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Autore: Frozen pal    26/06/2014    1 recensioni
Dopo gli avvenimenti accaduti in Italia, nella dimora dei Volturi, una novità arriverà inaspettata davanti alla porta di casa Cullen: una persona perduta da tempo tornerà per aiutare il proprio fratello ad essere felice insieme alla sua amata umana, Bella.
Riusciranno ad affrontare l'astuzia che i Volturi utilizzano da secoli per ottenere ciò che vogliono?
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Eclipse, Breaking Dawn
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Angolino autrice LoL:
Bhè cominciò da qua perchè volevo dire che... Per tutto luglio non aggiornerò, poichè comunque anche io povera Crista (?) devo andare in vacanza u.u e non potrò portarmi il mio catorcio dietro. Cooomunque non vedo come ciò possa interessare a qualcuno... Visto che non vedo recensioni di nessuno u.u
Amen volevo solo dire questo e... Che ormai mancano un capitolo e l'epilogo! Quindi finisce questa idea lampante avuta tempo fa...
Okay buona lettura e spero di leggere qualcosina da voi :) e buone vacanze!




L’attesa, prima della battaglia
 
< U-un momento, quindi tu sei nato in corrispondenza alla Rivoluzione Francese e alla Guerra d’Indipendenza Americana? E’ una cosa interessante, visto che la storia non mi piace per nulla e che ho sempre preso brutti voti solo in quegli argomenti… >
< Potrei farti conoscere ogni particolare in modo più piacevole di come farebbe un professore >
Mi fermai, guardandolo con gli occhi spalancati, stupita delle sue parole dal doppio senso comprensibile perfino dalla persona più ingenua nei paraggi.
Ovvero me, ad eccezione di Renesmee.
< Non guardarmi così, ti prego. Comprendimi, Juliet >
< I-io… > Sospirai, di fronte al suo sguardo in cerca di comprensione. < Ti ascolterei volentieri… Ma non nelle vicinanze di mio fratello, per ora > Sorrise e si morse il labbro.
Dato che eravamo ormai davanti a casa, gli diedi la giacca, che lui tenne in mano finchè non fu davanti all’appendino di casa, dove la lasciò, prima che ci dirigessimo in sala.
< Dovresti andare a letto Juliet, sei stanca >
< Non è vero, e poi stanno parlando, voglio sentire >
Entrammo nella sala, c’erano proprio tutti. Edward aveva accennato ad una battaglia e Amun con la sua compagna stavano per uscire dalla stanza, finchè non si trovarono davanti me e Garrett.
< Cosa ti dice che Aro si fermerà a noi? Gli basteranno Alice o anche me? Più tardi punterà anche a Benjamin, a Kate o a Zafrina… Lui vuole il potere >
< Stermina clan per uno o due esemplari con i poteri> Precisai. Mi guardarono tutti. < Io l’ho visto: Aro visualizza i talenti, anche senza più l’aiuto di un tempo- > Guardai Eleazar, che sapeva individuare i poteri altrui ed era un tempo con gli italiani. < E dopo qualche giorno o mese si viene a scoprire che quel clan ha commesso un crimine… Ma ne salva sempre alcuni, mentre gli altri vengono sterminati. E quelli sono i vampiri con poteri da lui reputati interessanti. Finchè saremo tutti divisi, ci saranno molte vittime, credetemi, ma se noi restiamo uniti possiamo contare su persone con doti straordinarie. Potete contare perfino su un mostro come me, chiaro? >
Jacob si alzò in piedi.
< Noi combatteremo > Edward annuì a me e a lui.
< Noi siamo con te, Edward > Si alzarono Tanya e il suo clan.
< Non sarebbe la prima volta che mi batto contro un re > Si fece avanti Garrett, cingendomi i fianchi con il suo braccio destro, facendomi perdere nei suoi occhi rossi.
< Siamo con voi >
< Anche noi >
Tutti si alzarono, tutti diedero il loro aiuto a mio fratello.
In qualche modo li avevo convinti e mi sentivo fiera di questo.
< Grazie, a tutti. Grazie Juliet > Annuii verso di lui, poi sbadigliai rumorosamente.
< Ops… Chiedo scusa >
< Mini Ed vai a nanna, altrimenti domani non ti svegli > Fulminai con lo sguardo Emmett e salutai tutti con un gesto della mano, per poi dirigermi alle scale che portavano alla mia camera.
Quando fui sulla porta un respiro sul mio collo mi fece saltare in aria.
< Scusami > Era Garrett. Solo Garrett. Solo? Se quello era “solo”…
< Nulla > Aprii la porta, sospirando e sperando che mi lasciasse il cuore in pace per dormire.
< Ho il permesso di tuo fratello > Mi voltai verso di lui con gli occhi spalancati.
< Che? >
< Non proprio… Ma posso starti vicino se voglio. E io lo voglio >
Rimasi a fissarlo, mentre lui apriva completamente la porta della mia stanza e ci entrava, trascinandomi per le mani, che erano più fredde delle sue. Chiuse la porta alle mie spalle e restammo in piedi, uno di fronte all’altra, a guardarci.
< Però io devo dormire. Tu che fai? >
< Ti guardo dormire, mi sembra ovvio > Scoppiai a ridere.
< Ma non ti annoi? >
< Considerando che ho solo oggi e domani, forse, per starti accanto e per dimostrarti che mi è scoccato qualcosa da quando ti ho vista… Non credo che mi annoierò mentre ti guardo dormire >
Lo feci sedere sul mio letto, fortunatamente grande per due persone, indossai il mio pigiama, ovvero dei pantaloncini sportivi da uomo, regalo di Emmett ben gradito, e una canottiera, per poi sdraiarmi sul materasso morbido e comodo e appoggiare la testa sul cuscino.
< Ti devo dire io di sdraiarti accanto a me… O ce la fai a pensarlo e farlo da solo? > Si mise accanto a me, divertito dal mio tono scherzoso. < Sai… Io non ne so molto di sentimenti. Ho passato cento anni a- > Mi zittì con una mano alla bocca, voltandomi verso di lui. Mi avvolse un braccio attorno e mi girai completamente, in modo da poterlo guardare ininterrottamente.
< Abbiamo tutto domani Juliet, ora riposati >
Cominciò ad accarezzarmi la schiena, con la mano che sembrava più calda della mia pelle e che mi fece addormentare immediatamente, anche se il suo tocco scomparve dopo più tempo.
Era la prima volta che lo dicevo, dopo così poco tempo poi, ma ero certa che se c’era una persona con la quale avrei voluto stare per l’eternità, quella era Garrett.
Forse era per il suo aspetto, ma anche per il su atteggiamento un po’ rude e allo stesso tempo gentile e galante, inoltre era l’unico con gli occhi rossi di cui non avevo avuto tanto timore.
E forse anche lui non aveva paura di me, forse Edward lo aveva già avvertito e nonostante ciò aveva accettato di starmi vicino.
Quell’ultimo pensiero mi fece sorridere nel sonno, prima che potessi non pensare più a nulla per tutta la notte.
 
< Ancora, forza! >
< Ma non ti stanchi mai di perdere? >
< Ah ma questa volta vinco io, di sicuro > Scossi la testa con una smorfia e feci spallucce.
Emmett mi corse ancora incontro, io lo bloccai per le spalle, era molto più forte di me, ma la mia idea era di saltargli dietro e non di fermarlo. Quindi presi la spinta giusta e saltai dietro di lui, atterrando con il piede sinistro, per poi dargli un calcio alla testa con il destro.
Mandandolo a terra, come le precedenti cinque volte.
< Di sicuro eh? > Domandai, mentre si girava e mi guardava con una smorfia di dolore.
< Arriverà il giorno in cui ti batterò > Mi indicò con l’indice.
< Ma oggi non mi sembra quel giorno > Entrambi guardammo Garrett, che si avvicinò a me e mi sorrise, io ricambiai e aiutai il mio fratello orso ad alzarsi.
< Arriverà > Mi diede un buffetto sulla guancia e corse ad abbracciare Rosalie, che lo stava per avvertire per quanto riguardava la serata che avremmo trascorso fuori, in mezzo ai boschi, prima della riunione tra titani.
O dello scontro tra titani.
< Cosa stavi per dire ieri notte, prima che ti addormentassi? >
< Prima che tu mi costringessi ad addormentarmi, vorrai dire > Mi sorrise e il mio cuore si riempì e si svuotò subito dopo, dato che gli stavo per dire quanto fossi incapace in ciò che ci stava accadendo. < Bhè… Io ho cento anni e in tutto questo tempo non… Ho avuto buone esperienze con i maschi. Perciò faccio fatica a farmi vedere da te per come sono davvero > Sospirai. < Aro voleva farmi sposare Felix, dato che questo era interessato a me… Ma io non lo volevo sposare, dato che mi aveva… Si insomma… > Mi torturavo le mani, scrocchiavo le dita, tutto per l’ansia.
< Ti ha fatto del male moralmente? Fisicamente? > Sembrava essersi svegliato dal rimbambimento da pesce lesso del giorno prima, ora era infuriato, preoccupato… Pronto a staccare la testa a qualcuno…
< Aro mi ha fatta torturare da Felix, con la frusta > Risposi, incrociando le braccia. < E non usare quel tono, oramai non ci penso più e ho solo vaghi ricordi di quei- >
< Non dovrei usare questo tono? > Mi afferrò per le spalle, costringendomi a guardarlo negli occhi.
< Esatto > Risposi fredda, anche se non mi ero liberata dalle sue mani. < Ahi >
< Ti hanno torturata, privata della tua libertà. Juliet ora che ti conosco e che tengo a te molto più di me non lascerò che tu viva con ancora quei ricordi. Io ti vendicherò e- >
< No non lo farai invece > Finalmente mi liberai dalla stretta. < Credi che ora non riesca a badare a me stessa, solo perché circa venti Volturi mi hanno catturata una notte, mentre ero ancora debole? Io se sarà necessario utilizzerò il potere di Jane, Garrett > Ora il suo viso esprimeva paura. < L’ho sviluppato molto bene, anzi è con quello che sono riuscita a scappare, ho ucciso le loro guardie Garrett, e posso farlo anche con più di un individuo, mentre la vipera no >
< Io so che sei forte Juliet, ma vorrei avere la possibilità di essere colui che ti proteggerà sempre da ora in poi… Non voglio sentirmi inutile > Chiusi gli occhi e sentì la gola bruciare per il magone che mi stava salendo. Ma che succedeva?! Io non avevo mai pianto!
< Anche io vorrei che qualcuno, cioè tu, mi proteggessi… Garrett io da cento anni me la cavo da sola, senza avere nessuno intorno, non so come ci si comporta quando si vuole molto bene a qualcuno e forse non lo saprò mai perché non ti conviene stare con un essere come me. Ti faresti solo del male >
< Se devi parlare per dire queste idiozie, allora stai zitta > Spalancai gli occhi. Come scusa? < Ti insegnerò io a convivere con me, anche se nemmeno io so come fare, tu mi insegnerai a controllare la mia sete. Ci aiuteremo a vicenda >
< Perché parli come se… Insomma… >
< Ti sto dicendo che se usciremo vivi, per dire, da questa situazione… Io ti seguirò ovunque >
Rimasi a bocca aperta. Sconvolta, stupita, felice, imbarazzata… Non so cosa provavo e non l’ho mai compreso a pieno: sapevo solo che lui voleva ciò che volevo io, ovvero stare con me.
Lo abbracciai, affondai tra le sue spalle, più alte delle mie, e lo strinsi a me, lasciando che mi cullasse e che mi accarezzasse la schiena per tranquillizzarmi. Potevo restare lì per ore, anni. Per l’eternità.
 
Ora capivo perché mio fratello era stato sempre morboso e appicicaticcio con Bella, e perché lei provava lo stesso, pur sapendo che poteva anche fargli del male. In qualche modo i ruoli si erano invertiti per me e Garrett: io ero il mostro mentre lui era una creatura più debole e innocente di me, che non aveva paura di dirmi che mi voleva bene per come ero.
Di solito trovare una persona per cui provare un sentimento forte richiedeva tempo e anche tanto, ma a quanto pare sia io che mio fratello avevamo bruciato le tappe.
Evidentemente a noi bastava un solo sguardo.
O una sniffatina di sangue nel caso di mio fratello.
< Juliet? >
< Jacob? Che fai con la… Ah okay! >
Guardai Benjamin, che capì le mie intenzioni. Quindi del fuoco verde, segno che ero felice, uscì dalla mia mano, poi venne controllato dall’egiziano e diventò rosso come doveva essere.
< Ottimo > Mi disse.
< Ecco quello che intendevo. Tutti seduti davanti ad un falò a raccontarci epiche storie di guerra > Disse entusiasta il lupo. < Oppure a stare fermi come statue > Aveva cambiato espressione dopo aver visto la maggior parte dei vampiri immobili e in piedi.
Come lo ero io.
< Pronuncia il nome di una qualsiasi battaglia, io stavo là > Sorrisi quando Garrett si fiondò velocemente seduto su uno dei tre tronchi disponibili, dicendo quella frase con così tanta sicurezza.
< Vediamo… > Mentre Jake pensava a cosa domandare al vampiro, un brivido mi percosse la schiena.
< Finalmente è arrivato il momento per te, Juliet > Era Edward.
< In che senso? >
< Viglio dire con… Tu ormai stai con Garrett… > Capì immediatamente grazie al nostro legame mentale e gli diedi un pugno sulla spalla.
< Ehi! Guarda che… C’è tempo… Credo… > Il “mio” vampiro raccontava con entusiasmo tutte le battaglie a cui aveva partecipato, e mi lanciava delle occhiate per dirmi che mi voleva vicino a sé. < No, non c’è tempo… Ma non voglio nemmeno… Avere fretta… >
< Io e Bella dopo circa una settimana che ci frequentavamo abbiamo provato ad avere un rapporto >
Lo guardai sconvolta, soprattutto perché sembrava andarne fiero.
< E…? >
< E non è successo nulla. Da lì in poi quando andavo da lei le stavo accanto sul letto mentre dormiva… Adoravo vederla dormire, era una persona che accudivo, di cui mi prendevo cura più di me >
< Credi di esserti innamorato subito di lei? >
< Probabilmente. Prima del suo profumo… Poi del suo modo di essere, del suo aspetto e piano piano anche lei ha cominciato a mostrare interesse. Credo. Ma comunque non stupirti se senti qualcosa di importante per Garrett, in fondo non è una persona di cui nessuno si innamorerebbe >
< Mi stai dando la tua benedizione… Sostituto di Carlisle? > Domandai sarcastica. Facendolo ridere.
< Fate quello che volete. Ma casa mia è qui vicino e stasera fa troppo freddo per te >
Chiusi gli occhi, isolandomi da tutto e tutti e scuotendo la testa con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra, che di sicuro erano vila da quanto realmente faceva freddo.
 
Il letto non era comodo per me, ma che importava se lo avremmo usato solo come appoggio?
Carezze sulla schiena e sulle braccia mi tormentavano, facendomi venire i brividi, mentre la sua forza mi sorprendeva ad ogni spinta. Stringevo la sua pelle marmorea per alleviare il dolore che provavo, il quale era seguito da sospiri e gemiti di piacere.
Poi rimanevo sul letto, tra le sue braccia, che mi coccolavano mentre io riposavo dopo una notte decisamente stancante, forse più di una lotta contro Emmett.

 
< Non è mai stato un buon segno quando ti mordevi il labbro, lo sai? >
Era stato solo un mio pensiero allora.
Oppure no?
< Lo so… Che… Che cos’era? > Domandai a mio fratello, confusa, dato che nella mia mente le immagini erano più nitide quando mi accadeva, di tanto in tanto, di pensare a… Quello.
Il suo sorrisetto, o meglio ghigno, e i suoi occhi, che non puntavano nei miei ma contro qualcun altro, seduto su un tronco davanti al falò, mi fecero capire che era stato un pensiero non mio o di Ed.
< Quando… Cioè quando l’ha… Immaginato? > Domandai sconvolta.
< Appena ti ha vista > Disse sempre col ghigno.
Scoppiammo a ridere per non rimanere in un silenzio imbarazzante e quando tutti ci guardarono io mi coprì la bocca, continuando a ridere silenziosamente.
< Se la cosa è così divertente, ditela anche a noi! > Disse Emmett.
< Non credo proprio che sia il vostro genere di… Umorismo > Risposi, mentre camminavo verso Garrett, e mi sedevo sulle sue gambe, mettendogli un braccio sulle spalle e dandogli un bacio sulla fronte. < No prego continuate. Voglio sentire anche io > Garrett mi cinse il fianco con il suo braccio e prese ad accarezzarmi la schiena. In un modo familiare.
Come la visione di poco prima.
Feci fatica a controllarmi, concentrarmi e ad ascoltare per bene tutto ciò che dicevano. Per un attimo potevo sembrare distratta, sovrappensiero, cosa che effettivamente ero, dato che i miei ormoni inesistenti si erano svegliati all’improvviso dopo la visione.
In quel momento capì come si sentivano gli uomini a fianco alla loro anima gemella, o ad una donna attraente, perché avevo l’istinto che mi diceva qual era il mio posto in quel momento.
Di certo tra le braccia di Garrett, ma non in quella posizione e non su un tronco di legno.
Cominciò a venirmi sonno quando presero la parola Dracula 1 e 2, come li chiamava scherzosamente Jacob, ovvero la coppia arrivata senza invito e per ultima tra l’altro; sbadigliavo senza controllo e si erano accorti tutti di quanto fossi stanca.
< Non c’è un’altra tenda per lei? > Domandò a mio fratello Garrett.
< No ma se volete casa nostra non è lontana, non per te e la tua velocità, Garrett >
Oh santo cielo quello voleva davvero che noi… Che lui mi… Che qualcuno mi salvi!
< Dici che possiamo? Davvero? > Sussurrò.
< Si > Rispose Bella, che aveva appena finito di parlare a Renesmee. < Ma non voglio nulla di rotto >
Oddio no ci si metteva pure lei?!
< Ho capito >
Io avevo chiuso gli occhi da un po’, avevo sentito che ero stata presa in braccio e l’aria congelata della montagna mi aggrediva in maniera disumana, tanto da farmi passare l’abbiocco che avevo. Li riaprì una volta che il mio corpo era disteso su un letto, scomodo, grande, con le coperte blu, e che sentivo il calore di una casa.
Perché eravamo a casa di mio fratello.
< Dormi Juliet, io starò qui con te tutto il tempo > Mi appoggiai sulle braccia e sollevai il busto.
< Credo che mi sia passato il sonno >
< Sei molto stanca, non ti conviene proporre qualcosa che domani non ti farebbe essere in forze >
< Va bene che voglio essere protetta, ma così è troppo >
< Io lo dico per il tuo bene, poi fai come vuoi > Annuì.
E feci come volevo io. O meglio… Come volevano i miei ormoni.
 
Non ci furono coccole o cose simili il giorno dopo, solo un risveglio normale dopo una nottata passata a fare altro piuttosto che dormire.
E per tutta la notte, intendo tutta la notte.
Mi ero alzata e vestita sentendo dei rumori provenire dalla cucina, mi ero recata lì velocemente, avevo salutato Garrett con qualche effusione che non mi aspettavo di riuscire a dare, mi ero nutrita e infine ci eravamo recati insieme al luogo dove sarebbero arrivati i Volturi.
< La casa è ancora in ordine? > Fu la prima cosa che mi domandò mio fratello appena fui accanto a lui.
< Ti sembra il modo? > Sussurrai, con sguardo omicida.
< La casa si, ma credo che qualcun altro sia in disordine qua… > Ora ci si metteva pure Garrett?
< Io sto benissimo, cammino normalmente e non credo di essere mai stata meglio >
< Chissà perché… >
< Smettila Edward Cullen > Dissi con tono freddo. < E tu non ti vantare troppo di capacità di cui usufruirò io e io soltanto per l’eternità > Mi avvolse con il braccio e mi baciò la fronte, sorridendo sfacciatamente. Come aveva fatto quando mi aveva vista arrivare in cucina per quello che ero davvero: cioè distrutta dalla mia prima nottata con un uomo… Con un vampiro.
Mi irrigidì nel sentire dei passi, numerosi passi, che affondavano i piedi nella neve fresca, che aveva attecchito al suolo dopo due giorni soltanto.
< Arrivano le giubbe rosse arrivano le giubbe rosse > Sorrisi per il comportamento di Garrett.
Ma poi osservai con paura Aro che cercava con lo sguardo qualcuno, forse Alice.
Poi trovò me, e mi sorrise in modo a dir poco agghiacciante.
Mi strinsi al braccio di Garrett, indietreggiando e lasciando che la sua figura alta mi nascondesse un po’, il minimo per non essere subito presa di mira dagli occhi rossi di quegli assassini.
Io e Bella ci scambiammo uno sguardo complice e impaurito, ma lei lo celò meglio di me quel terrore che inondava l’aria che respiravo affannosamente.
< Ci sono io Juliet, ricordalo > Mi consolò il fatto che Garrett parlò, ma non di molto.
< Dunque eccoci, in questo scenario…  A dir poco teatrale, per chiarire una questione di vitale importanza > Parlò Aro, facendosi avanti più degli altri. < E sono lieto di vedere quanto sei incantevole, giovane Bella, come di rivedere la mia… Piccola e preziosa perla, Juliet >
Non dissi nulla, lo guardai con gli occhi pieni di terrore e basta, per fargli capire quanto la sua presenza fosse inutile e indesiderata.
< Credo che per osservare la questione in maniera dettagliata… Devo domandare a Edward di farsi avanti, dato che la bambina stringe lui e la sua compagna in maniera così forte >
Mio fratello guardò Bella, accarezzò la testolina piena di boccoli di Renesmee e cominciò a camminare in mezzo ai cinque centimetri di neve, per avvicinarsi ad Aro.
Osservai ogni movimento che faceva Aro con le mani, ogni espressione visiva che assumeva, ma non sentivo nulla e la cosa mi rendeva debole.
< Aro ha visto nei pensieri di tuo fratello, ed è meravigliato. Ma ora vuole vedere da vicino la bambina >
< Questo è uno dei motivi per cui passerò l’eternità con te > Dissi guardandolo, incantata dal suo aspetto così affascinante e rude allo stesso tempo, grazie alla barba.
Bella si mosse con Renesmee per mano, avanzò con Jacob trasformato, come tutti i lupi lì presenti, ed Emmett. Non appena furono di fronte a lui, questo indicò il cuore della mia nipotina, emettendo un verso acuto che si udì fino a me e che mi fece venire i brividi.
< Ha sentito il suo strano cuore, del tutto diverso dal tuo… Cioè il suo batte naturalmente quando il tuo invece aumenta solo per… Certe cose… Diciamo >
< Smettila di ricordarmi di ieri sera, ti prego > Lo implorai.
< Ma eri così… > Si morse il labbro, mentre credevo ripensasse alla notte prima. < Dio solo sa quanto ieri fossi felice di averti sul- > Gli diedi una gomitata.
< Smettila idiota >
< Ti adoro > Alzai gli occhi al cielo e scossi la testa.
< Anche io, quando non mi imbarazzi >
< Nah tu mi adori anche quando ti imbarazzo >
< Puoi dirmi che sta succedendo? Grazie > Cambiai velocemente discorso.
< Questa creatura… E’ meravigliosa, tuttavia delle accuse ci sono arrivate, accuse contro di voi > Aveva alzato la voce, di sicuro stava per fare qualcosa di crudele.
< Portate la testimone! > Ordinò Caius.
Una donna dai capelli biondi e lunghi venne portata davanti al Volturo anziano biondo, che la guardò con sdegno. La vampira aveva gli occhi dorati, inoltre mio fratello era profondamente turbato dalla sua presenza. Intanto Bella e gli altri erano tornati indietro, accanto a noi.
< E’ quella la bambina che hai visto? > Domandò l’anziano. < Rispondi! >
Avevo sempre odiato Caius, dal primo sguardo. Giuro che se avesse bruciato e chiesto aiuto a me, l’avrei lasciato lì, a trasformarsi in cenere, senza che me ne importasse granchè.
< Juliet. Quella è Irina, Tanya mi ha parlato di lei > Spalancai gli occhi.
< Ma allora è… Loro sorella? > Le facce tese di Tanya e Kate mi incutevano paura e preoccupazione, perciò mi feci più avanti, liberandomi della presa di Garrett.
< No > Protestò.
< Non sai nemmeno che voglio fare >
< Lo so invece e mi auguro che non stai mirando a Kate >
Sfortunatamente per lui lo stavo facendo.
< N-no… E’ cresciuta. Lei non è una bambina immortale, non è stato commesso alcun crimine > Rispose Irina, con voce tremante, poi si voltò verso Bella e sussurrò qualcosa, che non riuscì a sentire.
Caius accese una torcia e fece un cenno con la testa a Felix, che insieme ad altri due Volturi si avvicinò alla vampira e la fece inginocchiare.
< Togliti Garrett > Lo spinsi via da me e corsi a bloccare Kate, la più pericolosa delle due.
Incrociai le braccia sul suo petto e strinsi i pugni quando mi arrivò la scossa, che mi percorse il cervello e in breve tutto il corpo. Intanto Irina era un corpo senza testa, che stava bruciando davanti agli occhi delle due sorelle.
< Zafrina! Accecale! > Ordinò mio fratello, nel panico.
Così fece, poi si avvicinò a Tanya.
< Ridatemi la vista > Chiedeva, con gli occhi spalancati dal dolore e il terrore.
< Non agire, è questo ciò che vogliono. Possiamo evitare una strage, Tanya >
Le parole di mio fratello convinsero entrambe, quindi lasciai la presa su Kate e caddi in ginocchio, una volta che Zafrina gli diede di nuovo la vista, a entrambe.
< Juliet tutto bene? > Garret. Maledizione quanto era protettivo e tenero.
< Si, aiutami > Mi appoggiai a lui e tornai in piedi. La scossa di Kate era stata maledettamente forte.
< Noto con piacere quanto la tua resistenza sia migliorata, Juliet > La voce di Aro era terrificante. < E quanto tu sia stata furba, a scappare da noi, la tua famiglia >
< Una famiglia non tortura un proprio membro > Dissi quasi ringhiando.
< La mia piccola Juliet… >
< Aro, lei ora vuole far parte della nostra famiglia > Intervenne Carlisle. < Perciò la lascerai stare >
Aro mi aveva perso, ma puntava immediatamente ad Alice, che non c’era, a Edward e Bella. Anche se non sapeva che non li avrebbe mai avuti.
< Se è questo il suo volere… > Spalancai gli occhi.
Ero libera, maledettamente libera.
Tutti si voltarono poi alla mia sinistra, Ed sorrise e anche io, nel vedere arrivare Alice, accompagnata da Jasper. Entrambi guardarono verso di noi, erano seri e preoccupati, soprattutto Alice. Avanzarono verso Aro, dove due Volturi bloccarono Jasper mentre lasciarono avvicinare Alice a lui.
< Ti mostrerò come quella bambina non sarà un pericolo per tutti noi > Disse convinta mia sorella.
Poi gli porse la mano.
E ci fu silenzio.
  
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