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Autore: gaia21    27/06/2014    5 recensioni
Dal testo: Nelle profondità dell’universo dominato da galassie, pianeti e moltitudini di stelle, vi era un mondo speciale dominato da spiriti riflettenti le proprie costellazioni disegnate dalle stelle.
Quel luogo era inaccessibile a chiunque non fosse accettato dal Re degli spiriti e solo una giovane maga era riuscita ad entrarvi. Il suo nome era Lucy Heartifilia.
[NaLu] [accenni ad altre coppie]
Spero che vi piaccia!
[Storia Momentaneamente Sospesa]
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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                                                                La ragazza nel cratere
Il sole stava per sorgere facendo capolino dietro alle piccole colline, e gli uccelli, sui rami degli alberi lì vicino, cinguettavano allegri. Pian piano, la natura iniziava a svegliarsi in quel caldo mattino d’estate e con lei, gli abitanti di una lussuosa villa.
Era un enorme edificio a due piani, pareti bianche come le nuvole. All’esterno, era ricco di ornamenti dorati che decoravano i contorni delle finestre, di cui i vetri erano resi splendenti, come il più bello dei diamanti. Il portone d’ingresso, era di un marrone chiaro, il legno proveniente da una quercia, sicuramente secolare visto il valore. Era chiuso da due battacchi in ferro, rappresentanti la testa di un drago, rifiniti nei minimi dettagli dal più bravo scultore del regno.
In una stanza, al secondo piano della villa, un inserviente stava per aprire le persiane della finestra, in modo da far entrare un po’ di luce.
Era un uomo molto alto, indossava la tipica divisa da maggiordomo, pantaloni neri, scarpe lisce e lucide fatte in pelle e del medesimo colore dei pantaloni, una camicia bianca e un panciotto nero. Aveva i capelli corti e grigi con qualche capello bianco qua e là. Dei piccoli baffetti grigi sulla pelle che ormai dava i primi segni della vecchiaia. Gli occhi di un intenso azzurro cielo che sembravano penetrarti l’anima con il solo sguardo, ma anche profondi e gentili.
Il russare di un ragazzo, fece aprire sul volto dell’uomo un piccolo sorriso divertito.
Il ragazzo dormiva nell’enorme lettone con soli dei pantaloni addosso mentre gli addominali scolpiti erano lasciati in bella vista. Un lenzuolo bianco messo appena sulle gambe, probabilmente finito ai piedi del letto per il suo continuo agitarsi nel sonno. I capelli tutti arruffati sul cuscino bianco, un braccio posto sullo stomaco e un’espressione quasi angelica sul volto.
L’uomo decise di aprire le persiane e un fascio di luce attraversò la stanza finendo sul volto del giovane dormiente.
 
Appena il ragazzo avvertì quel calore, accigliò il viso in un’espressione contrariata e si voltò dall’altra parte dando le spalle alla finestra, mugolando qualcosa di incomprensibile.
L’uomo gli andò vicino e lo scosse appena, chiamandolo.
“Principe Natsu è ora di svegliarsi, vostro padre vi aspetta per fare colazione”.
Il ragazzo, in risposta, mugolò ancora, voltandosi dal lato opposto. Quel mugolio venne interpretato come ‘ancora altri cinque minuti’, frase che non faceva altro che ripetere ogni giorno.
L’inserviente lo chiamò ancora, deciso a non lasciarlo dormire, mentre il principe afferrava i due lembi del cuscino per poi portarselo sulla testa, come a nascondersi.
“Vostro padre si arrabbierà di nuovo e sa meglio di me, cos’è in grado di farle”.
A sentire quelle parole, un brivido attraversò la schiena del rosato al ricordo dell’ultima volta che suo padre si era arrabbiato, e come un fulmine scattò fuori dal letto catapultandosi in bagno.
Si fece un doccia veloce, rientrando nella camera ancora con il corpo gocciolante e un asciugamano legato in vita.
Prese in mano i vestiti che l’inserviente gli aveva lasciato sul letto e li guardò amareggiato. Pantaloni rossi fuoco rilegati da una cucitura in filamenti d’oro, la giacca del medesimo colore, molto elegante ma leggera, adatta alla stagione calda, ma essendo a maniche lunghe, faceva venire caldo solo a guardarla. Infine, da legare in vita, un foulard giallo per equilibrare un po’ i colori. A Natsu non piaceva vestirsi in quel modo, non era nel suo carattere vestire bene e seguire le regole che gli imponeva il galateo, eppure suo padre non voleva sentire ragioni, lui era il futuro erede al trono e doveva comportarsi come tale.
Si vestì di mala voglia, uscendo poi dalle sue stanze e incontrando ad aspettarlo l’inserviente di prima.
“Dove hai detto che sono, i mei genitori?” chiese in modo svogliato, mettendosi una mano davanti alla bocca per sbadigliare.
“Lo sa che suo padre non vuole che lei parli così, eppure si ostina a farlo. A proposito di quello che mi avete chiesto, vostro padre vi aspetta nella sala per fare colazione, mentre la Regina Grandine e vostra sorella, la principessina Wendy, sono partite questa mattina molto presto” disse l’uomo, notando di come lo sguardo del ragazzo si fece confuso.
“E dove sono andate?” chiese allora.
“Ve ne siete già dimenticato, principe? Vostra sorella è la cantante più brava del regno, è stata chiamata nel regno confinante per partecipare a una festa importante per far sentire la sua splendida voce ad altri nobili e la regina l’ha accompagnata” concluse l’uomo.
Natsu ci rifletté su. Era vero che sua sorella era una cantante molto apprezzata, ma lui giurava di aver sentito una voce più dolce e soave di quella della piccola Wendy.
Erano anni che il principe faceva molto spesso lo stesso sogno. Si trovava sempre sulle sponde di un fiume, un prato verde a contornare il paesaggio e grandi alberi dove gli uccelli vi facevano i nidi. Il sole rifletteva sull’acqua cristallina e poi la vedeva; seduta sulla riva del fiume vi era sempre una giovane ragazza dall’abito azzurro e lunghi capelli biondi che cantava, a suo parere la voce più melodiosa che avesse mai sentito.
Purtroppo, si svegliava sempre quando la giovane stava per voltarsi verso di lui, permettendogli così, di vederla in volto.
Si ridestò dai suoi pensieri, quando sentì la voce dell’inserviente annunciarlo. Aprì le porte che conducevano alla sala da pranzo, entrandovi dentro con poca grazia.
Al centro della stanza vi era il lungo tavolo dove c’erano i cibi prelibati. I muri, tappezzati di un vivace rosso scarlatto, erano adornati da piccoli disegni in oro mentre il pavimento era color sabbia. Qua e là vi erano alcuni quadri rappresentanti i membri della famiglia. A dare un vista mozzafiato erano le enormi finestre che si affacciavano sulla foresta circostante.
Natsu si sedette al suo posto e iniziò a mangiare, prendendo quanto più cibo possibile.
Il Re tossicchiò un po’, attirando l’attenzione del ragazzo.
Era un uomo sulla quarantina, capelli rossi e vivaci, grandi occhi verdi. Sulla testa portava la corona reale ed era vestito con un abito simile a quello figlio, solo che di colore blu.
“Natsu, dovresti salutarmi prima di metterti a mangiare” disse l’uomo in modo quasi esasperato.
“Yo, padre!” disse lui, sorridendo e alzando la mano in segno di saluto.
“Cosa devo fare con te” disse il Re, prendendosi la testa fra le mani. “Comunque, oramai hai diciotto anni e sei nell’età giusta per prendere moglie” continuò.
Il ragazzo smise di mangiare, alzandosi da tavola.
“Io non ho alcuna intenzione di sposarmi e ora, se non vi dispiace, vado nelle mie stanze”.
Detto questo, si voltò di spalle uscendo dalla sala, stranamente senza aver finito di mangiare.
Re Igneel abbassò il capo amareggiato. “So che non vuoi, ma un giorno dovrai farlo per forza” sussurrò tra se e sé.
 
Natsu entrò nelle sue stanze sbattendo la porta dietro le sue spalle. Non poteva credere a quello che suo padre gli aveva appena detto. Lui aveva soltanto diciotto anni, non aveva ancora intenzione di sposarsi!
 La donna che manteneva in ordine la sua stanza era già passata per pulire, infatti il letto era stato rifatto e i vestiti che poco prima erano sul pavimento erano stati portati via.
Si sedette sul letto, piegandosi in avanti e poggiando i gomiti sulle ginocchia, prendendosi poi la testa fra le mani.
Sapeva che suo padre avrebbe fatto di tutto per trovargli una ragazza, ovviamente nobile, ma a lui non piacevano quelle ragazzine viziate che volevano soltanto montagne di vestiti eleganti e gioielli adornati con pietre preziose.
Se avesse potuto scegliere, avrebbe sicuramente preferito una ragazza del popolo, semplice e con un carattere dolce e gentile verso gli altri, sarebbe stata la ragazza perfetta per lui.
Purtroppo, suo padre non avrebbe mai approvato un matrimonio con una popolana e quindi, il giovane principe, aveva sempre sperato che tra la nobiltà ci fosse una ragazza diversa dalle altre.
Si alzò dal letto, pensare gli aveva fatto venire solo il mal di testa, così decise che sarebbe andato dai suoi due amici e insieme, avrebbero fatto una delle loro solite sfide.
Decise di cambiarsi, non poteva andare da loro con quegli abiti eleganti, avrebbero sicuramente voluto andare a caccia e fare a gara a chi prendeva più selvaggina, e quegli abiti non erano certamente adatti.
Aprì l’enorme armadio a muro che costeggiava alla destra del letto, era pieno di vestiti che a lui non piacevano ma che suo padre gli aveva costretto ad acquistare. Posò lo sguardo su un angolo dell’armadio, toccò piano il legno e si aprì uno scomparto segreto, lì vi erano dei vestiti che il principe comprò senza che il Re ne venisse a conoscenza.
Si vestì velocemente. Mise una maglietta bianca attillata a maniche corte, dei pantaloni color sabbia che legò in vita con una sciarpa che sembrava fatta di scaglie dello stesso colore della maglia, e ai piedi dei sandali neri.
Uscì di nascosto da palazzo, sgattaiolando nel giardino sul retro, lì si allenavano i soldati del regno. I guerrieri erano i figli maschi dei nobili e proprio in quel posto si allenavano con gli altri i due migliori amici di Natsu, Gray Fullbuster e Gajeel Redfox.
Stranamente quel giorno non si stavano allenando anzi, non c’era proprio nessuno.
Natsu si chiese dove fossero, così andò nella sala delle armi, lì trovò Gray e Gajeel che si sfidavano a colpi di spada.
Gray aveva all’incirca la stessa età di Natsu. Aveva capelli neri con riflessi blu scuro, occhi del medesimo colore dei riflessi che ci si poteva perdere dentro. Indossava una maglietta a maniche corte color blu notte che lasciava ben vedere il fisico tonico e scolpito del giovane. Aveva dei pantaloni verdi scuro e ai piedi stivali neri. Legata al collo, portava una collana argentata rappresentante una croce con la parte bassa che sembrava la punta di una spada.
Gajeel aveva un anno in più degli altri due. Aveva lunghi capelli neri ribelli, sulla fronte portava un foulard verde che evitava che i capelli gli andassero d’avanti agli occhi rosso carminio. Indossava una camicia nera con il colletto alzato, un panciotto marrone tutt’altro che elegante chiuso con dei lacci dello stesso colore, dei pantaloni anch’essi color terra e degli stivali neri con due bulloni ai lati. Aveva molti piercing anche sul volto e se le persone si spaventavano vedendolo, i suoi due amici lo prendevano in giro chiamandolo ferraglia.
“Ohi! Che fate?” domandò con un sorriso smagliante, il principe.
“Non si vede?” disse con un tono sarcastico Gray, parando un colpo di spada.
“Tsk, come sei acido nudista”.
“Che hai detto?! Vuoi già combattere?!” disse in tono di sfida il moro, non accorgendosi di essersi tolto di nuovo i vestiti.
Gray aveva la strana abitudine di togliersi i vestiti da quando suo padre, quando era piccolo, lo portò ad allenarsi nei paesi del nord dove c’era sempre la neve. Lì, gli era stato insegnato a sopportare le basse temperature anche da nudo. Da allora, il moro aveva sempre mantenuto questa sua strana abitudine di spogliarsi in pubblico.
“Oggi non ho voglia di combattere” rispose il rosato, sedendosi a terra vicino alcune lance.
I due, sapevano che quando Natsu diceva quella frase, era successo qualcosa, infondo lui aveva sempre voglia di combattere.
“Che è successo questa volta?” chiese Gajeel, cercando d’indagare nello sguardo del principe.
“Mio padre vuole che trovi una moglie, io non ho alcuna intenzione di sposarmi adesso” rispose lui con tono seccato.
“Guarda che è una cosa normale, pensi che i nostri padri non ci assillino già su questo?” disse il blu, un po’ seccato dal comportamento quasi infantile dell’amico.
“Non mi pare che voi abbiate trovato una ragazza”.
“Dai tempo al tempo, sicuramente la troviamo prima di te, idiota come sei”.
“Che hai detto ferraglia?!” disse Natsu, alzandosi di scatto.
“Tsk, vedete di finirla. Piuttosto, perché non andiamo a caccia?” chiese Gray, rimettendosi i vestiti appena ritrovati.
“D’accordo” risposero gli altri due.
Andarono nella sezione degli archi, prendendo ognuno il proprio. Quello di Natsu era fatto interamente d’oro e si distingueva facilmente dagli altri. Quelli di Gray e Gajeel erano argentati con gli stemmi delle rispettive casate posti all’interno dell’arco.
Poi, presero tre faretre, mettendoci dentro delle frecce.
Si diressero poi, verso le stalle. Era un edificio staccato dalla villa. Era fatto in legno e all’interno vi erano molti cavalli. Pur essendo le stalle reali, vi alloggiavano anche cavalli di altre famiglie nobili molto vicine al re, tra cui i destrieri dei due mori.
Natsu si diresse verso il proprio cavallo, entrando nel box. Era di colore marrone, zampe forti e veloci, chioma lunga e ribelle. Accarezzò il viso dell’animale avvertendo il suo respiro caldo sulla pelle. Chiuse gli occhi per un istante, godendosi quella sensazione calda e piacevole mentre i brividi gli attraversavano veloci la schiena.
“Ohi! Hai intenzione di rimanere così per molto?” lo sbeffeggiò Gray, già in sella al suo cavallo grigio dalla chioma bianca.
Gajeel ridacchiava, anch’egli in sella ad un cavallo nero.
“Tsk, che scocciatori” mormorò lui in risposta.
 
Qualche minuto dopo si ritrovarono a cavalcare nel bosco che distava a non più di qualche kilometro dalla villa.
Si addentrarono in profondità, fino ad arrivare ad uno spazio aperto. Quello era il luogo da dove partivano e il luogo dell’incontro una volta concluso, facevano così da anni ormai.
Presero ognuno direzioni diverse, stabilendo che si sarebbero ritrovati in quello stesso punto quando avrebbero sentito il campanile del paese vicino rintoccare la mezzanotte.
Natsu vagò un po’ per il bosco, ogni tanto avvertiva qualcosa muoversi dietro i cespugli e scagliava una freccia, ma nonostante tutto non riusciva a prendere nulla.
Il sole stava iniziando a tramontare e il rosato si beò di quella vista. Il cielo era colorato di rosso, arancione e rosa. Era il tramonto più bello che avesse mai visto.
Andò al punto d’incontro anche se era presto, ormai si era stancato di cacciare, adesso voleva soltanto ammirare quello splendido tramonto.
Scese da cavallo, legando le briglie ad un albero e si distese sull’erba. Gli piaceva il contatto fresco dell’erba sulla pelle e gli odori che aleggiavano in quel bosco, era tutto un misto di vari profumi, tra quegli degli alberi, delle varie piante e dei fiori.
Puntò lo sguardo al cielo, scorgendo le prime stelle della sera e avvertendo alzarsi una leggere brezza. Decise di mettersi più comodo, incrociando le braccia dietro la testa per darsi un sostegno.
Sentì in lontananza alcuni gufi e sopra la sua testa, vide passare alcune lucciole.
Chiuse gli occhi per un attimo, avvertendo i suoni del bosco. Li riaprì in tempo per vedere una stella cometa ed esprimere un desiderio. Desiderò soltanto trovare una ragazza dolce e gentile di cui innamorarsi, sperando che fosse anche nobile, per evitare qualche parola poco gradita da parte del padre.
Natsu aveva sempre creduto alla magia delle stelle cadenti, gli piaceva credere che da qualche parte, in quell’oceano di stelle, vi fosse una qualche entità che permettesse ai desideri di realizzarsi.
Credeva alla diceria sulla quale il destino di ognuno fosse scritto nelle stelle e sperava che non lo attendesse un futuro triste accanto ad una donna che non amava.
Vide formarsi le prime costellazioni e le cercò con lo sguardo. Gli erano sempre piaciute le stelle e quando era piccolo spesso rimaneva con suo padre a dormire fuori proprio per ammirarle. In quel periodo si fece dire come riconoscere le varie costellazioni e, da quel momento in poi, si divertiva a cercarle nel cielo quasi ogni notte.
Smise di pensare quando vide l’ennesima stella cadente sfrecciare nel cielo, questa però, le parve un po’ strana.
Era più grande delle altre, la coda molto più lunga e luminosa. S’incuriosì, volendo sapere se fosse atterrata sulla terra e magari in luogo vicino, voleva vedere cosa si celava dietro quei puntini che sembravano brillanti.
Poi, sentì la terra sotto di sé tremare leggermente e pensò che per sua fortuna, la stella era caduta lì vicino.
Si alzò velocemente tutto entusiasta e andò a slegare il cavallo saltandoci in groppa. Si diresse verso il luogo dove aveva visto dirigersi la stella.
Cavalcò a lungo, fino a giungere ai piedi di un piccolo cratere. Era lungo all’incirca dieci metri e largo otto. Non era molto profondo e volendo poteva entrare e uscire senza problemi.
Si guardò attorno, cercando un segno che il cratere fosse stato creato dalla stella che aveva visto.
Poi, aguzzando un po’ la vista, scorse il corpo di una ragazza.
Scese nel cratere, per accertarsi che stesse bene e si avvicinò a lei.
Rimase incantato dalla sua bellezza. Portava un vestino azzurro, le spalline sembravano trasparenti, ai piedi scarpette bianche. Aveva la pelle rosea, labbra carnose e lunghi capelli biondi.
In qualche modo, gli ricordava la ragazza dei suoi sogni, ma poi pensò che fosse solo una coincidenza e che ora, la priorità più importante, era quella di capire se stesse bene e se fosse viva.
Le mise una mano d’avanti al viso per sentire il suo respiro ed emise un sospiro di sollievo quando sentì l’aria solleticargli la mano.
Provò a scuoterla un po’ per svegliarla e anche se sembrava che non fosse ferita, non accennava a svegliarsi.
Poi, notò vicino a lei un mazzo di chiavi dorate. Le guardò incuriosito, ognuna di esse aveva una forma particolare e diversa dalle altre.
Il rosato prese a cuore la salute della giovane e decise di prenderla in braccio, caricandola sul suo cavallo. Prese anche il mazzo di chiavi, pensando fossero le chiavi di casa della biondina, mettendole in tasca.  Poi, salì anche lui e si sistemò la giovane tra le braccia, la guardò un attimo e sorrise intenerito alla sua espressione dormiente, dopo di che, con il piede fece segno al destriero di galoppare verso la villa reale, lì l’avrebbero certamente aiutata.
 
 
 
 
 
Angoletto dell’autrice
Ciao a tutti!! Mi scuso per il ritardo e anche per gli errori che sicuramente avete trovato nel capitolo -.-  Vorrei sapere se la storia piace o altro, potete darmi anche consigli sono più felice se è così, ancora non sono molto brava a scrivere….. Beh ringrazio il mio nii-san e Milky-chan per aver recensito lo scorso capitolo, ringrazio le 3 persone che hanno messo la storia nelle preferite, le 2 nelle ricordate e le 4 nelle seguite, grazie anche a chi ha letto in anonimo ;)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima!!
Un abbraccio,
Gaia
 
 
  
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