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Autore: deli98    28/06/2014    2 recensioni
Questa è una storia che si è ripetuta più volte e come vedrete ha sempre come protagonisti i due fratelli italici.
Chissà perché alla fine tendiamo a fare gli stessi errori, senza accorgersi di esserci già passati.
Genere: Drammatico, Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Il tempo passa e stiamo conquistando sempre più territori! Alla faccia di Romano che sostiene il contrario! Siamo invincibili!
Non lo vedo più da quando abbiamo litigato quel giorno. Ho provato a telefonargli, ma il telefono non squilla neanche, come se fosse staccato. Ho anche provato a passare da casa sua ma la porta è chiusa a chiave e non ci sono segni di vita al suo interno, però la sua auto è sempre parcheggiata sul ciglio della strada e non viene spostata di un millimetro. Dove sarà finito? Ma che importa, almeno adesso non ce l'ho più intorno che mi rimprovera di aver sbagliato tutto! In fondo non mi manca per niente.
Mussolini ha paura che possa chiedere alle altre nazioni il loro aiuto e mi ha ordinato di arrestarlo per fare in modo che se ne stia buono buono fino alla fine, ed è quello che sto facendo. So che è nascosto a casa sua, perchè un vicino mi ha detto di averlo visto rientrare il mattino prestissimo l' 11 giugno e garantisce che da li non è più uscito. Ti ho in pugno ora mai!
Ho organizzato una truppa di Camicie Nere per andare a prelevarlo e non ha alcuna speranza di scappare.
-Esci Romano! So che sei li dentro!- Aspetto qualche attimo per sentire una risposta, ma non succede nulla.
-Se non apri di tua spontanea volontà sarò costretto ad abbattere la porta!- Faccio cenno a due uomini robusti di agire e in un solo colpo buttano giù la porta, che si rompe in mille frammenti facendo un gran baccano quando si spargono a terra. Entro nel salotto, ma è tutto molto buio e fatico ad abituarmi all'oscurità.
-Esci fuori, dai! Adesso non ho voglia di giocare a nascondino.- Faccio cenno a tutti di entrare. Estraggo la pistola dalla fondina e mi assicuro che sia carica.
-Trovatelo e portatemelo qui. Vivo o morto.- 



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-Esci Romano! So che sei li dentro!- Merda! E' già qui! Lo sapevo che prima o poi sarebbe venuto a prendermi per sbattermi in prigione come un traditore. Maledetto! 
Prendo il mitra da sotto al letto e mi riempo le tasche della giacca di munizioni. Prendo il coltello a serramanico che tengo nel cassetto della scrivania e lo infilo dentro lo stivale. 
-Se non apri di tua spontanea volontà sarò costretto ad abbattere la porta!- Cazzo allora fai sul serio, eh? Prendo una cintura con cinque bombe a mano e due mine anti-uomo e me la metto a tracolla. Per essere sicuro prendo una pistola e la nascondo in una tasca interna dell'uniforme. Proprio in quel momento sento il rumore di legno che si infrange e cade a terra. Afferro il tirapugni ed esco dalla mia camera e mi apposto in cima alle scale, stando ben attento a non fare rumore. In circostanze migliori avrei riso di me stesso vedendomi armato fino ai denti come un terrorista.
E' in controluce vicino all'entrata, ma so che lui non può vedermi, per il momento.
-Esci fuori, dai! Adesso non ho voglia di giocare a nascondino.- Mi piglia per il culo? Evidentemente no, perchè estrae la pistola e bisbiglia qualche ordine ai suoi uomini, che subito entrano e perquisiscono il salotto mettendolo a soqquadro. 
Devo stare calmo. Stingo il mitra, pronto per prepararmi all'azione in qualsiasi momento. Però sono da solo, cazzo! Uno contro una decina di uomini armati di pistole e fucili! Indietreggio verso il corridoio cercando di fare meno rumore possibile e mi nascondo dietro la porta aperta della mia camera da letto.
Sento gli uomini che stanno salendo lentamente le scale. E' ora di attaccare!
Sfilo una bomba a mano e con i denti sgancio la sicura, poi la lancio oltre la porta in direzione delle scale e sento l'oggetto che rotola lentamente giù dagli
scalini. La voce di un uomo che urla cercando di avvertire i suoi compagni del pericolo, ma viene interrotto dalla fortissima esplosione della bomba. 
Mi sento sollevare in aria dall'onda d'urto e vengo scaraventato fino al fondo del corridoio e batto la testa contro la finestra, crepando il vetro. 
C'è molto fumo ed incominciano ad innalzarsi delle fiamme dal fondo delle scale. Vedo delle ombre che arrivano dal corridoio e d'istinto mi metto a sparare con il mitra e delle urla mi arrivano fino a qui. Vedo i corpi cadere in mezzo al fumo che si fa sempre più fitto. Attendo un attimo per vedere se si fa avanti qualcun altro, ma non avverto dei movimenti.
L'aria si fa irrespirabile, devo uscire immediatamente da qui! Spacco il vetro già crepato della finestra che da sul cortile interno e guardo giù.
Maledizione, è troppo alto per lanciarsi! Rischierei di rompermi l'osso del collo. Mi volto verso il corridoio e vedo che le fiamme sono già arrivate in cima alla 
scalinata.
Senza perdere tempo entro nella mia camera e sfilo le lenzuola del letto per legarle insieme e farne una corda per calarmi. Corro verso la finestra e in qualche modo lego un'estremità al telaio e getto l'altra estremità nel vuoto. Mi aggrappo al tessuto e mi lascio scivolare giù. 
Attraverso il salotto ora mai quasi inghiottito dalle fiamme ed entro nella cucina. Afferro il portafoglio e il fagotto di provviste che ho preparato il giorno prima e cerco le chiavi della macchina che ho lasciato vicino, ma adesso sono scomparse. Dove sono finite? Dannazione! Tra un po' mi crolla il soffitto sulla testa e non ho tempo per cercarle! Non importa, vorrà dire che farò a meno della macchina.
Ma non ho ancora fatto i conti con una persona. Esco di nuovo nel cortile e mi avvicino al cancello, ma qualcosa di freddo mi tocca il collo e sento il rumore 
metallico del cane di una pistola. Lentamente mi volto e lo vedo: Feliciano.
-Dove pensavi di andare, eh?- sorride, ma non è più il suo dolce e innocente sorriso. E' il sorriso di un assassino.
-Hai ucciso tutti i miei uomini, complimenti! Da te non me lo sarei mai aspettato.- Che schifo. Lo sa benissimo che per salvarmi il culo farei qualsiasi cosa.
-Per caso cercavi queste?- mi sventola le chiavi dell'auto sotto il naso.
-Ridammele!- E d'istinto cerco di prendergliele di mano, ma lui mi punta la pistola sotto il mento.
-Mi dispiace, ma tu da qui non te ne vai.- E ride malefico. Dannazione! E' diventato proprio come un tedesco! Se incontro quel crucco bastardo gli spacco la faccia! E' colpa sua se è diventato così. Ma adesso devo pensare a una soluzione e in fretta. Vedo la casa che lentamente crolla a pezzi tra la forza delle fiamme. 
Sarà diventato un duro, ma conosco il mio pollo.
-O mio Dio!- urlo e sgrano gli occhi guardando dietro le sue spalle. Lui si distrae voltandosi di scatto verso il punto che guardavo e io approfitto di quel momento 
per colpirlo alla testa con il calcio del mitra. In fondo mi dispiace fargli del male, ma è strettamente necessario.
Lui cade a terra stordito dal colpo, ma uno sparo parte della sua pistola producendo un boato che sembra il tuono di un fulmine. All'improvviso sento un dolore acutissimo alla spalla sinistra. Ebbene si, mi ha colpito. Cerco di trattenermi dal mettermi ad urlare e preso dalla rabbia gli do un calcio in faccia. 
Giuro che non volevo farlo! E' stata una reazione spontanea del dolore che provo fisicamente e mentalmente a causa sua.
Gli ho spaccato un sopracciglio e provocato il sanguinamento dal naso, ma niente è in confronto al sangue che perdo dalla spalla. Devo andarmene e alla svelta.
Sposto il suo corpo ora mai privo di sensi il più lontano possibile dalla casa in fiamme per evitare qualche altro incidente. Alla svelta apro il cancello del cortile e metto la testa fuori per controllare la situazione in strada. Tantissima gente sta uscendo dalle proprie abitazioni per andare ad assistere al triste spettacolo di un edificio in fiamme. Tra poco potrebbero arrivare altre Camicie Nere e il mio tentativo di fuga sarebbe rovinato. Però rischierei di essere riconosciuto!
Per qualche attimo penso sul da farsi e un'idea mi passa per la mente. Forse non molto intelligente, ma potrebbe salvarmi la vita: fingerò di essere Feliciano!
Prendo subito a sfilarmi la giacca e a sostituirla con la sua, mi fascio la ferita alla buona e sposto tutte le munizioni nelle mie tasche.
Esco in strada e mi metto a correre nella direzione opposta a tutti gli altri, sperando comunque di non incrociare delle Camicie Nere per non rischiare.
Ma purtroppo non sono molto fortunato e un uomo con la camicia nera mi viene incontro. Spero che non mi veda e vada avanti per la sua strada, ma all'ultimo si accorge di me e per fermarmi mi afferra proprio per la spalla ferita. Cretino! Proprio li dovevi toccarmi? Mi scappa un gemito di dolore, ma lui non sembra esserne accorto, tra le urla e il caos generale.
-Generale Vargas! L'ho trovata finalmente! Che cosa è successo?- E' proprio scemo questo. Non lo vede con i suoi occhi? Devo inventarmi una scusa per andarmene, per ogni secondo che passa rischio di essere smascherato e rintracciato subito! Devo mantenere la calma...
-Non c'è tempo per le spiegazioni! Vai a cercare i tuoi compagni e radunali. Cercate di spegnere le fiamme.- Spero che abbia capito che deve togliersi dai coglioni.
-Si Signore!- e se ne va. Tiro un sospiro di sollievo. Non sono stato riconosciuto, per ora.
Mi sento le gambe e le braccia pesanti, ma devo fare un ultimo sforzo! Cerco di correre più veloce che posso verso l'auto, ma proprio ora mi accorgo di essermi dimenticato di riprendermi le chiavi! Ma che stordito che sono! Per la fretta di andarmene mi sono scordato la cosa più importante!
Pazienza, sono costretto ad andare a piedi, o magari in bicicletta! Proprio in quel momento mi cade lo sguardo su una bici appoggiata al muro di una panetteria.
Deve essere quella che usa l'aiutante del fornaio per fare le consegne. Cosa potrei desiderare di meglio? Senza stare a pensarci afferro la bicicletta e metto il 
fagotto e il mitra nel cesto montato dietro e mi metto a pedalare più veloce che posso. Sento il fornaio che è uscito dalla panetteria e mi urla contro di tornare
indietro, ma lo ignoro completamente. 
Mi immetto in diverse stradine secondarie per cercare di incontrare meno gente possibile e nel giro un' ora sono già in periferia che attraverso le vaste campagne coltivate esclusivamente a grano, come vuole quel pazzo di Mussolini.
Non ce la faccio più, sono provato dalla fatica e dalla tensione, però non posso ancora fermarmi!
Anni fa avevo trovato un vecchio mulino abbandonato in mezzo ai campi, che molto probabilmente è stato anche usato come abitazione da qualcuno. Più o meno mi ricordo la strada. Non dovrebbe mancare molto. Ed infatti eccolo li che spunta in lontananza, con le sue pale rotte immobili da decenni in mezzo agli alberi di un piccolo boschetto.
Scendo dalla bicicletta e mi sento terribilmente stanco. Sta già calando la sera, per fortuna. 
Mi guardo la spalla sinistra e vedo la giacca zuppa del mio sangue. Sono stato talmente concentrato sulla strada da seguire che non mi sono minimamente accorto del dolore pulsante della ferita, ma adesso lo sento ed è insopportabile.
Quando entro dentro l'edificio decadente non mi accorgo subito che recentemente qualcuno dove essere passato di qui, lasciando tutta la sua roba. 
Mi lascio cadere di peso su una sedia e lentamente mi tolgo la giacca e la camicia per vedere in che stato è la ferita. Un disastro. Per fortuna il proiettile non è 
andato a fondo nella carne e sono riuscito a toglierlo con delle pinzette. Sono stato previdente e nel fagotto che mi sono portato ho messo delle garze, ago e filo. 
Mi sono chiuso la ferita e l'ho fasciata come meglio ho potuto.
Alla fine non ho nemmeno la forza per mangiare e mi sono addormentato sdraiato su un letto vecchio e polveroso.
Per me la giornata è finalmente conclusa, ma purtroppo non è ancora il momento di mettersi a dormire, perchè all'improvviso si spalanca la porta e un uomo armato
con la camicia nera fa il suo ingresso.


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Ed eccoci alla fine di un capitolo pieno di azione.
Fatemi sapere se è di vostro gradimento (tanto è gratis!) 
Nel prossimo farà la sua comparsa un nuovo personaggio, spero che vi piacerà!
  
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