-Party-
(Emily’s
pov)
Mi
aprì lo sportello e salii. Fatto ciò,
arrivò al lato del conducente e mi
affiancò. Mi rivolse uno sguardo malizioso e sorrise. Poi
osservò l’orologio,
che aveva al polso, e di nuovo me, sorridendo.
“Lo
sai che sono le tre passate
non le due, vero?” chiese con
espressione preoccupata.
“Ah!” dissi
scoppiando in una
fragorosa risata. Lui cercò di rimanere serio,
all’inizio, ma poi mi seguì
senza esitazione.
“Che
idiota!” disse, dopo un
po’ che
ridevamo, portandosi una mano sulla fronte, con voce roca e seria, ma
in fondo
scherzosa. “Mi sono
dimenticato!”
aggiunse dubito dopo.
“Cosa?” chiesi curiosa
girandomi, per quel che potevo, verso di lui.
“Sei bellissima!”
affermò con dolcezza,
mostrandomi un sorriso sincero. Sorrisi come un idiota e portai lo
sguardo
sulle mie gambe. Lui poggiò una sua grande mano sulla mia
gamba, mentre con
l’altra mi spingeva il viso verso l’alto. Incontrai
i suoi occhi e dei brividi
mi attraversarono la schiena. Lui si avvicinò alle mie
labbra e in poco tempo
eravamo già attaccati da un dolce, caldo e passionale bacio.
Si
staccò dopo un po’ e accese il motore
dell’auto. Allacciai la cintura nel
momento esatto in cui partì, sfrecciando lungo le stradine
buie e isolate. Ci credo, sono le tre di
notte!!!
Dopo
pochi minuti di viaggio iniziai a
vedere auto su auto che entravano in una grande villa.
“Jake…” lo chiamai
distraendolo, per la prima volta da quando eravamo partiti, dal suo
stato di
trance. Lui portò per un breve attimo lo sguardo su di me e
accennò un sorriso,
come per incitarmi a continuare.
“In
questa festa non ci
sarà nessuno che conosco, vero?” chiesi
accertandomene. Avevo paura! Paura di
incontrare qualche vicino, qualche compagno di
classe, qualche scheletro pronto a uscire fuori e perseguitarmi!
“No,
non credo, sono
tutti universitari!” mi
rassicurò Jake, accompagnando la frase con un sorriso.
Ricambiai e mi
misi comoda sul sedile, mentre lui cercava un posto per parcheggiare.
(Andrea’s
pov)
“Sophie!
Ti vuoi muovere?!” urlai alla mia
amica
dal salotto, mentre lei finiva di sistemarsi al piano di sopra. Eravamo
già
tutte, tranne Emily, a casa sua, per andare alla famosa festa di
Halloween,
organizzata dai ragazzi più popolari della scuola. A dirla tutta mi dispiaceva tanto che Emily non
fosse con noi.
Dispiaceva a tutte! Ma ultimamente non lo era più! Mentre
prima con una
chiamata eravamo da lei, tutte insieme, a chiacchierare, adesso ci
sarebbe
voluta la domandina al comune prima di riuscire a contattarla! Ora era
troppo
impegnata con la storia della sorella!!! E ciò mi dispiaceva
tantissimo, in
tutti gli aspetti!!!
“È
già l’una!!!”
gridò Alice dopo di me.
“Sì,
sì, scendo,
scendo!” urlò
la ragazza del piano di sopra. Sentimmo qualcosa rotolare
giù e dopo un tonfo.
Ci precipitammo all’ingresso, dov’erano le scale, e
vedemmo la nostra amica per
terra che si massaggiava la testa.
Scoppiammo
a ridere, mentre la povera e sfortunata ragazza per terra si lamentava.
Iniziarono a scenderci le lacrime per come ridevamo e per la sua faccia
seccata,
dopo un po’, non riuscendo a resistere, anche Sophie si
unì a noi, iniziando a
ridere. Con tutta la forza di volontà che avevo provai a
smettere, e dopo aver
controllato che la ragazza per terra stesse bene, le porsi una mano
aiutandola
ad alzarsi. Poverina… con i
trampoli che
aveva, dato che non c’era abituata, come me, aveva fatto un
volo!!!
Scoppiai nuovamente a ridere e le mie amiche, le quali stavano per
smettere, quando
mi sentirono, di nuovo, seguirono il mio esempio.
“Okay,
adesso basta,
però!” ci
richiamò Sophie. Ci asciugammo le lacrime e sentimmo il
claxon della signora Harrison,
la madre di Sophie, suonare insistentemente. Entrammo dentro e dopo le
solite e
ultime raccomandazioni ci lasciò davanti la casa di Abby, in
cui si sarebbe
svolta la festa, dato che i suoi genitori sarebbero rimasti fuori
città per
tutto il weekend. Entrammo dentro senza alcuna preoccupazione, la
musica
assordante ci circondò, era una casa molto grande, ma
soprattutto affollata,
nonostante l’ora. Appena entrate ci dividemmo: io e Alice,
Sophie e Kate.
Divise sarebbe stato più facile trovare l’alcool e
avremo visto meglio la
situazione della casa. Ci dovevamo incontrare dopo mezz’ora
dall’arrivo
all’ingresso, per fare il punto della situazione. Non mi
sorpresi affatto
quando, girando per casa con Alice, trovai, in salotto, un viso molto
familiare
appoggiato al camino. Aveva il ciuffo alzato perfettamente e una
maglietta
bianca semplice aderente e dei jeans non tanto stretti. Appena mi vide
mi si
avvicinò non curante delle persone che avrebbero potuto
vederci insieme.
“Ciao
Zayn…” lo salutai non
appena
fu abbastanza vicino.
Lui con un cenno
del capo ricambiò.
“Emily?” chiese
osservando il
resto della stanza alla ricerca della ragazza. Mi
sarei sorpresa se non l’avesse chiesto!
“Non
è qui sta sera!” rispose Alice. “Che ti importa?” gli
chiese seccata. Sapevamo che Zayn
l’aveva baciata e poi
voleva che lei facesse come se non fosse successo nulla! Incredibile e
impossibile! E poi? La cerca? Certo che è strano questo
ragazzo! E noi da buone
amiche non gli avremmo mai permesso di farle ulteriormente del male.
“Nulla!”
controbatté lui
velocemente, osservandola con aria di sfida. “Andrea,
vieni con me!” mi ordinò il moro davanti
a me. Io e Alice
ci rivolgemmo uno sguardo che aveva più parole di quante ne
avessimo potute
dire.
“Io
non vengo da nessuna
parte con te!” sta volta ero
io ad usare un tono di sfida. “E
soprattutto da sola!” aggiunsi subito dopo
mantenendo il tono di
poco prima.
“È
importante!” quasi mi
pregò,
cercando di convincermi.
“Senza
Alice non vado da
nessuna parte!” chiarii
nuovamente. Zayn annuì in segno di comprensione e
m’incitò a
seguirlo. Ci portò nel retro della casa, un posto
decisamente meno affollato.
Iniziai a provare timore per il suo comportamento così
tenebroso, ma non mi tirai
indietro. Lui era davanti a noi, che si addentrava nel buio con fare
naturale e
oscuro. Non pronunciava parola e il silenzio era insopportabile, ma
fortunatamente venne interrotto dagli schiamazzi di diversi ragazzi
poco
lontani da noi. Zayn si addentrò in quel gruppo, mentre io e
Alice rimanemmo
indietro. Prese delle bottiglie ancora totalmente piene e un ragazzo a
me molto
familiare. Anche se c’era buio riuscii a notare che fosse un
ragazzo atletico
anche se non era molto muscoloso, aveva i capelli chiari e una
maglietta
bianca, quando ci raggiunsero lo riconobbi. E
come dimenticarlo! Era bellissimo anche da brillo. Il ragazzo
dai biondi
capelli e dagli occhi blu, che io conoscevo col nome di Niall, mi si
avvicinò
pericolosamente e mi cinse per i fianchi, stringendomi a sé.
Portai le mani,
per evitare di finire completamente spiaccicata a lui, sul suo petto e
non
riuscii a non notare i suoi pettorali tonici e duri. Lui mi sorrise
maliziosamente e si avvicinò al mio orecchio. Puzzava
d’alcool, ma su di lui
quell’odore forte era coinvolgente e da far girare la testa.
“Ti va
se cerchiamo una
stanza libera?” mi
sussurrò all’orecchio con voce roca, marcando le
parole, per lui, più
significative. Lui mi strinse di più, facendo scorrere le
mani sul mio sedere,
per poi stringerlo. Con tutta la forza che avevo, anche se con
difficoltà, lo
allontanai. Mi fece l’occhiolino e sorrise. Non
che non avessi voluto, ma lui è troppo ubriaco e poi devo
ancora scoprire che
vuole Zayn da me!
“Questa
festa è una
merda!”
affermò Zayn seccato.
“Dei
miei amici danno
una festa qui vicino, se ci andiamo?” chiese il
biondo, accanto a Zayn, rivolgendosi di
più all’amico.
“Ci
sto!” rispose il moro.
“E
voi?” chiese
rivolgendosi a
me e Alice, Niall.
Ci
guardammo nuovamente e capii che Alice avrebbe voluto rimanere, mentre
io
preferivo andare. Niall ci guardava in attesa di una risposta, e lo
stesso
Zayn.
“Mmm…
e le altre?” chiese Alice
rivolgendosi a me, aveva sicuramente capito l’entusiasmo che
si era acceso in
me, non appena appresi che Niall voleva che andassimo. Non so se
l’abbia
chiesto per educazione o perché avesse voluto portarmi con
lui, ma di certo ne
ero felice.
“Se le
incontriamo,
tanto la mezz’ora è passata, e glielo
chiediamo?” le proposi,
sperando si
convincesse, sotto gli occhi di Zayn e Niall che aspettavano ci
decidessimo.
“Okay!” mi rispose. “Venite all’ingresso con
noi?” chiese
Alice ai due ragazzi. Loro dissero che ci avrebbero aspettate nel
vialetto e
noi annuimmo, scomparendo dalla loro vista.
Arrivammo
nel punto d’incontro e trovammo le nostre due amiche ad
aspettarci, gli
spiegammo la situazione e rifiutarono, così proposi di
andare da sola, ma non
vollero, perciò o rimanevo con loro in quella noiosa festa o
scappavo da loro
per andare con i due ragazzi che ci aspettavano fuori. Optai per la
prima proposta,
ma mentre stavo per comunicarla, sento la presenza di qualcuno alle mie
spalle
e delle mani stringermi i fianchi. Mi volto e vedo Niall che mi
sorride,
rassicurandomi. Tutto sotto gli occhi curiosi e sconvolti delle mie
amiche.
“Ragazze,
venite o no?” chiese Niall
rivolgendosi alle mie amiche, senza lasciarmi.
“Ehm…
no!” rispose Kate,
negativa
come la maggior parte delle volte.
“E tu,
piccola?” chiese
guardandomi
dall’alto. Quando compresi le parole che aveva pronunciato
per poco non svenni.
A sentire quel soprannome, che mi annebbiava la mente, annuii senza
nemmeno
accorgermene e Niall ne approfittò, portandomi via da
lì in un batter di
ciglio, lasciando le mie amiche scombussolate e immobili.
Arrivammo
davanti una grande villa ed io presi il cellulare per controllare
chiamate,
messaggi o semplicemente l’ora. Erano le 02:45 e la villa
traboccava di auto e
persone. Due chiamate e un messaggio. Le chiamate erano entrambe da
parte di
Sophie, lasciai perdere e lessi il messaggio.
“Da:
Keitii… <3
‘Ti
sei bevuta il
cervello? Te ne vai con gli sconosciuti lasciandoci come delle cretine?
Sei
pazza o cosa?!’”
“A:
Keitii... <3
‘Innanzitutto
ho bevuto
solo vodka e poi… voi non siete volute venire, che volete da
me! E per ultimo…
sì sono pazza, ma meglio pazza che noiosa e
criticatrice!’”
Posai
il cellulare e mi guardai intorno. Erano tutti troppo grandi e nessuno
fra
coloro che vedevo mi era familiare.
“Ehi…
ma… non è una
festa di liceali, vero?” supposi
rivolgendomi ai ragazzi seduti davanti. Niall si
girò per guardarmi meglio e mi sorrise.
“No,
sono tutti
universitari!”
m’informò. Annuii e gli concessi un piccolo
sorriso. Forse Kate aveva ragione…
non avrei dovuto andarmene. Niall tornò
al suo posto e a chiacchierare con l’amico. Osservai fuori il
finestrino e
quando stavo per addormentarmi dalla noia, sentii gli sportelli
sbattere. Mi
ripresi, e pure io scesi dall’auto. Entrai dentro sostenuta
da Niall, mentre
Zayn ci stava accanto.
“Vuoi?” mi chiese Zayn,
porgendomi una bottiglia di sambuca, ancora piena. Ormai
che sono qui! La presi, la aprii e ne bevvi un po’.
Ingoiai a
forza e sentii che mi diede subito alla testa. Se la passarono fra loro
e poi
la passarono di nuovo a me. Bevvi di nuovo e mi fermai al terzo giro.
Zayn la
finì e lo vidi scomparire.
Niall
mi prese per un fianco e mi portò dentro. Era una casa
favolosa e moderna, ma
in quel momento poco mi importava. Niall mi portò su per le
scale e poi in una
stanza chiusa a chiave. Da dentro un cassetto ne tirò fuori
la chiave, aprì, si
girò verso di me e mi guardò intensamente.
“Vuoi,
adesso?” mi chiese con
una mano
sulla maniglia. Presa dalle emozioni che quel ragazzo mi procurava ogni
volta
che ce l’avevo davanti, e dall’alcool, poggiai
velocemente la mia mano sulla
sua e mi fiondai sulle sue labbra, le labbra che volevo baciare dal
primo giorno
in cui l’avevo visto. Lui ricambiò e prese il
tutto per un sì, feci forza sulla
sua mano spingendolo ad aprire. Lo fece e in poco tempo mi trovai sotto
di lui,
su di un letto comodissimo e morbidissimo.
(Emily’s
pov)
La
festa era già avviata e tutti ballavano, parlavano,
bevevano. Io tenevo la mano
di Jake, mentre mi portava al centro della pista. Mise le mani sui miei
fianchi
e iniziammo a muoverci trasportati dalla musica.
Sentii
dopo un po’ delle grida provenienti dall’esterno, e
delle voci iniziarono a
innalzarsi attorno a noi. Un ragazzo alto e biondo, disse a Jake che
c’era una
rissa provocata da un ragazzo ubriaco. Spinta dalla
curiosità e dalle persone
che si dirigevano all’esterno, mi ritrovai anch’io
in giardino, mano nella mano
con Jake. Ci avvicinammo e per quel che riuscivo a vedere appresi che
uno dei
due ragazzi lo conoscevo perfettamente. Capelli alzati in un ciuffo,
ora un po’
scompigliato, maglietta bianca, pelle ambrata, sguardo perso e
tenebroso. Zayn, Zayn Malik.
Raggiunsi le prime file
aiutata dalla forte figura di Jake e vidi che stava picchiando per come
poteva
un ragazzo molto più muscoloso di lui.
Quest’ultimo gli diede un pugno, e Malik
finì sul prato verde inerme, col sangue che gli colava. Crack. Notando che non si rialzava
più e soddisfatto del risultato
raggiunto l’uomo se ne andò, così come
la maggior parte della folla. Mi
accovacciai al suo fianco e lo richiamavo continuamente.
“Lascialo
andare è solo
un imbecille!” disse Jake
sdegnato.
“No,
è mio amico!” risposi
arrabbiata. Perché si comportava
così? Non lo
sopportavo!
“Zayn…
ti prego
rispondimi…” lo supplicavo,
mentre le lacrime tentavano di uscire.
Ciao
bellissime!!!
Come
vi va?? Scusate se non l’ho messo subito, ma ho avuto un
po’ di impegni!!! Se
non capite qualcosa, o se ci sono errori, parti ripetute o altro
è perché non
l’ho riletto… vi prego di scusarmi se
così fosse e per avervi fatto aspettare
così tanto!! Scusatemi tanto!! Spero di avervi emozionate
come sempre e che vi
piaccia almeno un po’! Ripeto fatemi sapere che ne pensiate e
se non capite
qualcosa ditemelo che ve la spiego!! L’ho scritto
velocemente, perciò ci sono
delle parti che probabilmente non sono come avrei voluto,
perciò… se posso lo
modifico presto!! Ho scritto anche grazie al supporto della mia
migliore amica,
che tra l’altro domani fa il compleanno!!! Spero ti piaccia,
questo capitolo,
pur non essendo come avessi voluto, è per te!!
Baci… <3 <3 :*