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Autore: samara89    30/06/2014    1 recensioni
Ipotizzando una nuova serie, "Crossover" (sempre che abbia senso parlare di Crossover dato che fanno parte dello stesso universo) tra Doctor Who e Torchwood, ho tirato fuori questa cosa.
In questa vicenda il Maestro non è morto, e il Dottore lo affida a Jack...ma qualcosa si muove all'orizzonte.
Tra nuovi nemici, e vecchie conoscenze, assisteremo all'ennesima battaglia per la difesa della Terra.
(principalmente Eleven (Ten)/Master... accenni coppie canon di entrambe le serie; piccole postille nel primo capitolo, leggetele altrimenti potrebbe non essere chiara la storia, grazie.)
Genere: Azione, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Doctor - 11, Jack Harkness, Master - Simm
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Episodio 5:....di non ritorno.

 

-Dunque questo è il molesto Torchwood...- si guardò intorno con aria critica.- Sembra una stazione della metropolitana rimaneggiata a covo segreto...-

 L'ingresso secondario dell'Hub era rimasto nascosto e inutilizzato, e per Jack era stato uno sforzo quasi impossibile digitare il codice di accesso e calare nelle tenebre del quartier generale di Torchwood.

Gwen borbottò qualcosa avviandosi ai pannelli elettrici e smanettando fino a riportare la luce in quelle sale.

Quello che colpì Jack più di tutto fu il silenzio...almeno finché il Maestro non si mise a parlare.

Jack ingoiò la bile.

-Nessuno ha mai detto che dovesse piacerti, ora se non ti dispiace siediti li e fai silenzio...- un po' più rabbioso del dovuto, ma ci era morto li dentro... e non meno importante ci erano morti gli altri.

Il Maestro lo guardò un momento, incredulo e spiazzato dalla rabbia che traspariva dalla voce e dalla postura dell'altro, e si sedette permettendosi comunque di assumere un leggero broncio offeso.

Jack evitò lo sguardo di Gwen e si diresse nel suo ufficio.

L'aria era stantia e quasi soffocò quando aprì la porta... o forse la sensazione di oppressione che gli cresceva nel petto era dovuta al senso di colpa.

Aprì il cassetto della scrivania e trovò quello che cercava...la foto del loro piccolo gruppo... dedicò la propria attenzione ad ogni uno di loro prima di concentrarsi sulla figura composta che si trovava accanto a lui nella foto, fasciata in un abito troppo elegante per un  appartenente ad un gruppo come il loro.

Janto...

-Jack...-

Il capitano si asciugò velocemente gli occhi prima di voltarsi verso Gwen.

-Il tuo amico di là mi ha detto di chiamarti...non so cosa voglia di preciso...- il rammarico nei suoi occhi era evidente.

-Arrivo...-si sforzò di sorriderle.

Quando lei se ne fu andata aprì il retro della cornice per estrarre la foto...la piegò con cura e la mise nella tasca del suo fido cappotto.

Scese al piano di sotto solo per vedere Saxon che si trastullava tra cavi elettrici e congegni alieni.

-Che stai facendo?- chiese avvicinandosi.

-Questo posto è una miniera d'oro!- Il Maestro riemerse da sotto un modificatore di campo elettromagnetico con un invertitore di massa in una mano e un cacciavite nell'altra- Non è che hai un cacciavite sonico vero?-

Jack si lasciò sfuggire un breve sorriso.

-Gwen... tienilo d'occhio mentre vado un momento nel deposito...non lasciare che ci faccia saltare in aria...-

Gwen annuì, cercando di mettere un po' d'ordine in quel macello, senza guardarlo.

Jack capiva come si sentiva... non poteva lasciar vagare lo sguardo nemmeno per un momento che gli tornava in mente tutto quello che avevano vissuto insieme in quel posto... la gioia, il dolore... quello era stato il suo piccolo regno e non era stato in grado di difenderlo, aveva lasciato che arrivassero e gli portassero via ciò che aveva di più prezioso... tutto quello che aveva.

Quando avevano abbandonato la base i militari avevano messo tutto a soqquadro, senza però portare via nulla a parte le armi...la loro intenzione era di tornare successivamente e sguinzagliare una squadra di tecnici e scienziati all'interno dell'Hub, ma al loro ritorno l'entrata era rimasta cocciutamente chiusa.

Merito di Tosh che aveva programmato il computer in modo da chiudere tutto ermeticamente in caso di accesso non consentito, inserendo una password che solo il Capitano conosceva... Speranza.

La speranza in effetti era l'unica cosa che era rimasta loro quando i 456 avevano fatto la loro comparsa, o ri-comparsa, e solo la speranza di riuscire in qualche modo a dare un senso alla loro morte aveva permesso a Jack di tirare avanti...quello e il fatto di non poter morire, nemmeno volendo...e quanto lo aveva voluto in un primo periodo!...davvero..lo aveva voluto disperatamente.

Digitò il codice di accesso e recuperò il cacciavite sonico dalla sua scatola di latta.

Lo aveva vinto alle carte, quel cacciavite... ci teneva perché gli ricordava il Dottore, ma non lo aveva mai usato.

Lui era sempre stato un tipo più da pistole...

L'allarme rosso lo colse di sorpresa, riportandolo indietro nel tempo...ora Janto si sarebbe precipitato nel suo ufficio e avrebbe fatto una battuta sul pericolo imminente, invitandolo a raggiungere gli altri...cosa che lui avrebbe fatto, ma non prima di avergli palpato il sedere mentre gli passava accanto.

Ma Janto non sarebbe mai più entrato da quella porta, quindi Jack si fece coraggio e tornò nella sala centrale da solo.

-Che succede?-

Gwen batté sui tasti del computer e guardò confusa la miriade di puntini rossi che sciamavano sulla mappa dai contorni blu.

-Non lo so, i sistemi sono impazziti...indicano che un esercito sta entrando nell'Hub, ma non....-

Il rumore degli stivali che battevano sul metallo era inconfondibile, e presto si trovarono circondati da soldati con indosso una divisa nera e in testa caschi che coprivano loro il volto.

Jack alzò le mani, seguito da Gwen, chiedendosi dove mai fosse finito il Maestro.

-Jack Harkness... sono il Colonnello Stewart, della U.N.I.T., è pregato di seguirci insieme ai suoi compagni....-

-Strano modo di pregare il suo, Colonnello...- Jack adocchiò i fucili.

Il Colonnello stava per rispondere quando una scarica di pallottole risuonò nell'Hub.

La radio del Colonnello gracchiò.

-Signore, uno di loro si è impadronito di una delle nostre armi..crr...non sembra intenzionato a venire con noi di sua spontanea volontà...crrr... crediamo che sia Lui...-

-Ha sentito Capitano? Farebbe bene a richiamarlo se non vuole che dia un ordine di cui mi pentirò..- il Colonnello sembrava un uomo di infinita pazienza, con quel suo tono di voce basso e controllato, ma Jack sapeva per esperienza che i tipi del genere erano pericolosi, perché non si sapeva cosa passasse loro per la testa.

-Mi passi quella radio....- si arrese Jack.

Il Colonnello gli porse la radio e Jack si schiarì la voce.

-Saxon, mi senti?- attese.

-La sente...- la voce del soldato gli arrivò leggermente distante, come se parlasse con il vivavoce.

-Lascia stare, siamo circondati e non vorrei che tu morissi in modo stupido...una nostra comune conoscenza mi ammazzerebbe...-

Non arrivò nessuna risposta, ma in breve il Maestro comparve circondato da un gruppetto di soldati...di cui uno dotato di due fucili e uno svenuto.

-Non posso lasciarti solo un attimo, Saxon...- scherzò il Capitano mentre quello veniva spinto nel gruppo.

-Potrei dire la stessa cosa... sono amici tuoi? Non fraintendere, ma non mi interessa partecipare ai tuoi party.-

-Fate silenzio...-il Colonnello fece un gesto in risposta a cui Jack vide Gwen accasciarsi al suo fianco, a seguito di una potente scarica elettrica sul collo.

La stessa cosa successe a lui, e mentre chiudeva gli occhi vide il ghigno del Maestro sopra di lui rivolto al Colonnello.

 

 

 

 

-Ben tornato tra noi...-

Sentire la voce del Maestro appena sveglio non era proprio il modo migliore di mettersi di buon umore... Jack cercò di ricordare per quale motivo stesse così scomodo, considerando che visto che si stava svegliando doveva trovarsi presumibilmente su un letto...beh o almeno su una superficie piana... invece gli sembrava di essere in piedi...e questo era quantomeno sospetto.

Aprì gli occhi, scoprendosi seduto su una sedia di metallo alquanto scomoda e priva di qualsiasi gusto estetico... le mani legate dietro la schiena gli facevano male, come se non arrivasse abbastanza sangue, e le caviglie erano nella stessa situazione.

-Gwen?-chiese cercando di mettere a fuoco.

-Sta bene... o almeno non sta peggio di noi, il che è tutto dire...- rispose il Maestro dalla sua destra.

Adesso Jack vedeva che il Maestro era nella sua stessa situazione, se non peggio visto che aveva un bavaglio sul collo.

-Eri imbavagliato?-Jack scrollò la testa tentando di schiarirsi le idee.

Il Maestro fece un verso di disprezzo.

-Non sono riusciti a mettermi K.O...naturalmente, non sono mica un misero umano come voi... quindi hanno pensato bene di imbavagliarmi... a quanto pare non erano contenti di quello che mi usciva dalla bocca...- si strinse nelle spalle per quanto glielo permettevano i legacci.

-E chi lo sarebbe...- mugugnò il Capitano.

Gwen attirò la sua attenzione alla sua sinistra con un gemito, segno che si stava risvegliando.

-Tutto bene, Gwen?-

-Si...sto bene... ma che...oh, ora ricordo...ma cosa vogliono da noi?..- gemette di nuovo muovendo il collo su e giù.

-Credo che lo sapremo presto....- il BIIIP che seguì la lucetta verde sulla serratura della loro prigione era quanto mai allusivo.

Lo stridore della pesante porta che si apriva fece gemere il mal di testa di Jack, che lo costrinse a serrare gli occhi in attesa che quella tortura finisse.

-Bene bene... Il famoso Capitano Harkness... e la signorina Cooper... mi dispiace di avervi causato tanti guai. In realtà ero interessata solo al Signore del Tempo, ma il Signor Saxon ha promesso di seguirci senza causare problemi se non vi avessimo ucciso, perciò per ora resterete vivi...-

La giovane donna davanti a lui indossava un tailleur blu scuro, e aveva i capelli biondi raccolti sulla testa. Nel complesso sembrava una giovane donna di bell'aspetto con una bella carriera, e Jack era quasi sicuro di aver fatto centro...una giovane donna di bell'aspetto e con una bella carriera nella U.N.I.T....

... e un bel pancione da otto mesi.

-Ma davvero?-Jack guardò incredulo e derisorio il Maestro.- Ma che gentile...-

-Non mi andava di stare solo... mi annoio facilmente...- spiegò il Signore del Tempo con un sorriso allusivo.

-Voglio parlare con Martha Jones...- Jack era sicuro che Martha non centrasse niente con quella faccenda, e magari poteva tirarli fuori da li...a quanto aveva capito aveva scalato la gerarchia dell'organizzazione in maniera piuttosto brillante.

-Mi dispiace ma la signorina Jones non è più uno dei nostri membri... lei e il suo compagno Mickey Smith hanno ricevuto il loro congedo 20.2 ore fa... hanno fatto ricorso, ritenendolo immotivato, ma siamo stati obbligati ad insistere....-

-Immagino che non l'abbiano presa bene...-ghignò il Capitano.

-No, affatto...-il disappunto della loro giovane ospite era evidente...sicuramente Martha e Mickey erano fuggiti all'arresto...Jack non poteva fare altro che augurare loro ogni bene.

-Cosa volete?- Il Maestro non era mai stato un tipo paziente... anche a scuola lo mettevano sempre in punizione perché non stava fermo e zitto... e mettevano in punizione anche il Dottore visto che lo trascinava sempre con se... e anche adesso dava segni di irrequietezza... non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, ma avrebbe pagato oro pur di avere al suo fianco il Dottore piuttosto che l'immortale ninfomane che si stava rivelando del tutto inetto... si chiese in base a quale criterio il Dottore lo avesse scelto per tenerlo al sicuro... vero era che il Dottore aveva strani gusti, ma la sua inefficacia come guardia del corpo era lampante.

-Vogliamo lei... signor Saxon...lei e il Tardis.-

Silenzio.

La stupidità di quell'affermazione costrinse Jack a scoppiare a ridere, attività in cui non si trovò da solo.

Miss Janet si limitò a sorridere e ad accarezzarsi la pancia.

Quando la sua risata e quella del Maestro si spensero Jack sorrise.

-Mi dispiace ma avete preso il Signore del Tempo sbagliato... noi non abbiamo un Tardis, quindi perché  non ci liberate e non andate a cercare il Dottore? O forse avete paura di lui, per questo avete ripiegato su di lui....- accennò con la testa al biondo al suo fianco.

Il Maestro si accigliò.

-Hei...anche io faccio paura... E a questo proposito vi avverto... non rimarrò seduto qui ancora per molto, quindi liberatemi o ve ne pentirete...- la minaccia sarebbe sembrata vuota detta da un uomo qualsiasi, ma quello era un Signore del Tempo e per di più era QUEL Signore del Tempo...quello che aveva quasi distrutto la razza umana per la sua vendetta contro il Dottore.

Ma loro non potevano saperlo, visto che quell'anno... per quanto vivido nei ricordi di Jack...non era mai esistito.

La donna si avvicinò e si piegò leggermente per avere il viso al livello di quello del Maestro.

-Mi rincresce, ma se è vero che voi non avete il Tardis è anche vero che conoscete il Dottore...e ho come l'impressione che non appena saprà che lei è mio prigioniero verrà a riprenderla...in fondo le ha già salvato la vita una volta, molto, molto, molto tempo fa... su un pianeta che ormai non esiste più.- gli sorrise maliziosa e si voltò per andarsene.

Jack capì che si trovavano nei guai solo in quel momento... nel momento in cui vide il Maestro impallidire visibilmente, in cui il Maestro rimase senza parole.

- Come fai a saperlo?- mormorò.

-Portateli in una stanza più comoda...tranne la ragazza... lei liberatela...mi raccomando signorina Cooper...avverta il Dottore il prima possibile...- la giovane donna rimase a guardare mentre Gwen veniva slegata.

-Ma se non so nemmeno dove sia, non so come chiamarlo...- Gwen guardò la siringa di sedativo in mano al soldato davanti a lei con evidente preoccupazione.

-Oh, sono sicura che qualcosa troverà, signorina Cooper... e non ci metta troppo: tendo ad annoiarmi facilmente, e questo ai suoi amici non conviene...- il suo sorriso non lasciava intendere niente di buono e Jack, non per la prima volta nella sua vita doveva ammetterlo, si sentì davvero in trappola.

 

Fine.

 

Nel prossimo episodio....

(Il Maestro alla rapitrice)

-Vorrei un cacciavite sonico, un ripetitore quantico e, se non è troppo, due forcine grazie...-tirò fuori un sorriso innocente.

  
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