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Autore: Blueorchid31    30/06/2014    8 recensioni
Le spiagge di Ibiza fanno da scenario a questa commediola romantica , ovviamente Sasusaku. Mi cimento di nuovo in una Au. Accenni Shika/Ino - Naru/Hina p.s. Sono sempre sasuk8 , anche se sto attraversando un momento di bipolarismo acuto. :-) Scusate il disagio
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Shikamaru Nara | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 2

Sarà stato lo champagne o la turbolenza, ma quando toccai terra, provai un enorme sollievo.
Hinata, come me, aveva sofferto il lungo viaggio e non aveva una bella cera: la sua pelle nivea, aveva assunto un colorito verde pistacchio e la fronte era imperlata di sudore.
La percentuale di umidità era allucinante e sentii il bisogno di raggiungere il prima possibile la hall dell'aeroporto per bere qualcosa di fresco, possibilmente analcolico e godere della piacevole sensazione di frescura dell'aria condizionata.
Ino, invece, sembrava in perfetta forma.
Mi sono chiesta, spesso, se non sia una specie di cyborg.
Ci fiondammo nell'edificio e dopo una brevissima sosta al bar, dove trangugiai una bottiglietta di acqua naturale per intero, scordandomi persino di respirare, corsi verso il recupero bagagli.
Pregai che la mia valigia fosse arrivata.
Quando vidi la mia samsonite grigia comparire sul nastro trasportatore, cacciai un profondo sospiro di sollievo.
La afferrai e ritornai dalle mie amiche.
" Vedi...te l'avevo detto che non si sarebbe persa " esclamò Ino con tono saccente.
" Già, per fortuna " le risposi con un sorriso di circostanza. Detestavo quando utilizzava quel tono.
" Ho chiamato un taxi " mi comunicò indicando l'uscita dell'aeroporto.
Anche Hinata sembrava essersi ripresa. Il suo colorito era tornato normale anche se da quando eravamo scese dall'aereo non aveva proferito parola.
Ci dirigemmo verso l'uscita e notammo un taxi fermo.
Tre ragazzi ci sorpassarono correndo verso l'auto e salirono velocemente.
" Hey quel taxi è nostro!!! " urlò Ino cominciando a sbattere i pugni sul veicolo.
Uno dei ragazzi, moro, con i capelli raccolti in una coda alta che aveva vagamente la forma di un ananas, abbassò il finestrino.

" Mi dispiace dolcezza, ma siamo arrivati prima noi " le disse con un ghigno stampato in faccia.
Nella mia mente si figurò l'immagine di Ino che si accingeva a divellere la portiera del taxi, trascinare fuori, per l'ananas, il ragazzo e gonfiarlo come una zampogna scozzese.
Contro ogni aspettativa, Ino si limitò ad allontanarsi dal veicolo.
Si mise seduta per terra a gambe incrociate, congiunse il pollice e l'indice delle mani e sussurrando un profondo " Ohm " , iniziò a respirare ritmicamente.
La scena era alquanto ridicola e io e Hinata, abituate alle stranezze della nostra amica, portammo contemporaneamente una mano alla fronte.
" Ino, che stai facendo? " le chiesi con disperazione.
" Controllo la mia rabbia " mi rispose con gli occhi chiusi.
Il taxi partì e il ragazzo guardò quella assurda scena dal finestrino, alzando un sopracciglio. Ne aveva viste di ragazze strane...ma quella le batteva tutte.
" Cerchiamo un taxi " proposi a Hinata, che, come sempre, era l'unica sana di mente... o quasi.
Ne trovammo uno poco più in giù e caricammo le valigie.
" Pig, tu che fai? Vieni con noi o aspetti che Buddha ti teletrasporti in albergo ? " le chiesi a gran voce.
Lei si alzò e ci raggiunse.
" Guarda che è una cosa molto seria " mi disse una volta salita sul taxi.
" Certo...come quando hai fatto l'agopuntura per smettere di fumare o quei puzzolenti massaggi per la cellulite" le risposi, ricordandole alcune delle molte, troppe fissazioni con cui ci aveva deliziato da quando la conoscevamo.
Quando arrivammo al villaggio, l'inserviente prese le nostre valigie e ci indicò il giardino dove ci avrebbero servito il cocktail di benvenuto, come richiesto da Ino.
La nostra vacanza era appena iniziata e avevamo già all'attivo due bottiglie di champagne e una piña colada ghiacciata che, in contrasto con il caldo afoso, per poco non ci stese. Chissà perché, ma ogni volta che c'era Ino di mezzo, gli alcolici non mancavano mai.
Io e Hinata non siamo mai state delle gran bevitrici, o meglio, ci piace bere, ma reggiamo poco.
Ino, invece, se decidesse di iscriversi agli alcolisti anonimi, probabilmente non la accetterebbero. In dieci anni l'ho vista trangugiare qualsiasi cosa e non ricordo di averla mai vista piegata in due sul gabinetto.. come accadeva spesso a me e soprattutto a Hinata. Reggeva l'alcool con la stessa capacità di un vecchio russo ubriacone.
La Hyuuga continuava a non parlare e per non indispettire Ino aveva bevuto la sua piña colada...probabilmente non vedeva l'ora di raggiungere la sua stanza e abbracciare il water.
Quando giunse l'inserviente per accompagnarci nelle nostre stanze, vidi il sollievo negli occhi della mia amica.
Il ragazzo ci condusse ai nostri chalet.
Ino aveva scelto di prenderne tre.
" Perché ne hai presi tre? " le chiesi " Credevo saremmo state tutte insieme "
" Tesoro...sei tu che hai scelto di legarti per sempre a un solo uomo " mi rispose lasciandomi intendere che i suoi progetti per quella vacanza non erano affatto pacifici. Come in molte altre occasioni, avrebbe valutato personalmente la prestanza fisica degli autoctoni e non.
" A pensarci bene, però, tu e Hinata sareste potute stare anche insieme, tanto la sempre vergine Hyuuga , passerà, sicuramente, tutto il suo tempo a leggere " disse poi con tono acido.
Le solite frecciatine di Ino!!!
" Sei davvero cattiva, Ino " la rimproverai vedendo il viso di Hinata rabbuiarsi.
Lei era una delle vittime preferite delle battutine allo yogurt di Ino, dopo di me ovviamente.
Ma a differenza mia, non le rispondeva mai a tono e si rinchiudeva, come una tartaruga, nel suo coriaceo guscio.
" Perché pensi che farà qualcos'altro? " ribatté la bionda.
" Sono affari suoi quello che farà...tu pensa per te! " sbraitai, mentre Hinata mi rivolgeva un debole sorriso di profonda gratitudine.
Ci dividemmo, accordandoci di rivederci un'ora dopo per andare in spiaggia.
Lo chalet era composto da un piccolo ingresso che portava alla camera da letto, all'interno della quale c'era il bagno. La grande porta finestra si apriva su una piccola terrazza che dava sul mare.
La aprii e respirai profondamente, inalando quel fresco sapore di salsedine misto all'odore della pineta che arrivava fino al mare.
Era davvero un posto fantastico!
Mi spogliai e dopo aver impostato la temperatura dell'aria condizionata sul termostato, mi rinfrescai con una bella doccia. Tutta quella umidità e quel caldo mi avevano creato una sensazione fastidiosa di appiccicaticcio.
Mi avvolsi uno dei teli intorno al corpo e misi la valigia sul letto.
Un urlo agghiacciante rimbombò per tutto il villaggio.
" Oh Kami!!! " esclamai disperata.
Ino e Hinata accorsero immediatamente e mi ritrovarono quasi in stato catatonico che fissavo quella che di sicuro non era la mia valigia.
I miei perizoma e i miei reggiseni erano stati sostituiti da boxer di dubbio gusto. La mia valeriana con una scorta di preservativi da far impallidire un attore porno. L'unica cosa in comune erano i rasoi.
Mi veniva da piangere e...lo feci.
Ino scoppiò a ridere, mentre Hinata mi si avvicinò e mi abbracciò per consolarmi.
" Dai fronte spaziosa, non è mica la fine del mondo! È una buona occasione per fare un po' di shopping! " disse la bionda che come al solito cercò un lato positivo in quella tragedia.
Mi liberai dell'abbraccio di Hinata e mi asciugai le lacrime. Per fortuna il cappello di paglia della nonna lo avevo portato con me sull'aereo.
Indossai nuovamente i vestiti con cui ero arrivata e dopo aver noleggiato una macchina ci dirigemmo verso la capitale.
Comprai l'indispensabile...Ino e Hinata si offrirono di prestarmi il resto.
A pomeriggio inoltrato riuscimmo a raggiungere la spiaggia. Il mio umore nero migliorò alla vista di quella sabbia bianca e sottile e di quel mare così trasparente.

****************************
Nello stesso preciso istante in cui l'urlo di una donna aveva fatto tremare le pareti della reception e di gran parte degli chalet del villaggio, anche quello di un uomo, più contenuto, ma altrettanto disperato riecheggiò nella zona riservata ai dipendenti.
" Maledizione " esclamai guardando i reggiseni in pizzo e le mutandine al limite dell'osceno.
" Cos'è successo Sas'ke? " mi chiese Naruto.
" All'aeroporto devono aver confuso le valigie " gli comunicai tirando su con due dita un perizoma di cotone rosa.
" Con quello sarai proprio carina Sasukina " mi canzonò il mio carissimo amico con le labbra a cuoricino.
" Baka...ti ricordo che c'era anche la tua roba nella mia valigia " gli feci notare con un ghigno.
" Nooooo!!! I preservativi!!! Ne avevo portata una scorta...ho trovato in offerta il pacco famiglia al supermercato " esclamò il biondo mettendosi le mani tra i capelli.
" Hai riempito la mia valigia di preservativi? " ringhiai mentre saliva in me la voglia di gambizzarlo.
" Nella mia non entravano " si giustificò con tono contrito.
" Tranquillo Sasuke, se è stata scambiata, la ritroverai sicuramente. Bisogna solo ottenere la lista dei passeggeri del nostro volo e sapere dove pernottano. È un isola...la tua valigia non può essere molto lontana " ...eccolo...il genio...aveva analizzato la situazione e trovato la soluzione. Se non avessi dovuto intrattenere quell'inutile conversazione sui preservativi con il dobe, ci sarei arrivato anch'io.
" Grazie Shikamaru per averci illuminati " gli dissi con ironia.
" Figurati " mi rispose disteso sul divano di cui si era già appropriato.
Il bungalow non era molto grande, ma almeno ognuno di noi aveva la sua stanza e la zona comune, con la cucina, era abbastanza confortevole.
Il coordinatore della sezione ristoro ci aveva comunicato che avremmo iniziato a lavorare il giorno successivo, quindi avevamo il pomeriggio libero.
Dopo una pressante insistenza da parte di Naruto, accettai di indossare uno dei suoi sgargianti costumi per andare in spiaggia.
Il contatto della mia pelle con quella polverina incandescente, mi fece arretrare sulla pedana come un leone intimorito dal fuoco.
Naruto e Shikamaru, invece, camminarono senza problemi su quei tizzoni ardenti fino ombrellone.
Ma che avevano la pianta dei piedi in amianto?
Presi coraggio...se ce l'avevano fatta quei due, io non potevo essere da meno.
Cercai di mantenere il mio solito portamento, mentre le piante dei miei piedi urlavano pietà fino all'ombra del primo ombrellone a tiro e la mia mascella si serrava per non permettermi di zampettare come uno struzzo.
Arrivai all'ombrellone sentendomi come un Indiana Jones che aveva appena superato un fiume di lava e trovai conforto nella sdraio posizionata all'ombra.
Naruto, in preda a uno dei suoi infantili entusiasmi, sparì per alcuni minuti, per ritornare con un pallone da calcio.
Io e Shikamaru lo guardammo con odio. Adesso ci avrebbe asfissiato l'anima fino a che non avessimo deciso di giocare a palla con lui... ne ero certo.
E così fu...non ne sbaglio una.
Dopo un'ora di tormento, ci arrendemmo e lo seguimmo sulla battigia. Quantomeno la sabbia lì non era incandescente.
In quel momento sperai vivamente che il coordinatore non ci desse altre giornate libere.



   
 
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