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Autore: Sybil Marlowe    26/06/2014    1 recensioni
Un uomo falso e senza scrupoli, una giovane pura e coraggiosa; un matrimonio nato con l'inganno, un amore sincero soffocato da mille intrighi e mezze verità. Ecco a voi una nuova interpretazione della storia di Sigyn e Loki, il Dio degli Inganni e la Dea della Fedeltà: dalla mitologia, al noto fumetto, al film... fino all'immaginazione che ci fa fantasticare su come realmente andarono le cose....
....spero vi piaccia! XP
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sigyn, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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❧Prova di Sincerità❧
 
Dalla finestra della stanza si vedeva il mare.
Tante volte Sigyn si era seduta sul davanzale, da sola, in silenzio, a godere dell’unica cosa che amava di quella camera che per tanti giorni le era parsa solo una prigione.
Quella sera, il mare era calmo. Uno specchio blu scuro che rifletteva un cielo limpido e tempestato di stelle luminose. Cielo e acqua sembravano fondersi in una cosa sola, all’orizzonte, dove la luce degli astri si scioglieva tra le impercettibili onde formando chiari disegni sinuosi. Una leggera brezza agitava l’aria, smuovendo leggermente le sottili tende verdi legate alle colonne della finestra.
Con un gesto noncurante, Sigyn spostò un lembo di tessuto che ondeggiava sfiorandole una spalla. Sospirò. Quanto tempo era passato da quando era ritornata nella sua stanza? Minuti? Ore? Non lo sapeva.
Di ritorno dalla cena con Sif, era salita ai suoi alloggi lentamente, sentendo il peso della stanchezza farsi sempre più pesante. Aveva bramato il morbido materasso e le fresche lenzuola fino all’ultimo, ma quando la porta dorata si era aperta sull’interno della stanza, tutta la stanchezza era scomparsa.
Loki era solo, questa volta, non c’era nessun mago ad assisterlo e nemmeno suo fratello che, a detta di Sif, gli era rimasto accanto per lunghe ore. Aveva accolto questo fatto come positivo: se si erano fidati a lasciarlo in quel modo significava che le sue condizioni avevano smesso di preoccupare.
Si era avvicinata al letto con passo leggero e l’aveva guardato.
Stava dormendo, immobile, solo il suo torace si muoveva impercettibilmente a ritmo del respiro. Gli avevano cambiato la fasciatura intorno alla vita, ora non c’era più la macchia di sangue sul fianco. Quando aveva alzato gli occhi sul suo viso, una strana morsa l’aveva afferrata allo stomaco. Aveva visto quel volto decine e decine di volte, conosceva ogni dettaglio, i tratti marcati, la carnagione diafana, i lunghi capelli corvini… eppure mai, mai, prima di quel momento, si era accorta di quanto fosse bello. Aveva già constatato che fosse un uomo di bell’aspetto, non aveva problemi ad ammetterlo, ma in quel preciso istante non solo era stata colpita dalle sue apparenze fisiche, aveva provato l’orgoglio di essere in sposa ad un giovane di tale bellezza, l’aveva sentito suo. E quella sensazione le era piaciuta.
Aveva desiderato di infilarsi fra quelle coperte, di sentire il corpo di suo marito vicino al suo, ascoltare il suo respiro, senza svegliarlo, e stargli accanto per tutta la notte come mai gli aveva concesso prima…
Ma non l’aveva fatto.
Con tranquillità si era allontanata dal letto, aveva raggiunto la finestra e lì si era persa nelle stelle.
Ed ora, dopo quel tempo infinito passato ad osservare il maestoso manto notturno, un suono leggero l’attirò e la fece voltare.

- Sigyn? – la voce di Loki era debole come un soffio.
La giovane, senza esitare, corse da lui e si inginocchiò accanto al letto – Sì? – gli rispose, rivolgendogli uno sguardo carico di premura.
Lui la guardò, attraverso la penombra, e sorrise.
Sigyn scostò il viso. Sentì il sangue caldo fluirle nelle guance e qualunque cosa avesse voluto dire in quel momento le morì in gola. Era una bella sensazione. Una sensazione che non provava da tempo, ormai…

- No, aspetta… - il Dio degli Inganni allungò una mano, le prese delicatamente il viso fra le dita e la fece voltare verso di sé – Se quello sguardo è per me… perché lo nascondi? –
La ragazza continuò a tenere gli occhi bassi. Provava un sottile imbarazzo, la sola idea di ricambiare lo sguardo del marito le faceva balzare il cuore in petto.
- Come… come stai?  - disse a quel punto, cercando di virare l’attenzione di Loki su un altro discorso.
Lui le lasciò il viso e puntellandosi con entrambi i gomiti e cercò di tirarsi su a sedere. Nel farlo, però, una fitta di dolore lo colse, strappandogli un grido soffocato. A denti stretti, si portò le braccia intorno alla vita e si lasciò cadere pesantemente contro i cuscini.
Immediatamente, Sigyn scattò in piedi e si chinò su di lui – Loki! – esclamò d’impulso.
Quando lui le rivolse nuovamente gli occhi, però, non riuscì a sorreggere quello sguardo e scostò ancora il viso.

- Non… non mi avevi mai chiamato per nome – disse quelle parole in un sussurro, la sua voce tradiva il dolore che lo stava provando, ma al contempo era carica di quella che Sigyn non potè far altro che interpretare come felicità.
Una cosa così piccola e insignificante l’aveva davvero reso felice?
- Perché stai lì? – chiese ad un tratto Loki – Non vuoi… dormire con me? –
Sigyn esitò.
- Hai ancora paura? –
- Paura? Perché dovrei? –
Loki sospirò – Per quello che ti ho fatto. Per… come ti ho trattata –
Paura… Sigyn rifletté su quella parola. Immaginò di accogliere l’invito del marito, di distendersi fra quelle lenzuola, accanto a lui.
Poco prima, quando era rientrata e l’aveva trovato addormentato, il desiderio di sentirlo più vicino a sé era stato forte… Ma ora, ora che era lui a chiederglielo, ora che i suoi occhi erano puntati su di lei, che le sue mani avrebbero potuto toccarla, ebbe paura.
Per più di trenta giorni aveva dormito in quel letto, ma non aveva mai veramente dormito con suo marito. E quella novità la spaventava.

- Non… non ho paura di te – sussurrò.
- Vieni, allora –
Il suo tono era delicato e suadente e risuonò nelle orecchie di Sigyn come un invito irresistibile.
Cedette. Con una calma quasi rituale si sfilò la sopravveste e con altrettanta lentezza scivolò sotto le lenzuola. Mantenne una certa distanza da Loki, ma non si rannicchiò nell’estremo lato opposto com’era solita fare.
Lo guardò, come per aver conferma che il suo gesto l’avesse soddisfatto. Ma per lui non era ancora abbastanza.

- Avvicinati – le disse protendendo una mano verso di lei.
Di nuovo, Sigyn si sentì avvampare. Il suo corpo era percorso da lievi tremiti di agitazione mentre, mossa da una volontà che non le pareva sua, si abbandonava tra le braccia del Dio degli Inganni.
Loki l’accolse sorridendo e la strinse forte a sé. Sigyn gli cinse un braccio intorno alla vita, cautamente, con titubanza, facendo estrema attenzione a non sfiorargli il fianco ferito. Poi gli appoggiò la testa sul petto ed un brivido la percorse. Non gli era mai stata tanto vicino da rendersi conto che la sua pelle fosse così fredda

- Hai freddo, Sigyn? – le chiese immediatamente lui, ritraendosi un poco, come se quella sua reazione l’avesse in qualche modo allarmato.
Sigyn scosse la testa e chiuse gli occhi. Cercò di ignorare l’innaturale freddezza del suo corpo e gli premette una guancia sul torace. Sentì i battiti del suo cuore risuonare dentro di lui. Erano lenti e cadenzati, perfettamente calmi. Quel suono, come per magia, le infuse un senso di tranquillità. Chiuse gli occhi, per riaprirli un istante più tardi, quando le sottili dita di Loki le si infilarono fra i capelli corti.
- Mi sono sempre piaciuti i tuoi capelli, sai? – disse lui, parlandole a bassa voce – Quando ti osservavo nei giardini, era come se portassi sciolta sulle spalle la luce stessa degli astri… -
- Mi dispiace – biascicò lei, lo sguardo fisso nel vuoto – Mi dispiace di averli tagliati –
- Credevo l’avessi fatto con convinzione – replicò lui, il tono perplesso di chi si sentiva smontare una certezza.
- Ero convinta. Ma ora lo rimpiango –
- Perché? –
- Perchè… a te piacevano –
Loki si lasciò sfuggire una risata sommessa – Ricresceranno – constatò – Aspetterò volentieri, se mi starai accanto fino ad allora –
Stargli accanto… ora l’avrebbe fatto, sì. E non solo finchè non le fossero ricresciuti i capelli, anche oltre, per tutta la vita. Questi pensieri attraversarono la mente di Sigyn, ma non li esternò. Li tenne dentro di sé e li gustò come un cucchiaio di miele dolce.

- A cosa pensi? – le domandò a quel punto.
- Nulla – fece lei.
- Stai sorridendo –
Sigyn si ritrasse un poco, abbastanza da poter guardare Loki in volto. Per un attimo una scintilla di incertezza attraversò la sua mente. Tornò immediatamente nella posizione in ci si trovava poco prima e ritirò il braccio che stringeva intorno alla vita dell’uomo.
C’era qualcosa di strano in tutto questo e d’improvviso ne aveva preso atto. Fino a qualche secondo prima era come in uno stato di trance… cosa stava succedendo? Stava correndo troppo forse? Aveva accantonato tutto quello che aveva passato nell’ultimo mese nell’impeto della passione, ma era davvero giusto agire in quel modo? Abbandonarsi a Loki da un giorno all’altro solo perché lui si era messo in pericolo per salvarla… sembrava logico, ma non era abbastanza, forse. Le aveva anche salvato la vita, ma poche settimane addietro era sempre stato lui a portargliela via…

- Non riuscirai mai a fidarti di me, Sigyn, lo so – il tono di Loki suonò tranquillo, rassegnato, ma perfettamente sereno. Era come se quell’affermazione per lui fosse scontata, naturale.
All’udire quelle parole, la sicurezza con cui le aveva pronunciate, Sigyn fu colta da un irrefrenabile desiderio e a quel desiderio diede voce: - Questo dipende da te, Loki – l’aveva contraddetto, là dov’era più sicuro della sua natura di ingannatore inaffidabile, lei l’aveva messo in dubbio.
Loki in effetti parve spiazzato – Dipende… da me? Ma… - l’aveva lasciato senza parole e questa piccola vittoria, nonostante le cose fra loro fossero cambiate, diede a Sigyn un senso di esultanza.
Sorrise – Ho visto in te più di quanto non mi avessi lasciato vedere prima… ma resti comunque il Dio degli Inganni e io… voglio metterti alla prova – ecco, questa era un’ottima idea, Sigyn se ne compiacque. In effetti sarebbe stato insensato lasciare che tutto cambiasse come voleva lui di punto in bianco.

-Vuoi mettermi alla prova? E come…? –
Sigyn alzò le spalle – Dimostrami che puoi anche essere sincero. Dimostrami che per me puoi accantonare il lato oscuro della tua natura. Non ti chiedo di cambiare, sei quello che sei, ma voglio vedere quanto bisogna scavare a fondo per trovare il buono che c’è in te. Perché se davvero mi ami… non può esserci solo del male nella tua anima –
Il Dio degli Inganni rimase per qualche secondo in contraddizione, sembrava aver voglia di controbattere, ma era troppo perplesso per far uscire anche un solo suono dalla gola. Non se l’aspettava, di certo.
Poi, finalmente, parlò: - Io… davvero ti amo, Sigyn. Su questo non ti sto ingannando –
Sigyn gli portò nuovamente il braccio intorno ai fianchi e lentamente gli fece scivolare la mano sul petto – Lo so – disse tranquillamente – Ma voglio che ti impegni a dimostrarmelo, ancora e ancora. Fammi desiderare di essere tua –
Lui non aggiunse altro, le posò una mano sulla sua e cominciò ad accarezzargliela debolmente.
La ragazza chiuse gli occhi e attese con pazienza che Loki scivolasse ancora nel sonno.
E solo allora, quando il suo respiro si fece sommesso e regolare ed il lento movimento delle sue dita si fu arrestato, Sigyn si strinse forte a lui – Lo spero davvero che tu riesca a dimostrarmelo. Io già desidero essere tua – e poi, in un sussurro che solo lei avrebbe potuto udire, aggiunse: - Anche io ti amo –
 
  
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