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Autore: Alessiuccia    22/08/2008    1 recensioni
Barbara, toglimi dalla cronaca mondana! Per pietà, puoi anche mandarmi in giro per il mondo alla ricerca della torta più lunga o della campana più grande… decidi tu, per quanto mi riguarda, tutto è meglio di questo strazio…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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GRAZIE! Per aver perdonato il mio mostruoso ritardo … continuando a leggere anche a ferragosto!

Un baciotto a Tyurru eheh! Lo sapevo che non te lo saresti aspettato!

E un grazie in particolare a Aredhel Noldoriel, per le sue commoventi parole, che hanno decisamente colto nel segno.

Spero che continuiate a seguirmi fino alla fine – su, ormai manca davvero poco J - con o senza recensioni: a me basta sapere che ci siete!

Vi abbraccio tutti

Al prossimo – e, ahimè L, ultimo - capitolo – sperando di avere presto l’ispirazione per qualche altra storiella …

Ale

 

 

Capitolo Dieci – SECONDA PARTE

Passarono un paio di giorni senza alcuna novità. Poi, una mattina, la giornalista ricevette una telefonata non troppo inaspettata.

- Ciao Chiara! Come stai? Non mi dire che sei ancora chiusa in casa …

- Purtroppo è così – gli rispose – anche se comincio ad esserne stufa! Ho bisogno di uscire, di vedere gente … e non solo per lavoro.

- Allora ti va di vederci? Ci prendiamo una cioccolata calda da qualche parte …

- Ok, grazie. Ti aspetto per le 17:00.

- A più tardi!

Quel pomeriggio, Gabriele passò puntuale a prenderla. Si vedeva lontano un miglio che c’era qualcosa di cui aveva voglia di parlare.

Seduti al tavolo più riservato di uno dei più famosi caffè di Roma, il ragazzo esordì dicendo di essere al settimo cielo e di sentirsi, contemporaneamente, oppresso.

- In che senso? – gli chiese Chiara.

- Penso, spero … di aver trovato finalmente la persona gusta per me – spiegò lui – Giorgio è un uomo fantastico, mi fa sentire speciale ogni momento che passiamo insieme …

- Però …? – lo invitò a continuare.

- Però … mi pesa il fatto di non poterlo gridare ai quattro venti! Vorrei poter essere libero di amare chi voglio, senza farmi condizionare dal giudizio degli altri. Vorrei poter essere me stesso, un ragazzo normale … come tanti.

- Hai paura che, scoprendo la tua omosessualità, molti possano cambiare opinione su di te, magari, decidendo di non chiamarti più ad interpretare ruoli cosiddetti “virili”?! – gli chiese, anche se questa, forse, era più un’affermazione, che una domanda vera e propria.

- E’ così – rispose lui, rassegnato.

- Eppure non c’è un critico che abbia espresso giudizi negativi sulla tua capacità di immedesimarti ora in questo, ora in quel personaggio. Sono tutti ammirati della tua bravura. Perché pensi che, conoscendo i tuoi gusti sessuali, possano cambiare idea sul tuo modo di recitare?

- Non so. Forse, perché essendo nato in una città di provincia, ho visto come viene trattato chi è “diverso” …

- Ma tu sei un attore di fama mondiale! – esclamò lei – cosa vuoi che succeda? – continuò – al massimo, le tue fan più sfegatate si strapperanno i capelli, rimarranno un po’ deluse, perché sognavano un giorno di poterti conoscere e conquistare … Ma, poi, alla fine, tutto tornerà come prima, tu continuerai a recitare e darai prova del tuo valore. Chissà, magari, un giorno vincerai anche un Oscar come miglior attore protagonista!

- E tu sarai lì, in prima fila, insieme a Giorgio …

- E’ una promessa! – risero.

- Grazie, Chiara – le disse, prendendole una mano tra le sue – mi hai dato coraggio. Non voglio più nascondermi. Non m’importa di quello che verrà dopo. Voglio godermi ogni istante.

Finita la cioccolata, decisero di fare quattro passi, continuando a chiacchierare.

- E tu, invece? – le chiese, realmente desideroso di saperne qualcosa in più.

- Io? Non c’è niente di cui parlare, purtroppo – rispose – non sento Orlando da più di un mese, ormai. È impegnato con le riprese di un nuovo film.

- Dì la verità … - lei lo guardò negli occhi, tirando un grosso sospiro.

- La verità è che ho paura anche solo di sentire la sua voce … Non lo so, è che quei giorni passati insieme a lui mi hanno fatto scoprire una bella persona … Ma ì, quando mi ha detto che si sposa con Kate … beh, diciamo che mi è crollato il mondo addosso.

- E con Matteo come va?

- Da capodanno a questa parte, ci siamo sentiti sì e no un paio di volte. Ma con lui è sempre stato così. Viviamo due vite completamente diverse. È normale – disse, cercando di convincere anche se stessa – e, ogni volta che i nostri mondi s’incontrano, è come se non avessimo passato neanche un giorno separati.

- Cosa provi per lui? – domandò a bruciapelo. Chiara ci mise un po’ prima di rispondere. Nessuno glielo aveva ancora chiesto direttamente.

- Gli voglio bene. Voglio vederlo felice … Ma non voglio perderlo.

- E pensi che Jacqueline possa portarlo via da te, definitivamente?! – gli occhi di lei si riempirono di lacrime; spostò lo sguardo dall’altro lato.

- Sono certa di sbagliarmi sul suo conto.

- E’ vero, può fare una cattiva impressione all’inizio, ma, quando la conosci, capisci che è una ragazza d’oro; forse un po’ viziata, ma è più un vezzo che un difetto.

- Penso che lo possa rendere felice – si guardarono. Gabriele scorse nel tono di voce tanta malinconia. Istintivamente l’abbracciò. Chiara non si aspettava quel gesto. Con la testa appoggiata alla sua spalla sinistra, pianse. Il ragazzo, che sentì i suoi singhiozzi soffocati, la strinse ancora di più a sé.

In quel momento, non si sentiva più la giornalista acclamata del mensile più letto d’Italia; era semplicemente Chiara, una donna fragile, che aveva appena trovato un vero amico con cui sfogarsi.

Non passarono neanche ventiquattro ore, che le foto di quel tenero abbraccio vennero pubblicate su tutti i tabloid più conosciuti di mezzo mondo. Dopotutto, Gabriele Grimaldi era una star internazionale e la notizia di ogni suo flirt, o presunto tale, faceva gola ai paparazzi.

Passando davanti ad un’edicola, Chiara non poté far altro che ripensare a quando, neanche due mesi prima, Matteo le aveva portato una copia dell’ ENQUIRER, facendole il terzo grado sul suo rapporto con Orlando. Sorrise al ricordo di quei momenti. Erano così lontani: sembrava passato un secolo da allora.

Tuttavia, stavolta non si curò più di tanto di quei servizi; la gente poteva pensare ciò che voleva: la verità era ben altra!

Frugò nella borsa, alla vana ricerca del cellulare. Stranamente, l’aveva lasciato a casa. Quanto era cambiata negli ultimi tempi; prima era quasi ossessionata dalla necessità di essere sempre reperibile, ad ogni ora e in ogni luogo. Adesso, invece, sentiva il bisogno di restare un po’ sola con se stessa.

Tornando a casa, trovò il telefonino, acceso, sul comodino, accanto al letto. Sul display brillava la scritta “18 chiamate senza risposta 2 nuovi numeri”.

Non fece in tempo a vedere di chi si trattava, che questo riprese a squillare.

- Pronto?

- Chiara! – esclamò una voce maschile all’altro capo della cornetta.

Qualche attimo di silenzio.

- Scusa se non mi sono fatto vivo ultimamente – continuò – ma sono stato davvero impegnato.

- Tranquillo – rispose finalmente la ragazza, che si era appena ripresa dopo un momento di puro panico – anch’io ho avuto da fare – mentì spudoratamente – come vanno i preparativi del matrimonio? – chiese.

- E’ anche a proposito di questo che ti chiamo. Sarò lì a Roma per una settimana, alla fine del mese. Giriamo qualche scena nel centro storico della città.

- Bello!

- Già – continuò Orlando – magari potremmo vederci …

- Sì, è un’idea – lo interruppe.

- Così ti spiego un po’ meglio quale sarà il tuo ruolo.

- Ok, va bene – rispose – allora fammi sapere tu quando …

- Aspetta, aspetta! – la fermò lui – dove credi di andare? Non ti lascerò scappare così facilmente!

- Cosa? In che senso?

- Sei su tutte le riviste scandalistiche …

- Sai la novità! – rispose in tono ironico.

- Sì, ma stavolta ci sono baci e abbracci! – lei sorrise, contenta, per una volta, di trovarsi di fronte un Orlando inquisitore.

- E allora? Se così fosse? – gli domandò.

- Perché? È forse così? – le fece eco, un po’ allarmato.

- Non lo saprai mai!

Il ragazzo cercò in tutti i modi di strappare qualche dettaglio più concreto, ma Chiara niente, non una parola. Non spettava a lei smentire la notizia. Gabriele avrebbe trovato il coraggio di compiere questo passo così importante per il suo futuro, sia professionale, sia privato: era un suo diritto. E, poi - diciamoci la verità - si stava divertendo a tenere sulle spine l’attore inglese.

- Kate, invece, come sta? – gli chiese, cercando di cambiare argomento; era, forse, la prima volta che Orlando non le parlava della sua futura sposa di sua spontanea volontà.

- E’ tornata dall’India la mattina di San Valentino. Hanno finito le riprese in esterna. Adesso rimangono quelle da girare negli Studios a Hollywood.

- E’ tesa per il matrimonio?

- Sì – le rispose sinceramente – all’inizio, può non sembrare, perché si mostra, come al solito, decisa con tutti. Ma, poi, quando siamo soli, mi confessa che non ha idea di ciò che sta organizzando. Io ho provato a spiegarle che sarebbe molto più logico farsi aiutare da un professionista, per non doversi stressare più del dovuto, ma lei non vuole neanche sentir parlare di wedding planners. Dice che ha sempre desiderato, fin da quando era solo bambina, di curare nei minimi particolari il giorno delle sue nozze, dalla chiesa al ricevimento, dall’abito agli addobbi floreali …

- Ha ragione – disse con fermezza la giornalista – a voler fare tutto da sola! Sarà pesante, sì, sicuramente; ma tu lasciala fare – gli disse – sai che ha buon gusto. Vedrai che risulterà tutto perfetto! – fu il suo consiglio spassionato.

Si salutarono, dandosi appuntamento per la fine di febbraio.

L’altra persona che l’aveva cercata era, guarda caso, il suo migliore amico. Decise di richiamarlo lei stessa.

- Ohi, ciao!

- Chiara, che fine hai fatto? – le chiese – ho provato a chiamarti tutta la mattina, mi hai fatto preoccupare …

- Mah, niente … Ho fatto quattro passi e ho dimenticato il telefono a casa.

- Non è da te! – esclamò lui, ancora un po’ confuso.

- Che sarà mai … - lo riprese – avevo voglia di non essere disturbata per qualche ora … Ma tu, tutto a posto?

- Sì, volevo dirti che l’ultima settimana di questo mese sarò a Roma per affari. Mi fermerò fino al 28, poi mi raggiungerà Jacqueline e insieme andremo in Toscana, per organizzare il matrimonio: mancano ormai pochi mesi …

- Eh, già – sussurrò lei, ricordandolo anche a se stessa.

- Ti va di vederci? – le chiese – avremo il tempo di stare un po’ da soli – aggiunse, un po’ titubante.

Chiara non riuscì a rispondergli subito: un nodo in gola le impediva di parlare.

- Sì – disse finalmente – certo che mi va! C’è da chiederlo?! – esclamò, riprendendo la sua solita parlantina.

- Anche perché credo che sia l’ultima volta che tornerò in Italia prima di settembre … - lasciò sottese tutte le sue emozioni.

Alla ragazza, a quel punto, erano già comparsi i lucciconi agli occhi.

- Siamo cresciuti, eh?! – fece lei.

- Forse troppo in fretta – le rispose – ma, cambiando discorso, ho visto che sei su tutti i tabloid americani … insieme a Gabriele!

Lei rise. Era già la seconda volta in poche ore che qualcuno le chiedeva qualche notizia in più. Stava per subire un altro interrogatorio.

- Ah - ah! Beccato! – gli disse – allora, quando a dicembre mi hai fatto vedere le foto con Orlando non era perché ne avevi sentito parlare Jacqueline!

- Posso … posso spiegarti! – cercò invano di difendersi.

- Sei tu il lettore avido di gossip! – rincarò la dose, buttandola sullo scherzo voleva sviare l’argomento dal suo rapporto con l’attore italiano.

- Che c’entra?! Io ero armato di buone intenzioni, quando sono andato dal giornalaio. Ma le tue foto stavano lì, in bella mostra, su tutte le prime pagine … volente o nolente, le ho notate, non si poteva fare altro …

Chiara sorrise all’idea del suo amico, che, sempre serioso, compra tre o quattro riviste scandalistiche, cercando di non dare nell’occhio.

- Ma, torniamo a noi … - disse improvvisamente Matteo – cosa c’è tra te e Gabriele? Stavolta non puoi negare che ci sia del tenero: abbracci, passeggiate mano nella mano, un bacio! Non puoi negare l’evidenza …

- Gabriele è un tesoro – lo interruppe, lasciandolo di sasso – è il ragazzo più dolce che io abbia mai conosciuto …

- GRAZIE!

- … presenti esclusi, ovviamente!

- Ovviamente!

- Mi fa sentire sempre a mio agio, in qualunque situazione … anche a capodanno, trovarlo lì è stata la cosa più bella dell’intera serata …

L’amico della giornalista era rimasto di stucco, senza parole: non si aspettava che lei gli raccontasse tutto così, quasi spontaneamente. Pensava di dover insistere un po’; tanto, prima o poi, Chiara gli avrebbe detto comunque la verità. Lo aveva sempre fatto. Sapeva di essere l’unica persona che la conosceva meglio di chiunque altro. Era a lui che aveva sempre confidato le sue paure, i suoi dubbi, le sue aspettative …

Ma non era preparato a sentirle dire quelle cose; non quel giorno …

- Mi manchi – quasi non voleva che lei lo sentisse.

Dopo un attimo di esitazione, gli rispose che mancavano anche a lei le loro belle chiacchierate, le risate, gli aperitivi in riva al mare, a raccontarsi le ultime esperienze …

Chiara capì che non poteva e non doveva esporsi più di tanto. Per due validi motivi: uno, perché non era giusto nei confronti di Jacqueline, che, per quanto non le stesse molto simpatica, aveva tutta la sua solidarietà; due, perché neanche lei aveva le idee ben chiare su ciò che desiderava veramente. Appena l’avesse scoperto, avrebbe agito di conseguenza.

- Non vedo l’ora di passare un po’ di tempo con te – gli disse poi, ponderando ogni singola parola.

- Anch’io … - le rispose.

- Allora, ti fai sentire tu quando trovi un momento libero per me …

- Puoi contarci! Ti voglio bene, Chiara …

 Gli ultimi giorni che la separavano dalla fine di febbraio sembrarono volare alla giornalista, che, finalmente, aveva deciso di ricominciare a frequentare la redazione. Era già un grande passo in avanti, anche se ancora non si sentiva di affrontare il mondo da sola.

Forse, l’ondata di buonumore, che l’aveva pervasa, era stata causata dalle telefonate che aveva ricevuto dai due uomini, che, in un certo qual modo, avevano catturato i suoi pensieri. Capiva di provare qualcosa di forte per entrambi, ma non riusciva a definire questo suo sentimento, né, tantomeno, a capire se si trattasse dello stesso per tutti e due. Erano due situazioni molto diverse fra loro: Matteo era suo amico, ormai, da molti anni; Orlando, invece, aveva da poco portato una ventata d’aria fresca nella sua vita.

Di una cosa, però, era sicura: rivederli le avrebbe chiarito le idee. Senza alcun dubbio.

Lei, che non era una di quelle ragazze che fanno il primo passo, aveva deciso di agire, non appena le si fosse presentata l’occasione. Sì, avrebbe preso in mano il suo destino! Se lo ripeteva giorno per giorno, poiché aveva paura di non farcela.

Il primo che vide fu l’attore inglese, che le diede appuntamento la sera del 24, per cena. Trovarselo davanti la porta d’ingresso di casa sua, con in mano un mazzo di fiori coloratissimi, fu quasi come un colpo al cuore. Le venne in mente la notte di dicembre che avevano passato sul divano, l’uno accanto all’altra, a parlare …

Stavolta, invece, complice un insolito clima tiepido, lui la portò in un ristorante con vista panoramica sui fori imperiali. Fu una serata piacevole, risero e scherzarono come al solito, ma ci furono anche dei momenti indecifrabili, di silenzio. Era come se ognuno di loro volesse iniziare un discorso e nessuno ci riusciva.

Quando, poi, fu il momento di affrontare l’argomento “matrimonio”, Orlando, improvvisamente, si rabbuiò.

- Ultimamente, Kate ed io non facciamo altro che litigare – disse a cuore aperto – si tratta quasi sempre di sciocchezze, ma non è più come prima.

- Dai – tentò di confortarlo lei – sarete sicuramente confusi per via delle nozze imminenti …

- Non lo so – continuò – è come se la ragazza che è tornata dall’India non sia la mia Kate … Non è più la stessa, non riusciamo più a parlare, mi sento quasi a disagio con lei adesso …

- Capisco, ma vedrai che si tratta solo di una situazione passeggera … Tutto si risolverà per il meglio.

- Chiara – la interruppe – io non sono più sicuro di quello che provo per lei! – esclamò, poi rimase col fiato sospeso, aspettando una reazione da parte della giornalista. Gli bastava qualsiasi reazione …

 Lei, però, rimase zitta, cercando di non guardare il suo interlocutore negli occhi. Era terrorizzata da ciò che poteva scorgergli dentro …

“Ecco”, pensò tra sé, “è l’occasione giusta per fare qualcosa e tu resti in silenzio, con lo sguardo sul piatto, giocando con la forchetta … Chiara, sei proprio una stupida … su, dì qualcosa … QUALSIASI COSA!”

 - Ho letto che pensate di sposarvi alle Hawaii – riuscì infine a dire.

- Sì – rispose il ragazzo, sospirando. L’occasione era svanita – A proposito, ho qui per te l’indirizzo dell’atelier che sta preparando l’abito per Kate e le sue damigelle.

Rimasero ancora un po’ a parlare del più e del meno. Poi, decisero di fare due passi, prima di tornare ognuno al suo mondo.

- Quindi, questa è stata l’ultima volta che ti ho visto prima del … prima di settembre? – gli disse, quando furono quasi davanti al portone.

- Penso di sì – rispose - … purtroppo – aggiunse in un sussurro – ma teniamoci in contatto – le propose all’improvviso.

- Certo! – esclamò lei – mi mancheranno queste serate così …

Si guardarono negli occhi. Il momento era magico. Orlando le si fece vicino, sempre più vicino, pericolosamente vicino …

Un rumore distolse Chiara: alla sua destra, nascosto alla bell’e meglio dietro un’auto, un paparazzo stava aspettando l’occasione giusta per fare lo scoop della sua vita.

La ragazza sorrise. Il fotografo l’aveva appena salvata da una situazione  alquanto scomoda e imbarazzante. Si salutarono con un veloce bacio sulla guancia.

- Fa’ buon viaggio! – gli disse, prima di entrare nell’atrio del palazzo.

Quella notte, ovviamente, non chiuse occhio. Si sentiva un peso al cuore. Si girava e rigirava nel letto, pensando alla serata, alle parole di Orlando, al suo sguardo …

Ettore, dall’altra stanza, sentiva che c’era qualcosa che non andava. Si alzò dalla sua cuccia ed entrò nella camera di Chiara. Poggiò la testa ai piedi del letto, sospirando.

- Ok, puoi salire – gli disse, sorridendo.

Una zampa dopo l’altra, goffamente, si accucciò vicino a lei. Il semplice contatto attraverso il piumone la tranquillizzò. Si addormentarono. L’indomani, si fece sentire Matteo, che le disse di essere occupato tutto il giorno. Le propose, allora, di pranzare insieme il giorno successivo, il 26. Chiara accettò con piacere.

Si diedero appuntamento direttamente per l’una, a piazza Navona; una bella giornata di sole meritava di essere vissuta appieno.

La giornalista, che aveva passato la mattina fuori per lavoro, era lì già da un po’, al telefono con Barbara, per aggiornarla sull’ultima intervista fatta, quando lo vide arrivare da lontano.

Era vestito di tutto punto. Non appena la raggiunse e si guardarono negli occhi, lui si aprì in un enorme sorriso, che lei contraccambiò.

- Conosco una trattoria, qui vicino, dove si mangia divinamente! – esclamò lei – ti va di andare?

- Sì – rispose lui entusiasta – ho nostalgia della cucina italiana …

S’incamminarono, quindi, a braccetto, attraverso alcuni vicoletti seminascosti, iniziando a parlare del più e del meno.

- Ti trovo cambiata – le disse, subito dopo aver ordinato il primo.

- E’ vero – gli rispose, sistemando con delicatezza il tovagliolo sulle gambe – quest’ultimo periodo mi ha “segnato”, in un certo senso …

- Cioè?

- Ho avuto modo di stare un po’ con me stessa, senza lo stress quotidiano che mi ha sempre contraddistinto. E, così, ho riflettuto a lungo sulle mie priorità di vita, sul mio lavoro …

- Non ti piace quello che fai? – le chiese, ma conosceva in anticipo la risposta; Chiara era da sempre un libro aperto per lui.

- Non fraintendermi, questo mondo fatto di lustrini e paillettes è straordinario … ma è finto! È così difficile far emergere le reali emozioni, che, tra l’altro, interessano a ben pochi! No … - disse, scuotendo il capo – non è il mio ambiente. Non lo è mai stato e mai lo potrà essere!

- Ma, come hai detto tu, esistono persone, che ne fanno parte, che hanno meritato la tua attenzione … in fondo, SE NON SBAGLIO, frequenti un paio di attori … - lei sorrise al suo ammiccamento poco velato.

- Sì, Gabriele e Orlando sono due ragazzi speciali. Ognuno a modo suo. Ma lo sono proprio perché sembra che non gliene importi nulla di quello che li circonda. Flash e paparazzi sono solo lo scotto da pagare per aver scelto, o essere stati scelti, da un lavoro che li appassiona. Farebbero volentieri a meno di finire costantemente in prima pagina, soprattutto per delle stupidaggini.

Si fermò, lo guardò negli occhi per un istante, giusto il tempo di rendersi conto che l’amico stava per farle la “fatidica domanda”.

- Allora … - anticipò ogni sua mossa – a che punto siete con l’organizzazione del Grande Giorno? – gli chiese, poggiando il mento su entrambe le mani incrociate e sfoggiando un sorriso a 32 denti.

- Dopodomani saremo in Toscana, Jacqueline ed io, ma te l’avevo detto, mi pare, no?! – lei fece un cenno affermativo col capo – ci siamo rivolti ai migliori wedding planners di tutti gli Stati Uniti.

- Addirittura! – esclamò lei, appoggiandosi divertita allo schienale della sedia.

- Già! – le fece eco – c’è voluto più di un mese, ma, alla fine, siamo riusciti a trovare un luogo adatto per l’occasione. Si tratta di un vecchio borgo, con tanto di chiesetta; l’abbiamo visto solo in foto, per adesso, e abbiamo appuntamento per la prossima settimana per verificare di persona.

- Bello! Un matrimonio celebrato nella campagna toscana …

- Avevamo bisogno di tanto, taaanto spazio – disse il ragazzo, ripensando agli oltre cinquecento invitati di tutte le nazionalità, che avrebbero invaso, di lì a qualche mese, l’Italia centrale. La giornalista rise di cuore – Chiara – le disse all’improvviso – ma cosa sto facendo? – lei lo guardò confusa – ho 25 anni … non sarà un po’ troppo presto per fare questo passo definitivo?

- Ma, Matteo! – lo riprese lei – Jacqueline è la donna giusta per te? – le parole le uscirono di bocca quasi senza che se ne accorgesse.

- Io … credo di sì … è talmente diversa da me, ma … credo di amarla …

- Credi? CREDI?! Andiamo, non saresti arrivato a questo punto, se non l’amassi veramente! – stavolta era davvero arrabbiata. Va bene il panico pre-matrimonio, ma questi uomini erano davvero esagerati: sembrava che fosse il semplice termine a terrorizzarli così! Tuttavia, fu solo un momento; il pranzo proseguì fra risate e ricordi. Poi, il ragazzo accompagnò l’amica fin sotto casa.

- Ti va un caffè? – gli chiese, aprendo il portone.

- Sì – le rispose, aiutandola.

Appena entrati in casa, Ettore li accolse con le solite feste. Aveva visto Matteo sì e no tre volte in tutta la sua vita, ma gli stava decisamente simpatico. D’accordo, al cagnone stavano simpatici un po’ tutti: l’importante, per lui, era ricevere qualche coccola extra.

Stettero insieme un’altra mezz’ora.

- Ti voglio bene, Chiara! – le disse infine, con le spalle alla porta d’ingresso già aperta – e non ho intenzione di perderti – lei sorrise – Nessuno mi potrà dividere da te!

Si abbracciarono. Un abbraccio lungo una vita. La ragazza era rimasta in silenzio, ma in cuor suo ringraziava l’amico, perché le aveva appena detto ciò che aveva sperato di sentire da lui.

L’indomani, Chiara era più nervosa del solito. In redazione tutta la mattina non era riuscita a combinare nulla di buono; e questo l’aveva mandata letteralmente su tutte le furie.

Decise di prendersi un pomeriggio di totale libertà, grazie anche al consiglio di Giorgio e all’aiuto di Barbara, che era stata debitamente messa al corrente di tutto.

Solo Chiara ed Ettore: una ragazza e il suo più fedele amico, a passeggio fra i viali di villa Borghese; era questo l’unico modo per trovare una via d’uscita dentro di sé, per poter riflettere, per poter comprendere, una volta per tutte, la direzione che avevano preso i palpiti del suo cuore; per scegliere e, successivamente, trovare il coraggio di agire …

Si era fatta già ora di cena, quando la giornalista e il suo compagno decisero di incamminarsi verso casa. Senza fretta attraversarono i vicoli del centro, mischiandosi volontariamente alla folla multilingue. Una delle cose di Roma – e di tutte le metropoli - che affascinavano tanto la ragazza era proprio la possibilità di ascoltare diverse culture in uno stesso luogo: una situazione a dir poco straniante.

Passando di fronte alle vetrate di un elegante ristorante, una scena in particolare catturò la sua attenzione: un uomo, inginocchiato ai piedi della sua bella, con in mano quello che, senza ombra di dubbio, era un vistoso anello con annesso brillante, stava facendo la sua proposta davanti a tutti i presenti.

Un grosso sorriso illuminò il viso di Chiara.

“Adesso so cosa fare”…

  
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