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Autore: LyraGrimm    27/06/2014    1 recensioni
Francis Bonnefoy/Arthur Kirkland ─ FrUK
I rappresentanti delle varie nazioni sono studenti della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, grazie ad un'iniziativa della preside, la professoressa McGranitt, di scambio interculturale, in cui studenti provenienti da tutto il mondo possono frequentare Hogwarts con delle borse di studio.
“La pioggia batteva incessante contro le finestre della Torre di Grifondoro, con un ticchettio che innervosiva Arthur più del solito. Il suo compagno di stanza, al contrario, sembrava calmissimo mentre si aggiustava la divisa davanti allo specchio.
« Come possiamo giocare con questo tempo? Non dovremmo andare dalla McGranitt a chiederle di sospendere la partita fino al bel tempo?»
« Ti dirà di no, non si può sospendere il Quidditch. Se hai paura possiamo chiedere di sostituirti, eh.»
« Non ho paura, Alfred, solo che al contrario di te, io ci tengo alla pellaccia.»”
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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──── Quidditch e budino ai mirtilli ────


La pioggia batteva incessante contro le finestre della Torre di Grifondoro, con un ticchettio che innervosiva Arthur più del solito. Il suo compagno di stanza, al contrario, sembrava calmissimo mentre si aggiustava la divisa davanti allo specchio. 
« Come possiamo giocare con questo tempo? Non dovremmo andare dalla McGranitt a chiederle di sospendere la partita fino al bel tempo?»
« Ti dirà di no, non si può sospendere il Quidditch. Se hai paura possiamo chiedere di sostituirti, eh.»
« Non ho paura, Alfred, solo che al contrario di te, io ci tengo alla pellaccia.»
L'altro sbuffò qualcosa che somigliava ad un "codardo". L'inglese alzò gli occhi al cielo: certe volte odiava dividere la stanza con quel ragazzo. Tanto per cominciare, russava come un trattore, il che aveva causato ad Arthur delle occhiaie pazzesche, finchè non ci si era abituato, e secondo, nonostante fosse solo al quinto anno, era già più alto di lui che era al sesto, e non perdeva occasione di ricordarglielo.
« DIECI MINUTI PRINCIPESSE!»
Ad urlare era stata Elizaveta Héderváry, la cercatrice di Grifondoro, nonchè co-capitano insieme ad Arthur. Quella ragazza era un tornado: velocissima sulla scopa, con una parlantina impressionante e -dettaglio da non trascurare- odiava a morte i Serpeverde, il che la rendeva una perfetta macchina da guerra per le partite.
Ed eccoli lì, dieci minuti dopo, a bordo campo con le scope in mano e il morale al massimo. Non era una partita qualunque: era la prima del torneo, e prevedeva che si scontrassero la prima e la seconda classificata alla Coppa delle Case, guarda caso, proprio Grifondoro e Serpeverde.
« ... Noi dobbiamo prenderli e farli a pezzi, quelle inutili facce di troll!»
« Suvvia non starai esagerando? E' solo la prima partita, anche se perdiam─ »
« NON PENSARCI NEANCHE LOTTIE.»
Con sommo sollievo di tutti, il fischio di Madama Bumb segnò l'entrata delle squadre in campo.
La loro entrata fece partire applausi e fischi dalle opposte tifoserie, mentre la voce della preside, la professoressa McGranitt, leggeva i membri delle rispettive squadre.
« Per la formazione di Grifondoro: 
Kirkland, Jones, Beilschmidt, Blanchàrd, Zwingli, Wang, Héderváry.
Per quanto riguarda Serpeverde:
Van Hoboken, Arlovskaya, Kirkland, Bonnefoy, Beilschmidt, Braginsky, Kohler.
E' tutto. Che la partita abbia inizio.»
La donna fece sparire la pergamena con un rapido colpo di bacchetta, mentre le squadre si alzavano dal suolo, prendendo posto a metà campo. Arthur riconobbe la chioma rossa di suo fratello nella formazione opposta, ma non era quello il momento per pensare alle proprie discordie familiari: dopotutto non era il solo, anche Ludwig e Charlotte avrebbero dovuto affrontare i loro fratelli quel giorno.
L'inglese si scostò una ciocca di capelli già fradicia dagli occhi, piazzandosi davanti ai tre anelli, mentre la professoressa Bumb ricordava ad Elizaveta e a Gilbert -il fratello di Ludwig- che se si fossero azzuffati un'altra volta li avrebbe sospesi per le seguenti partite.
Il fischio segnò l'inizio della partita e fu subito il caos.
Con una mossa rapidissima, Natalia Arlovskaya segnò i primi dieci punti, lasciando Arthur di sasso. Si era aggiunta solo quell'anno alla squadra, ma era davvero una giocatrice eccezionale. L'inglese tuttavia non era da meno, e parò con precisione chirurgica i seguenti tentativi di suo fratello e della bielorussa di attentare agli anelli, mentre Alfred ristabiliva la parità. Nel frattempo, colse con la coda dell'occhio Elizaveta che schizzava a tutta velocità verso l'alto, per poi sparire nella grigia coltre di nubi, seguita a ruota dal danese. 
Putroppo per lui, i continui attentati di Natalia alla porta non gli permettevano di distrarsi per più di dieci secondi.
La partita proseguì così per i seguenti trenta minuti, a suon di punti persi e guadagnati, finchè Elizaveta non sbucò in picchiata dalle nuvole, all'inseguimento del Boccino d'Oro, che avrebbe segnato la fine della partita.
E c'era quasi, la ragazza, quando dal bel mezzo del nulla, un Bolide la raggiunse in piena schiena, facendole perdere quota. Il sorrisetto compiaciuto sulla faccia di Gilbert Beilschmidt diceva tutto. 
Per un attimo Arthur pensò che la cercatrice gli sarebbe saltata al collo, invece si limitò a scuotere la testa e riprese ad insegiure il Boccino, anche se tutto il vantaggio che aveva accumulato sul danese era stato spazzato via.
« EHI VASH! » urlò l'inglese in direzione del proprio battitore « PUNTA A KOHLER, CERCHIAMO DI DARE A LIZZIE UN PO' DI VANTAGGIO!»
Lo svizzero annuì convinto, stringendo la presa attorno alla mazza, mentre si preparava a colpire il Bolide di rimbalzo. Centrò il suo bersaglio alla prima, a dimostrazione della sua mira davvero eccezionale, persino con la pioggia battente.
Arthur parò l'ultimo attacco di Natalia proprio mentre il doppio fischio segnava la fine della partita: Elizaveta aveva preso il Boccino e lo teneva ben saldo in una mano mentre faceva un giro di campo, beandosi degli applausi dagli spalti rosso-oro.

 
─── ✻✻✻ ───

« LIZZIE! LIZZIE! LIZZIE!» 
La cercatrice venne portata in trionfo negli spogliatoi, ma non prima di aver tirato una gomitata nelle costole a Gilbert. Era troppo bello credere che avrebbe lasciato correre pensò l'inglese, mentre anche lui si dirigeva negli spogliatoi.
« Francis! Si può sapere dove avevi la testa oggi?» La voce irritata di Lennard Van Hoboken proveniva dagli spogliatoi di Serpeverde « Potevamo segnare altri cinquanta punti con quel coglione di Kirkland in porta!»
Arthur non sapeva se doveva prendersela per quell'insulto, ma decise di lasciar correre almeno per il momento, perché il capitano di Serpeverde aveva perfettamente ragione.
Francis Bonnefoy si era trasferito tre anni prima dall'Accademia di Beauxbatons, in Francia, venendo smistato con una cerimonia di emergenza in Serpeverde. Ad Arthur il francese non era mai andato molto a genio, anzi, si poteva tranquillamente dire che fosse la sua nemesi. Un "arrogante buono a nulla con la puzza sotto il naso", l'aveva definito l'inglese dopo il primo mese di scuola. Purtroppo per lui, doveva vederlo più spesso di quanto volesse, dato che quell'anno Serpeverde e Grifondoro condividevano molte più lezioni che negli anni precedenti, in nome della proposta di "appianare le faide tra le Casate" perpetrata dalla preside. Sì, dire che il francese non gli andava a genio era un eufemismo. Dal canto suo Francis si era fatto la reputazione del gigolò, facendo strage di cuori tra ragazze e ragazzi delle varie Casate. Tra i corridoi girava voce che la sua ultima preda fosse una studentessa del quarto anno, Mia Grimaldi, proveniente da Monaco. A quanto si diceva, la poverina era tornata a casa l'estate prima con l'intenzione di non tornare al castello dopo che Francis le aveva spezzato il cuore.
Arthur si schiaffeggiò mentalmente: perchè diavolo stava pensando alle conquiste di Francis Bonnefoy?! Sbuffò sonoramente, entrando nello spogliatoio dei Grifondoro che nel frattempo si era riempito del vapore delle doccie, rendendo l'aria opaca.
Si slacciò rapidamente gli stivali della divisa, realizzando solo in quel momento che stava tremando dal freddo e che la sua divisa gocciolava ancora per tutta la pioggia che aveva preso. Si limitò a lanciarla su una panca e si diresse nel primo box doccia libero, beandosi del getto di acqua bollente, mentre nel box accanto a lui Alfred canticchiava una versione tutta sua di Fat Bottomed Girls.
Ci mise poco a fare la doccia, asciugandosi in fretta e furia i capelli con un asciugamano, con il risultato di annodare ancora di più il groviglio biondo che si ritrovava in testa. Non che gli importasse molto, aveva smesso da anni di litigare con i suoi capelli per farli stare al loro posto. 
Raggiunse i suoi compagni in Sala Grande, dove la cena era appena stata servita. Prese posto tra Vash ed Elizaveta, davanti ad Alfred, ritrovandosi a dover alzare gli occhi al cielo. Un altro difetto del suo compagno di stanza? Aveva /sempre/ fame. Sebbene si ingozzasse come un tacchino ad ogni pasto, non era raro sentirlo lamentarsi alle due di notte perché aveva un languorino. Non aveva ancora messo in bocca il primo boccone di pollo arrosto che la professoressa McGranitt gli fece segno di avvicinarsi al tavolo dei professori.
« Che vuole la McGranitt da te, Arthur?» chiese curiosa Elizaveta, guardando alternamente lui e la preside.
« Di ficuro qualche caffata da Prefetto.» proruppe Alfred a bocca piena, sputacchiando pezzi di pollo su tutto il tavolo.
Arthur tolse qualche residuo di pollo che era arrivato sulla sua divisa, limitadosi a sospirare e dirigendosi verso il trono in legno intarsiato su cui sedeva la preside, rigida nella postura come sempre.
« Voleva vedermi preside?»
« Sì, Kirkland. Vedi in quanto Prefetto sono consapevole che hai molte responsabilità e non ti graverei di questo peso se non fosse strettamente necessario.»
Arthur pensò di aver assunto un'espressione piuttosto confusa, perché essa indusse la McGranitt a rivolgergli un sorriso caldo, quasi materno.
« So che è una grossa richiesta, ma vorrei chiederti di occuparti della sezione pulcini del Quidditch per quanto riguarda Grifondoro. Gli altri Prefetti si sono già resi disponibili.»
« Accetto.» 
Lo disse senza neanche pensarci, dimenticando improvvisamente tutti i suoi impegni, a partire dagli allenamenti del Quidditch, al Club dei Duellanti, al corso avanzato di Pozioni del professor Lumacorno. Ancora una volta, il suo orgoglio da Grifondoro lo aveva fregato. La preside sembrò compiaciuta, e lo congedò con un gesto della mano. 
Fu proprio a metà della Sala Grande che un incantesimo non verbale gli annodò i lacci delle scarpe, facendolo cadere come un sacco di patate e scatenando l'ilarità della tavolata verde-argento. Suo fratello Ian si reggeva la pancia e rideva a crepapelle, Hans Kohler per poco non si strozzava con il succo di zucca e un colpevolissimo Francis Bonnefoy nascondeva rapidamente la bacchetta sotto il tavolo. 
L'inglese si rialzò e fece per sedersi, quando udì un mormorio con una leggera erre moscia che suggeriva a Lennard Van Hoboken che ai Grifondoro mancasse il /coraggio/ di rispondere alle provocazioni. E se Francis avesse riflettuto dieci secondi di più prima di parlare, magari ciò che accadde dopo poteva essere evitato. Tuttavia, con i se e con i ma non si va da nessuna parte.
Sebbene avesse oramai perso il tacchino, Arthur fu pienamente soddisfatto di vedere che il budino ai mirtilli era apparso magicamente sui piatti degli studenti. Fu particolarmente entusiasta del dessert quella sera poiché sapeva -grazie allo stomaco apparentemente insaziabile di Alfred- che quel particolare tipo di budino era particolarmente difficile da pulir via dalle divise, per non parlare dei capelli. 
E fu così che con un gesto di puro istinto lanciò il budino oltre il tavolo di Corvonero dritto in testa a Francis, che era voltato a parlare con Gilbert.
Nella Sala Grande piombò il silenzio. Peccato che fosse solamente la tipica calma prima della tempesta. Neanche il tempo di contare fino a tre che si scatenò l'inferno.
La risposta dei Serpeverde fu quasi immediata e un'abbondante cucchiaiata di porrige prese Elizaveta dritta sul naso, mentre pezzi di cibo volavano ovunque. L'ungherese, per tutta risposta, con un colpo di bacchetta rovesciò in testa a Gilbert un'intera zuppiera piena di ponce. La Sala Grande era in delirio: c'era chi urlava, chi si nascondeva sotto il tavolo e chi rispondeva al fuoco nemico, alimentando ancora di più il caos.
« ADESSO BASTA!»
La voce della McGranitt tuonò minacciosa nella sala, facendo incupire il cielo del soffitto incantato, mentre tutti gli studenti rimanevano immobili, come se fossero congelati.
« Francis Bonnefoy e Arthur Kirkland, nel mio ufficio. ADESSO.»
  
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