Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: Dart13    27/06/2014    2 recensioni
"Innamorarsi è facile, ma innamorarsi del tuo nemico è una cosa impossibile.
Questo è quello che Kelsey e Justin pensavano.
Ma cosa succederebbe se l'unica persona perfetta per te, è la persona che tu disprezzi così tanto?
In un mondo pieno di sorprese, quali cambiamenti potrebbero affrontare due nemici?
In un'estate, in una casa, due persone opposte.
Credi nella magia dell'amore?
What if suddenly, I fell in love with my enemy?"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caitlin, Chaz, Christian Beadles, Justin Bieber, Ryan Butler
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Flight to Atlanta, Georgia.



Kelsey's pov.

Mentre il sole brillava scintillante e faceva la sua strada sopra l'orizzonte, mi alzai e mi diressi verso il mio bagno.
Non appena mi tolsi i vestiti e accesi il getto della doccia, lasciai l'acqua fredda scorrere sul mio corpo, bagnandolo.Insaponai i capelli con il mio shampoo preferito. Strofinai il sapone lungo il mio corpo per poi sciacquarlo poco dopo.
Prima che le bolle prodotte dal bagnoschiuma uscissero dalla doccia, io avevo addosso già i miei due asciugamani bianchi; uno avvolto intorno al mio corpo ed un altro per i miei capelli.
In seguito mi cambia optando per la mia maglietta bianca e nera a righe con le maniche lunghe e lo scollo a V, degli Skinny Jeans e delle converse.
Misi l'orologio attorno al mio polso, pettinai i capelli lasciandoli così come sarebbero dovuti essere al naturale e scesi le scale, diretta in cucina.
'Ciao mamma.' Salutai quando la vidi cucinare.
Lei so giro, rivolgendosi a me.
'Buongiorno dolcezza.'
'Posso avere un po' dei tuoi famosi pancake tempestati al cioccolato?'
'Certamente.' Mi passo un piatto contenete i pancake.
'Yum' dissi guardandoli, pronta a mangiarli tutti.


Justin's Pov.

Mi alzai dal mio letto e mi diressi in cucina. Semplicemente questo.
"Buongiorno dormiglione."
"Buongiorno mamma." Mormorai intontito non appena mi sedetti.
"Allora, spero che la tua camera non sia un disastro esattamente come i tuoi capelli ora."
Mi imbronciai.
"Ho già sistemato la mia camera mamma."
Era un fatto, mamma ci era andata giù pensate la sera precedente.
"Bene."
"Che c'è per colazione?" Domandai.
"Pancake."
"Mamma, tu sai che odio i Pancake!" Mi lamentai.
"Da quando?" Mi guardò con occhi spalancati.
"Da quando i Pancake sono diventati l'alimento preferito di Kelsey per colazione." Puntualizzai.
"Ed io che pensavo che tu non sapessi niente di lei!" Alzai gli occhi al cielo.
Credo che sia vero quello che si dice 'Chi ti odia, ti fa famoso'. Gli Hater conoscono ogni cosa di te e ti criticano per quello che sei e per quello che fai.
Come se Kelsey non stesse facendo la stessa cosa, poi.
Ero irritato ed era mattina.
E Justin Bieber non era e non sarà mai una persona mattiniera. Mai.
"Mamma, potresti semplicemente passarmi i cereali?"
Lei mi sorrise "Okay."
Strano. Conosco cosa si prova.


Kelsey's Pov.

Stronzi, non guardatemi così.
Stavo cercando di evitare di lanciare alle persona che avevo davanti ogni tipo di insulto o di pensiero cattivo io avessi nella mente. Può una ragazza comprare 50 pacchi di Sour Patch Kids senza essere guardata in quel modo?
Il cassiere mi stava davvero irritando, scommettevo 1000 dollari, che mi avrebbe chiesto il motivo per cui tutti quei pacchi di caramelle erano stati comprati.
"Grazie." Dissi cercando di essere meno stronza possibile, mentre prendevo una busta di plastica per le mie piccole.
Lui domandò "50 Sour Patch Kids? Sei la prima persona che conosco che le compra. Sai che questo ti costerà qualche dente rotto e diabete? Tu sei un adolescente, dovresti..."
"Bene, non ho intenzione di essere maleducata o niente del genere..." Iniziai "ma per favore, ricorda qual'è il tuo lavoro. Io sono il cliente, ed il cliente ha sempre ragione, giusto? Oppure mando indietro tutto? Vuoi che io chiami il tuo capo?"
Lui non parlò ma mi lanciò un occhiataccia.
"Grazieee." Viva il sarcasmo. Cosa pensate me ne freghi?
Sbuffai non appena mi sedetti dal lato del passeggero e chiusi la portiera.
"Problemi kelsey?"
Non volevo davvero causare altri guai, quindi mentii "niente mamma."
"Bene allora. Cintura."
Mi allacciai la cintura quando lei mise in moto. Mi aprii un pacchetto di Sour Patch ed iniziai a mangiare la deliziosa caramella dalla quale ero in astinenza da un po' di giorni.

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Mamma scivolò per frenare. Io la guardai e lei mi sorrise.
"Ci siamo."
Mi guardai in torno e vidi un orda di persone chiacchierare, urlare e camminare impacciatamente dentro l'aeroporto.
Guardai dentro la borsa delle Sour Patch e vidi che me ne erano rimaste solo 25. Fantastico.
"Andiamo." Scesi dalla macchina quando mamma afferrò la mia valigia, mentre io a presi il bagaglio a mano.
Iniziammo ad incamminarci all'interno dell'edificio e fui davvero sollevata di trovare Ryan e Chaz indiane, con le loro mamme, stare in un angolo, fuori fa tutto questo caos.
"Chaz! Ryan!" Urlai.
Quando arrivai vicino a loro facemmo il nostro saluto.
"Hei Kels."
Le nostre madri si salutarono.
"Allora, sei emozionata?"
"Mi stai seriamente chiedendo questo?" Dissi.
"Il volo per Atlanta, Georgia partirà in 5 minuti." Sentimmo l'annuncio.
"Ciao mamma." Dicemmo sincronizzati.
"Stai sempre attenta Kelsey. Sempre attenta a te stessa, okay?" Mia madre disse quasi sull'orlo delle lacrime, questo mi fece un po abbassare la tensione.
"Non piangere mamma. Non vado via per sempre."
"Solo... Abbi cura, okay? Ti amo. Sei la mia piccola."
"Lo farò mamma, per tutte e due. Ti amo anche io." Risposi baciandole la guancia e abbracciandola forte.
Questa è la prima volta c'è attraverso il paese senza di lei.
Siamo sempre state noi due insieme.
"Ciao. Andiamo ragazzi." Dissi prima di iniziare a piangere anche io. E davvero non avrei potuto, sarebbe stato imbarazzante. Io, Ryan e Chaz iniziammo a farci strada sull'aereo.
"È okay piangere Kels." Disse Ryan portandomi un braccio sulle spalle, abbracciandomi per metà.
"No. Non per me." Negai. Chaz e Ryan non mi avevano mai vista piangere e di certo non avrebbero iniziato da quel momento.
"Noi ci siamo, lo sai." Mi confortò Chaz.
"Lo so, dovete anche badare a me... Ricordate ciò che ha detto mia mamma?"
"Si, lo ricordiamo." Dissero in sincronia.


Non posso aspettare di arrivare ad Atlanta!
Sarcasmo portami via.





*spazio autrice*
Okay, okay, mi rendo conto che ho fatto più di due mesi di ritardo ma sono stati davvero due mesi di inferno e come se non bastasse cosa succede? mi si rompe il computer :c
Comunque, eccoci qui sull'aereo per Atlanta...
Me la lasciate una piccola recensione? <3



 
  
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