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Autore: Respiro_di_Primavera    29/06/2014    4 recensioni
"-Ripetilo se ne hai il coraggio.
-Non ho provato nulla...- sussurrai a pochi centimetri dal suo viso
e lo vidi alzare un sopracciglio, mentre le sue mani mi accarezzavano.
-Allora perché hai la pelle d'oca?
-Sono bloccata qua fuori in piena notte, con solo un asciugamano
e i capelli bagnati: ho freddo.
-Risposta errata, Kiss.- sorrise, sollevandomi il mento con le sue dita calde
e lasciandomi un lieve bacio nell'incavo del collo aggiunse -Ma se hai freddo,
non ti preoccupare. Ci sono qua io e ti prometto che ti scalderò per tutta la notte,
se me lo permetterai..."
Jess è una ragazza che nasconde tutta se stessa dietro a una maschera
ed è diventata tanto testarda da credere che quella ormai sia la sua vera faccia.
Finché non arriva qualcuno a farle vedere che dentro di lei c'è molto di più...
Questa è la prima storia che pubblico in assoluto, quindi la vostra opinione
è importante per migliorarmi! ;)
Avverto che è tratta da un sogno e che presenta elementi non veritieri, di mia invenzione.
Genere: Erotico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Threesome, Triangolo
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 FLASH! 




POV. LIAM

 

Sospirai passandomi una mano sul viso, per poi bere un sorso di latte.
Non avevo potuto trattenermi…e probabilmente Jessica aveva ragione.
Se quel tipo era il suo ragazzo ciò che succedeva tra loro non era affare mio, né degli altri, anche se…per me non era così.
Jessica non poteva essere trattata in quella maniera da un ragazzo del genere, non riuscivo neppure a capire perché si fosse
ostinata a difenderlo. Come poteva amare un tipo come quello? Poi addirittura amare…era solo una ragazzina, non sapeva
cosa stava facendo. Sicuramente era così.
Aveva perso i suoi familiari, le persone più care che aveva, tutti in una notte.
Li aveva visti morire e non aveva potuto fare niente.
Sarebbe morta pure lei se la polizia non fosse arrivata in tempo.
Al solo pensiero rabbrividii e posai una guancia sul pugno chiuso, per poi sussultare per il dolore. Quel tipo aveva
picchiato duro, ma almeno potevo vantarmi di aver fatto altrettanto…
-Quello stronzo le ha messo le mani in mezzo alle gambe...-
La voce di Zayn, quella dannata frase, era un tormento ogni volta che mi tornava in mente. E non ci potevo fare niente.
Tornai a fissare il bicchiere mezzo vuoto e passai sopra il bordo un dito, pensieroso.
Assurdo che fra tutti quello che aveva combinato quel gran casino ero proprio io, Paul non se lo sarebbe mai aspettato
chissà se la notizia si era già sparsa. Harry e Louis al ritorno se n’erano stati tutto zitti e pensierosi, mentre Zayn si esibiva
in una dettagliata lista di parolacce italiane e inglesi che non mi sarei mai aspettato. Soprattutto quelle italiane. Ecco
perché dormiva con il dizionario Italiano-inglese sul comodino, lo stava studiando da cima affondo, senza tralasciare
niente… Niall aveva preso in braccio Isa addormentata e Jess ci aveva preceduti tutti sbattendoci la porta in faccia.

Ottimo lavoro, Liam…

E ora lei mi aveva chiuso fuori, si era allontanata ora che iniziava ad aprirsi un po’…l’avevamo pure vista ridere in
macchina con noi! Avevo mandato tutto a puttane…
-Ehi! Ho sentito odore di cibo…hai aperto il frigo?
Alzai la testa per osservare gli occhi blu di Niall studiare l’oggetto interessato con aria affamata, come se si chiedesse
quanto tempo ci avrebbe messo per svuotarlo o se sarebbe riuscito a riempire il proprio stomaco con così poco.
Mi lanciò una rapida occhiata, infilandosi in bocca un tramezzino già pronto e corrugò la fronte:
-Tuffo fene, amifo? Hai una fafcia stfana…
-Avrà letto qua! – rispose al posto mio la voce di un Louis tra il divertito e il turbato, sventolando un giornale davanti a noi
per poi schiarirsi la voce e leggere il titolo –“One Direction getting in the ring. Muscoli non solo di bellezza.” Avete
sentito ragazzi? Siamo in prima pagina con questo titolo! Però ci sono solo Liam e Zayn con il tipo lì, e quella di schiena è
Jess…Non hai una bella faccia amico!- alzò lo sguardo, incrociando il mio accigliato – Ehm…ripensandoci, non hai una
bella faccia neppure adesso…-
-Ci hai messo il ghiaccio?- mi chiese Niall, dopo aver ingoiato un pezzo del panino enorme che gli è comparso dal nulla
in mano.
-Sì – sbuffai, finendo in un sorso il latte nel mio bicchiere.
-Pensi che ce la fai a leggere l’articolo o mi fermo al titolo?
Sbuffai, massaggiandomi il braccio livido e chiedendomi cosa avessi fatto di male per meritarmi tutto quello. Ovviamente i
media avrebbero rigirato la cosa a loro piacimento, senza davvero conoscere i fatti…e che gli importava fino a quando
avrebbero venduto i loro scoop?  Inoltre Jessica mi aveva guardato in quella maniera…
-Le ragazze si saranno già svegliate?- cambiò argomento Louis, capendo che non ero nelle condizioni di sopportare altro
che riguardasse la sera precedente.
-Ehm…sì- fui distratto dai miei pensieri dal rossore evidente sulle guance del mio amico biondo e a Louis comparve un
sorriso canzonatorio.
-Che hai combinato, Nialluccio caro?
Persino alle mie orecchie suonò fastidioso quel nomignolo, ma ci passai sopra come sempre, mentre il nostro amico
diventava ancora più rosso di prima, ora tendeva al rosso ciliegia, non più al rosso pomodoro.
-N…niente. Cioè…sta mattina mentre facevo la doccia ho sentito delle urla e mi sono precipitato in camera delle
ragazze…ma…ma era tutto ok…
-Precipitato…mmm...nudo?
-NO!- ora sembrava una melanzana…che sfaccettature interessanti…-A…avevo l’asciugamano!
-Solo? Ma...non dirmi che indossavi la cuffietta!
 -Ehmmm…
-Ma sei una vergogna per il genere maschile!
-Senti, è un regalo della nonna! E a me piace, ok?
-Appunto, sono di tua nonn…
-Che vuoi dire? Cos’hai contro nonna Horan?!?!
-IO? Nieeente! Ma tu avrai traumatizzato quelle due povere e ingenue fanciulle!
-Povere e ingenue? Di certo Jessica non è né l’una né l’altra…- fece irruzione nella stanza un Harry dalla faccia scura,
strappando di mano a Niall una fetta tostata  –Non dopo quello che Zayn mi ha detto che si è lasciata fare in pubblico…-
-Harry, Jess non è…- iniziai, sentendomi salire dentro un senso di protezione.
-Lei ci ha fatto finire sul giornale! Hai letto cos’hanno scritto?
-Su, Harry, non è colpa sua. I giornali raccontano un sacco di balle solo per…
-Sta zitto Louis! Questa volta non è una bugia! Liam ha picchiato un ragazzo, e quel tipo aveva tutto il diritto di toccarla,
visto che lei ha detto che è il suo fidanzato!
Non l’ho mai visto così.
Giuro di non aver mai visto Harry così furioso e incazzato di prima mattina, ma soprattutto…mi sembra strano che faccia
così senza motivo, che si sia incazzato per un articolo. Lo so che l’accusa non è leggera, non so neppure io che mi è preso,
ma so che Jess non ne ha colpa. Io volevo difenderla.
Ho agito d’istinto, non ho ragionato e lei non avrebbe potuto fermarmi.
Non so neppure io che mi è preso, avrei dovuto ragionare, agire come sempre…ma non l’ho fatto e mi spiace che ci abbia
rimesso tutta la band.
Ma il comportamento di Harry era esagerato…
-Ehi amico, calmati!- gli posò una mano sulla spalla Niall, ma lui se la scrollò via.
-Ma lo capite? Paul aveva ragione! Non riusciremo a cambiarla! Le persone come lei fanno solo guai!
-Harry, smettila! Ma ti senti? Stai già gettando la spugna prima ancora di provarci? Non è stata colpa sua!
-Liam non difenderla! Se lei non ci fosse stata non avresti mai reagito così!
-Che problemi hai? Prima sostieni l’idea di provarci, la prendi in custodia e ora per uno stupido errore…
-Uno stupido errore finito in prima pagina! Senti, non ho alcuna intenzione di litigare con te, quindi me ne vado!
Mi sorpassò, afferrando la giacca e sbattendo la porta d’ingresso dietro di sé. Vidi Louis confuso fissare la porta e
grattarsi la testa, mentre Niall era rimasto a boccheggiare, con le mani per aria che avrebbero dovuto reggere il pane
tostato che Harry gli aveva fregato e che in quel momento erano chiuse intorno all’aria.
Nessuno di noi sapeva che diavolo gli fosse preso.
Harry non aveva mai reagito in quel modo, anzi era sempre stato il primo a buttarla sul ridere e a sdrammatizzare la
situazione.
Sospirai, mettendo il mio bicchiere nel lavello, frastornato.
Prima Jess, poi Harry…
-Ehm…disturbo?
Una voce esile ci fece voltare verso la soglia della cucina dove una appena svegliata Isabella ci osservava intimorita con i
suoi grandi occhi azzurri. Niall scosse la testa, mettendosi ai fornelli in silenzio, mentre Louis la faceva sedere con un
gesto della mano:
-Hai sentito tutto?
La ragazza s’irrigidì e mosso in silenzio la testa in un cenno affermativo, fissandosi le unghie mangiate.
-Non ti preoccupare, gli passerà.- sorrise dolcemente Louis, accarezzandogli una spalla.
-A lui sì…- mormorò appena, per poi levare lo sguardo su di me –A lei non lo so.

 

 

 

 

 

 

 

 

POV. JESS

 

 

Il vento tirava in modo impressionante quella domenica mattina.
Avevo indossato in fretta e furia dei jeans neri stretti e una canotta larga bianca sotto a una felpa pesante e bucherellata sui
bordi, infilandomi gli anfibi senza neppure tentare di allacciarli ed ero uscita senza avvisare nessuno.

Solo Isa sapeva che ero uscita e mi fidavo di lei.
Ci saremmo incontrate verso mezzogiorno all’angolo della strada prima del parco e avremmo mangiato un panino, per poi
passeggiare e parlare. O stare in silenzio. Sarebbe dipeso tutto dal mio umore.

E ora il mio umore era nero, pura pece, profondo e scuro come un pozzo.
Continuavo a pensare ai lividi sulla pelle rosea di Liam e allo sguardo furioso di Marco, mentre si puliva il sangue dal
labbro rotto. Mi tornava in mente la sua mano sotto ai miei vestiti, e poi le mani di Zayn che avevano cercato di fermarmi
prima che io mi mettessi in mezzo a loro. Le voci confuse, gli sguardi dei curiosi, il flash di alcune macchine fotografiche,
le braccia di Louis che mi coprivano insieme alla sua giacca mentre correvamo verso la nostra auto. E il vociare di mille
persone che mormoravano il nome della band dei ragazzi.

Era stata colpa mia?
Colpa mia se Liam aveva preso a pugni Marco e le aveva prese da quest’ultimo? Colpa mia se gli altri pensavano che fossi
solo una bambina capricciosa, in cerca di divertimento, di staccare dalla realtà? Colpa mia se la mia migliore amica si era
ritrovata in quell’inferno? Colpa mia se Marco poteva spadroneggiare su di me come più gli piaceva? Colpa mia se la mia
famiglia era morta?

Forse se avessi chiamato prima la polizia…forse se avessi portato a lezione di danza mia sorella, invece che chiudermi in
camera mia ad ascoltare musica  a volume altissimo…forse avrei avuto almeno lei.

Mi fermai, aggrappandomi al palo della luce su un lato del marciapiede, di fronte all’entrata del parco, accorgendomi solo
in quel momento di essermi messa a correre.

Ma dove stavo correndo?
Da chi o cosa stavo correndo via?
Chiusi gli occhi, stringendo i pugni e respirando affondo.
No, non ci avrei più pensato. Non ci volevo più pensare.
Era per questo che non avevo preso nessuna foto, nessun ricordo da casa mia.
Niente che mi potesse far pensare a loro, eppure non mi uscivano dalla testa.
Ovunque guardassi c’era sempre qualcosa che mi collegava a quella parte della mia vita che ormai era il passato, che non
avrei più rivisto, che mi avrebbe fatto solo soffrire. E io non volevo soffrire anche per loro.

Avevo promesso a me stessa di dimenticarli.
Dimenticare il sorriso di mia madre che mi accoglieva la mattina.
Dimenticare le battute squallide di mio fratello e i suoi disegni.
Dimenticare la risata cristallina e gli abbracci di mia sorella.
Dimenticare  il modo affettuoso e canzonatorio in cui mi chiamava mio padre…
Dovevo dimenticarli.
Ma non ci stavo riuscendo, non ne ero capace…oppure non ero convinta di volerlo fare.
Posai la fronte sul freddo metallo del palo davanti a me e chiusi gli occhi, imprimendomi quella sensazione fredda che
avevo sul viso, come se avesse potuto farmi stare meglio, far sbollire il dolore che mi si era acceso dentro come un
incendio.

Non volevo bruciare.
Non per il dolore.
Preferivo bruciare all’inferno, piuttosto che bruciare per ricordi, persone, che non sarebbero tornate mai più.
Mi staccai da lì e lasciai che i capelli, sciolti mi ricadessero davanti al viso, mentre mi inoltravo nel parco ancora deserto
se non per alcune persone particolarmente mattiniere che facevano jogging.

Camminai in silenzio, anche se nella mia testa c’erano mille pensieri rumorosi e scollegati tra loro. Avevo come la
sensazione che non sarei mai riuscita a liberarmi dai fantasmi del passato, probabilmente anch’io sarei diventata una dei
tanti che continuavano a vivere bloccati tra i ricordi e un futuro inesistente come il fumo. E tutto questo mi faceva
maledettamente paura.

Sì, proprio così, avevo paura.
Ma non l’avrei mai ammesso ad anima viva.
Avevo l’incredibile capacità di trasformare la mia paura in rabbia, la mia rabbia in ostinazione, la mia ostinazione in
menefreghismo.

Me l’aveva sempre detto mio padre.
Ero sempre stata capace di elaborare ogni cosa che provavo in azioni, o altre espressioni derivate. Eppure c’era qualcosa
che non riuscivo a elaborare.

Ed era il bacio della sera precedente.
Quel bacio non aveva un espressione, un’azione da decifrare, un messaggio da criptare…se era per quello non aveva
neppure un volto.

Avevo baciato uno sconosciuto e non sapevo niente di lui se non che era un ragazzo magro, dai capelli morbidi, le labbra
carnose e…che baciava in una maniera che non avevo mai provato. Ah, e aveva delle bellissime mani.

Ma queste informazioni mi dicevano solo che poteva essere chiunque.
Ma io avrei scoperto chi era.
Alzai lo sguardo verso il cielo plumbeo appena una goccia d’acqua cadde su di me, scivolando lungo la mia guancia.
Stava per piovere e io non avevo niente per coprirmi, oltre al fatto di non avere alcuna intenzione di tornare a “casa”. Non
avrei sopportato la vista di Liam.

Non ero neppure sicura se sarei riuscita a parlargli dopo quella stessa mattina.
Gli avevo detto tutto quello che dovevo dirgli.
Anche se l’avevo già detto la sera precedente in macchina, facendoli ammutolire tutti.
“Marco è il mio ragazzo! Dovete lasciarlo stare, qualunque cosa succeda! Siamo io e lui, voi non centrate un cazzo
nella mia vita privata, ok?!”

Era vero.
Loro non avrebbero capito, ma mi bastava che ci fosse lì Isa a guardarmi, un po’ assonnata e a stringermi la mano per
cercare di calmarmi. La mia dolce migliore amica incapace di ferire o di trattare male neppure una mosca…era l’unica che
sapeva e di cui mi fidavo.

Chiusi gli occhi, rivolgendo la testa al cielo, incurante del mascara che colava lungo le mie guance o dei miei capelli
bagnati che si appiccicavano alla mia pelle.

Acqua.
L’acqua è un elemento liberatorio, purificatore, capace di rigenerare e farti sentire meglio. L’elemento della mente, come
diceva mia madre.

L’elemento della vita, della rinascita, del benessere.
Sperai che fosse così.
Sperai di sentirmi meglio.
Sperai di trovare in mezzo all’acqua il mio appiglio.
Ma, ovviamente, come al solito ( cazzo, questa non è sfiga?) non trovai niente.
Un’emerita minchia.
Solo un coglione che mi coprì con la sua stupida, insulsa, intirizzita, profumata, cald…cioè, sudata giacca!
-Ehi! Ma chi cazz…
-Sta zitta e tienitela in testa! Se ti prendi un accidenti voglio vedere chi ti cura!
Oh no.
Che cazzo ci fa lui qua?
-Ma tu non dovevi essere a fare colazione con gli altri quattro uccelli canterini?- sbottai, reggendo la giacca sopra la mia
testa e osservandolo prendersi tutta la pioggia. Ben gli sta a fare il coglione e voler fingersi gentile con me! Come se io ci
cascassi!

-E tu non dovevi essere a casa a dormire con la tua amichetta? O non riesci a dormire dopo il casino che hai combinato?-
ribatté lui, bruciandomi con quei suoi occhi verdi accesi di rabbia e sentimenti vari che a me non potevano fregar di
meno…

-No, sta notte ho dormito come un angioletto! Mi piace solo camminare – risposi a denti stretti.
-Non si direbbe dal tuo viso…
-Forse non hai notato che piove e il mio trucco si è tutto sbavato, Mr. Boccoli!
Sbuffò dal naso, passandosi una mano tra sulla fronte, per poi sistemarsi meglio il cappelli di lana ormai grondante
d’acqua che aveva in testa. Aveva una faccia pallida, niente colorito bello roseo come il culo di un bambino che aveva di
solito, niente mezzo sorriso irritante, niente fossette. Era serissimo e pensierosissimo.

Insomma…tutto un “-issimo” messo assieme.
-Che ci fai davvero qui, signor “Sta-zitta-e-fai-quello-che-dico-io”?
I suoi occhi tornarono a fissarmi in silenzio.
Come uno scontro, tra il suo verde speranza e il mio caldo castano che ardeva delle fiamme dell’inferno. Si abbassò per
fronteggiarmi meglio, come una vera e propria sfida, come se io fossi la fonte dei mille dubbi che aveva in testa.

Mi sfiorò con la mano gelata la guancia, togliendomi la sbavatura del mascara, ma mantenendo uno sguardo duro.
Ci stavamo scontrando, anche se non sapevamo bene per cosa.
Ma, tuttavia, fu uno scontro che non vinse nessuno, poiché fummo interrotti fa una serie di flash accecanti.

 

Dannazione, un’altra volta no!

 

 

 

 







 




*****ANGOLO AUTRICE*****

Ciao ciao ciaaaaaao a tutti!!!!!!!
Cosa ne pensate del nuovo capitolo???
Ho deciso di fare una cosa...oltre a ringraziare 
tutti coloro che seguono la mia storia!
'Sta volta ho deciso che aggiornerò il prima possibile
anche a seconda di quante recensioni ricevo...
Eh eh eh... :D
Ok, sono un idiota, perchè anche se non aumentano io
continuerò ad aggiornare per le fedelissime! Ma vabbè...
Più recensite e prima scriverò,
e prima scriverò, prima voi avrete i nuovi capitoli!
Perciò diamoci una mano a vicenda, ok? ;)
Grazie per avermi sopportato fino a qui!
Spero che vi sia piaciuto il nuovo capitolo!
Recensiterecensiterecensite e a presto!
Un grosso abbraccio
Respiro_di_Primavera :*






 

 

  
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