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Autore: roro    21/08/2008    10 recensioni
Gli eredi sono imprevedibili.
Piccoli, ingenui e rompiscatole, il più delle volte. Ma anche teneri.
*Raccolta composta da quattro Shot, dedicate a quattro coppie diverse*
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? (E se ...), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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4^ KaggyXInu
Sogni d'oro...

Salve!
Ed eccoci all'ultimo appuntamento con "Sogni d'oro", mia mini-raccolta di Shot ^^.
Sono lieta che le Flash Fic precedenti vi siano piaciute. Questa è l'ultima, l'InuXKaggy.
Dedicata a Anci, a Lily... Insomma, dedicata a quanti amano come me questa coppia ^^.
RINGRAZIO:
Meg___X3
TemariCross
AvinPhi
Aryuna
KaDe
kaggychan95
mikamey
ary22
bunny1987
kirarachan
Grazie mille a tutti.
Comunque, per il "concorso" della volta precedente: i nomi dei figli di Inu e Kaggy e di Aya e Koga sono gli stessi di quelli della fan fic "Dimentica", per questo continuo a ritenerle collegate in minima parte XD.
Spero la gradiate!








"K-Kagome!".

Inu-Yasha premette le orecchie canine sul capo, guardando la sua compagna, intenta a sbadigliare rumorosamente.

"Kagome, stasera tocca a te", sbuffò lui, inchiodandola con uno sguardo ambrato. "Moe sta piangendo".

"Ma non sta piangendo solo lei!". Kagome si tirò a sedere, lasciando che la coperta di seta - uno dei pochi oggetti appartenenti alla sua epoca - scivolasse di lato e afferrando il suo kimono, buttato in un angolo "Sta piangendo anche Shinji. Non posso fare tutto io!".

Sbraitando sommessamente, anche il marito si rivestì, prendendo la moglie per la vita e spingendola nella cameretta in cui riposavano i loro pargoli. In quel momento, però, il solo ed unico desiderio di Inu-Yasha era prendere Shinji e buttarlo - guai a toccargli Moe, in ogni caso. La sua bambina era un angelo, anche quando piangeva a dirotto, spaccandogli i timpani. Quegli istanti gli ricordavano pericolosamente i piagnistei di Kagome che aveva dovuto sopportare durante il loro viaggio alla ricerca di Naraku, anni prima.

Amava sua figlia, ma una seconda Kagome Higurashi avrebbe potuto causargli qualche problema mentale.

Fu la moglie a riscuoterlo dai suoi pensieri, dato che quasi inciampò nelle coperte del futon, ritrovandosi carponi al suolo - i capelli neri erano sfuggiti al semplice chignon, ricadendole tutt'intorno e i suoi occhi castani lo guardavano divertiti. Gli ricordava una bambola, cosa preoccupante, data la personalità forte della moglie.

"Su, io mi occupo di Shinji e tu della piccola, ok?", sospirò Kagome, sollevando il bambino dai capelli d'argento e gli occhi dorati - questi smise quasi subito di piangere, guardando la mamma e battendo le mani. "Visto? Non è così traumatico".

Per te, si disse Inu-Yasha, chiandosi a sua volta per prendere la bambina.

Moe spalancò gli occhi russet, così simili a quelli materni, guardando il papà tra le lacrime. Poi, iniziò ad agitarsi, picchiando il padre. "Moe, smettila, fa la brava", ringhiò l'hanyou - pur essendo ancora in fasce, la sua piccola era pur sempre un'hanyou e, in quanto tale, era dotata di una forza non indifferente.

"Inu-Yasha...", Kagome gli si avvicinò, posando Shinji tra le braccia paterne e prendendo la piccola. "Non ci sai proprio fare. Guarda...", la guardò con aria rassegnata, adagiandola col capo sul petto.

Moe smise subito di agitarsi, sbadigliando.

"Scusa, ma io cos'avrei fatto di strano?".

La mora si voltò verso il marito, che guardava infastidito il maschio, adagiato tra le sue braccia. Il piccolo ricambiava l'occhiata, lasciando di tanto in tanto che gli occhi ambrati scorressero sulla mamma.

"L'avevi presa in modo tremendo".

"Presa in modo tremendo?", chiese lui, dondolando leggermente il piccolo. Cullare era un istinto, in fin dei conti. Anche per un padre incapace come lui.

"Beh, si. La tenevi in modo pessimo. Poteva cadere-".

Non le consentì neppure di terminare la frase, freddandola "Io. non. consento. a. mia. figlia. di. spappolarsi. al. suolo", disse, scandendo con cura ogni singola parola.

"Si, lo so", Kagome gli sorrise, mostrando che Moe era caduta nel mondo dei sogni. La adagiò con cura sul cuscino, per poi prendere Shinji e posare anche lui - contrariamente ai propositi di Inu-Yasha, il cucciolo si era addormentato.

"Che dici... andiamo a dormire?", mormorò, sbadigliando. 

Soffocò un urlo quando qualcosa la sollevò da terra.

Inu-Yasha.

"Lasciami...!".

"Ehm... no...", se la sistemò in collo, prendendola come una bambina "Devo cullare tutti i miei piccoli, nessuno escluso".

Kagome rise.

E si abbandonò sulla sua spalla.

   
 
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