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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    22/08/2008    4 recensioni
"La città giapponese di Tokyo era immersa in un caldo tepore sonnolento, quel tepore tipico che precede l'avvicendarsi dell'autunno dopo un estate particolarmente calda.". L'autunno è alle porte e un giovane Santo sta per avere l'esperienza che potrebbe cambiargli la vita. LETE 89 MI HA DATO L'IDEA E A LETE è DEDICATA!!
Genere: Generale, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Nuovo Personaggio
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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****IL CIGNO E LA BAMBINA****

 

EPILOGO

 

UNA NOTTE

 

 

Kido Manor era immersa nel silenzio pacifico della notte autunnale.

 

L’argentea luna splendeva leggiadra nel cielo terso e le stelle la circondavano, avvolgendola in un luminoso abbraccio.

 

L’aria era fresca e le prime gocce di rugiada cominciavano a lambire l’erba e le foglie del giardino.

 

Tutto sembrava tranquillo.

 

La grande Villa era immersa nella quiete dell’oscurità e del Sonno.

 

Improvvisamente, una delle finestre del secondo piano si aprì silenziosamente, e un’ombra scivolò leggera giù per la grondaia, atterrando sul terreno soffice.

 

Invisibile, quasi, cominciò a passeggiare tra gli alberi, leggero tanto da sembrare uno spirito.

 

Scivolava etereo sul prato bagnato dalla lucente brina notturna; malgrado l’aria fresca della notte, indossava una maglietta a maniche corte.

 

Dopo un’istante, che parve quasi eterno, si sedette sotto uno degli alberi, stendendosi poi per rimirare la lucentezza degli astri.

 

Passò il tempo.

 

Improvvisamente, si udì un tonfo attutito.

 

L’ombra si voltò spaventata e il riverbero della luce lunare illuminò per alcuni istanti una chioma dorata che danzava nella brezza notturna.

 

Si avvicinò.

 

“Shun, che ci fai qui fuori?!” esclamò sorpreso Hyoga, vedendolo sbucare fuori dal buio, “Nulla... Avevo bisogno di riflettere un pò.. Hai visto che notte splendida?” sorrise lui, volgendo lo sguardo al cielo lucente.

 

Cygnus non disse nulla, si limitò ad avvicinarsi al fratello minore e a sfiorargli un braccio; rabbrividì al contatto: “Sei gelato... Forse è meglio rientrare, o ti prenderai un malanno.” constatò severo il biondo, “Non ho freddo, davvero...” disse tranquillo.

 

Hyoga sospirò e si sedette sul prato accanto al Saint di Andromeda.

 

Restarono in silenzio a lungo.

 

Passarono i minuti.

 

è stata una settimana strana.”.

 

Hyoga aveva parlato per primo, stendendosi sull’erba, tenendo le mani incrociate dietro la nuca, lo sguardo rivolto al firmamento.

 

Shun lo imitò, raggomitolandosi sul prato, rabbrividendo leggermente per il contatto con il terreno bagnato, “Già, ci hai fatto preoccupare molto... Sono perfino venuto a casa tua, ma non c’eri... Seiya mi ha trovato qui fuori.” spiegò con voce lieve, quasi rotta da un pianto silenzioso.

 

Il biondo non rispose, si limitò a cingergli forte le spalle con un braccio.

 

“Guarda quante stelle... Mi ricorda quella notte in cui sei corso in camera di me, Seiya e Shiryu, spaventato per un incubo... Eravamo molto piccoli, te lo ricordi?” chiese il biondo con tono nostalgico, era raro sentire Hyoga parlare in quel modo, lui, così freddo e distaccato, in quel momento, sembrava un’altra persona, “Certo, sei stato molto gentile... Non volevo disturbare Ikki, scusa se ti ho svegliato.” rispose il brunetto, imbarazzato.

 

“Ma che dici, sai che l’ho fatto volentieri. Non devi scusarti per una cosa così futile.” replicò lui, “Tu hai sempre fatto tanto per me, fin da quando eravamo piccolissimi, fin dal primo giorno in cui arrivai qui. Lo sai, mi sono sentito molto triste quando siamo tornati qui, dopo l’addestramento, avevo continuato a lottare per rivedere Ikki, ma anche per rivedere te e gli altri, non vi avevo mai scordato, e vederti così cambiato, mi ha riempito di tristezza.” pigolò Shun, a capo chino.

 

Ma poi rialzò subito la testa, e un tenero sorriso fece capolino alla luce argentea della luna: “Però ora non rimpiango nulla, perché ho ritrovato te, mio fratello, Seiya, Shiryu, e Saori, perché adesso ho ritrovato una famiglia.” disse lui semplicemente.

 

Hyoga rimase in silenzio, gli occhi velati di leggere lacrime di commozione.

 

Poi, con slancio, lo abbracciò.

 

“Ti voglio bene, fratellino, e scusami…” sussurrò il biondo Cygnus, stringendolo.

 

Shun rimase come spiazzato e ricambiò l’abbraccio, “Anche io ti voglio bene, Hyoga-san…”.

 

I due ragazzi rimasero lì sdraiati, stretti l’uno nelle braccia dell’altro, sino a che il sonno non li colse, sull’erba bagnata di una notte di inizio autunno.

 

§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

 

“Ehi, Shun, sei sveglio?”

 

Seiya bussò lievemente alla porta del coetaneo, chiamandolo.

 

Era molto presto.

 

Nessuno rispose.

 

La porta era leggermente socchiusa.

 

Con una punta di timore la aprì, sapeva che il ragazzino raramente teneva la porta della stanza aperta mentre dormiva.

 

Non c’era nessuno.

 

La stanzetta era vuota.

 

E la finestra era aperta.

 

Seiya si richiuse la porta alle spalle, e si diresse nella stanza di Hyoga, sperando vivamente di trovarci anche il bruno.

 

Ma anche quella del biondo era vuota.

 

“Forse sono scesi in giardino…” riflettè il castano, scendendo a precipizio le scale; raggiunse l’ingresso e si infilò le sue vecchie scarpe da ginnastica.

 

Le scarpe di Shiryu, Ikki e Saori erano riposte al loro posto nella scarpiera d’angolo. E c’erano anche quelle di Shun e del biondo.

 

Fattosi coraggio, afferrò le chiavi di casa e aprì il pesante portone in mogano, uscendo fuori, nel loggione.

 

Lo accolse la frizzante aria del mattino e una timida luce, il sole era appena sorto; il cielo era terso e una leggera foschia luminosa accarezzava il prato.

 

Il Saint di Pegasus mosse qualche passo sull’erba soffice, e vide due figure a terra, vicine; spaventato, aumentò il passo.

 

Si trovò davanti a un singolare spettacolo, Hyoga che teneva abbracciato a sé Shun, entrambi profondamente addormentati; Pegasus sorrise intenerito e, chinandosi sul bondo, lo scosse leggermente, per svegliarlo.

 

Il giovane aprì piano gli occhi color del mare, trovandosi davanti il visetto sorridente del più giovane dei suoi fratelli: “Buongiorno, dormito bene?” gli chiese lui, tenendogli una mano; il biondo la afferrò e si mise a sedere con uno sbadiglio, guardandsi attorno, “Ci siamo addormentati…” ammise, stiracchiandosi, “Ho notato. Forza, riportiamolo in camera sua, e forse è meglio che anche tu ci ritorni, hai una faccia stanca...” si preoccupò il bruno, aiutandolo ad alzarsi; poi, prese Shun in braccio, lo coprì con la sua felpa e lo riportò dentro, seguito da Hyoga.

 

In silenzio, salirono le scale, e condussero il giovane a letto.

 

Lasciatolo, scesero in salotto, con l’intento di attendere il risveglio degli altri.

 

Ma trovarono Saori già seduta sul divano, che aspettava.

 

“Buongiorno ragazzi.” li salutò lei, “Buongiorno Saori, come mai già in piedi?” le chiese Seiya, piazzandosi sulla poltrona, “Non riuscivo a dormire. Voi due piuttosto?”.

 

I ragazzi si guardarono con un sorriso complice: “Diciamo che l’alba in questo periodo è molto bella, ed è piacevole assistervi in compagnia.” affermò il biondo.

 

Un paio d’ore dopo, li raggiunsero Shiryu e Ikki e tutti e cinque si sedettero al tavolo della colazione; si erano ormai accomodati quando arrivò di corsa, con gran rumore, Shun, trafelato: “Scusatemi per il ritardo!!” esclamò, rossissimo per l’imbarazzo, “Ahahah!” rise Seiya, “Che faccia che hai fatto, non sei in ritardo, ci siamo appena seduti. Forza, siediti e mangia qualcosa.” lo accolse, indicandogli il suo posto, accanto al fratello maggiore, Ikki.

 

Athena e i suoi Saints trascorsero tranquillamente la colazione, poi si spostarono in salotto.

 

Dopo qualche minuto, qualcuno bussò alla porta.

 

Era Tatsumi.

 

“Milady, è arrivata.” disse solo, scambiando un cenno di saluto coi cinque ragazzi; Saori si alzò: “Grazie Tatsumi, arriviamo subito. Intanto falla accomodare, grazie.”, l’attendente fece un leggero inchino e si congedò.

 

I ragazzi la guardarono con sguardo stupito, gli occhi colmi di domande, “Seguitemi, c’è una visita per voi, soprattutto per Shun e Hyoga.” disse lei, con un sorriso.

 

I cinque ragazzi seguirono la loro Dea fuori dal salotto, per raggiungere la hall.

 

Lì, c’era Mikoto.

 

La giovane donna si illuminò nel vedere i due ragazzi: “Buongiorno Saori, scusami per l’ora.” affermò lei, andandole incontro; con un inchino, le due si salutarono, poi si abbracciarono, “Non preoccuparti, davvero.” rispose la ragazza, “Sono felice di poterti essere utile.” aggiunse enigmaticamente, “Grazie di cuore, mio fratello mi aspetta e non saprei proprio come fare in alternativa.” proseguì Mikoto, “Non c’è bisogno che mi ringrazi, salutami Julian, anche da parte dei miei ragazzi. Buon viaggio.” la salutò lei, e l’amica uscì, affidandole un fagottino in braccio.

 

Saori, poi, si avvicinò ai suoi due Saints: “C’è una sorpresa per voi.” disse solo, affidando ai due giovani il fagottino.

 

Dentro, placidamente addormentata e sorridente, c’era la piccola Izumi.

 

“Mikoto doveva partire per la Grecia e le ho proposto di affidarvi la bambina.” rispose alle domande inespresse dei suoi.

 

Shun e Hyoga non dissero nulla, si limitarono a stringere la piccola forte, sorridendo.

 

 

BUONGIORNO!!!!! SONO FINALMENTE GIUNTA ALLA CONCLUSIONE DI QUESTA MIA FICTION!!!

 

“Il Cigno e la Bambina” è stata una fic molto importante per me, che mi ha permesso di maturare e cambiare profondamente.

Mi ha fatto molto piacere scriverla e anche aver donato a molti un sorriso con le mie parole.

 

GRAZIE DI CUORE A TUTTI I MIEI SOSTENITORI.

 

SHUN

   
 
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