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Autore: M o o n    29/06/2014    6 recensioni
Octavian è visto da tutti come l'antipatico di turno, una feccia umana. Nessuno si sofferma a pensare al motivo di tale carattere, nessuno vuole essere suo amico.
La sua vita è composta da solitudine ed insulti, da delusioni e sofferenze, da maschere su maschere. Perchè, sì, Octavian vive di maschere. Octavian è una maschera.
Però, forse qualcuno riuscirà a bruciarle, queste dannate maschere. Le brucerà con sorrisi gentili e chiacchiere fantascientifiche. Le brucerà con un abbraccio, con una carezza.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Octavian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1:  Una luce esiste per tutti


2: Di alci che si accoppiano ed sms

Due mesi e mezzo dopo aver conosciuto Katrina non potei fare a meno di congratularmi, mentalmente, con i suoi genitori per la scelta azzeccatissima del suo nome. Infatti, come diceva questo, quella ragazza era pura. Sempre sincera, dolce, gentile, divertente... tornavamo a casa insieme ogni giorno, e arrivai a dispiacermi del fatto che dovesse proseguire per casa sua da sola. Poteva succederle qualcosa, no? In tal caso, non credo che me lo sarei mai perdonato. Sì, ok. Mi ci ero affezionato, un po’. Dobbiamo fare i manifesti?
Non è la prima volta che mi affeziono a qualcuno, sapete? Solo che va sempre male, e quindi evito di farlo assumendo un atteggiamento... insopportabile. Facile.
Poi, però, esistono persone come Katrina che, nonostante il mio essere insopportabile, riescono a carpire la simpatia sepolta che vive in me. Come facciano, però, rimane un mistero.
Comunque, era un sabato sera, più precisamente le 18.57, ed io ero buttato sul divano a guardare stupidi show televisivi. Nulla di interessante, ahimè. Mi annoiavo a morte,ovviamente. Così, feci l’ultima cosa che mi sarei mai aspettato di fare: presi il telefono e contattai Katrina per un po’ di compagnia. Ma da quando avevo necessità di compagnia? Io non lo so che poteri magici aveva quella ragazza, ma dovevano essere oscuri e potenti.
A: Katrina. 18.59
Hei, Katrina. Hai qualcosa da fare?

Misi il telefono accanto a me, aspettando una risposta, e continuai a guardare questo noioso programma sulle alci. Ma seriamente c’è qualcuno che si preoccupa di riprendere l’accoppiamento delle alci? Lasciatele procreare in pace, santo cielo. Non credo che quelle creature vengano a riprendere l’accoppiamento umano, loro sono educate! Il telefono vibrò, proprio mentre pianificavo una lettera di protesta da mandare a “Gli allegri amiconi dell’alce”. Presi il telefono e lessi.
Da: Katrina. 19.03
Yep, tra un’ora ho il turno al bar. Perché? :)

Ah, già. Il bar.
A: Katrina. 19.05
No, nulla. Divertiti.
Tornai annoiato alle alci che dispensavano il loro amore ad una telecamera. Che bella serata.
Da: Katrina. 19.06
Oct, sai che chiedere a qualcuno un po’ di compagnia non è definibile “nulla”, no? uu
A: Katrina. 19.07
Se lo sapevi perché lo hai chiesto, allora?
Da: Katrina. 19.09
Non ci sai fare con le convenzioni sociali, eh? Vabbè, posso passare dopo se ti va ;)
A: Katrina. 19.10
A che ora finisci il tuo turno?
Da: Katrina. 19.12
22.30
A: Katrina. 19.14
Passo a prenderti.
Da: Katrina. 19.15
No, tranquillo
A: Katrina. 19.16
Non era una domanda. A dopo.
Da: Katrina.
A dopo, mio cavaliere

“Mio cavaliere”? bah, capirai! È un gesto perfettamente normale offrire un passaggio ad una ragazza in questa grande città intorno alle undici di sera. Aggiungiamoci il fatto che esce da un bar, poi. Chissà quanta gente poco raccomandabile si aggirava la fuori. E no, non volevo scoprirlo.
Guardai l’orologio, che segnava le 19.19. Mancavano più di tre ore, alle dieci e mezza, tempo che avrei impiegato dando una sistemata in camera... e alla casa in generale. Spensi la tv, dato che il concepimento di una piccola alce era troppo, e salii in camera mia. Il letto matrimoniale –appertenuto ai miei nonni- era disposto proprio davanti alla mensola con i peluche. Ora, avrei dovuto toglierli o no? Per un diciassettenne normale non era poi normalissimo tenere degli animaletti ripieni d’imbottitura sulla mensola, ma... chi ha mai parlato di me come un diciassettenne normale? Vi do una mano: nessuno.
E poi, la maggior parte era di mia nonna. Non potevo certo buttarli!
Lasciai perdere i peluche e sistemai al meglio la camera, togliendo i pantaloni, le magliette, le mutande ed i calzini dal pavimento. Non sono un esperto, ma suppongo che alle persone non piaccia vedere i tuoi indumenti sparsi per casa. Dico bene?
 
♠♠♠
 
La casa era in ordine. Ottimo. Almeno non avrei dato l’impressione di vivere in una caverna a livelli uomo di Neanderthal. Non che m’importasse l’opinione di una ragazza conosciuta da un mese e mezzo.
Comunque, era ora di andare a prendere la scozzese. Uscii di casa, e mi strinsi nel giubbotto perché era quasi Novembre ed era sera, ergo, faceva freddo. Entrai in macchina e misi in moto, ed immediatamente si accese la radio. Davano All The Small Things, dei Blink182, una bella canzone ed un buon gruppo.
Tenevo gli occhi fissi sulla strada, tenendo il ritmo della canzone tamburellando con le dita sul volante.
Tre canzoni e mezzo dopo, ero arrivato davanti al bar, con cinque minuti di anticipo, circa.
A: Katrina. 22.26
Sono proprio fuori il bar.

Incrociai le braccia al petto e aspettai che i minuti d’attesa si sbriciolassero, così che sarei potuto tornare a casa con Katrina. Quando sentii la porta del passeggero aprirsi sobbalzai e mi voltai, vedendo una testa rossa voltata di lato intenta a chiudere la portiera.
«Buonasera, Oct!» mi salutò, allegra come sempre, mentre si allacciava la cintura.
«Ciao» ricambiai il saluto, partendo di nuovo verso casa mia. «Com’è andata?» le chiesi,  distogliendo per un secondo lo sguardo dalla strada e portandolo sulla ragazza.
«Oh, gente in preda all’alcool, qualche rissa fuori dal locale, gente che flirtava e gente che, a mio parere, avrebbe potuto prendersi una stanza e non dimostrare il loro amore in pubblico» mi raccontò.
«Una serata divertente, quindi» commentai.
Lei accennò una risata. «Non sai quanto» e non parlammo più. Ci limitammo ad ascoltare la musica che davano i radio fino a casa mia. Scesi dalla macchina, ci dirigemmo verso la porta di casa. Katrina aveva le braccia strette al petto, probabilmente per il freddo. Avrebbe potuto mettersi una giacca. Aperta la porta,feci cenno alla rossa di entrare per prima, e lei accettò di buon grado sorridendo.
«Che bella casa al calduccio» commentò felice, sorridendomi. Mi chiusi la porta alle spalle. «Che si fa, Oct?» mi chiese seguendo ogni mio movimento con i suoi occhi azzurri.
«Sicuramente ne sai più tu di cose da fare il sabato sera con qualcuno di me» risposi, invitandola a seguirmi in salotto.
Lei si strinse nelle spalle. «Di solito, in Scozia, il Sabato sera le mie amiche uscivano a divertirsi. Io rimanevo a casa, a guardare un film o leggere un libro» mi raccontò. Rimasi un po’ colpito dal fatto che lei non fosse quel tipo di ragazza che il sabato sera usciva per locali e cose del genere. Cioè, era una ragazza apposto, ma mi sembrava più il tipo da piena vita sociale. Infatti dovetti fare una faccia abbastanza stupita, perché lei aggiunse: «Magari penserai che è una cosa un po’ da sfigati asociali ma... io preferisco la tranquillità di casa mia che il casino dei locali»
«Oh, no. No. Sono d’accordo con te, per carità» dissi, mostrando i palmi. Ma se preferiva stare tranquilla a casa invece che andare per locali, perché lavorava proprio in uno di questi? Tenni la domanda per me. «Quindi... guardiamo un film?» chiesi, un po’ in imbarazzo.
Oh, e va bene, sì. Ero imbarazzato. Era la prima volta che mi ritrovavo da solo con una ragazza, capitemi.
«Certo!» rispose allegra.
«Vedo cosa danno in tv» e afferrai il telecomando, accendendo la tv e cercando un film. «Hm... al momento stanno facendo Ghost Rider 2» la informai, guardandola. I suoi occhi si illuminarono.
«Oh, cielo! Amo questo film!» esclamò.
«Hm... già, peccato che è quasi finito» le comunicai. «Oh, ma subito dopo fanno il Gladiatore, fra quindici minuti!» annunciai entusiasta. Era il mio film preferito.
Amavo l’antica Roma, era il mio argomento di storia preferito. Ero soprattutto affascinato dagli auguri.
«Oh, magnifico! È un bellissimo film anche quello» mi sorrise. «Vado a mettermi il pigiama. Dov’è il bagno?»
La guardai, realizzando solo ora che avremmo dormito insieme. Cercai di controllarmi. «la prima porta che ti trovi davanti dopo aver salito le scale» spiegai.
Lei sorrise e salì le scale, mentre io cercavo di abituarmi al pensiero di dormire con una ragazza conosciuta due mesi e mezzo prima. Octavian è tua amica dannazione, calmati. Presi un respiro ed andai in cucina per fare un po’ di pop corn.
Una volta finito, andai in salotto con la ciotola piena di cibo, e trovai sul divano Katrina, in un pigiama soffice. La maglietta era azzurra, chiaramente di due taglie più grande, con un gatto dormiente raggomitolato in una cesta. I pantaloni, azzurri e blu, sembravano più della taglia giusta e i piedi erano tenuti dentro delle pantofole pelose a forma di gatto.
«Fammi indovinare: ti piacciono i gatti» dissi sedendomi accanto a lei e mettendo in mezzo i pop corn.
«Meow» rispose lei, ridendo. Io accennai un sorriso. «Uhuh inizia» mi avvisò, ed io iniziai a prestare attenzione alla tv.
 
 
Dopo più di metà film mi voltai e vidi che Katrina si era addormentata. Spensi la tv, dato che anche io iniziavo a faticare a tenere gli occhi aperti e mi alzai, mettendomi di fronte alla ragazza.
Da quello che avevo visto in qualche film, il ragazzo prendeva delicatamente la ragazza fra le braccia e la portava sul letto, rimboccandole le coperte e baciandole la fronte.
Chi se ne importa, non siamo in un film, ed io non sono quel tipo di ragazzo. Scossi, delicatamente eh, il braccio di Katrina, che aprì lentamente gli occhi e mi fissò con aria leggermente stordita. Cercai di formulare una frase che potesse essere fraintesa, ma uscì fuori una cosa tipo.
«Um... io sto... di sopra...» fortunatamente, lei afferrò il concetto, e si alzò seguendomi al piano di sopra.
«Prego, accomodati pure» cercai di non risultare così imbarazzato.
Lei tirò su le coperte e ci si infilò dentro, mentre io andai in bagno.
Lavai i denti e tornai in camera, dove Katrina era di nuovo addormentata. Mi infilai imbarazzato nel letto, togliendomi la maglietta, benché facesse freddo e mi addormentai seguendo l’esempio di Katrina.

 

 
 
Meow!
Sì, amo i gatti e diventerò una zitella gattara che sferruzza maglioncini per queste adorabili creature. Nel caso qualcuno di voi avesse questa prospettiva per il suo futuro… accomodatevi pure a casa mia.
La parte delle alci mi è venuta in mente perché stavo guardando un documentario con mio padre e, cavolo, ma lasciate un po’ in pace questi animali! uu
Mi sa tanto che la gattara la farò in manicomio…
Anyway, Octavian qui è un po’ più dolce e simpatico ((vi avevo avvertiti delle mie cadute di OOC c.c)). Ma che ne sappiamo noi, magari si è mangiato troppi cereali ad alto contenuto di zucchero ed abbiamo ottenuto questo effetto. Può capitare. #Esperienzapersonaleanchequiblbl
Poi mi dispiace, ma vedere Octavian in difficoltà per cose da semplici adolescenti mi piace troppo e quindi lo torturo un po’ tramite Katrina :3
Che poi tra l’altro sto iniziando a shippare questi due e credo che mi cimenterò in una stronzaggine alla Moffat e alla Riordan *si sfrega le mani*
Ceh comunque io non ci credo che mi avete cagato questa folle idea. Lasciatevi abbracciare! *manda abbracci virtuali e dispensa amore*
Il prossimo capitolo riserverà una sorpresa –non un granchè ma vabbbbbè-
Lasciatemi qualche recensione e inculcatemi la forza di non cadere in OOC!
Meow,
Luna

Ps: chiedo scusa per eventuali errori che sono sfuggiti ai miei occhi da falco ceco.
  
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