bene. Sei troppo intelligente. Diventa un cretino come Testa d’Alghe, per favore. Lui non capisce nulla. Quando Nico si deciderà a dirglielo, avrà bisogno di un disegnino.

:-Lo so-dice Josh.-Più che stupido, direi che è molto ingenuo. Forse non vuole vederlo, no? Insomma, Nico…sembra un disperato.

:-Nico è un disperato-lo correggo. –Ed è proprio questo che mi preoccupa. Quando Nico è sceso nel Tartaro, era solo. Io non ci sono mai stata, grazie agli dei, ma Annabeth e Percy si. Dicono che sia orribile, e riesco solo ad immaginarlo. Ma loro, almeno, erano insieme. Nico era solo, anche li, nel luogo dove tutti gli incubi prendono vita. Immagina cosa può aver visto. Me, Annabeth, Hazel e Bianca morire. E Percy, solo gli dei sanno quante volte abbia visto il suo volto, la sua morte, magari dolorosa. Se facesse qualche sciocchezza, potrebbe…dei, perché tutti si mettono in guai tanto seri? Cosa ho fatto di male, Zeus, eh?

Si sente un rombo di tuono in lontananza:-Scusa, nonno, ma non parlo il tuonese. Dovresti essere più chiaro.

Si sente un altro tuono, così sbuffo:-No, nemmeno il fulminese. Lasciamo perdere.

 :-Già, è vero, Zeus è tuo nonno-constata Josh, pensieroso. –Faccio ancora un po’ di fatica a familiarizzare con queste cose. Perché tu sei figlia di Ermes, ed Ermes è figlio di Zeus, vero?

Annuisco, così mi chiede:-Che effetto fa essere la nipote del re degli dei?

:-Nessuno-dico. –Mio padre è troppo occupato per tutti noi, ma almeno ci vuole bene. E a Zeus non si interessa molto di noi, perché ha troppi doveri. È difficilissimo per Talia e Jason, figuriamoci per noi. È ovvio che non siamo nemmeno sulla lista dei tuoi pensieri.

:-Però ti ha risposto-dice, alludendo ai tuoni.

:-Solo perché se portiamo a termine questa missione gli pariamo le chiappe divine-rispondo, semplicemente.

:-Scusa, ma chi è Jason?-mi chiede poi, curioso.

:-Il fratello di Talia, in tutti i sensi. Jason è il fratello minore di Talia, condividono gli stessi genitori, sia la madre mortale che il padre immortale, più o meno. Certo, Jason è figlio di Giove, ma non c’è tutta questa differenza.

:-Ah-dice lui. –Non ci ho capito niente.

:-Nemmeno io-ammetto, a denti stretti. –La nostra grande famiglia è molto complicata.

Josh fa per ribattere, quando va quasi a sbattere contro Searel, che si è fermata.

Alzo lo sguardo, e capisco perché ci siamo fermati. Siamo davanti ad un enorme porta color oro e con quelle che sembrano gemme rosse. Ma non sono gemme: sono cuori. Cuori sicuramente umani.

Note dell'autore: Salve, salve. Scusate il ritardo, gente, ma ho avuto due concerti in questi due giorni, quindi ero anche un po' stanca e mi sono presa un giorno di ferie. Ho scritto tutto stamattina. Cmq, per vostra informazione, sono andati molto bene, soprattutto la canzone che ho scritto io.
Approfitto del momento per dirvi che il quiz dell'altro capitolo è ancora valido, perché nessuno, mannaggia, ha recensito o inviato una risposta. Vi lascio di nuovo il link, dovete dirmi chi sono. Se ci riuscite, disegno premio a vostra scelta. :)

https://twitter.com/irispaper29/status/482161579312832512/photo/1

Cmq...avete visto la mia fantasia malata? Cuori umani. Bleah, che schifo. Cosa farà Alex?
Lo saprete presto. Un bacio. :)

 

   
 
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