CAP.13
RACCONTO ____
Come
immaginai, restai con Leah
per tutto il giorno (stavolta ricordandomi di avvertire mia madre). Il
medico
che operò Nicholas, lo stesso che vidi insieme a lei il
giorno del pedinamento,
uscì dalla sala verso le 14 avvisandola che
l’operazione era andata bene e che,
per il momento, non c’era da preoccuparsi. Da allora, Leah
rimase al capezzale
del fratello, in terapia intensiva, senza mai allontanarsi troppo da
lui.
Rimasi anch’io, facendomi debitamente da parte e rimanendo
seduto in un angolo
della stanza. In quel frangente, rimasi per un po’ a fissare
lo schermo del
display del mio telefono alla ricerca di una risposta da inviare a
Lysandro.
Già, perché, poco dopo essere andato via, mi
inviò un messaggio (come abbia
fatto ad avere il mio numero resta un mistero) il quale diceva:
“Sono
Lysandro. Non l’ho fatto per te. Decidi tu cosa
fare, ma sappi che se dovesse soffrire per colpa tua, non
sarà solo Castiel ad
affrontarti.”
Non
sapevo cosa rispondere, così non lo feci. Rimisi il
telefono in tasca e mi soffermai su Nicholas. Ancora sotto
l’effetto
dell’anestesia, dormiva tranquillo con la sorella che gli
teneva la mano. Aveva
cavi ed elettrodi sparsi ovunque sotto la fasciatura al petto, al
braccio aveva
una flebo ed era attaccato, coi dei tubicini alle narici, ad una
bombola
dell’ossigeno. Il respiro e il battito erano regolari e
questo mi sollevava
l’umore. Ma vedere un bambino attaccato a tutte quelle
macchine, non era per
niente bello. Sospirando, spostai lo sguardo su Leah. Appena rivide il
fratello, nonostante tutti quei tubi e cavi, riacquistò
colorito e sorrise
sollevata. Da allora, se ne stava lì seduta a guardarlo e ad
accarezzargli
dolcemente i capelli. Guardai l’orologio che segnava le 18.
Ero rimasto lì
seduto per quattro ore e le gambe reclamavano una camminata. Quindi mi
alzai e,
dopo aver avvisato Leah, uscì per una passeggiata. Ne
approfittai per
rielaborare ciò che la ragazza mi disse qualche ora prima.
-
… sai, penso che sia giunto il momento di rispondere
alla tua seconda domanda. -
La
guardai. Immagino la fatica che possa fare nel
parlarmi della sua situazione. Ma mi ero promesso che l’avrei
sostenuta. Così,
mi preparai per farlo.
Fece
un respiro profondo e riprese a parlare.
-
Devi sapere che Nick soffre di una malattia congenita
al cuore, il quale lo porta ad avere degli attacchi cardiaci anche
violenti.
Come quello di due anni fa e di oggi. Fin da piccolissimo, ha sempre
fatto
avanti e indietro dagli ospedali, cambiando molto spesso cure e
peggiorando di
anno in anno. Finchè, quando lui aveva tre anni, mia madre
lo portò dal dottor
Jersy, il medico che lo ha operato oggi. Il dottore le disse che per
questo
tipo di malattia, l’unica cosa che può salvarlo
è un’operazione estremamente
delicata… ed estremamente costosa. Da quel momento, i miei
misero da parte dei
soldi in attesa che Nick raggiungesse l’età giusta
per affrontare un simile
intervento, ovvero i tredici anni. -
Il
suo tono di voce era piuttosto calmo, il che mi
sorprese abbastanza. Ma tradiva il suo disagio torturandosi le mani.
Capì il
perché immediatamente dopo.
-
Devi sapere, che i nostri genitori sono morti in un incidente
d’auto quattro anni fa. Dovevano accompagnarmi ad una festa
di compleanno e,
quel giorno, pioveva molto… non ricordo come, sta di fatto
che loro morirono
sul colpo… mentre a me, di quel giorno, resta solo questa
cicatrice. - E si
indicò la cicatrice sul volto. Aveva
un’espressione molto triste.
-
Leah, lo sai, che non è colpa tua… vero? -
-
Mpf… certo che lo so. Non mi sono mai data la colpa per
questo. Però, io ero lì… e sarei
potuta morire… e Nick sarebbe rimasto da solo…
-
Fece
una pausa, nella quale tornò a guardare la porta
della sala. La guardai anch’io, senza insistere per farla
continuare. Riprese lei
pochi istanti dopo.
-
Fummo affidati alla nonna paterna, l’unica nostra
parente, nella casa dove abitiamo tutt’ora. Era una donna
buona, ma molto
anziana e ci lasciò anche lei due anni dopo. Sul testamento
scrisse che
lasciava la casa e ogni suo bene a me e a Nicholas. Così
facendo, raggiungemmo
un quarto dei soldi necessari per l’operazione anche
riuscendo a vendere l’auto
della nonna e qualche oggetto di valore. Subito dopo, venni assunta al
minimarket e iniziai il liceo. Lì conobbi te, Castiel, poi
Lysandro che mi
offrì di far parte della loro band. Poco dopo, conobbi il
signor Max che si
offrì di aiutarmi negli studi e come allenatore di boxe. -
Fece
un’altra pausa. Ora il quadro mi era decisamente
più
chiaro. Tutto quello che faceva, tutti gli sforzi, erano per suo
fratello. Per
la sua operazione. Mi sentivo un verme per tutte le cose che ho detto
su di lei
fino a poco tempo prima.
-
Quanto ti manca per raggiungere la quota necessaria per
l’operazione? -
-
Un paio di stipendi. Se tutto va bene, a marzo finirà
il suo calvario e io potrò dedicarmi meglio agli studi. -
-
Come se ne avessi bisogno. Sei un genio! -
Rise.
Che bella che è quando ride.
-
Ho intenzione di continuare a studiare. Mi piacerebbe
laurearmi in Scienze Motorie e diventare Personal Trainer. -
-
Si… ti ci vedo benissimo. Mi alleneresti, in quel caso?
-
Rise
ancora. - Eccome. C’è parecchio da lavorare! -
Questa
non me l’aspettavo… cadde il silenzio e rimanemmo
così per lungo tempo. Finchè non la
sentì trattenere un singhiozzo. Misi un
braccio intorno alle sue spalle e la strinsi a me poggiando la guancia
sulla
sua testa.
-
Non voglio che lui muoia… -
-
Lo so. Neanch’io lo voglio. -
Pianse
ancora.
La
ammiravo molto. È una ragazza estremamente forte e non
solo dal punto di vista fisico. Superare la morte dei suoi genitori,
avvenuta
davanti ai suoi occhi, caricarsi il peso di mantenere sé e
il fratello da sola,
dopo la morte della nonna, e contemporaneamente mettere da parte i
soldi per
l’operazione. Chiunque sarebbe crollato… io in
primis, non so come avrei
reagito a tutto questo. Ma lei ha avuto la forza di resistere a tutto
questo.
Però, ora, era giunta al limite. Si, perché anche
lei ne ha uno, come chiunque
altro. E questo mi fece riflettere.
Forse…
il suo “patto” era un modo per avermi vicino a
sé
in ogni situazione. Ma perché proprio io? Un perfetto
sconosciuto, un rivale
che l’ha odiata fino a poco fa. Perché non
Lysandro o Castiel? Li conosce da
più tempo. Eppure ora, con lei, c’ero io. Ha
voluto me a sostenerla, anche se
non me l’ha chiesto direttamente. Quante domande…
eppure ero convinto che, una
volta che fossi venuto a conoscenza del suo segreto, tutto mi sarebbe
stato più
chiaro. A quanto pare mi sbagliavo.
Alzai
lo sguardo al cielo. A furia di pensare, non mi ero
reso conto che ero uscito nel cortile dell’ospedale.
Chissà da quanto tempo
sono lì fuori? Rabbrividì. Dato che era novembre,
l’aria non è propriamente
calda ed io ero uscito senza la giacca. Molto furbo. Rientrai subito e
tornai
da Leah e da Nicholas ma, non con molta sorpresa, la trovai
addormentata con la
testa appoggiata sul materasso di fianco al fratello. Sorrisi.
L’ansia l’aveva
provata molto e doveva essere parecchio stanca. Recuperai la sua giacca
e
gliela misi sulle spalle… e ammirai il suo viso
addormentato. La sua
espressione era rilassata, tranquilla, la sua bocca socchiusa e il
respiro
pesante. Mi resi conto, in quel momento, che il sentimento che provavo
per lei
era cresciuto, in queste ore. La ammiravo davvero molto, non
smetterò mai di
dirlo. È una ragazza favolosa. Bella, forte e coraggiosa.
Sorrisi ancora e
l’accarezzai piano. La sua pelle era fresca e più
liscia di quello che credevo.
Lei non si mosse, era profondamente addormentata. Un pensiero mi
balenò nella
mente e mi fece arrossire. No dai… non potevo
farlo… non era il momento adatto!
Però… non resistetti. Percorsi delicatamente le
sue labbra con un dito, da
un’estremità all’altra, avanti e
indietro per non so quante volte alla ricerca
del coraggio per farlo. Poi mi fermai. Mi chinai verso di lei e mi
fermai ad un
soffio dalle sue labbra. Chiudendo gli occhi, respirai il suo profumo
per
qualche secondo… per poi baciarla. Un bacio a stampo.
Rapido. Mi allontanai
subito, recuperai la mia giacca e tornai a casa.
Note:
Lo so, lo so… mi state odiando. Sia per la
brevità,
sia per come ho concluso il capitolo. Lo so e mi dispiace! Ma non ho
trovato
alcun modo per allungarlo un po’ e non volevo forzare il
finale… anche perché
adoro mettere suspance <3 alla prossima! Ciao ciao!!