Episodio
5:....di non ritorno.
-Dunque questo
è il molesto Torchwood...- si guardò intorno con
aria
critica.- Sembra una stazione della metropolitana rimaneggiata a covo
segreto...-
L'ingresso
secondario dell'Hub era
rimasto nascosto e inutilizzato, e per Jack era stato uno sforzo quasi
impossibile digitare il codice di accesso e calare nelle tenebre del
quartier
generale di Torchwood.
Gwen
borbottò qualcosa avviandosi ai pannelli elettrici e
smanettando
fino a riportare la luce in quelle sale.
Quello che
colpì Jack più di tutto fu il silenzio...almeno
finché il
Maestro non si mise a parlare.
Jack
ingoiò la bile.
-Nessuno ha mai
detto che dovesse piacerti, ora se non ti dispiace
siediti li e fai silenzio...- un po' più rabbioso del
dovuto, ma ci era morto
li dentro... e non meno importante ci erano morti gli altri.
Il Maestro lo
guardò un momento, incredulo e spiazzato dalla rabbia che
traspariva dalla voce e dalla postura dell'altro, e si sedette
permettendosi
comunque di assumere un leggero broncio offeso.
Jack
evitò lo sguardo di Gwen e si diresse nel suo ufficio.
L'aria era
stantia e quasi soffocò quando aprì la porta... o
forse la
sensazione di oppressione che gli cresceva nel petto era dovuta al
senso di
colpa.
Aprì
il cassetto della scrivania e trovò quello che cercava...la
foto del
loro piccolo gruppo... dedicò la propria attenzione ad ogni
uno di loro prima
di concentrarsi sulla figura composta che si trovava accanto a lui
nella foto,
fasciata in un abito troppo elegante per un
appartenente ad un gruppo come il loro.
Janto...
-Jack...-
Il capitano si
asciugò velocemente gli occhi prima di voltarsi verso
Gwen.
-Il tuo amico di
là mi ha detto di chiamarti...non so cosa voglia di
preciso...- il rammarico nei suoi occhi era evidente.
-Arrivo...-si
sforzò di sorriderle.
Quando lei se ne
fu andata aprì il retro della cornice per estrarre la
foto...la piegò con cura e la mise nella tasca del suo fido
cappotto.
Scese al piano
di sotto solo per vedere Saxon che si trastullava tra cavi
elettrici e congegni alieni.
-Che stai
facendo?- chiese avvicinandosi.
-Questo posto
è una miniera d'oro!- Il Maestro riemerse da sotto un
modificatore di campo elettromagnetico con un invertitore di massa in
una mano
e un cacciavite nell'altra- Non è che hai un cacciavite
sonico vero?-
Jack si
lasciò sfuggire un breve sorriso.
-Gwen... tienilo
d'occhio mentre vado un momento nel deposito...non
lasciare che ci faccia saltare in aria...-
Gwen
annuì, cercando di mettere un po' d'ordine in quel macello,
senza
guardarlo.
Jack capiva come
si sentiva... non poteva lasciar vagare lo sguardo
nemmeno per un momento che gli tornava in mente tutto quello che
avevano
vissuto insieme in quel posto... la gioia, il dolore... quello era
stato il suo
piccolo regno e non era stato in grado di difenderlo, aveva lasciato
che
arrivassero e gli portassero via ciò che aveva di
più prezioso... tutto quello
che aveva.
Quando avevano
abbandonato la base i militari avevano messo tutto a
soqquadro, senza però portare via nulla a parte le armi...la
loro intenzione
era di tornare successivamente e sguinzagliare una squadra di tecnici e
scienziati all'interno dell'Hub, ma al loro ritorno l'entrata era
rimasta
cocciutamente chiusa.
Merito di Tosh
che aveva programmato il computer in modo da chiudere
tutto ermeticamente in caso di accesso non consentito, inserendo una
password
che solo il Capitano conosceva... Speranza.
La speranza in
effetti era l'unica cosa che era rimasta loro quando i 456
avevano fatto la loro comparsa, o ri-comparsa, e solo la speranza di
riuscire
in qualche modo a dare un senso alla loro morte aveva permesso a Jack
di tirare
avanti...quello e il fatto di non poter morire, nemmeno volendo...e
quanto lo
aveva voluto in un primo periodo!...davvero..lo aveva voluto
disperatamente.
Digitò
il codice di accesso e recuperò il cacciavite sonico dalla
sua
scatola di latta.
Lo aveva vinto
alle carte, quel cacciavite... ci teneva perché gli
ricordava il Dottore, ma non lo aveva mai usato.
Lui era sempre
stato un tipo più da pistole...
L'allarme rosso
lo colse di sorpresa, riportandolo indietro nel
tempo...ora Janto si sarebbe precipitato nel suo ufficio e avrebbe
fatto una
battuta sul pericolo imminente, invitandolo a raggiungere gli
altri...cosa che
lui avrebbe fatto, ma non prima di avergli palpato il sedere mentre gli
passava
accanto.
Ma Janto non
sarebbe mai più entrato da quella porta, quindi Jack si fece
coraggio e tornò nella sala centrale da solo.
-Che succede?-
Gwen
batté sui tasti del computer e guardò confusa la
miriade di puntini
rossi che sciamavano sulla mappa dai contorni blu.
-Non lo so, i
sistemi sono impazziti...indicano che un esercito sta
entrando nell'Hub, ma non....-
Il rumore degli
stivali che battevano sul metallo era inconfondibile, e
presto si trovarono circondati da soldati con indosso una divisa nera e
in
testa caschi che coprivano loro il volto.
Jack
alzò le mani, seguito da Gwen, chiedendosi dove mai fosse
finito il
Maestro.
-Jack
Harkness... sono il Colonnello Stewart, della U.N.I.T., è
pregato
di seguirci insieme ai suoi compagni....-
-Strano modo di
pregare il suo, Colonnello...- Jack adocchiò i fucili.
Il Colonnello
stava per rispondere quando una scarica di pallottole
risuonò nell'Hub.
La radio del
Colonnello gracchiò.
-Signore, uno di
loro si è impadronito di una delle nostre armi..crr...non
sembra intenzionato a venire con noi di sua spontanea
volontà...crrr...
crediamo che sia Lui...-
-Ha sentito
Capitano? Farebbe bene a richiamarlo se non vuole che dia un
ordine di cui mi pentirò..- il Colonnello sembrava un uomo
di infinita
pazienza, con quel suo tono di voce basso e controllato, ma Jack sapeva
per
esperienza che i tipi del genere erano pericolosi, perché
non si sapeva cosa
passasse loro per la testa.
-Mi passi quella
radio....- si arrese Jack.
Il Colonnello
gli porse la radio e Jack si schiarì la voce.
-Saxon, mi
senti?- attese.
-La sente...- la
voce del soldato gli arrivò leggermente distante, come
se parlasse con il vivavoce.
-Lascia stare,
siamo circondati e non vorrei che tu morissi in modo
stupido...una nostra comune conoscenza mi ammazzerebbe...-
Non
arrivò nessuna risposta, ma in breve il Maestro comparve
circondato
da un gruppetto di soldati...di cui uno dotato di due fucili e uno
svenuto.
-Non posso
lasciarti solo un attimo, Saxon...- scherzò il Capitano
mentre
quello veniva spinto nel gruppo.
-Potrei dire la
stessa cosa... sono amici tuoi? Non fraintendere, ma non
mi interessa partecipare ai tuoi party.-
-Fate
silenzio...-il Colonnello fece un gesto in risposta a cui Jack vide
Gwen accasciarsi al suo fianco, a seguito di una potente scarica
elettrica sul
collo.
La stessa cosa
successe a lui, e mentre chiudeva gli occhi vide il ghigno
del Maestro sopra di lui rivolto al Colonnello.
-Ben tornato tra
noi...-
Sentire la voce
del Maestro appena sveglio non era proprio il modo
migliore di mettersi di buon umore... Jack cercò di
ricordare per quale motivo
stesse così scomodo, considerando che visto che si stava
svegliando doveva
trovarsi presumibilmente su un letto...beh o almeno su una superficie
piana...
invece gli sembrava di essere in piedi...e questo era quantomeno
sospetto.
Aprì
gli occhi, scoprendosi seduto su una sedia di metallo alquanto
scomoda e priva di qualsiasi gusto estetico... le mani legate dietro la
schiena
gli facevano male, come se non arrivasse abbastanza sangue, e le
caviglie erano
nella stessa situazione.
-Gwen?-chiese
cercando di mettere a fuoco.
-Sta bene... o
almeno non sta peggio di noi, il che è tutto dire...-
rispose il Maestro dalla sua destra.
Adesso Jack
vedeva che il Maestro era nella sua stessa situazione, se non
peggio visto che aveva un bavaglio sul collo.
-Eri
imbavagliato?-Jack scrollò la testa tentando di schiarirsi
le idee.
Il Maestro fece
un verso di disprezzo.
-Non sono
riusciti a mettermi K.O...naturalmente, non sono mica un misero
umano come voi... quindi hanno pensato bene di imbavagliarmi... a
quanto pare
non erano contenti di quello che mi usciva dalla bocca...- si strinse
nelle
spalle per quanto glielo permettevano i legacci.
-E chi lo
sarebbe...- mugugnò il Capitano.
Gwen
attirò la sua attenzione alla sua sinistra con un gemito,
segno che
si stava risvegliando.
-Tutto bene,
Gwen?-
-Si...sto
bene... ma che...oh, ora ricordo...ma cosa vogliono da noi?..-
gemette di nuovo muovendo il collo su e giù.
-Credo che lo
sapremo presto....- il BIIIP che seguì la lucetta verde
sulla serratura della loro prigione era quanto mai allusivo.
Lo stridore
della pesante porta che si apriva fece gemere il mal di testa
di Jack, che lo costrinse a serrare gli occhi in attesa che quella
tortura
finisse.
-Bene bene... Il
famoso Capitano Harkness... e la signorina Cooper... mi
dispiace di avervi causato tanti guai. In realtà ero
interessata solo al
Signore del Tempo, ma il Signor Saxon ha promesso di seguirci senza
causare
problemi se non vi avessimo ucciso, perciò per ora resterete
vivi...-
La giovane donna
davanti a lui indossava un tailleur blu scuro, e aveva i
capelli biondi raccolti sulla testa. Nel complesso sembrava una giovane
donna
di bell'aspetto con una bella carriera, e Jack era quasi sicuro di aver
fatto
centro...una giovane donna di bell'aspetto e con una bella carriera
nella U.N.I.T....
... e un bel
pancione da otto mesi.
-Ma
davvero?-Jack guardò incredulo e derisorio il Maestro.- Ma
che
gentile...-
-Non mi andava
di stare solo... mi annoio facilmente...- spiegò il
Signore del Tempo con un sorriso allusivo.
-Voglio parlare
con Martha Jones...- Jack era sicuro che Martha non
centrasse niente con quella faccenda, e magari poteva tirarli fuori da
li...a
quanto aveva capito aveva scalato la gerarchia dell'organizzazione in
maniera
piuttosto brillante.
-Mi dispiace ma
la signorina Jones non è più uno dei nostri
membri... lei
e il suo compagno Mickey Smith hanno ricevuto il loro congedo 20.2 ore
fa...
hanno fatto ricorso, ritenendolo immotivato, ma siamo stati obbligati
ad
insistere....-
-Immagino che
non l'abbiano presa bene...-ghignò il Capitano.
-No,
affatto...-il disappunto della loro giovane ospite era
evidente...sicuramente
Martha e Mickey erano fuggiti all'arresto...Jack non poteva fare altro
che
augurare loro ogni bene.
-Cosa volete?-
Il Maestro non era mai stato un tipo paziente... anche a
scuola lo mettevano sempre in punizione perché non stava
fermo e zitto... e
mettevano in punizione anche il Dottore visto che lo trascinava sempre
con
se... e anche adesso dava segni di irrequietezza... non lo avrebbe
ammesso nemmeno
sotto tortura, ma avrebbe pagato oro pur di avere al suo fianco il
Dottore
piuttosto che l'immortale ninfomane che si stava rivelando del tutto
inetto...
si chiese in base a quale criterio il Dottore lo avesse scelto per
tenerlo al
sicuro... vero era che il Dottore aveva strani gusti, ma la sua
inefficacia
come guardia del corpo era lampante.
-Vogliamo lei...
signor Saxon...lei e il Tardis.-
Silenzio.
La
stupidità di quell'affermazione costrinse Jack a scoppiare a
ridere,
attività in cui non si trovò da solo.
Miss Janet si
limitò a sorridere e ad accarezzarsi la pancia.
Quando la sua
risata e quella del Maestro si spensero Jack sorrise.
-Mi dispiace ma
avete preso il Signore del Tempo sbagliato... noi non
abbiamo un Tardis, quindi perché
non ci
liberate e non andate a cercare il Dottore? O forse avete paura di lui,
per
questo avete ripiegato su di lui....- accennò con la testa
al biondo al suo
fianco.
Il Maestro si
accigliò.
-Hei...anche io
faccio paura... E a questo proposito vi avverto... non
rimarrò seduto qui ancora per molto, quindi liberatemi o ve
ne pentirete...- la
minaccia sarebbe sembrata vuota detta da un uomo qualsiasi, ma quello
era un
Signore del Tempo e per di più era QUEL Signore del
Tempo...quello che aveva
quasi distrutto la razza umana per la sua vendetta contro il Dottore.
Ma loro non
potevano saperlo, visto che quell'anno... per quanto vivido
nei ricordi di Jack...non era mai esistito.
La donna si
avvicinò e si piegò leggermente per avere il viso
al livello
di quello del Maestro.
-Mi rincresce,
ma se è vero che voi non avete il Tardis è anche
vero che
conoscete il Dottore...e ho come l'impressione che non appena
saprà che lei è
mio prigioniero verrà a riprenderla...in fondo le ha
già salvato la vita una
volta, molto, molto, molto tempo fa... su un pianeta che ormai non
esiste più.-
gli sorrise maliziosa e si voltò per andarsene.
Jack
capì che si trovavano nei guai solo in quel momento... nel
momento
in cui vide il Maestro impallidire visibilmente, in cui il Maestro
rimase senza
parole.
- Come fai a
saperlo?- mormorò.
-Portateli in
una stanza più comoda...tranne la ragazza... lei
liberatela...mi raccomando signorina Cooper...avverta il Dottore il
prima
possibile...- la giovane donna rimase a guardare mentre Gwen veniva
slegata.
-Ma se non so
nemmeno dove sia, non so come chiamarlo...- Gwen guardò la
siringa di sedativo in mano al soldato davanti a lei con evidente
preoccupazione.
-Oh, sono sicura
che qualcosa troverà, signorina Cooper... e non ci metta
troppo: tendo ad annoiarmi facilmente, e questo ai suoi amici non
conviene...-
il suo sorriso non lasciava intendere niente di buono e Jack, non per
la prima
volta nella sua vita doveva ammetterlo, si sentì davvero in
trappola.
Fine.
Nel prossimo
episodio....
(Il Maestro alla
rapitrice)
-Vorrei un
cacciavite sonico, un ripetitore quantico e, se non è
troppo,
due forcine grazie...-tirò fuori un sorriso innocente.