e intanto la casa di Magalie è vuota.
c'è solo Marie Hèlène che scrive. scrive ogni giorno da mesi. forse sono anche anni. ma il tempo non è più niente di preciso e concreto quando si decide di abbandonare la realtà per sempre. perché quando si è giovani è facile dire che il futuro ha in serbo per te qualcosa di splendido. nonostante qualsiasi cosa brutta che capiti. poi quando si diventa grandi non è più così perché il tempo a disposizione è sempre meno e tu hai sempre meno voglia di sperare.
Marie Hèlène scrive.
non sa nemmeno più perché e certi giorni non sa più nemmeno cosa. è tutto un turbinio di storie e immagini e pensieri non suoi. le piace inventarsi persone. persone che non esistono ma in realtà da qualche parte ci sono. costruisce intorno a lei il mondo a cui ha rinunciato. per sentirsi meno sola. per sentire meno lontana quella notte di un numero indefinito di anni prima.
quando tutte quelle cose sono davvero successe. e nonostante tutti le dicessero che la storia si sarebbe risolta per il meglio, la storia non si era risolta per il meglio.
nel mondo scompaiono circa 8 milioni di bambini ogni anno. quasi 22000 al giorno. inghiottiti nel nulla. non si sa che fine possano fare. da chi vengano presi. forse qualcuno ha bisogno di loro da qualche parte nell'universo. qualcuno di speciale. qualcuno che abbia un po' di luce dentro perché solo i bambini ce l'hanno. qualcuno che sappia voler bene davvero. qualcuno che non sappia niente delle cose brutte del mondo. qualcuno che sia felice senza un motivo. e magari si sta cercando di creare un nuovo mondo abitato solo da questo tipo di persone.
e Magalie è stata solamente una di quelle bambine che un giorno esistono e il giorno dopo non esistono più. nessuno è mai andato da Marie Hèlène a spiegarle con pazienza perché le avessero rubato sua figlia. dove l'avessero portata. se le avrebbero dato da mangiare. se sarebbe stata bene. se avrebbe dormito abbastanza ogni notte. se le avessero lasciato il suo peluche preferito, un orribile lombrico. o forse era un verme. credo siano la stessa cosa. be’ comunque nessuno le aveva mai detto niente.
da sei anni continua a scrivere di quella notte. continua a mettere in piedi un mondo di persone sceso per le strade a cercarla e a gridare il suo nome. perché forse tutti insieme sarebbero riusciti a riportarla a casa. quelle persone inventate sono diventate le uniche reali della sua esistenza. le uniche amiche che ha. le uniche che possano comprenderla. e sostenerla. che non si fanno problemi se Marie Hèlène si mette a scrivere con dei capelli orrendi. o se puzza. se mangia troppo o troppo poco. non la giudicano per come si è comportata. perché lei non era mai stata capace di combattere e si è dimostrata tale anche questa volta. tutti le vogliono bene per quello che è. almeno loro.
e Marie Hèlène scrive.
aspettando che bussi alla porta e si scusi per il ritardo. aspettando di poter scrivere "e Magalie tornò un giorno a caso di un inverno buio. come se niente fosse successo".
 
ma Magalie non tornerà mai.
"da qualche parte sta cercando di insegnare ad un alieno piuttosto brutto che tutti sono belli in qualche modo. basta che non rubino i pennarelli agli altri o non spingano per arrivare primi."