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Autore: Esthiei_Thanatos    27/06/2014    3 recensioni
il dolore era insopportabile. Soffriva mentre gli si lacerava la pelle e il sangue purpureo gli scivolava caldo lungo il petto. Sentiva che sarebbe impazzito. Era un dolore che andava ben oltre tutto ciò che avesse mai provato. Non urlava. Non urlava perchè Lui aveva fatto in modo che non accadesse. Apriva la bocca ma come in un macabro film muto non ne usciva alcun suono.
Genere: Avventura, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Grace si soffermò sul suo sorriso. Rideva con la bocca, ma non con gli occhi: tristi, malinconici.

"Comunque, di niente, Grace." disse lui mentre si toglieva la giacca, scoprendo le braccia, poi si tolse lo zaino ed iniziò a frugare al suo interno tirando fuori un vecchio libro dalla copertina nera, senza alcuna scritta. Lo aprì ed iniziò a leggere.

"Insomma, l'hai fatto scappare con un solo sguard...Oh! come fai a sapere il mio nome? Non mi sembra di avertelo detto!" disse lei sgranando gli occhi sorpresa.

Marius chiuse il libro ed accennò al petto di lei "La tua collana" disse riferendosi al ciondolo aureo formato dalla sottile scritta "Grace" che portava.

"Oh, la collana" borbottò lei, sentendosi sciocca. Si riavviò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e le sue gote si tinsero di un leggero rosa. Si guardò intorno, cercando qualche cosa da dirgli per cambiare argomento. Poi notò sulle braccia di Marius delle cicatrici biancastre e nodose, e delle altre più sottili e infiammate. Coprivano quasi la totalità delle braccia e immaginò che si protendessero anche sulle spalle.

"Cosa sono tutte quelle cicatrici che hai sulle braccia?" chiese lei "Non sarai mica uno di quegli stupidi autolesionisti che sono convinti che la vita sia da buttare solo per i loro stupidi problemi d'adolescenza?"

Marius rimase pietrificato, gli occhi spalancati.

"Scusa... a volte sparo cazzate a raffica. Se ti ho offeso non era mia intenzione." si giustificò Grace e il suo volto si infiammò di un rosso infernale. Marius la ignorò, si limitò a riaprire il libro ed iniziò nuovamente a leggere.

La ragazza si sentì sprofondare, era una delle peggiori figure che avesse mai fatto, quindi si alzò per allontanarsi "Scusa, io vado. Devo dire una cosa alla Evans" non appena posò il piede destro a terra, forse per la foga di scappare da lui prese una storta e cadde rovinosamente su se stessa.

Raccogliendo tutto il suo coraggio si rivolse al ragazzo "Ti prego, me la caverei da sola se potessi, ma... puoi accompagnarmi all'abbazia?" disse cercando di tirarsi su.

"Non se ne parla, non posso." rispose lui senza staccare gli occhi dal tomo consunto, il tono privo di qualsiasi espressione.

"Oh, andiamo, non sarà mica per quello che ti ho detto prima? Quanto sei orgoglioso! Non puoi lasciarmi qui terra! Un pò di pietà!" urlò Grace.

"D'accordo ma ti accompagnerò solo fino al gradino, dopo dovrai fare da sola." acconsentì Marius con voce atona.

"Che grande sforzo. Ma meglio di nulla." si rassegnò la ragazza abbassando gli occhi neri.

Il ragazzo ripose il libro nello zaino che abbandonò sulla panchina, si avvicinò a Grace, la aiutò ad alzarsi e le disse di mettere il braccio intorno al suo collo, poi lui le posò il braccio sulla vita stretta ed iniziarono a camminare molto lentamente. La ragazza si sentiva in imbarazzo a stare così avvinghiata ad un ragazzo di cui sapeva poco e niente, quindi si limitava a guardare il pavimento sentendosi anche un po' umiliata dal dover chiedere aiuto ad uno sconosciuto. Notò che ogni passo che facevano verso Westminster la presa del braccio di Marius sulla sua vita si faceva sempre meno salda e il suo volto dai perfetti lineamenti veniva deformato da una smorfia di sofferenza. Giunsero al gradino ma allora Grace pensò che non ce l'avrebbe fatta da sola a raggiungere gli altri. "puoi accompagnarmi all'entra..." non finì neanche di parlare che fu interrotta dal "NO" secco di Marius che la guardò con aria severa, arrabbiata. "Non provare a supplicarmi, non posso, PUNTO." continuò lui sempre più alterato, spalancando gli occhi. Grace tentò di girarsi verso di lui per rispondergli, ma dato che erano ancora avvinghiati ciò che ne uscì fu un brusco movimento che li fece franare entrambi sulle sul pavimento di pietra. Marius poggiò una mano sul gradino cercando di arrestare la caduta ma biascicò qualcosa e si ritrasse come scottato, poi se ne andò camminando velocemente e tenendosi la mano lasciando tutte le sue cose sulla panchina. "Dove stai andando? Non puoi lasciarmi qui!!" urlò lei a scuarciagola, poi si calmò e si sedette con la schiena curva sostenendosi la testa con le braccia. Si immerse nel groviglio di pensieri scatenato dall'accaduto: aveva picchiato Nick, conosciuto Marius e lo aveva fatto scappare nello stesso giorno e si era probabilmente slogata una caviglia. Mentre pensava, tutte le ore di sonno perdute che aveva accumulato ogni giorno di più si fecero sentire, lentamente chiuse gli occhi, e con la luce del sole ancora impressa si addormentò in quella posizione. Era di nuovo nuda, indifesa, sul pavimento sudicio. Una figura umana si avvicinava nell'oscurità: aveva i capelli neri leggermente arricciati sulla fronte, i lineamenti perfetti gli occhi di un verde spento tendente al dorato.Indossava una lunga tunica nera con un cappuccio e sorrideva. Le si avvicinò e le posò una mano sul petto, all'altezza del cuore.

Aprì subito gli occhi e se ne trovò un paio davanti, di sicuro non erano quelli del ragazzo che aveva sognato. Erano neri, grandi. Era Peter: aveva i capelli biondo dorato e molto spettinati. Le stava rivolgendo uno dei suoi dolcissimi sorrisi con tanto di fossette sulle guance.

"Finalmente ti sei svegliata, ho dovuto aspettarti per un'ora" le disse lui continuando a guardarla negli occhi e sorridendo.

"Sono contenta che tu sia rimasto, ho un piccolo problemino tecnico." disse Grace sbadigliando e contraccambiando il sorriso.

"Che succede?" chiese Peter divertito. "È la caviglia, ho preso una storta e non riesco a camminare." gli rispose Grace, poi cercò di tirarsi su, ma una nonappena poggiò il peso sul piede sentì come una forte scarica elettrica, mugolò qualcosa e si sedette di nuovo. "Sei fortunata Grace, ho la macchina parcheggiata qui vicino" disse Peter, poi le si avvicinò e se la caricò sulle spalle.

Peter camminava spedito, Grace non era un grande peso per il suo corpo allenato. Si stavano allontanando a passo veloce, quando Grace sussultò.

"Che succede Grace?" disse lui, fermandosi di scatto e guardandola allarmato.

" Ho dimenticato le mie cose sulla panchina..."rispose lei guardando quei due pezzi di carbone che erano i suoi occhi. "Oh, certo, adesso te le prendo."disse il ragazzo, tornò indietro di qualche passo, poi si accostò alla consunta panchina di legno con la vernice scrostata un po' ovunque, vi raccolse la leggera cartella grigia con una stampa della galassia sul davanti e si avviò nuovamente verso la sua auto. Aprì la portiera e posò Grace sul sedile anteriore.

Durante il breve viaggio ci fu un silenzio tombale, Grace si chiedeva solo se avesse fatto la cosa giusta prendendo le cose di Marius, stava per addormentarsi nuovamente, ma finalmente sentì la portiera aprirsi, Peter si caricò lo zaino in spalla e la accompagnò alla porta, poi le diede un leggero bacio sulla guancia e se ne andò.

Si svegliò nel suo letto dopo circa due ore. Si alzò e la prima cosa che le venne in mente fu rovistare nello zaino del ragazzo.

Quello che trovò fu solo il vecchio libro che stava leggendo. Lentamente lo aprì. Le pagine erano fragili e ingiallite. Sulla prima pagina c'era impresso un cerchio e al suo interno c'era una stella a cinque punte, sapeva di cosa si trattava, era un pentacolo, simbolo esoterico e satanico. Continuò a sfogliare il libro. Era scritto con caratteri strani, probabilmente greco antico pensò, non sapeva leggerlo qindi lo posò nuovamente nello zaino. Frugò anche nelle tasche anteriori. Trovo una specie di coltellino con il manico di legno sul quale era inciso a fuoco lo stesso pentacolo del libro, aveva la punta ricurva di vetro, color rubino. Stava posando il coltello nella tasca quando di colpo la porta della sua stanza si spalancò.
 


Salveee, eccomi con il secondo capitolo. So che eravate tutti impazienti di scoprire qualcosa di più (tutti chi? Sono una montata Ahaha). Comunque ringrazio tantissimo Crow17 che mi ha lasciato una bella recensione, mi raccomando seguite il suo esempio, recensite in tanti per qualunque cosa.

Un bacio.

Esthiei_Thanatos

  
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