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Autore: PK ShowdowN    29/06/2014    1 recensioni
(su richiesta, mi impegnerò ad ultimare questa storia, che ho deciso sarà la mia ultima fanfiction)
Il tempo passa, si sa. Dieci anni non durano una vita e col crescere sogni e speranza vengono meno. Tocca rientrare e riaffrontare la dura realtà, ma come può uno come Ash ambientarsi in una città viziata dagli eccessi e dal denaro?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ash, N, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Uscito dal balcone, Ash, in preda ad un calderone di emozioni tendenti dall’irritato all’intimorito, si appoggiò ad un robusto pilastro assai vicino all’ingresso.
Con uno strattone si allentò la camicia, quasi gli mancava il respiro. Sorrise pensando a quando aveva chiesto a sua madre come avrebbe dovuto vestirsi per una festa del genere.
“Assolutamente non col tuo solito gilet… e scordati il cappellino”
Aveva proprio detto così, Delia Ketchum.
Bè, evidentemente i tempi sono cambiati, pensò Ash dopo aver scrutato buona parte degli invitati.
Lo stile prevalente era quello “alla Kevin”. E’ vero che un discreto numero di ragazzi portava la camicia, ma era abbinata in un modo piuttosto, per esempio con jeans strappati, oppure camicia nera, pantaloni bianche, scarpe nere… insomma, gli accostamenti che ne venivano fuori erano piuttosto sgargianti e tutt’altro che di buon gusto.
Sollevò il capo, lanciando un’ulteriore occhiata alla bolgia in preda al delirio.
Era da poco trascorsa la mezzanotte, nel giro di un’ora sarebbe potuto tornare a casa senza passare per un bambino. Doveva resistere solo un’ora, solo un’altra ora.
Una mano gli sfiorò la spalla, facendolo sobbalzare.
“Ahahah ehi, stai calmo, non volevo mica spaventarti!”
Ash abbozzò un sorriso, cercando di capire chi fosse quella ragazza che in tutto il suo splendore stava di fronte ai suoi occhi.
Ecco, per completare il trattato che un giorno avrebbe potuto scrivere su come si vestono i giovani degli anni dieci, andava fatto un discorso diverso per le ragazze.
Non si parla di dividerle in belle o brutte, dei primi o degli ultimi anni del liceo, in più o meno benestanti… da quel poco che aveva potuto capire, le ragazze si vestivano sempre con abiti stupendi.
A seconda della loro indole, ovvero se volevano essere più o meno provocanti, optavano per lo stile… come potrebbero chiamarsi…  vediamo… ma si, lo stile “Poverello” o quello “Lussuoso”.
“poverello” va parafrasato intendendolo con l’andare a risparmiare sulla quantità di stoffa usata per coprire il corpo, quasi resta solo la biancheria intima, coperta al massimo da qualche straccetto che magari costa pure una fortuna.
Quello “lussuoso” invece, stile senza dubbio di gran lunga più raffinato, tende all’uso di abiti lunghissimi, ingombrantissimi e scomodissimi, che tuttavia fanno ugualmente un bello effetto.
Rara era la via di mezzo, che senza dubbio dava i risultati migliori.
“Ehi, Ketchum, ci sei o ci fai?”
Ash tremò istintivamente. I suoi viaggi mentali sulla possibile stesura di un trattato erano stati improvvisamente arrestati.
“S…scusa, è che sono un po’ stanco, la musica è ancora forte ma… ci conosciamo?”
La ragazza dinnanzi a lui sgranò gli occhi, esterrefatta.
“Capisco che sei nuovo, ma proprio non hai mai sentito parlare di me?”
Ash portò la mano destra dietro la nuca per l’imbarazzo.
“Mi spiace, ma nell’arco di circa un mese, cioè da quando è iniziata la scuola, ho conosciuto ben poche persone, una trentina al massimo. Su mille direi che sono poche ahahah”
La ragazza accennò un sorriso.
“Proprio non riesco a capire chi te l’ha fatto fare di venire qua, proprio qua, cioè non solo in una grande città ma anche in una scuola d’elite, di gente che potremmo chiamare fighetti… guardati, si vede che sei un pesce fuor d’acqua!”
“Se ho battuto l’asso del parco figurati se non posso conseguire un diploma ed adattarmi a questo ambiente!”
La ragazza storse la bocca.
“Saresti disposto a cambiare?”
“Certo. Cambiare per inserirmi nel sistema. Ovviamente non diventerei mai come Kevin”
“Ahahah conosci Kevin e non me. Questa me la segno”
Quindi lo sguardo della ragazza e quello di Ash si incrociarono.
Lei aveva degli splendidi occhi azzurri, cerulei… sembravano tanto gli occhi di Misty, forse erano addirittura più belli, d’altronde non vedeva la rossa da molto tempo.
La ragazza gli afferrò una mano, avvicinandosi.
“Stammi bene a sentire, Ketchum. Sii sempre te stesso, puoi cambiare tutto, ma ciò che realmente conta è che la tua personalità resti uguale. Mi hai capito? La nostra è una gioventù falsa, da bruciare, dove poco importa avere una media altissima se poi si è delle persone schifose, è questo è il mio caso. Non so perché sto parlando con te, non so perché ti sto dicendo queste cose. Forse, forse sono un po’ brilla, o forse era da tanto che un ragazzo così semplice, genuino, non venisse qui, al Zafferanopoli High School. Avrai una personalità così forte da resistere senza scalfirsi alle numerose pressioni? Vinci anche questa sfida, Ketchum.”
Ash deglutì, grattandosi un orecchio.
“Ti capita mai che ti si otturi un orecchio?” urlò il moro.
La ragazza annuì.
“Mi era appena successo. Puoi ripetere? Non ho sentito nulla di ciò che hai detto… mi spiace.”
La ragazza inarcò quindi un sopracciglio, sferrando un fragoroso ceffone sulla guancia del giovane.
Quindi aprì rapida un pacchetto di sigarette dirigendosi in balcone.
 
TO BE CONTINUED…
  
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