Fanfic su artisti musicali > BTOB
Segui la storia  |       
Autore: CL_Kiki    26/06/2014    2 recensioni
< T-Tu... sei il ragazzo di oggi pomeriggio? >
< Mi dispiace per prima. Davvero. - le porse nuovamente la mano - Dai, alzati, sistemati e andiamo via da questo vicolo. >
< G-Grazie... >
< Non devi ringraziare. L'avrei potuto uccidere quel bastardo. >
< Come ti chiami? >
< Come ti chiami tu? >
Un sorrisino gli comparve nelle labbra.
< Io sono – disse togliendo gli occhiali da sole che aveva ancora in volto - Jung IlHoon. >
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ilhoon, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Hellooooo! Finalmente è il 26 del mese! Che vuol dire? Ovviamente, NUOVO CAPITOLO.  :D
Vi sono mancata? Spero di si. Vorrei continuare a ringraziarvi per le recensioni e per le visualizzazioni, che sono salite tantissimo *^* Anche i preferiti! Grazie mille <3 Ora vi lascio alla storia... e ricordate di mettere mi piace alla pagina di facebook! :D

https://www.facebook.com/pages/CL_Kiki-jex_b2st-EFP/337429203023783?ref_type=bookmark




Un incubo.
Stava rivivendo tutto ciò che era successo nel fine settimana prima.
La mattina a scuola, il ritorno di suo fratello, il bowling... tutto tranquillo. Ma poi arrivò quello che aveva temuto di più...
Il vicolo, le proprie braccia schiacciate fra il muro e la sua schiena, tutto intorno sfocato a causa delle lacrime che le riempivano gli occhi e infine... la calma.
Si svegliò di soprassalto, sudata e stanca. Tutto ciò che riusciva a ricordare era il suo volto, quei capelli biondi e quella mano che la teneva stretta mentre le chiedeva come stava... L'unica parte che gli sfuggiva erano gli occhi che non aveva mai visto a causa degli occhiali da sole che portava ogni volta.
Guardò la sveglia e si rese conto che mancava solo mezz'ora prima di doversi alzare quindi decise di farsi subito una doccia e senza rendersene conto, si ritrovò a piangere. Non era rimasta sola per più di 5 minuti e non aveva avuto tempo per ricordare ciò che era successo e non poteva immaginare di esserne rimasta così segnata... Però, il viso di IlHoon le riportava la calma. Anche se era stato lui il primo a farle avere paura, in quella sala di giocatori di poker, l'aveva anche salvata e continuava ad aiutarla.
Mentre piangeva sentì dei passi fuori dalla porta e improvvisamente tornò con i piedi per terra, non poteva farsi vedere in quello stato o sarebbe diventata una “tragedia”.
< Min? Sei sveglia? >
< Yong Shi... >
< Min? Tutto bene? >
< Si, sto bene! Mi sto facendo la doccia, mi sono svegliata un po' prima del solito, non volevo svegliarti con il rumore dell'acqua. >
La camera del fratello era proprio accanto alla sua ma, a causa del colpo preso dall'incubo, non ci aveva pensato.
< Tranquilla! Io vado a preparare la colazione. Appena sei pronta scendi. >
< Si... >
Chiusa la porta, decise di uscire e si preparò in fretta, non aveva intenzione di rimettersi a pensare come prima. Asciugati i capelli e indossata la divisa, scese al piano di sotto dove, oltre al fratello, trovò anche i genitori.
< Annyeong... >
< Annyeong tesoro. >
< È tanto che non vi vedo a colazione. Di solito dormite a quest'ora. >
< Oggi abbiamo un impegno e ci siamo dovuti alzare presto. >
< Ah, ecco perché... >
Dopo una colazione veloce, prese la borsa e scese. Non le andava di stare sola ma quando stava con i genitori era ancora peggio. Arrivata fuori dal palazzo, si guardò un po' in torno, sperando di individuare IlHoon, pronto ad aspettarla e ad accompagnarla a scuola ma no. In effetti, il giorno prima le aveva detto che sarebbe venuto all'uscita.
Sperava che la giornata sarebbe passata velocemente, non aveva voglia di stare con le altre, aveva bisogno di qualcuno con cui poter sfogare tutto ciò che aveva accumulato quella sera.
A scuola, Ae Sook e Eun Hee parlavano ma lei non seguiva, non riusciva a stare nemmeno dietro alle spiegazioni.
< Min? > Ae Sook la chiamava e le schioccava le dita davanti agli occhi.
< Uhm... >
< Min! >
< Cosa? Che c'è? >
< Sembri distratta... >
< Cosa? Ah... Scusate... Che dicevi? >
< Ora vai al laboratorio? >
< No. Penso di uscire normalmente... >
< Tu che salti il laboratorio? Che succede? > Le ragazze si erano sedute accanto al suo banco.
< Oggi semplicemente mi secca... e ho lasciato il violino a casa. Capita. >
< Non capita a te. >
< Può capitare a chiunque. Io esco... >
Min Jee si alzò e, prendendo la borsa, uscì dall'aula. Arrivata al vialetto che portava al cancello principale della scuola, si accorse che le amiche la seguirono e si girò di colpo.
< Voi non andate al laboratorio? >
< Oggi non andiamo, avevamo già deciso così. >
< Va bene. >
Continuò ad andare dritto e, come immaginava, appoggiato al muro accanto al cancello c'era IlHoon che l'aspettava.
< Ehi! - Si staccò dal muro e si avvicinò alla ragazza – Oggi sei uscita presto. Pensavo che sarei dovuto tornare pi... >
Non concluse la frase perché Min si mise di corsa davanti a lui, con la mano stretta al suo polso e con le lacrime agli occhi.
< Ti prego – disse sottovoce – portami via da qui... >
Il viso di IlHoon era contratto, come se fosse scioccato. Notò le ragazze che li stavano raggiungendo. < Ti prego... >
Le lacrime avevano iniziato a rigarle il viso e la mano stringeva di più il polso.
Aveva abbassato il volto e adesso, la frangia dei capelli le copriva gli occhi.
Senza pensarci due volte, la prese per mano e la tirò via, camminando per almeno 10 isolati finché non la spinse in un vicolo, dove Min si appoggiò al muro, con il viso coperto dalle mani, e, a poco a poco, scivolò giù, fino a ritrovarsi seduta a terra. La gonna le scopriva le gambe ma non sembrava interessarle e IlHoon cercò di far finta di niente.
< Ehi, calmati. - Si inginocchiò davanti a lei ma non sapeva che fare in quel momento. - Che è successo? >
< H-Ho rivisto tutto... - le parole erano molto confuse – Ho rivissuto tutto stanotte. Non mi ero resa conto di quanto sia rimasta colpita da tutto quello che è successo... >
Min Jee scoprì il volto e, il ragazzo, togliendosi gli occhiali da sole, le prese istintivamente le mani, stringendole nelle sue.
< È passato tutto... Devi tranquillizzarti, così ti sentirai solo peggio. Devi dirlo a qualcuno. >
< IlHoon... Ho paura... >
Alzò lo sguardo e per la prima volta, incontrò il suo e vide i suoi occhi. Erano di un castano scuro, colore che dava una profondità e un'intensità immensa ma allo stesso tempo, a causa dei suoi tratti da bambino, sembrava lo sguardo di un cucciolo, che comunque riuscivano a mandarti in subbuglio e facendoti venire le farfalle allo stomaco. Erano incredibili.
< Riuscirai a superarlo. Ok? Devi resistere. >
< E se non ci riuscissi... >
< Ci sarò io a reggerti. Per causa mia quel bastardo è venuto a contatto con te e quindi io ti aiuterò a risolvere la cosa. >
< IlHoon... >
< Forza, ti aiuto ad alzarti. Andiamo a prendere qualcosa da bere. >
< Si... >
Si rimise gli occhiali da sole, la prese per i gomiti e la tirò su, poi le circondò i fianchi con un braccio e si avviarono per un qualche locale che poi si rivelò essere il bar della Cube.
Qualche metro prima di arrivare all'edificio l'allontanò da lui con dolcezza, era normale che non poteva farsi vedere con una ragazza.
< Ma puoi stare qui senza essere disturbato dalle fan? >
< No, andiamo nella parte riservata, tanto ti fanno entrare visto che sei con me. >
< Ma come mai proprio qui? >
< Devo sbrigare una cosa, quindi tu stai un po' seduta qua e io salgo 10 minuti. Almeno sei qua e sto tranquillo. >
Come aveva detto, non gli fecero problemi per passare visto che era con lui.
< Ordina quello che vuoi, torno subito. >
Min Jee lo vide uscire da un'altra porta che portava a una rampa di scale e, dopo che si chiuse alle sue spalle, ordinò qualcosa da bere.
Mentre aspettava, studiò tutta la sala con lo sguardo. Il bianco dominava ovunque e diversi dettagli erano colorati di azzurro, colore della casa discografica o almeno, lo pensava vedendo l'esterno dell'edificio. Sulle pareti erano appese diverse foto e una in particolare la colpì: il primo piano di un ragazzo castano con i capelli corti e lisci, gli occhi da bambino e un sorriso dolce. Doveva essere al periodo del debutto, si notava che era più piccolo.


 

****



I minuti passavano. Dieci. Venti. Trenta.
Ancora non si vedeva. Il lavoro doveva essere più lungo di quello che immaginava. Min Jee avrebbe preferito andarsene ma non ne aveva il coraggio e, poi, era stato così gentile, non voleva farlo stare in pensiero.
Ad un certo punto la porta si aprì e ne uscì IlHoon, senza occhiali da sole e cappello... A che ci pensava, non aveva nemmeno mai visto i suoi capelli, tranne quel ciuffo che spuntava fuori a coprire una parte della fronte.
< Scusami! - disse, sedendosi nella sedia di fronte a quella della ragazza – È durato più del previsto. >
< Tranquillo. Sono stata bene... Un po' di calma non mi ha fatto male. E comunque è per colpa mia che hai dovuto fare di fretta. Se sapevo, non ti avrei trattenuto con le mie paranoie. > Aveva il gomito appoggiato al tavolo e, con la mano, si reggeva la fronte, perché per i pianti, le faceva male la testa.
< Ma scherzi? Non c'è problema. Avevi bisogno di sfogarti e ti ho ascoltato, non hai colpa. >
Nello stesso momento in cui finì la frase, la porta da cui era uscito IlHoon qualche minuti prima, si riaprì e ne uscì un altro ragazzo. I capelli rossi saltavano all'occhio ma lo sguardo scese subito al petto dove, a causa della maglietta, era facile notare i muscoli. Aveva qualcosa di familiare...
< Ecco dov'eri finito! Uhm... Ma tu sei la ragazza di venerdì sera! >
Certo che aveva qualcosa di familiare. Era il ragazzo che si trovava nella sala da poker al bowling con IlHoon. Si alzò e gli rivolse un inchino.
< Annyeonghaseyo! >
< Come mai sei qua? IlHoon ha fatto qualcos'altro? >
< Ehi! Mi sono già scusato per quella sera! >
< Infatti! Mi ha anche aiutato... >
< Ah, davvero? - si rivolse alla ragazza – Piacere, sono Lee MinHyuk. >
< Piacere mio, sono Sang Min Jee. >
< Bel nome. >
< Kamsamnidà... >
< Min Jee, puoi anche risederti. Hyuk, ti unisci a noi? >
< Si. - prese una sedia e si sedette al contrario, appoggiando le braccia, anche esse muscolose, sullo schienale. - Com'è che vi siete rincontrati? >
< Beh... >
< C'è stato un incidente venerdì sera – parlò velocemente IlHoon. - e mi sono sentito in dovere di aiutarla. Così ora ci incontriamo spesso. >
< Esatto... > La ragazza teneva lo sguardo basso, imbarazzata.
< Hai la divisa, quindi vai ancora a scuola. >
< Beh, si. Sono all'ultimo anno. >
< Faticoso. Buona fortuna. >
< Kamsamnidà... Se le mie amiche venissero a sapere che sto parlando con voi mi urlerebbero in faccia. >
< Sono Melody? Anche tu lo sei? >
< Loro si! Tantissimo. Io... beh, non proprio. Non ascolto pop, suono il violino e ascolto solo musica classica. >
< YA! Pensavo che avessi iniziato ad ascoltare un po' della nostra musica da quando mi conosci. >
< Non sperarci... Senza offesa, ma non è il mio genere. >
< Ora capisco perché sei scappata dalla quella sala – disse MinHyuk – c'era un concerto di una qualche band. >
< Ahh... YA. Tu non sei maggiorenne! Mi sono informata! Che ci facevi in quella sala?! > Aveva puntato un dito verso IlHoon e lui, scherzando, alzo le mani.
< Colpevole! Ci andiamo solo per divertirci un po'. Sta tranquilla, il signorino qua presente non mi fa nemmeno toccare alcol. Aishh. >
< Fa bene! Non puoi! >
< Sei una che segue molto le regole? >
< Si, sono educata io! >
< Si, certo, come un elefante è elegante in un negozio di porcella! >
< YA! >
< Calma voi due! Pensavo che andavate d'accordo. >
< Lui fa salire il peggio di me. >
Aveva finalmente finito di bere il suo tè freddo con le perle e, per il nervosismo, sbatté il bicchiere nel tavolo.
< E io che dovrei dire? Aishh... Dai, ti accompagno a casa. Esci e fermati all'angolo da dove siamo venuti. Guai se vai da sola. >
< Non dirmi ch... Ok. Ti aspetto. >
Salutò MinHyuk con un inchino e uscì dall'edificio.
< Torno direttamente al dormitorio quindi non mi aspettate qua e andate a casa. >
< L'accompagni anche a casa? >
< È una storia lunga. >
< Avevo capito che ti eri già scusato. >
< Non è per questo. Senti, ne parliamo dopo, ok? >
Non aspettò la risposta del collega che uscì anche lui dall'edificio, indossando il cappello e gli occhiali e raggiunse la ragazza all'angolo che l'aspettava come promesso.
< Andiamo. >
< Simpatico l'amico. >
< Si. È il più “ambito” da tutte. >
< Ma dai? Suppongo per i muscoli. Tu non ne hai. >
< Ehi, tu che ne sai? >
< A lui si notavano senza problemi anche con la maglietta, a te no. >
< Aishh. Ragazzina. >
< Ragazzina a chi? >
< A te, stupida! >
Si fermarono un attimo a guardarsi con sguardo di sfida ma in meno di dieci secondi scoppiarono entrambi a ridere.
< Sei proprio comico quando hai quello sguardo! >
< Lo stesso vale per te! >
Continuarono a camminare scherzando e, in poco tempo, si ritrovarono davanti il palazzo.
< Eccoci arrivati. Vuoi che ti accompagni anche fino alla porta dell'appartamento? >
< Penso che l'ascensore sia abbastanza sicuro quindi non ti preoccupare. >
< Va bene. - IlHoon si avvicinò a lei, tanto da farla arrossire e con una mano le sfiorò il polso – Allora ci vediamo domani? >
< Ne. Ti mando un messaggio con l'orario in cui esco, almeno non aspetti inutilmente. >
< Va bene. >
< Kamsamnidà. >
< La smetti di ringraziarmi? >
< Scusami, è l'abitudine. >
< Sei troppo educata – le diede un pizzicotto nella guancia e le rivolse un sorriso – Annyeong. >
< Annyeong... >



 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > BTOB / Vai alla pagina dell'autore: CL_Kiki