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Autore: BrutalLove    29/06/2014    12 recensioni
Storia di un'adozione.
DAL TESTO:
“Ti chiami Billie, vero?”. [...]
“Billie Joe”. [...]
“Io sono Frank” dice l'uomo, porgendogli la mano. Il bambino la osserva perplesso e non si avvicina. "Hai una bellissima copertina, Billie Joe” aggiunge allora.
Il piccolo la osserva per un istante, con attenzione.
“Me l'ha regalata il mio papà” dice con tono severo, e Frank si sente morire dentro.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Billie J. Armstrong
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Due anni. Due anni di attesa, colloqui e controlli, e finalmente qualcuno li ha richiamati.

Christine e Frank Osburth, appena arrivati all'International Airport di Chicago, non possono credere che finalmente il loro sogno stia per realizzarsi.

Dopo un viaggio di due ore a bordo di un taxi attraverso grandi città e piccoli centri abitati, davanti a loro compare, in tutta la sua tristezza e degradazione, l'orfanotrofio di Green Street.

È qui che è stata fatta la telefonata che ha cambiato la loro vita.

“C'è una possibilità di abbinamento con un bambino di otto anni” hanno detto, e questo è bastato affinché i coniugi Osburth si mettessero subito in viaggio.

L'edificio è piuttosto piccolo, spoglio e abbastanza malconcio, come se nessuno si fosse occupato della manutenzione per molto tempo. Il tetto spiovente è in parte corroso dalle intemperie e parecchie tegole sono state sostituite da lamiere provvisorie. I vetri delle finestre proteggono le tende di velluto violaceo che non lasciano intravedere nulla dell'interno, mentre i fiori nell'aiuola di fronte all'entrata hanno sicuramente visto tempi migliori.

L'orfanotrofio di Green Street è uno di quei luoghi che incutono tristezza già a prima vista e non è difficile immaginarlo dimora di bambini abbandonati e dimenticati dal mondo.

“Siamo qui per il nostro piccolo” sussurra la donna incrociando lo sguardo di Frank che le rivolge un sorriso speranzoso.

Christine entra nell'edificio con la mano intrecciata in quella del marito.

Colloquio verbale, ecco cosa li aspetta.

Si presenta a loro una donna sulla cinquantina, con i capelli grigi raccolti in una treccia. È la signora Perth, colei che gestisce l'istituto e si occupa dei piccoli orfani.

“Benvenuti. Voi dovete essere gli Osbuth” dice con un sorriso.

“Sì, piacere” risponde Frank e Christine annuisce.

“Piacere mio, mi chiamo Dyana Perth e sono la direttrice dell'istituto. Spero che abbiate fatto buon viaggio”.

“Oh sì, grazie”.

“Bene, entrate pure” continua, mentre li fa accomodare in una saletta spoglia e si siede per parlare con loro.

Sfoglia alcuni documenti raccolti in cartellette colorate e finalmente sembra trovare quella giusta.

“Perfetto, è questa... Tre mesi fa è arrivato in orfanotrofio un bambino di otto anni. Dopo la morte del padre è stato portato via dalla famiglia poiché subiva continue violenze da parte della madre e dei fratelli maggiori. Ha un disperato bisogno di essere adottato prima di Natale”.

Christine stringe la mano del marito.

“Ovviamente un bambino di questa età è una grande responsabilità; essendo grandicello non è facile per lui concepire che il rifugio sicuro che credeva di avere era invece solo un'illusione. E non è facile per un genitore adottivo relazionarsi con un bimbo che è già cresciuto e che da un giorno all'altro vivrà con lui. So che avete già affrontato questo argomento e che, se siete arrivati fin qui, siete probabilmente convinti del percorso che volete intraprendere, ma devo comunque esporvi nuovamente le problematiche che potreste dover affrontare”.

La signora Perth prosegue elencando i problemi del bambino e le difficoltà riguardanti l'adozione.

Disturbi della crescita e alimentari, sonno disturbato, attacchi di panico, leggero ritardo mentale dovuto alle condizioni in cui ha vissuto, apatia...

E' un elenco lunghissimo e Frank non capisce la metà di quello che sta dicendo la donna. O forse una parte di lui rifiuta di capire, perchè orrori del genere non sono facili da concepire.

“Se siete disposti ad affrontare questo percorso cominceremo con dei piccoli colloqui mattutini e con l'incontro del bambino. Avvieremo poi le pratiche per ottenere una data in tribunale per la sentenza di adozione... Nel frattempo vi lascio una cartella con i dati e una foto del piccolo” conclude Dyana Perth.

Frank sfoglia il documento e si ferma a contemplare l'unica fotografia presente in tutto il plico.

Un bambino biondo e ricciolino lo fissa dalla fotografia... il suo cuore accelera il ritmo dei battiti.

“Oh Frank..” sussurra Christine non appena vede la fotografia.

L'uomo non risponde, continua a contemplare in silenzio i tratti del bambino, il suo sguardo attento, il sorriso dolce.

Sta guardando suo figlio per la prima volta e, anche se è solo una fotografia, è un momento magico.

 

 

 

Christine e Frank escono in silenzio dall'edificio.

Il colloquio è stato piuttosto pesante, anche se non particolarmente lungo.

Hanno trentasei ore per dare la conferma definitiva, ma, per quanto possa essere difficile il cammino da intraprendere, nei loro sguardi non c'è ombra di dubbio.

Vogliono dare una famiglia e una casa a questo bambino, regalargli amore, affetto e una vita degna di essere chiamata in questo modo.

È tutto quello che desiderano.

Per anni sono rimasti in lista d'attesa, aspettando una chiamata che non erano certi sarebbe arrivata.

La fortuna è dalla loro parte e non si lasceranno scappare questa occasione per nulla al mondo.

“Lo sai che ti amo?” sussurra dolcemente Frank all'orecchio della moglie, mentre aspettano il taxi che li porterà fino all'appartamento che hanno affittato.

“Lo sai che ti amo anch'io?” domanda Christine sfiorandogli le labbra con le dita e poi baciandolo dolcemente.

“Saremo una famiglia, finalmente. Saremo una famiglia bellissima”.

 

 

Angolo autrice

Eccomi qua, puntuale come un orologio svizzero :D

Allora, cosa ne pensate? La figura di Billie sarà presente dal prossimo capitolo, ma come vi sembra questo inizio?

Vi invito a lasciare una recensione (vi preeeeego -disse il povero mendicante al lato della strada... oookay, la smetto) perchè mi interesserebbe davvero sapere cosa ne pensate!

Mi rendo conto che il prologo era davvero troppo breve per poterlo recensire (e ringrazio Giorgia_72 per averlo comunque fatto), ma adesso cominciamo a entrare nella storia...

Ringrazio tutti i lettori silenziosi (so che ci siete eheh) e tutti coloro che fin'ora hanno messo la mia storia nelle seguite e nelle ricordate. Grazie mille!

A presto con il secondo capitolo :)

 

BrutalLove xx

  
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